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Europa, record italiani e collasso euro. Ora tremano anche Parigi e Berlino

par Mattia Laconca

Publie le venerdì 25 novembre 2011 par Mattia Laconca - Open-Publishing

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Il documento redatto da Eurostat inerente alla disoccupazione nel 2010 nei 27 Paesi riporta due record italiani: Bolzano si attesta, a pari merito con il distretto olandese di Zeeland. come area con il minor tasso di inattività, fermo al 2,7%. La regione Campania viceversa fa registrare un tasso di disoccupazione a lungo termine del 59,3%, in una graduatoria complessivamente guidata dalle ex colonie francesi come Guadalupe e Martinica.

Il bolzanese può beneficiare dei risultati generalmente positivi della piu’ vasta area mitteleuropea che si può identificare in senso lato con il Tirolo ed i territori limitrofi, regione quest’ultima nell’UE a registrare il piu’ basso tasso di inattività nella popolazione femminile. L’intero Trentino Alto Adige risulta comunque in decisa controtendenza, con il tasso complessivo di disoccupazione piu’ basso d’Italia che si attesta al 3,9% nonostante il numero di iscrizioni ai centri dell’impiego sia piu’ che raddoppiato rispetto al 2007, passando da 2000 circa a 4600. Contrariamente a quanto si possa pensare superficilamente, la regione non vive di solo turismo: la realtà operaia è ben rappresentata con industria ed artigianato, facendo registrare quasi 35000 addetti sono nel primo settore.

Per la Campania il dato è cronico da tempo: un territorio abbandonato dove nessun padrone intende investire seriamente e dove la mafia la fa da padrone. E quando l’investimento parte, il ricatto ha il prezzo piu’ alto da pagare: gli operai FIAT di Pomigliano d’Arco vivono un periodo persino piu’ buio dei tempi di Valletta grazie all’intraprendenza ultracorporativa e neofascista di padron Marchionne e sindacati collaborazionisti che non si può neanche definire piu’ tali. Il diktat mussoliniano di "Fabbrica Italia" è ancora piu’ becero proprio perchè pienamente consapevole della situazione occupazionale nella regione: o come dico io, o decine di migliaia di operai a casa.

La regione è un esempio continuo e costante di come nel ventunesimo secolo le attività illecite piu’ remunerative si fanno con (il non) smaltimento e trattamento dei rifiuti, provenienti in gran parte dalle pie regioni settentrionali, dato spesso dimenticato dai leghisti. Padroni "legali" ed "illegali" si organizzano da decenni per la spartizione del territorio in un grande risiko di discariche, inceneritori, termovalorizzatori. Simbolica in questo senso è la lotta del Comitato ChiaiaNO Discarica, le cui battaglie hanno portato come ultimo risultato in ordine di tempo alla temporanea chiusura della cava ed a contemporanee indagini su un sospetto ampliamento illegale (QUI il sito del Comitato dove si può leggere di piu’).

Non può sfuggire, ancora una volta, la disparità di genere anche e soprattutto sul mercato del lavoro, distribuita uniformemente in tutto il Vecchio Continente. Le donne hanno maggiori difficoltà in tutti i settori dell’economia a ritagliarsi un posto di lavoro, le retribuzioni sono oggettivamente piu’ basse rispetto ai colleghi e le statistiche dimostrano come la disoccupazione femminile sia complessivamente piu’ alta rispetto agli uomini: le punte oscillano tra il 2,5 ed il 31,9% nel primo caso, tra il 2,3 ed il 29,2% nel secondo.

Il blocco dell’occupazione giovanile risulta un ulteriore fattore chiave indicativo del declino economico del continente, in una fascia osservata su scala regionale che oscilla tra il 5,1 e l’impressionante 60,2% dell’area di Ceuta, in Spagna. Fa riflettere comunque il dato secondo cui tra le prime 10 regioni con la piu’ alta inattività si concentrino unicamente zone spagnole e francesi: se il primo caso non stupisce (da tempo la Spagna è il Paese dell’UE con il piu’ alto tasso di disoccupazione nella fascia di popolazione dai 15 ai 24 anni) il secondo risulta piu’ singolare.

In linea tutto sommato con le notizie degli ultimi giorni di revisione al ribasso della crescita del Prodotto Interno Lordo di Parigi, le quali stanno portando qualche complicazione anche a livello finanziario, con il rendimento dei buoni dello Stato schizzati ad oltre il 3% grazie all’intervento del padronato speculativo. Facendo il paio con l’asta di buoni statali tedeschi, una disfatta epocale se non fosse intervenuta la Bundesbank, l’euro non è mai stato così in pericolo come in queste ultime due settimane.