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FSE : roba da anni ’70, ma forse utile anche nel 2004
Publie le martedì 19 ottobre 2004 par Open-Publishing1 commento
di Franchi
L’immagine che rischia di uscire è quella di un social forum diviso in due: da un lato i burocrati riformisti e dall’altro il popolo contro la guerra inglese represso dalla polizia. Ho partecipato a tutto il corteo e, fortunatamente, il lungo serpentone non ha avuto nel complesso grossi problemi con le forze dell’ordine. E tra i "burocrati riformisti" che erano sul palco vi segnalo la figlia di Guevara che ha parlato di Cuba e della necessaria solidarietà da dargli, e il segretario del sindacato dei trasporti ha parlato del petrolio come causa della guerra (e non di risposta "sbagliata" a un problema vero, il terrorismo). E nel corteo, davvero lungo e chiassoso, si è chiesta la fine dell’occupazione dell’Iraq e della Palestina e si è condannato senza se e senza ma il terrorismo: quello di Bush, Blair e Sharon.
Sul FSE si è enfatizzata oltre misura la comprensibile contestazione sui "prezzi" e il non accettabile intervento della polizia, e si è detto poco o nulla su un’altra contestazione (ben più corposa e politica): la platea del principale dibattito, "FINE DELL’OCCUPAZIONE DELL’IRAQ", ha impedito che al FSE parlasse il segretario dell’unico sindacato dei lavoratori iracheni (unico sindacato poichè è stato l’unico a ricevere il permesso da un decreto di Bremer). Il dibattito su "Occupazione dell’Iraq e Resistenza" è stato molto partecipato nonostante fosse relegato in un angolo del programma.
Non è vero che al FSE c’erano solo i burocrati riformisti (che c’erano) e i contestatori dei prezzi (che c’erano): vi era anche, e sopratutto, una parte importante del movimento contro la guerra inglese, uno dei pochi che è ancora in campo e che non solo chiede il ritiro immediato di tutti gli eserciti occupanti ma anche le dimissioni di Blair (in Italia ben pochi chiedono le dimissioni di Berlusconi, a differenza di quanto fatto a su tempo dal movimento spagnolo con Aznar: forse stà anche qui la differenza tra Zapatero e D’Alema). E quando qualcuno ha sentito l’esigenza, dal palco di un dibattito, di condannare insieme ai governi di guerra anche gli organizzatori del terrorismo, si è dovuto accontentare di non prendere fischi: le persone presenti sapevano che tanta parte del terrorismo internazionale nasce e viene organizzato da alcuni paesi occidentali. E una parlamentare laburista che contesta la guerra ha ricordato a tutti che anche Nelson Mandela veniva chiamato terrorista ma alla fine il popolo del Sud-Africa è riuscito a liberarsi.
E’ giusto discutere dei limiti del FSE e delle modalità di funzionamento di questi forum però, fortunatamente, non si riparte da zero. A Londra ci sono tanti poliziotti nei quartieri, ma nei quertieri non ci sono solo poliziotti: fortunatamente è ancora in campo un movimento antiliberista e contro la guerra potenzialmente maggioritario nella società inglese.
Messaggi
1. > FSE : roba da anni ’70, ma forse utile anche nel 2004, 19 ottobre 2004, 22:18
Ciao Franchi
ci siamo permessi di pubblicare il tuo articolo sul nostro sito, lo abbiamo trovato piu’ che interessante, si "stacca" dal coro come dici tu dei "riformisti" e anche di quelli che in modo "troppo infantile" per essere credibili contestano "tutto e tutti".
Noi viviamo a Parigi e abbiamo vissuto la preparazione e lo svolgimento del FSE 2003, ti posso dire che quello che avevamo denunciato, cioe’ la strumentalizazione, la recuperazione e l’opacita nella organizzazione e’ stata confermata, non se lo sai ma qui, benche in Italia tutti credono che esiste un movimento incredibile, non c’e’ quasi niente...
Qualche mese dopo il FSE, prima delle elezioni locali, qui in Francia il gruppo dirigente di Attac a cercato di fare quello che avevamo denunciato all’epoca cioe’ " recuperare" il movimento (almeno quello che esiste...) presentanto una nuova formazione politica chiamata "altermondialista"...esperienza che ha fallito miseramente talmente che hanno ritirato la lista qualche giorno prima delle elezioni, facendo nel passaggio un grand male. Nelle ultime manifestazioni il numero dei simpatizzanti di Attac si riducono a qualche decina, non c’e’ piu’ niente che si muove (dimentica gli intermittenti dello spettacolo, l’ultima manifestazione erano neanche 100 persone..)
In giugno scopriamo che dopo tutte le limitazioni finanziarie et le scelte "obbligate" di fare il forum sociale nel multisale Pathe (il supermercato della cultura..) per causa di mancanza di soldi, visto che il Pathe era stato "offerto graziosamente", quindi "scopriamo" o piuttosto abbiamo confermazione che invece di essere deficitari "l’associazione finanziaria" che ha "gestito" il FSE con presidente niente meno che il Cassen di Attac dichiara di possedere un "malloppo" di ben 565.000 euros, stranamente si "accorgono" di questo "soltanto" 8 mesi dopo...
Stiamo ora cercando di "capire" dove andranno a finire questi soldi...non c’e’ da meravigliarsi se TUTTE le organizzazioni della sinistra storica...stanno in silenzio...non sarebbe strano se questi soldi saranno "distribuiti alle organizzazioni dette "riformiste" ovvero sulla testa del movimento e presi direttamente dalle tasche di quelli che hanno potuto pagarsi il viaggio e l’entrata per un forum sociale che assomigliava piu’ a un festival...
Quello che e’ successo a Londra non e’ un caso e’ probabilmente la conseguenza di questa "recuperazione", di questa visione di mettere un capello sul movimento e "dominare...proprio vecchi metodi degli anni 70 come fai acenno, per chi li ha vissuti, come il sottoscritto, non da una grande voglia di continuare a "agitarsi" in favore di un "baraccone"
come il nostro caro Dario Fo diceva...
Hai ragione non ricominceremo da zero...ma ricomenceremo...per noi l’esperienza dei forum sociali e’ finita...e pensiamo che e’ l’ora di guardare al futuro e pensare ad un’altra forma d’organizzazione...per poi farci recuperare ancora e per ricominciare...come una ruota...
L’importante e di non mollare e continuare a lottare poco importa se non otteniamo un risultato immediato, anzi e’ proprio la l’errore che facciamo spesso, cioe’ di "pretendere" di avere un risultato immediato senza avere una visione a lunga durata, in fin dei conti riproducendo il meccanismo consumistico della societa’ che combattiamo, cioe’ quasi di volere "consumare" le nostree lotte, se non abbiamo un risultato subito ci sentiamo persi, delusi, frustrati et piu’ di una volta abbandoniamo.
Sappiamo benissimo che il peggiore nemico e’ dentro noi stessi...
Roberto del Collettivo Bellacio