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Grecia - Nuovo sciopero generale

Publie le lunedì 17 maggio 2010 par Open-Publishing
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17 / 5 / 2010

Il 20 maggio ci sarà la quarta giornata di lotta nel paese.

Non c’è tregua. La Grecia vive un anno di lotte sociali, che non ha fatto altro che cominciare. Il primo sciopero generale è stato a febbraio. Il secondo a marzo, il terzo lo scorso 5 maggio, nella giornata che ha portato in strada più di 200.000 persone. Il giorno dopo il Parlamento ha approvato i piani imposti dall’Unione europea per ridurre il deficit. Ed ora i sindacati hanno convocato di nuovo lo sciopero generale.

Dopo la giornata del 5 maggio, la Grecia ha vissuto una settimana di calma tesa. Le parti in conflitto attraversano un periodo di raggruppamento, di fronte alla nuova realtà generata dagli ultimi fatti.

Da un lato il Governo e i suoi alleati sono riusciti ad approvare le misure di austerità che accompagnano il “riscatto” da parte dell’UE e del FMI. Ma questa assomiglia più ad una vittoria di Pirro visto che il governo ha perso tre deputati, che non hanno votato le misure economiche e ha perso anche l’appoggio popolare.

Dall’altro lato i movimenti sociali e i sindacati si sono rafforzati dopo il 5 maggio. Ma nello stesso tempo la società è in lutto per la morte dei tre lavoratori nell’incendio è c’è la necessità di riflettere sulle strategie per le nuove mobilitazioni nel nuovo contesto di una Grecia sotto controllo del FMI.

Nessuno aspetta che la tregua duri molto. Lunedì il Governo ha annunciato i dettagli del suo piano di riforma delle pensioni. Il piano elaborato con FMI e UE prevede allungamento dell’età pensionabile e riduzione delle pensioni. Data la grande tensione sociale il Governo ha optato per non fare una votazione-espressa del piano, dando la falsa impressione di essere pronto al dialogo.

Le centrali sindacali GSEE, il settore privato e ADEDY controllate ambedue dal PASOK si sono già dichiarate contrario al piano del Governo ed hanno convocato lo sciopero del 20 maggio. Alla convocazione si sono sommate anche la centrale dei lavoratori del PAME, tutti i sindacati di settore, i sindacati di base e le organizzazionidi sinistra. In questo quarto sciopero generale si prevede una partecipazione di massa e manifestazioni in tutte le città del paese. Questa mobilitazione potrebbe essere anche più moltitudinaria di quella del 5 maggio.

Il clima politico e sociale in questo momento in Grecia è pieno di incertezze. La struttura politica si sta debilitando, e circolano voci, nei mezzi di comunicazione, di formazione di nuovi partiti politici, di un Governo di emergenza formato da tutti i partiti esistenti ed incluso si dice che ci sia un appello “extra-democratico” da parte di alcuni grandi impresari per fare un golpe di stato “leggero”.

In questo contesto le organizzazioni sociali, nonostante le loro divsioni e la mancanza di una visione concreta sul futuro del paese, si stanno organizzando per una lotta lunga e di immensa importanza. La Grecia sta molto attenta anche a quello che sta succedendo in altri paesi europei. La notizia dello sciopero dei funzionari pubblici convocata per il 2 giugno in Spagna è stata ricevuta con speranza da parte della maggioranza della società greca.

Tratto da Diagonal

http://www.diagonalperiodico.net/Nueva-huelga-general-el-20-de-mayo.html

Messaggi

  • In Grecia nuovo sciopero generale paralizza il paese

    dal nostro inviato Vittorio Da Rold

    Il Governo Papandreou scommette sulla riuscita delle riforme delle pensioni: se regge salva il Paese dalla bancarotta e ritorna come ha suggerito il premier nell’isola di Itaca, se al contrario vince la piazza e il nichilismo anarchico la Grecia si allontana dall’Europa e precipita in un vortice di marginalizzazione economica.

    Quarto sciopero generale

    Un nuovo sciopero generale di 24 ore contro l’austerity e la riforma delle pensioni paralizza oggi la Grecia per la quarta volta dall’inizio della crisi finanziaria, ma non coinvolge il traffico aereo internazionale e non provoca il blackout informativo. La protesta, che non sarà l’ultima della serie, ferma traffico marittimo, ferroviario, stradale interurbano e parzialmente quello urbano. Lo sciopero chiude ospedali (salvo le emergenze), scuole (ma non gli esami di ammissione all’università), uffici pubblici, ministeri, banche. Non aderiscono alla protesta i controllori di volo per evitare di aggravare la già difficile situazione del turismo (meno 20mila prenotazioni a maggio), principale voce del declinante Pil. Ma altri settori dell’aviazione civile scioperano incidendo quindi almeno in parte sui voli interni. Non incrociano le braccia i giornalisti, dopo le polemiche che si erano levate dalla stessa categoria tornata precipitosamente al lavoro nel pomeriggio del 5 maggio quando tre persone erano rimaste uccise nel rogo della filiale della banca Marfin Egnatia ai margini di una manifestazione durante l’ultimo sciopero generale.

    Sindacati contro la riforma

    I sindacati dei dipendenti pubblici, Adedy, del settore privato, Gsee e comunista Pame (che hanno occupato il ministero del Lavoro) hanno convocato lo sciopero e manifestazioni in tutto il Paese per chiedere la modifica della «riforma antisociale e neoliberale» delle pensioni imposta al governo socialista dalla «troika» (Ue, Bce e Fmi). Secondo i sindacati la riforma, che dovrebbe arrivare in parlamento a fine mese, ridurrà fino al 15% gli emolumenti innalzando da 2 a 7 anni l’età pensionabile di uomini e, soprattutto, delle donne che verrà portata a 65 anni per tutti.
    Le riforme del governo mirano a fondere gli attuali dodici fondi pensione in tre entro il 2018, collegando contributi e prestazioni e l’applicazione di norme uniformi. L’età di pensionamento sarà fissata come dicevamo a 65 anni e potrà essere aumentata in relazione alle aspettative di vita. La riforma inoltre limita il pensionamento anticipato, una pratica che ha pesato sulle finanze pubbliche. Il periodo contributivo minimo è innalzato a 40 anni da 37 anni entro il 2015 e le pensioni verranno assegnate sulla base della retribuzione dell’intera vita lavorativa di una persona, e non più solo sugli ultimi cinque anni.

    Sistema pensionistico generoso

    La Grecia ha uno dei più generosi sistemi pensionistici in Europa, secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, con alcuni pensionati che guadagnano più di quando lavoravano. Secondo il Governo senza una revisione la Grecia spenderà entro il 2050 il 25% del Prodotto interno lordo per pagare le pensioni. Il governo non ha ancora detto quando la legge sarà portata alla camera per un voto. Nel 2001 il governo di allora guidato dal primo ministro socialista Costas Simitis cercò di innalzare l’età pensionabile a 65 anni per tutti i lavoratori ma venne battuto. Il nodo dopo nove anni è tornato al pettine.

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