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Festeggiamo, ma senza false illusioni

par Claudio Grassi

Publie le lunedì 14 novembre 2011 par Claudio Grassi - Open-Publishing

La caduta di Berlusconi e del suo governo è un fatto sicuramente positivo. Quando diciamo che negli ultimi 20 anni vi è stato un pesante trasferimento di ricchezza dal lavoro verso la rendita e il profitto, ciò lo si deve anche alle scelte che il governo del Cavaliere ha effettuato. Ma non è solo questo. Il ventennio berlusconiano è stato anche contraddistinto dalla riabilitazione di valori che mai avremmo pensato vedere di nuovo in auge. Lo sdoganamento della destra peggiore (da quella dichiaratamente fascista a quella xenofoba e razzista). L’attacco sistematico alle regole, a partire dalla Costituzione e dalla autonomia della Magistratura. L’attacco alla Resistenza e al lavoro, fino a metterne in discussione le due giornate simboliche del 25 aprile e del 1° maggio. L’uso, ai fini di conservare il potere, di un impero mediatico e finanziario senza precedenti. Potere che ha cambiato profondamente la percezione della gente, plasmandone le coscienze, rendendo il “berlusconismo” la cifra dell’agire quotidiano. Società dell’apparire, ossessione per la competizione sfrenata, potere politico sostituito dalla supremazia del potere economico. L’immagine dell’uomo che si è fatto da sé è diventata un modello per moltissime persone. Tutto questo, ed altro, sono stati il simbolo della stagione berlusconiana. Speriamo che la sua caduta sia definitiva e che si ripristini nel Paese una normale dialettica democratica, a partire dal rispetto della Costituzione.
Tutto questo è importante e non va sottovalutato. Il senso di liberazione che si coglie nel popolo della sinistra è motivato da questi fatti. Deve essere anche il nostro e sarebbe un grave errore politico non viverlo come tale e non farne parte. Prima ancora che un errore politico ciò denoterebbe una incapacità nel costruire una connessione sentimentale con il nostro popolo di riferimento.

Governo Monti, governo tecnico?

Detto questo e contemporaneamente a questo, dobbiamo mettere in evidenza i problemi che la nomina del governo Monti determina.
Intanto il profilo politico del personaggio. Da questo punto di vista la scelta è eminentemente politica, altro che tecnica! Basta scorrere il curriculum di Mario Monti per vedere che in questi decenni tutto il suo impegno è stato in sintonia con le scelte di politica economica che hanno caratterizzato la stagione del neoliberismo. Privatizzazioni, tagli alla spesa sociale, deregolamentazione del mondo del lavoro, cioè quelle politiche che – riducendo i diritti e impoverendo il lavoro -, sono all’origine della attuale crisi. A questo discorso si potrebbe obiettare che il governo Monti, essendo sostenuto anche dal centrosinistra, dovrà modificare questi suoi orientamenti. Riteniamo questa ipotesi altamente improbabile, per due motivi. Il primo è che questo governo si insedia con un mandato esplicito: “fare quello che chiede l’Europa, rassicurare i mercati”. Sappiamo cosa significa: lettera della Bce. Quindi nuovo intervento sulle pensioni, ulteriore attacco ai diritti del lavoro, privatizzazioni, per citare solo alcuni titoli. Il secondo lo possiamo dedurre dalle esperienze passate, anche recenti. Se un governo di centrosinistra (vedi ultimo governo Prodi) non è riuscito ad attuare una politica di redistribuzione del reddito è credibile che riesca a farlo un governo guidato da Monti e con i voti determinanti del centro destra? Vanno considerati politicamente di centro destra, infatti, oltre ai voti del Pdl anche i voti del Terzo Polo, non a caso schierati apertamente con le richieste della Bce.

Costruire l’opposizione di sinistra

Se così stanno le cose è necessario costruire da subito una opposizione di sinistra al governo Monti. L’errore più grave che si potrebbe determinare, a fronte dei provvedimenti indicati dalla Bce che stanno per essere presi, è che contro di essi si pronunci solo una opposizione di destra: quella della Lega Nord. Giudichiamo pertanto sbagliato il fatto che Di Pietro, pur a certe condizioni, abbia deciso di appoggiare il governo, ma ancor più grave è la posizione assunta da Sel e da Nichi Vendola. Come si fa a sostenere che si appoggerà questo governo, per breve tempo, affinché faccia la patrimoniale, la riduzione delle spese militari e la lotta alla speculazione finanziaria? Cose che non ha fatto nemmeno il governo Prodi nella cui maggioranza vi erano 120 parlamentari della sinistra di alternativa? Con tutta evidenza si tratta di una richiesta non solo non credibile, ma sicuramente irrealizzabile. Occorre altro! Nei fatti questo Governo che sta nascendo si profila come la “grossa coalizione” fatta in Germania. E tutti sappiamo come si schierò la sinistra tedesca,cioè la Linke, in quel periodo: all’opposizione.

Altrettanto dobbiamo fare noi. Partiti della sinistra, movimenti e sindacati non perdano tempo. Si costituisca un luogo comune dove assieme si concordi una piattaforma alternativa da proporre dentro questa crisi economica (le proposte avanzate da Sbilanciamoci sono un’ottima base di partenza) e si decidano assieme le forme di mobilitazione da mettere subito in campo. Una opposizione non settaria, che abbia l’ambizione di parlare a milioni di persone, in particolare alla base del Pd che entrerà presto in grande sofferenza rispetto i provvedimenti che Monti sarà costretto a realizzare sulla base delle direttive europee.

http://www.claudiograssi.org/wordpress/2011/11/festeggiamo-ma-senza-false-illusioni/