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FdS, se ci sei batti un colpo

par Claudio Grassi

Publie le giovedì 27 ottobre 2011 par Claudio Grassi - Open-Publishing

Ciò che è avvenuto nelle ultime settimane ci offre diversi spunti di riflessione.

 Il 15 ottobre

Il primo riguarda la straordinaria giornata di mobilitazione mondiale del 15 ottobre scorso. Giustamente si è parlato molto della manifestazione di Roma, per i noti incidenti di cui parlerò, e anche perché è stata la più grande. Il dato di gran lunga più significativo, tuttavia, è che di fronte alla crisi economica internazionale più grave dal 1929 si è creato un movimento mondiale che mette in discussione alla radice le soluzioni che vengono proposte dagli Stati e dagli organismi internazionali. Il fatto stesso che si siano sviluppate mobilitazioni molto significative negli Usa e in Israele è – di per sè – più importante di mille ragionamenti. E’ un movimento che “politicamente” non ha appoggi tra le forze più rilevanti del centro sinistra o della sinistra moderata, ma che, nel senso comune diffuso, è maggioritario. Il fatto stesso che personaggi come Obama o come Draghi che, concretamente, decidono le politiche contro cui questi movimenti si mobilitano, considerino che gli obiettivi di questi stessi movimenti siano fondati è un fatto significativo. Così come il fatto che certi obiettivi che fino a pochi anni fa erano oggetto di derisione (Tobin Tax e patrimoniale per fare due esempi), oggi vengano ritenuti dagli stessi governi come provvedimenti opportuni, è un fatto altrettanto rilevante. Ciò indica che la consapevolezza della inadeguatezza delle misure proposte è talmente diffusa che penetra ovunque, in modo pervasivo. Ovviamente questo non significa un cambio di direzione nelle scelte, poiché la mano che guida queste Istituzioni, al di là delle intenzioni dei singoli, sono gli interessi del capitalismo internazionale, in particolare delle grandi società, delle grandi banche, e di chi detiene enormi ricchezze che sono in grado di condizionare le scelte dei Governi.
Il dato da cogliere – e su cui lavorare – è che misure radicalmente alternative a quelle liberiste possono avere un consenso non minoritario. Qualche segnale lo abbiamo avuto nell’ultimo anno anche nel nostro Paese: il successo dei referendum sull’acqua e il nucleare non si spiega altrimenti. Lo stesso dato delle amministrative con candidati di sinistra che vincono in grandi città senza attenuare il loro profilo e il loro programma va inquadrato in questo contesto.

No alla violenza

Se questo ragionamento ha un fondamento ne discende che chi alla manifestazione del 15 ottobre scorso ha praticato delle azioni violente non solo ha fatto un danno enorme al corteo facendone scomparire i contenuti ed esercitando una espropriazione violenta contro la maggioranza dei manifestanti; di più, ha proposto e propone una opzione politica che chiude qualsiasi possibilità a questo movimento di cogliere le potenzialità che questa nuova fase gli consegna e cioè di diventare potenzialmente maggioritario. Per questo ritengo del tutto secondarie le discussioni sugli infiltrati, sui servizi d’ordine. Siamo di fronte a una contesa politica. O vince l’opzione che tiene questo movimento su un binario politico capace di essere attrattivo per la maggioranza della popolazione colpita dalla crisi, o, altrimenti, la partita è chiusa in partenza. Dobbiamo lavorarci con determinazione. Lisciare il pelo alle posizioni che hanno creato le azioni di violenza Roma è quanto di peggio si possa fare. E’ un atteggiamento che va contrastato.
La Fiom-Cgil ce lo ha indicato con chiarezza pochi giorni dopo con la manifestazione di Piazza del Popolo: nessun passo indietro sui contenuti, ma nessun cedimento verso forme di lotta o di mobilitazione che possono danneggiare prima di tutto i lavoratori stessi.

Rilanciare la Federazione della Sinistra

Di fronte a questo quadro importante e, per certi versi, positivo resta allarmante il ritardo e l’inadeguatezza della sinistra di alternativa. Sarebbe il caso di fare qualcosa. Il rischio che vedo è che emergano ipotesi che non mi paiono per nulla convincenti. Da un lato, come abbiamo visto, anche nelle recenti elezioni regionali del Molise, la posizione di Grillo – percepita come unica voce “fuori dal coro”- aumenta i propri consensi, dall’altro si ipotizza la costruzione di un nuovo progetto politico, totalmente indefinito, che dovrebbe fare perno, anche questo, su una persona: De Magistris.
In questo contesto è inspiegabile il sostanziale silenzio della Federazione della Sinistra. Se e’ vero come abbiamo detto nel congresso costitutivo dello scorso anno che essa è il soggetto politico nel quale le forze che l’hanno costituita investono per costruire il primo passo di unità di una sinistra di alternativa più ampia, bisogna riconoscere che invece di andare avanti, stiamo andando indietro. I pur timidi passi che erano stati fatti prima e dopo quel congresso sono gravemente regrediti e la Federazione della Sinistra è oggi in campo quasi esclusivamente come cartello elettorale. A differenza di alcuni mesi fa il centro della discussione e della iniziativa politica è stato riposizionato nei partiti. Il risultato immediato di questa scelta è che si sono accentuati gli elementi di distinzione tra i soggetti fondatori, mentre in una prima fase, pur tra tante difficoltà, si era costruita una sintesi unitaria tra di essi avviando anche un processo unitario vero, non a chiacchiere, tra i due partiti comunisti.
Considero questo fatto molto negativo. Non credo ci sia un futuro di ripartenza per la sinistra di alternativa, comunisti in primis, se le forze che compongono la Fds tornano ognuna a casa propria. Da questo punto di vista vanno respinte le critiche distruttive e striscianti che vengono avanti nei confronti del progetto della Federazione della Sinistra. I limiti li vediamo tutti, ma è da irresponsabili mettere in discussione una proposta e contemporaneamente non averne una migliore da avanzare al suo posto.

Penso quindi sia urgente nell’ambito dei due congressi in corso del Pdci e del Prc, così come nel processo di unificazione tra Lavoro e Solidarietà e Socialismo 2000 nel Partito del Lavoro, riaprire una discussione sulla Federazione della Sinistra. Su un suo rilancio. Tanto più urgente in vista di una imminente e decisiva scadenza elettorale auspicabilmente anticipata.

http://www.claudiograssi.org/wordpress/2011/10/fds-se-ci-sei-batti-un-colpo/