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GLI ATTACCHI ALLA SCUOLA E AL LAVORO DEVONO ESSERE FERMATI!

Publie le lunedì 4 ottobre 2010 par Open-Publishing
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Nel nostro paese si sta assistendo ad una vera e propria offensiva da parte del governo e dei poteri forti contro l’istruzione pubblica ed il mondo del lavoro.
La scuola pubblica è sul punto di essere totalmente demolita con 8 miliardi di tagli e 100 mila licenziamenti tra insegnanti e personale lavorativo della scuola. Un insegnamento di qualità è lontano dall’essere realtà nel nostro paese, dato confermato dall’OCSE che nel rapporto di settembre 2010 dice a chiare lettere che “l’Italia investe poco in istruzione” risultando agli ultimi posti in tutte le statistiche. Questa è la realtà che gli studenti vivono ogni giorno: classi sovraffollate e assenza di laboratori, edifici scolastici sempre più fatiscenti che non rispettano le norme di sicurezza e quelle igienico-sanitarie, un basso numero di insegnanti. Alle molte ore di scuola ( l’Italia è prima solo in questo! ) non corrisponde un eguale livello di apprendimento, mentre gli studenti potrebbero passare meno ore a scuola, ma imparare meglio, con più ore libere durante la giornata per fare sport ( in Italia i giovani che fanno sport sono sempre meno ) o semplicemente coltivare i propri interessi personali.
Uno degli attacchi più forti che subisce l’istruzione pubblica italiana è la sua progressiva “privatizzazione” che sia nella scuola che nell’università diventa effettiva con l’entrata nei Consigli di amministrazione (CDA) dei privati, trasformando scuole ed università in vere e proprie aziende. Blocco dei turn-over, peggioramento dei servizi, drastica riduzione della rappresentanza studentesca negli organi democratici e aumento delle tasse sono i risultati della classe politica che ha governato il nostro paese negli ultimi anni.
Anche il lavoro ha subito un attacco senza precedenti, attacco che mira a scaricare i costi della crisi sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori, dei disoccupati e dei giovani. Il lavoro è reso sempre più precario, con salari sempre più bassi, con contratti a tempo determinato e nuove tipologie di lavoro che negano il diritto alle persone e soprattutto ai più giovani, di trovare una stabilità nella propria vita. I diritti sono sempre più calpestati con la proposta del ministro Sacconi di sostituire tribunali e giudici con “arbitri” (eliminando totalmente l’articolo 18) e con l’attacco allo Statuto dei Lavoratori, fondamentale conquista delle lotte sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori. Federmeccanica in primis vuole che non vi siano più contratti collettivi (dividi et impera!), che non ci siano più sindacati rappresentativi dei lavoratori, che sia cancellato il diritto allo sciopero e a manifestare e che sia vietato anche ammalarsi. Il lavoratore dovrà essere completamente “sottomesso” all’impresa senza diritto di contrattare e difendere i propri diritti, vivendo sotto la minaccia di essere licenziato quando non farà più comodo e non darà più profitto.
Al posto di destinare fondi e di programmare la ripresa del nostro paese sulla scuola (e cioè sul futuro) e sul lavoro, si spendono miliardi di euro per inutili grandi opere, per costringere gli italiani ad avere il nucleare sui propri territori, stracciando la volontà popolare che nel 1987 già disse di no alle centrali con un referendum abrogativo; si spendono miliardi di euro per inutili missioni di guerra, si regalano soldi agli istituti privati, si aumentano le tasse alla povera gente mentre si chiudono tutte e due gli occhi per i grandi evasori.
A questo stato di cose dobbiamo dire basta oggi e da subito, perché domani potrebbe essere troppo tardi. Abbiamo il dovere di essere sensibili a questi problemi che toccano ognuno di noi e che stanno portando alla deriva il nostro paese. Dobbiamo unire le nostre forze, evitando di chiuderci in piccole rivendicazioni settoriali, ma perseguendo quell’unità imprescindibile che può dare colpi più forti in direzione di una difesa dei nostri diritti.
Per tutto questo sarà importante essere presenti ai momenti di lotta e alle manifestazioni che ci saranno in questo periodo e nel futuro, in particolare alla manifestazione nazionale studentesca dell’8 ottobre e a quella promossa dalla FIOM del 16 ottobre perché se non saremo noi, nessuno difenderà i nostri diritti.

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