Home > Enzo Baldoni: c’e’ morto e morto
Stampa Guerre-Conflitti Viviana Vivarelli
da Articolo 21
La campagna infamante di Libero contro Enzo Baldoni
Non so chi sia Enzo Baldoni, non so se sia più bravo come pubblicitario o
come giornalista. So solo tre semplici cose.
La prima: è un italiano che è
stato rapito da un gruppo terroristico e rischia la pelle;
la seconda:
collabora con una rispettabilissima organizzazione umanitaria, la Croce
Rossa;
la terza: pubblica i suoi articoli (belli o brutti che siano) su un
settimanale che ha autorevolezza e credibilità ed è diretto da un
giornalista di valore, Enrico Deaglio.
Questi sono i fatti che conosco.
Libero, alla vicenda di Enzo Baldoni, ha dedicato una violenta campagna di
stampa, aperta da un articolo firmato dal vice direttore Roberto Farina. Il
vice di Feltri, che successivamente è intervenuto con pari rozzezza sulla
vicenda, definisce Baldoni tra l’altro un "simpatico pirlacchione", insomma
un dilettante, un "giocherellone" che si è messo a scherzare con il fuoco,
che ha deciso di andare a passare le sue ferie in un luogo pericoloso come l
’Iraq. Un signore che avrebbe fatto meglio a andare a "cogliere le pesche
nell’agriturismo di famiglia" invece di spendere il suo tempo libero in un
paese in guerra, collaborando con la Croce Rossa e scrivendo i suoi
reportage.
Insomma guai ad immischiarsi nelle faccende dei "grandi".
Sui
teatri di guerra devono andare solo i giornalisti embedded, inviati dalle
grandi testate. Devono muoversi al fianco dei comandi militari per poter
raccontare solo "la verità" decisa dagli uffici stampa degli Stati Maggiori.
Secondo questa singolare visione della professione di giornalista se non sei
un giornalista "aggregato" ai comandi militari, sei un misto tra un matto,
un fiancheggiatore dei terroristi, o al massimo su "simpatico pirlacchione".
La rozzezza di Farina va oltre: sul rapimento di Baldoni ipotizza una sorta
di messa in scena. Leggiamo testualmente: "Gli esperti dell’intelligence
atlantica hanno molti dubbi su tutta la vicenda.
Il volto del prigioniero
non rivela contrazioni inevitabili per chi si trovi sull’orlo dell’abisso.
Non appaiono intorno all’italiano uomini armati e mascherati. Potrebbe
essere una recita".
Farina non si ferma e ci spiega che, comunque sia, Baldoni non ha nulla da
temere. E’ un pacifista, un uomo di sinistra, non fa mistero di non amare il
presidente del consiglio Berlusconi, e di non condividere la guerra in Iraq.
Dunque è un perfetto fiancheggiatore dei terroristi.
L’equazione di Farina è
semplice e volgare al tempo stesso.
"Garantiamo, nel nostro piccolo, ai suoi
rapitori islamici: tifa per voi, per la resistenza irachena.
Non è
musulmano, è milanese; non aderisce ad Al Qaeda, per carità, ma in fondo
giustifica chi spara ai marines. Li conosciamo i documenti antimperialisti
dove si solidarizza con "le ragioni economiche, politiche, morali che
spingono gli oppressi del mondo a combattere con le armi contro l’America e
i suoi servi sciocchi, ad esempio Berlusconi".
Baldoni era di tale fatta.
Lo
ribadiamo volentieri, Signori dai lunghi coltelli: è del tipo di occidentale
che piace a voi: antiamericano. Confidiamo basti".
Dunque i terroristi - ci spiega Farina - dovrebbero esser matti ad uccidere
un uomo di sinistra, che, proprio per il suo essere di sinistra, è
ovviamente un loro utilissimo agente all’interno del mondo occidentale.
Colpisce la raffinatezza del sillogismo di Farina: sei di sinistra, sei
contro la guerra, non ami Berlusconi, allora non ci sono dubbi: sei dalla
parte dei fanatici integralisti, ami Bin Laden e di sicuro applaudi davanti
alla decapitazione degli ostaggi americani.
Di fronte a questo ragionamento
Enzo Baldoni farebbe bene ad essere rilassato, non ha da temere nulla, anzi
ne siamo certi in queste ore sta tranquillamente banchettando con i suoi
rapitori che magari gli daranno gratuitamente qualche lezione sull’uso della
scimitarra nell’esecuzione delle decapitazioni.
Tornerà vivo e vegeto, con
un sacco di souvenir nello zaino. Statene certi, non c’è di che
preoccuparsi. Parola di Roberto Farina.
Sulla stupidità di un siffatto ragionamento crediamo non valga la pena di
soffermarsi.
Colpisce invece la rozzezza della prosa e la spocchia che muove un
giornalista superpagato come Roberto Farina a denigrare un collega free
lance che, ne siamo certi, per i suoi articoli guadagnerà di certo la
millesima parte dello stipendio che Roberto Farina incassa standosene seduto
nel suo ufficio.
Ma colpisce soprattutto il fanatismo volgare di questa
destra estrema degno, questo si, del peggiore integralismo, che porta Libero
a menare fendenti contro un collega, un connazionale che, al di là di come
la pensa, si trova in serio pericolo di vita.
E’ singolare che in un paese civile si possa arrivare a tanto e che siffatti
ragionamenti vengano considerati degni di far parte di un dibattito politico
e culturale, invece di essere archiviati per quello che sono: spazzatura.
Salta agli occhi, infine, la diversità dei toni usati sempre da questa
destra estrema e dai suoi organi di stampa ufficiali, nei confronti dei
quattro body guard rapiti (uno purtroppo ucciso) dalle milizie irachene.
Quei signori, vennero immediatamente indicati all’opinione pubblica come
"eroi". Guai a dissentire da questa definizione. Chi lo faceva veniva
immediatamente come amico dei terroristi assassini. Che indignazione, quando
qualcuno li ha definiti per quello che realmente erano: cioè mercenari nella
migliore delle ipotesi.
La loro vicenda è stata spettacolarizzata con cura dai media e usata
spregiudicatamente per gli interessi elettorali del centro destra. Nessuno
ha spiegato che facevano Stefio, Agliana, Cupertino e Quattrocchi in Iraq?
al soldo di chi lavoravano? chi ha gestito il loro sequestro (ammesso che di
sequestro si sia trattato)? quale è stato il ruolo dei servizi segreti
occidentali, ed italiani in particolare, in quella vicenda? perché, infine,
è stato ucciso Fabrizio Quattrocchi?
I tre ostaggi superstiti ancora oggi dicono di esser obbligati al silenzio.
Da chi, e per proteggere cosa non ci è dato saperlo. Una vicenda oscura,
seppellita sotto una colpevole coltre di silenzio con i media italiani che
hanno tutti ingollato, con poche lodevoli eccezioni, la bella favola della
liberazione compiuta dai marines americani dopo il "Go" telefonico di Silvio
Berlusconi.
Una diversità di toni che mostra un Paese, il nostro, governato da una
logica ferrea e feroce: due pesi e due misure. Un sequestro di serie A,
quello degli "eroici" mercenari italiani, uno di serie B, quello del
"simpatico pirlacchione" Enzo Baldoni.
Pazienza.
La speranza è che Baldoni
torni al più presto dalla sua famiglia, anche a costo di doverci sorbire un
altro editoriale di Roberto Farina. Ci dirà, non abbiamo alcun dubbio, che
aveva ragione a scrivere che i terroristi non avrebbero mai ucciso il loro
"amico pirlacchione".
http://www.articolo21.com/editoriale.php?id=359
— -
Le nefandezze di ’Libero’ su Enzo Baldoni
Da Libero
Se esaminata cinicamente, cioè con lucidità, la disavventura di Enzo Baldoni
sconfina nella commedia all’Italiana. Già ieri abbiamo scritto: un uomo
della sua età, moglie e due figli a carico, avrebbe fatto meglio a farsi
consigliare da Alpitour, anziché dal Diario, la località dove trascorrere
vacanze sia pure estreme (si dice così?).
Evidentemente, da buon giornalista
della domenica egli ha preferito cedere all’impulso delle proprie passioni
insane per l’Iraq piuttosto che adattarsi al senso comune. Ciascuno fa come
gli garba. E se a lui garbava di mettere a repentaglio la ghirba allo scopo
di essere la caricatura dell’inviato speciale, forse sognando di diventare
un Oriano Fallaci o un Ettore Mo, c’è poco da obiettare.
Molto da obiettare
invece c’è sul fatto che adesso tocchi allo Stato italiano di toglierlo
dalle pettole (dal milanese: peste). Vabbè. Non facciamoci guardar dietro
spendiamo quanto c’è da spendere per riportarlo a casa, questo bauscia
simile a certi tizi i quali, durante il week end, indossano la tuta mimetica
e giocano ai soldatini nelle brughiere del Varesotto. D’altronde, come
documenta la nostra inchiesta Stipendiopoli, gli enti pubblici sprecano
molto denaro e non saranno alcuni miliardi in più, investiti al fine di
liberare il semigiornalista, a mandarci in rovina.
(Abbiamo appena visto Scelli in tv vantarsi che presto lui e la Croce rossa
avrebbero liberato Baldoni. E’ lo stesso Scelli che attacca ogni volta che puo’
Gino Strada o lo fa attaccare sui media dai suoi amici diffondendo calunnie
su di lui.
Ma Gino Strada e’ un pacifista, Scelli no. Sempre Scelli aveva
parlato con disprezzo di Baldoni, definendolo un avvventuriero da strapazzo,
uno che i guai se li andava a cercare: "«Sto iniziando appena adesso a
conoscere il personaggio. Mi auguro che sia vivo, e impegnato in una delle
sue tante e tanto vituperate avventure oltre ogni limite".
Le vituperate
avventure consistevano nel fare il giornalista in un luogo di guerra per
conto di Diario, una rivista no global. Ma, per il premier e i suoi amici:
no global, volontari e pacifisti sono persone fuori di cervello, cosi’ come
i magistrati sono una razza degenerata per DNA, mentre aggressori,
militaristi e speculatori finanziari sono ’la creme de la creme’ della
societa’.
Ognuno sceglie quello che gli somiglia. Scelli e’ di Forza Italia,
difende Berlusconi e si e’ gia’ presentato come candidato politico. La Croce
Rossa e’ un buon gradino per farsi una buona immagine. La frequenza con cui
i nostri media lo intervistano (e’ stato chiamato anche a parlare a Rimini
per Comunione e Liberazione) e il suo presenzialismo ossessivo fanno capire
che lo rivedremo presto come candidato politico di Forza Italia. Con tutto
ripetto per la Croce Rossa che fa un ottimo lavoro, avremmo preferito che
aiuto umanitario e carriera elettorale restassero divisi e una tale
commistione non giova al buon nome della Croce Rossa che dovrebbe stare al
di fuori dei partiti o dei contendenti e occuparsi dei feriti e dei sofferenti.
Ora Baldoni e’ morto e vedremo ai suoi funerali se ci sara’ la stessa sollecitudine politica che ci fu ai funerali del mercenario Quattrocchi e se anche qui ci saranno politici che proporranno la medaglia d’oro e la statua davanti al Campidoglio.
Roberto Farina
Da
http://www.triburibelli.net/sito/modules/news/article.php?storyid=1006
da triburibelli.net
I MERCENARI CAMPANO, I PACIFISTI CREPANO!
SI E’ CONCLUSA TRAGICAMENTE LA VICENDA DEL RAPIMENTO DEL GIORNALISTA ENZO
BALDONI.
NON POSSIAMO FARE A MENO DI CONSTATARE LA NOTEVOLE DIFFERENZA DI
COMPORTAMENTO DEI MASS-MEDIA E DEL GOVERNO TRA IL CASO DEL RAPIMENTO DEI
MERCENARI IN APRILE E QUELLO DI BALDONI.