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Fausto Bertinotti : una proposta alla sinistra
Publie le giovedì 21 ottobre 2004 par Open-PublishingDazibao Partito della Rifondazione Comunista Parigi Rina Gagliardi
di RINA GAGLIARDI
La "Cosa" alternativa. Anzi, la Casa della sinistra alternativa, quella che non
si rassegna al pallido orizzonte postsocialdemocratico del riformismo e che mantiene
dentro le proprie corde l’idea che un altro mondo e’ possibile. Torna a parlarne
Fausto Bertinotti: noi e altre sinistre, come la sinistra ds, potremmo tutti
confluire in un nuovo e diverso contenitore. Una battuta che riaccende la discussione
a sinistra, anche nel quadro della discussione precongressuale della Quercia.
Ma che soprattutto pone all’agenda della politica una questione alla quale, qualunque
sia la risposta, nessuno puo’ sfuggire.
Consegnata pur da tem-
po al dibattito, la que-
stione della sinistra di
alternativa torna dunque at-
tuale. Non è certo solo un ca-
so, o una contingenza: siamo
in un momento in cui tutta la
politica delle opposizioni si è
rimessa in moto, con la nasci-
ta della Gad (Grande Allean-
za democratica) e l’avvio del-
la Fed, a partire dal tema -
tutt’affatto neutrale - delle
“regole” costitutive di cui il
costruendo soggetto rifor-
mista vorrà dotarsi.
E sull’o-
rizzonte non lontano, ovve-
ro nei primi mesi del 2005, si
terranno i congressi nazio-
nali dei due principali parti-
ti della sinistra, Ds e Rifon-
dazione comunista: eventi,
a loro volta, per nulla scon-
tati, al di là della (invece)
scontata riconferma dei loro
rispettivi leader.
Si respira, dunque, un cli-
ma di nuovo dinamismo, for-
se anche di nuova iniziativa,
pur in una fase che resta di
difficile e dura battaglia poli-
tica generale. Per queste ra-
gioni non banali, in fondo, si
ricomincia a discutere della
Cosa alternativa, e il segreta-
rio di Rifondazione comuni-
sta torna a parlarne (nient’af-
fatto, però, in termini “peren-
tori”, come gli ha un po’ pole-
micamente replicato Fabio
Mussi).
In generale, la que-
stione si può porre così. Se i
“riformisti” (intesi come tutti
coloro che nella Quercia, nel-
la Margherita e nelle altre for-
mazioni dell’ex-Ulivo si pen-
sano come identità correttiva
delle storture peggiori del
neoliberismo, insomma co-
me liberal sensibili ai diritti
civili e ad alcune ingiustizie
sociali) iniziano un percorso
che li porterà a costruire la
nuova Casa della sinistra mo-
derata, la “sinistra del reali-
smo compatibile”, perché le
diverse e sparse membra del-
la sinistra alternativa non do-
vrebbero anch’esse prefig-
gersi un obiettivo comune,
unitario, di rafforzamento?
Tutti coloro, appunto, che so-
no mossi da un intento e da
una pratica di sinistra alter-
nativa, oltre il pallido oriz-
zonte postsocialdemocrati-
co. Tutti coloro, insomma,
che mantengono nelle pro-
prie corde l’idea che “un altro
mondo è possibile”. Fuor di
metafora: la sinistra alterna-
tiva esiste già, nella realtà po-
litica, ben al di là dei confini
stretti di partito o di organiz-
zazione, come si è visto su
una discriminante essenzia-
lecomeilnoallaguerra.Ildo-
cumento del “correntone”
diessino (e quello di Cesare
Salvi) sono portatori, per
esempio, di una critica radi-
cale (strategica) del riformi-
smo, nonché del nascente
soggetto riformista.
E man-
tengono un’ipotesi di “fuoru-
scita dal sistema”, come si di-
ceva una volta, e di prospetti-
va socialista che non c’entra
nulla né con la maggioranza
attuale della Quercia né, tan-
tomeno, con la maggioranza
del nuovo partito in fieri.
Questo intendiamo dire
quando diciamo che la que-
stione è posta “oggettiva-
mente”. E’ sul tappeto, nel
contesto di una sinistra che,
bel bene e nel male, tende ad
uscire dalla staticità o dal-
l’autoriproduzione.
Naturalmente, que-
sta è solo una pre-
Nmessa, e nient’af-
fattorisolutiva.Ealladoman-
da fatidica, che fare? , si può
rispondere in molti modi, in
nessun caso però con propo-
ste “semplici”, scorciatoie,
marceforzateditipoorganiz-
zativistico. Una nuova sog-
gettività politica di sinistra
non nasce, ovviamente, per
“decreto” o per surplus vo-
lontaristicodiqualcuno.Tan-
tomeno nasce, come diceva
ieri Bertinotti, per inclusione
inqualchecosadiqualcunal-
tro:inbaseaqualecriteriosa-
rebbe lecito far valere la pura
logica dei numeri e dichiara-
re “minore”, rispetto ad un’al-
tra,lagelosiadiorganizzazio-
ne o di gruppo?
Più in gene-
rale,nonècheal“Listone”dei
riformisti si contrappone il
“Listino” dei rivoluzionari o
dei radicali, nè alla Fed si ri-
sponde con la Sed: il modo di
costruzione di questo nuovo
soggetto dovrebbe ad ogni
costo marcare un’originalità,
costituire un’innovazione, se
è vero che, rispetto alla crisi
dellapolitica(cherestadram-
maticamente sullo sfondo)
anche il come ha la sua im-
portanza, quasi pari al cosa.
In un quadro siffatto, logi-
co che dal correntone diessi-
no si ribadisca a tutt’oggi la
volontà di restare dove si è, a
combattere la propria batta-
glia e a tentar di modificare
l’esistente.
Ma chi ha detto
che le alternative siano solo
quelle, tradizionali e simme-
triche, della scissione e della
“fusione”? Perchè non pensa-
re ad un percorso comune in
cui, pur rimanendo ciascuno
custode geloso della propria
identità, tuttisi mettono dav-
vero in gioco e lavorano in-
sieme a rompere\ricompor-
re gli equilibri esistenti? Alla
fine, la sinistra alternativa
potrà nascere soltanto all’in-
terno di una sfida posta a
questa altezza.
Liberazione Mercoledì 20-Ottobre-2004