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Genova. ‘Un’altra sinistra è possibile’

Publie le mercoledì 20 luglio 2011 par Open-Publishing

di:Redazione ControCorrente

Circa un centinaio di persone, perlopiù attivisti politici e sindacali (ma non solo), hanno partecipato sabato scorso a Genova al convegno internazionale di ControCorrente Dagli Stati Uniti all’Irlanda, dalla Val di Susa a Fincantieri. Esperienze a confronto per un altro mondo possibile. La discussione si è imperniata su due nodi politici fondamentali. Da una parte la necessità di un coordinamento internazionale delle lotte e quindi anche di un soggetto politico internazionale in grado di promuovere questo coordinamento ed essere un punto di riferimento politico e organizzativo. Tra i giovani – come ha spiegato Giuliano Brunetti – che lottano in nord Africa come nelle piazze spagnole oppure nelle scuole italiane, inglesi e francesi, ma anche tra i lavoratori. Patrizia Granchelli ha raccontato di come ControCorrente – insieme al CWI – sta lavorando per la costituzione di un coordinamento europeo contro la liberalizzazione delle Poste.

Anche sulla TAV stiamo promuovendo una campagna di solidarietà internazionale contro l’occupazione militare della Val di Susa, contro cui – come ha spiegato Nicoletta Dosio – la popolazione ha intenzione di continuare a lottare. Ed è chiaro allo stesso tempo che alcune esperienze sindacali tra le più combattive – come quelle del National Shop Steward Network e dei sindacati che hanno promosso lo sciopero del pubblico impiego in Gran Bretagna il 30 giugno scorso oppure la FIOM in Italia – avrebbero bisogno di incontrarsi e di confrontarsi. Un tema che è stato immesso nella discussione dall’intervento di Clare Doyle e ripreso nel suo intervento da Giorgio Cremaschi. Cremaschi ha parlato – nel suo lungo intervento dedicato all’accordo interconfederale del 28 giugno – di ‘governo unico trasversale al centrodestra e al centrosinistra’ e ha posto il problema della costruzione di un’alternativa. D’altra parte di ‘alternativa al blocco di potere rappresentato dal PD a Genova’ aveva parlato anche il segretario genovese del PRC, Paolo Scarabelli, in riferimento alle elezioni comunali del 2012: ‘Nessuno si stupisca se noi correremo da soli’. E anche Cindy Sheehan, la nota attivista no war americana, che ha raccontato come con Obama le politiche degli USA non siano sostanzialmente cambiate rispetto alla gestione di Bush. Dopo la proiezione del video sulla manifestazione dei lavoratori Fincantieri del 3 giugno la discussione è ripresa proprio su questo tema. Serve un’alternativa politica e sociale e gli interventi hanno cercato di dimostrare – a partire da esempi concreti – che lottare per un’alternativa socialista al capitalismo e allo stesso tempo produrre dei miglioramenti concreti per i lavoratori è possibile. L’intervento di Lucy Redler ha dato conto dell’intervento della SAV (corrente marxista nella LINKE) nel gigantesco ospedale universitario Charité di Berlino. La SAV ha giocato un ruolo di primo piano nel sostenere e dirigere una lotta che ha portato ad alcuni significativi miglioramenti salariali, anche scontrandosi con le burocrazie sindacali e il sostanziale disinteresse della LINKE. Bruno Manganaro ha parlato della FIOM e di come l’assenza di un punto di riferimento politico pesi sul futuro dei metalmeccanici. Ma da ex portavoce del GSF ha tracciato anche un giudizio sulla parabola del movimento no global e sui suoi errori. ‘Qualcuno diceva che la classe operaia è scomparsa, ma oggi Pomigliano, Mirafiori e le lotte alla Fincantieri dimostrano che per costruire un altro mondo possibile si parte ancora dai posti di lavoro e dalle fabbriche. D’altra parte in questi 10 anni la classe operaia è cresciuta numericamente, arrivando a quasi un miliardo e mezzo di unità’. Joe Higgins infine ha raccontato la storia di un’esperienza – quella della United Left Alliance irlandese – che dimostra come si possa costruire una rappresentanza politica indipendente della gente che lavora e raccogliere dei successi anche sul piano elettorale. Nelle conclusioni Marco Veruggio – portavoce nazionale di ControCorrente – ha spiegato come ControCorrente non si presenti come la soluzione ai problemi della sinistra, ma come una piccola dimostrazione che un’altra sinistra è possibile. ‘Se un piccolo gruppo come il nostro oppure un partito con 150 iscritti come il Socialist Party di Joe Higgins riescono a incidere sulla realtà e a cogliere dei successi, allora perché i grandi partiti della sinistra italiana sono in caduta libera?’. La risposta è semplice: perché sono interessati semplicemente a difendere le proprie rendite di posizione, senza peraltro riuscirvi. ‘Quando il segretario di Rifondazione Ferrero dice che il PRC sosterrà un governo di centrosinistra anche quando prenderà decisioni non condivisibili’ – ha detto Veruggio – ‘è come un sindacalista che si presenti al tavolo dicendo che comunque firmerà l’accordo: forse è utile a se stesso, certo non ai lavoratori che rappresenta’. ‘ControCorrente riunisce lavoratori, studenti, militanti politici e sindacali che non intendono svendere le lotte della FIOM, della Val di Susa del movimento studentesco a un prossimo governo di centrosinistra e – ha concluso – siamo a disposizione di tutti coloro che su questo terreno sono interessati a battersi con noi per costruire un nuovo soggetto politico in grado di dare rappresentanza a quelle lotte’