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Facebook, Myspace e gli altri social network per il reclutamento negli studi cli

Publie le mercoledì 1 dicembre 2010 par Open-Publishing
5 commenti

Condotta in Puglia la prima indagine epidemiologica in Italia utilizzando tale sistema.
Pare che non sia una novità nei Paesi anglosassoni quella di reclutare pazienti per gli studi clinici tramite Facebook, Myspace e gli altri social network.
E’ nota, infatti, la difficoltà sino a qualche tempo or sono per il mondo della ricerca, di rivolgersi a una platea il più ampia possibile al fine di selezionare nel minor tempo utile e con costi ridotti i potenziali soggetti da sottoporre a ricerche scientifiche di vario tipo.
Un articolo pubblicato nell’autunno di un anno fa su Newsweek dal titolo “Pharma’s Facebook”, segnava di fatto la svolta in materia da parte della comunità scientifica che faceva il punto su un nuovo sistema di reclutamento basato sui mezzi di comunicazione di massa ed in particolare sui social network a maggiore diffusione
Secondo Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori nonché fondatore dello “Sportello dei Diritti”, l’importanza di avere una sempre maggiore platea di potenziali pazienti per favorire la ricerca scientifica anche nel Nostro Paese, impone una svolta in tal senso anche in Italia.
Infatti, riteniamo che sia giunto il tempo che la nuova “tendenza” scientifica si diffonda anche nella Nostra comunità scientifica anche se pare stia iniziando ad attecchire, se risulta che in Puglia sia stata già effettuata nel maggio 2009 la prima indagine epidemiologica su base volontaria, studiando un campione di cittadini per stimare la frequenza di portatori sani di Neisseria meningitidis tra gli studenti iscritti alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Bari di età compresa tra i 20 e i 24 anni.Accanto alle tradizionali modalità di arruolamento (lezione frontale, il passaparola, l’ambulatorio dedicato, l’evento ADE – Attività Didattica Elettiva) – per quanto viene riferito dallo studio in questione -, è stato introdotto l’utilizzo del social network Facebook.
Dalla ricerca risulta infatti rilevabile come l’uso del web ed in particolare del noto social network abbia permesso di raggiungere la popolazione “bersaglio” con una rapidità certamente superiore ai tradizionali metodi di reclutamento con ciò comportando anche un risparmio in termini di costi anche se quello selezionato – sempre secondo quanto riscontrabile dall’indagine - è soltanto un campione di convenienza, certamente non rappresentativo della popolazione generale. Concordiamo con la circostanza che ancora oggi nel Nostro Paese la maggioranza di coloro che si iscrivono ad un social network possano avere caratteristiche diverse dalla popolazione generale (ad esempio, un livello d’istruzione e un reddito più elevati). E questo è particolarmente vero in Italia, dove Internet, e di conseguenza i social network, vengono utilizzati più frequentemente da particolari categorie di persone.

Messaggi

  • Mi sembra di capire che il concetto di cultura debba essere riservato a pochi detentori cosi come intendeva Carlo Marx, cioe nel senso che la produzione di mezzi riguarda la massima disponibilita dell’individuo .
    Marx ovviamnete non ha mai scritto di queste cose, ma rimanerne abbagliati è stato il compito dei demiurghi di casa nostra.
    Giornali e quotidiani appartengono ad un elite della sinistra , persino Pasolini per citare un caso clamoroso e stato escluso dal gruppo chiuso dei detentori dei mezzi di informazione .
    Invano a girato film presso cinecitta in cui i mercenari facevano vendita di se stessi, ma questo è un ’altro argomento...
    Piuttosto il reclutamento tramite facebook all’universita di massa mi pare piuttosto una criminalizzione che un giusto rapporto di contestualita.
    Nelle universita italiane si è sempres studiato pochissimo soprattutto per volonta delle famiglie che spesso indicano ai propri figli la via dell’espropiazione culturale come imeddiato mezzo per l’emancipazione.
    E cosi giustamente facile ritrovare laureati privi di cultura accademica che si rimpinzano di barzellette.
    Facebook è uno strumento abbastanza libero che mette in comunicazione milioni di persone , rendendole spesso e volentieri innocue cioe non c’e censura perche all’acceso vengono richiesti dati sensibili moralmente.
    Cio elimina la censura ed è una novita persino per gli States dove invece la censura liberal - democratica di personaggi come Schwarzzengger e fortissima.
    La spinta di internet nel campo sociolgico è fortissima l’utente realizza in pieno il proprio quotiano di immagine personale , l’unico limite informatico della connettivita con forum di discussione analitica è stato da tempo superato.
    Qualche programmatore ancora inesperto , indolente o moderato ancora non piazza il link multimediale a facebook sul proprio sito.
    Molti giornali non hanno conoscenza della navigazione ed impestano internet con notizie diffamatorie , che poi traboccano in inetrnet tv orribili.
    Non mi sento di difendere nessuna delle testate della sinistra che credano internet non possa evolvere da strumentazione tecnica sino a giungere al concetto di multimedialita.
    Repubblica è il peggiore di tutti commercializza le informazioni politiche finendo per schiacciare i cittadini onesti che li frequentano.
    Per una corretta navigazione credo bisogna conoscere molto bene le lingue spagnola ed inglese.
    Facebook e semplicemento un trasferimento di dati da un indirizzo web ad un altro presso un unico leader mondiale la bell company che lo a privatizzato e razionalizzato sul mercato attraverso accordi internazionali con aziende privatizzate.
    Ieri il Manifesto in piena enfasi titolava che la telecom non è piu un azienda pubblica controllata dimentcando di dire che era controllata da i manager di prodotto delle aziende di altri compartimenti sempre pubblici e che il servizio telefonico Italiano è stato sempre pessimo .
    Dire che facebook ha milioni di programmatori è una grossa bugia la compagnia che gestisce il servizio attraverso world wide web è di pubblico dominio dal 1994 attraverso i modem a basso baud rate, non sono quindi previsti ne dazi ne gabelli.
    Ripeto esiste semplicemente una rete globale in cui si possono scaricare dati dai computer che lavorano in remoto o come contenitori di dati.
    I dati quindi non sono esustivi e sono soggetti a ponderazione di individui che pur volentorosamente non hanno che ricavarne.
    Certo per escamotage matematico non mi pare proprio che si possa maliziosamente parlare di chiusra culturale l’utilizzare internet , semmai si tratta di un momento di ricerca metodologica sullo spazio virtuale.
    ci sono evident errori di battitura ,sorry