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Grillo e MoVimento 5 stelle tra ribellione, conformismo e modernizzazione

Publie le venerdì 1 ottobre 2010 par Open-Publishing
13 commenti

Giornale Comunista del Lavoratori, settembre 2010

Nelle elezioni amministrative del 2009 e nelle regionali di quest’anno in tanti a sinistra hanno avuto la tentazione di votare per le liste di Beppe Grillo, il cosiddetto MoVimento 5 stelle (V è per il vaffa, le 5 stelle per la classificazione alberghiera), in molti lo hanno fatto. Forse ancora attratti dalla nomea di personaggio antisistema, forse perché ancora memori delle battaglie contro i grandi potentati economici (banche, Telecom, Parmalat, ecc), di cui però negli ultimi periodi non vi è più traccia nel movimento grillino.

Ma c’entra qualcosa Grillo con la sinistra, con i comunisti, con la “lotta al sistema”? Poco, molto poco, vediamo nel dettaglio perché.

Grillo e gli esponenti più in vista del suo movimento non si definiscono né di destra né di sinistra, cosa di per sé già sospetta, ma se va bene non schierarsi nello scontro tra PdL e PD meno L, per dirla con parole loro, di certo non si può assumere un agnosticismo ideologico assoluto come riferimento. Tanto meno si può fare politica evitando di schierarsi nelle dinamiche concrete della lotta tra le classi, salvo, nei fatti, accettare lo status quo economico e sociale. E’, quindi, pienamente all’interno dei confini del sistema capitalistico che il MoVimento si pone, proponendo al massimo, parole dello stesso Grillo, “un po’ di socialdemocrazia”.
Un elemento chiarificatore lo ha posto proprio lo stesso Beppe Grillo in un intervista all’Unità il 3 agosto scorso: “Dico sì al governo tecnico magari a guida Montezemolo”. Da che parte sta non si poteva dire in maniera più chiara.

Tra i grillini si trova poi di tutto. Sul numero 5/2010 della rivista Micromega troviamo un articolo di Stefano Milani che, tramite citazioni dal blog e dai siti grillini, rileva come tra i sostenitori dell’organizzazione vi siano ex leghisti, fascisti non pentiti, dipietristi delusi passati da Bossi prima di approdare al MoVimento.

Antipolitica o antipolitici

La stessa definizione di “antipolitica”, giustamente rifiutata da Grillo, è fuorviante: un’invenzione giornalistica senza senso. Correttamente bisognerebbe parlare di “movimento antipolitici”: è contro la burocrazia politica presente, ed i suoi privilegi economici, che il MoVimento si batte, non contro il sistema in quanto tale.

Non a caso il principale bersaglio dei grillini sono i “costi della politica”, intesi come i megastipendi di parlamentari, consiglieri regionali, sindaci di grandi città, nonché i rimborsi elettorali ai partiti (l’ex finanziamento pubblico, abolito per referendum e reintrodotto cambiandogli nome). Scalpore ha fatto la scelta, annunciata, di rinunciare ai rimborsi elettorali nelle due Regioni (Emilia-Romagna e Piemonte) dove il MoVimento ha eletto consiglieri. Mentre sull’autoriduzione dello stipendio degli eletti, per adesso, si sono avute dichiarazioni ma non è ben chiaro se e come avverrà, e soprattutto quale sia la soglia di stipendio che si pongono i politici grillini. Il leader grillino emiliano Favia prima ha parlato di 1.400 euro, poi, una volta eletto, pare abbia alzato l’asticella a 2.000[1], per devolvere il resto al MoVimento, come se anche questa non fosse una forma di finanziamento alle organizzazioni politiche mediante denaro pubblico.

Per un’organizzazione che ha basato tutto il suo successo sulla rete vi è un’attenzione quasi maniacale alla cosiddetta democrazia telematica. La prima dichiarazione televisiva del neoeletto consigliere regionale piemontese ha riguardato appunto la proposta di trasmettere via internet le sedute del consiglio regionale. Va bene, già le sedute sono pubbliche e non segrete, ma il nodo è quello che viene deciso (cioè le politiche antiproletarie di Pdl, Pd e C.), non la spettacolarizzazione dell’evento politico-decisionale. Tra l’altro una vera battaglia democratica dovrebbe riguardare, magari, la partecipazione popolare ai processi democratici e la riforma dei sistemi elettorali ultramaggioritari in senso proporzionale. Niente di rivoluzionario, solo poche norme “socialdemocratiche”.

Grillo e i migranti

C’è poi un argomento che Grillo e suoi non toccano quasi mai, quando lo fanno hanno decisamente posizioni paraleghiste: i migranti. Nei programmi elettorali delle liste a 5 stelle non si parla mai di diritti dei migranti, al massimo li si collega al problema “sicurezza”.

Fu lo stesso Grillo sul suo blog un paio di anni fa – governo Prodi – a dare la linea: "Un Paese non può vivere al di sopra dei propri mezzi. Un Paese non può scaricare sui suoi cittadini i problemi causati da decine di migliaia di rom della Romania che arrivano in Italia (...) Ma cosa vuol dire Europa? Migrazioni selvagge di persone senza lavoro da un Paese all’altro? Senza la conoscenza della lingua, senza possibilità di accoglienza? Ricevo ogni giorno centinaia di lettere sui rom. E’ un vulcano, una bomba a tempo. Va disinnescata. Si poteva fare una moratoria per la Romania, è stata applicata in altri Paesi europei. Si poteva fare un serio controllo degli ingressi. Ma non è stato fatto nulla.Un governo che non garantisce la sicurezza dei suoi cittadini a cosa serve, cosa governa? Chi paga per questa insicurezza sono i più deboli, gli anziani, chi vive nelle periferie, nelle case popolari.Una volta i confini della Patria erano sacri, i politici li hanno sconsacrati”.

La citazione forse è un po’ lunga ma rende l’idea di come Maroni e Sarkozy possano contare sull’appoggio del comico genovese.

Il “grillismo reale”

Alle elezioni regionali di marzo le liste a 5 stelle, presenti in 5 regioni, hanno ottenuto circa mezzo milione di voti, andando dall’1,3% della Campania all’oltre 7% dell’Emilia-Romagna. Stranamente i grillini non si sono presentati, probabilmente per scontri interni, nella terra madre del capo: la Liguria.

Il volto del “grillismo reale” è ben diverso da quello come si vorrebbe raffigurato, almeno là dove – in Emilia – ha un consenso tale da spostare decine di migliaia di voti ed eleggere consiglieri regionali.

Il leader bolognese del MoVimento, il 28enne Giovanni Favia già consigliere a Bologna, per essere sicuro dell’elezione era, oltre che candidato presidente, anche capolista nelle circoscrizioni di Bologna, Modena e Parma. Per convincere gli elettori a dare la preferenza a Favia, in campagna elettorale il MoVimento distribuiva volantini sparando la cazzata colossale che per validare il voto era necessario dare sul proporzionale la preferenza al candidato presidente. Come nel Prc quando Bertinotti era capolista in più circoscrizioni, ove veniva eletto, e poteva scegliere a chi lasciare il posto, così è avvenuto nei 5 stelle con la contestuale elezione di Favia nella circoscrizione di Bologna e in quella di Modena. Pur di far entrare in consiglio il proprio sodale primo dei non eletti a Bologna Favia, dopo un’assemblea degna delle vecchie polemiche democristiane, ha optato per il seggio di Modena, trombando la candidata locale che, tra l’altro, aveva ottenuto molte più preferenze del secondo della lista bolognese.

Appena entrato in Regione Favia si è scagliato, giustamente, contro l’inutile commissione statuto, a suo dire da abrogare. Qualche settimana dopo lo stesso Favia ha accettato di essere eletto presidente della commissione che voleva abolire. Possiamo supporre che nel cambio di posizione qualche influenza l’abbia avuta l’aumento dell’indennità (lo stipendio) percepita ed i 150.000 euro annui per dipendenti, spese di segreteria e rappresentanza.

Dopo le dimissioni del sindaco Pd Delbono il Comune di Bologna è retto da una commissaria prefettizia, che recentemente ha emesso la delibera per regolamentare le nomine spettanti nelle aziende partecipate. Il grillino Favia, ex consigliere di opposizione a Delbono, ha lanciato una nota stampa in cui magnificava la nuova delibera, perché, a suo dire, finalmente metteva nell’angolo le nomine politiche. Peccato che un giornalista de l’Informazione di Bologna abbia rilevato che la delibera era la stessa della giunta Delbono, precedentemente di quella Cofferati, semplicemente rinnovata dalla commissaria. Insomma, quando Grillo parla di un movimento di gente competente comincerei a diffidare.

Il rapporto fra i consiglieri regionali 5 stelle ed i propri dipendenti non deve essere idilliaco, L’informazione di Bologna ad inizio luglio titolava: “Co.co.pro. a 5 stelle: al lavoro ma senza stipendio – gli addetti non sono stati ancora remunerati. E dopo la scadenza del 7 agosto non tutti saranno confermati – Fibrillazioni sui quattro precari che curano l’ufficio stampa dei grillini. Favia: procedure normali”. Per i consiglieri grillini è infatti normale pagare i lavoratori a progetto alla scadenza del contratto, senza nessun anticipo. Degno di nota il meccanismo per la riconferma dei lavoratori, spiega il capogruppo Defranceschi “Non riusciremo a rinnovare gli incarichi a tutti, faremo una relazione sul loro operato e si deciderà in assemblea”, cioè gente che non lavora con i dipendenti a rischio deciderà il futuro questi lavoratori sulla base di una relazione del capoufficio. Se si usasse lo stesso “democratico” sistema grillino alla Fiat, per esempio, Marchionne potrebbe convocare un’assemblea di iscritti della Cisl e della Uil per licenziare gli operai Fiom.

In vista di un avvicinamento con l’Udc il presidente dell’Emilia-Romagna, il Pd Errani, ha proposto di costituire la commissione pari opportunità e di darne la presidenza alla cognata di Pf. Casini. Un po’ come invitare Landru e Pacciani a parlare di famiglia. Su la Repubblica del 21 agosto Favia si dichiara favorevole all’elezione della presidente Udc per questa nuova – inutile – commissione da altri 150.000 euro annui. Alla domanda del giornalista “Non sembra una logica di spartizione delle poltrone(...)” il consigliere grillino risponde “Ma no, si tratta solo di non essere ideologici”. Insomma, Grillo urla contro i pregiudicati in parlamento, mentre in Emilia-Romagna i 5 stelle inciuciano con l’Udc che ha mandato in parlamento Toto Cuffaro, condannato in primo e secondo grado per mafia.

Sul finire dell’estate la stampa ci informa di ben due iniziative del capogruppo grillino in Emilia. La prima riguarda i mancati investimenti dell’assessorato alla sanità per promuovere le bat box, ovvero le casette per i simpatici pipistrelli che ci dovrebbero liberare dalle zanzare tigre. Una battaglia fondamentale per lo svilupo del’umanità.

La seconda notizia di fine agosto concerne la denuncia, sempre del Defranceschi, delle liste di attesa dei neonati bolognesi per l’assegnazione del pediatra del servizio sanitario nazionale. Il particolare degno di nota è che non esiste alcuna lista di attesa, è un’invenzione dei grillini per gridare al lupo. Molti pediatri della città hanno raggiunto il limite massimo di bambini assistiti, quindi il genitore che deve trovare un medico per il proprio figlio deve scegliere fra quelli che hanno ancora posti disponibili, ma non esiste nessuna lista di attesa e nessun bambino rimane senza pediatra.

Ma se così stanno le cose, a cosa si deve il grande successo del grillismo negli ultimi anni? Certo al vuoto di opposizione e al suicidio della ex sinistra di governo, ma anche ad un marketing e ad un’immagine curati nei minimi dettagli dalla Casaleggio Associati, azienda che cura direttamente il blog, i meet up e tutta l’editoria legata al fenomeno Grillo. I valori della Casaleggio Associati si possono conoscere andando sul sito aziendale e guardando il video “Gaia, il futuro della politica”, ove si preannuncia un mondo dove “ogni essere umano può diventare presidente e controllare il governo attraverso la Rete. In Gaia i partiti, la politica, le ideologie e le religioni scompaiono”. Come no, tutti uguali, i nipoti di Marchionne e quelli di Cipputi, con le stesse opportunità!

Al di là delle baggianate sulla democrazia totale che permetterebbero le reti informatiche, Grillo ha un ruolo di leader maximo e assoluto, lui è la personificazione stessa del movimento. Il tutto, infatti, partì con Gli amici di Beppe Grillo, per arrivare ai Vaffa Day con i monologhi del guru genovese.

La rivista Micromega pone ad un esponente del movimento la domanda sul ruolo di Grillo, interessante la risposta: “All’inizio per noi è stato un detonatore. Abbiamo usato la sua faccia, la sua notorietà per farci conoscere, per far vedere che esistevamo. Poi si è trasformato in un nostro garante, affidandoci, senza conoscerci, carta bianca per le nostre candidature (…) in futuro sarà lì a sorvegliare e a continuare a fare quello che ha sempre fatto”. Pare difficile fare politica liberamente con qualcuno che dall’alto ti sorveglia, magari ti punisce se vai fuori linea. Ma soprattutto Grillo ha un ruolo centrale perché è quello che paga. Giusto per fare un esempio: la cosiddetta Woodstock a 5 stelle di fine settembre a Cesena ha un costo annunciato di oltre 300.000 euro, che Grillo non solo anticiperà ma coprirà l’eventuale buco.

Dentro alla partita politica attuale, e soprattutto in quella dei prossimi anni, il MoVimento può avere un certo successo e giocare un ruolo importante: quello di apparire un movimento antisistema, propenso a mutamenti radicali, ma di essere in realtà funzionale ad una modernizzazione in senso tecnicista del quadro politico, partitico ed istituzionale. Forse è proprio questo il significato più coerente da dare alle aperture grilliane verso Montezemolo.

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Messaggi

  • Concordo con le critiche a Grillo !! Ma mi chiedo : dov’è la sinistra anticapitalista e soprattutto cosa sta facendo di "anti" ??

    La sinistra radicale anticapitalista negli ultimi anni si è distinta solo per essere riuscita a farsi cacciare dal Parlamento per colpe quasi completamente sue : frazionismo, personalismi, carrierierismo, vetero-trotskismo, assenza di leader carismatici non autoreferenziali e totale incapacità di proporre modelli culturali alternativi al berluskonismo e alla videocrazia !!

    Capisco che sia difficile far politica senza disporre di canali mass-mediatici con cui far conoscere ed apprezzare le proprie idee e acquisire
    consenso sulle stesse , Grillo però sarà anche criticabile ma nello sfruttare i media è molto bravo o almeno è più bravo di noi !!

    MaxVinella

    • La sinistra radicale anticapitalista c’è! ma non ha spazio su nessun media tanto meno ospite fisso dal giornalissimo SANTORO. Poi alle critiche non si può rispondere voi siete peggio questa non è politica è populismo per non arrivare a un cazzo. Se ti dichiari anticapitalista ti fanno usare i media di massa? ...meditare

    • Caro compagno MaxVinella, tu scrivi :La sinistra radicale anticapitalista negli ultimi anni si è distinta solo per essere riuscita a farsi cacciare dal Parlamento per colpe quasi completamente sue : frazionismo, personalismi, carrierierismo, vetero-trotskismo, assenza di leader carismatici non autoreferenziali e totale incapacità di proporre modelli culturali alternativi al berluskonismo e alla videocrazia

      Su questo mi sento di dissentire, perchè chi in realtà è fallito nel compito di dotare di contenuti la ex sinistra radicale è il Bertinottismo e tutto quel che ne consegue.
      E’ quella concezione della politica che fa del governismo il suo massimo sistema, chi continua ancor oggi a riproporre l’esser stampella del pd e della confindustria.

      Chi rimane lontano dall’appoggiare conseguentemente la FIOM ed i sindacati di base, chi nomina l’anticapitalismo, ma procede senza mettere in seria discussione il sistema economico capitalista.
      Questi sono gli sconfitti che tentano di rimanere a galla preparando congressi farsa in cui la democrazia è fase non raggingibile.

      Serve altro, una sinistra comunista ed anticapitalista, e se questa ancora non c’è, beh questo è il vero problema che abbiamo di fronte.
      Stando ben attenti a buttare la sola acqua sporca e non il bambino, a rivalutare lotte e vertenze ed a allontanare carrierismi, burocrazie ed interclassismo.

      concordo invece con te, quando fai una giusta disamina dell’utilizzo della rete, di cui il Grillo è assai capace, ma anche su questo dovremo avere la capacità di comprendere che la rete non deve sostituire la politica de visu, l’esser nei territori dove tramite inchieste e confronti capire quel che serve alla classe reale.

      L’anticapitalismo dovrà sapersi proporre rifuggendo logiche governiste fini a se stesse, altrimenti è destinato ad esser solo farsa, in tempi in cui le farse non le ricerca più nessuno.

      La sinistra o è sinistra, o è veramente cosa inservibile.

      A te il mio saluto, Enrico Biso

    • bisogna dire anche che la divulgazione ha bisogno di soldi e Grillo e il suo movimento è a scopo di Lucro. Con il denaro ti compri tutto anche le indicizzazioni google e i finti accoliti, cosa che i MILITANTI comunisti non hanno nella loro cultura.

      E’ logico che grillo dichiandosi "neutro" non ha contro le grandi lobby capitalistiche a differenza di NOI! poi non capisco perchè ogni volta invece di darle GRILLO e il suo movimento le risposte, le devono dare gli altri.

    • Foto aggiunta da Bellaciao


      Grillo scopre la politica: a Grottaferrata i “5 stelle” appoggiano il PdL

      Brutte notizie per Beppe Grillo che a meno di quindici giorni dalle ultime elezioni regionali, dove si è registrato il debutto del suo “Movimento 5 Stelle”, si vede cadere fra le mani la brutta storia del comune laziale di Grottaferrata, 20mila abitanti in provincia di Roma, dove il suo non-partito si è trovato ad appoggiare al ballottaggio, previsto per domenica e lunedì, il candidato del Popolo delle Libertà Sergio Conti.

      Al primo turno, contemporaneo alle elezioni regionali, lo schieramento di centrosinistra a sostegno di Gabriele Mori, Pd, Idv, FdS e una lista civica, aveva raccolto il 29,65%, contro 29,53% di PdL, Udc e liste civiche.
      Al terzo posto Marco Bosso, sostenuto dal sindaco uscente e solo da tre liste civiche che hanno messo insieme il 27% dei voti.
      Corsa solitaria, come sua consuetudine, per il Movimento 5 Stelle a sostegno di Carla Pisani.

      Carla Pisani che, pochi giorni fa, ha deciso, in vista degli imminenti ballotaggi, di annunciare con un manifesto attacchinato per le vie della città che il M5S avrebbe appoggiato il pidiellino Sergio Conti perché, a differenza del suo avversario, “ha dimostrato rispetto per i voti ottenuti” dal movimento dei grillini.

      /> Una scelta, però, che non è andata giù ai militanti del non partito che hanno rilasciato un’infuocata dichiarazione, per ricordare alla cittadinanza che “è che il manifesto allegato affisso a Grottaferrata sia un chiaro appoggio al candidato di centrodestra, che è totalmente opposto alla posizione di neutralità finora assunta dal Movimento a cinque stelle, di cui le liste civiche sono espressione”.

      Ma non è solo il Lazio a creare problemi al neonato M5S. In Emilia Romagna, infatti, grazie all’exploit del candidato grillino Giovanni Favia, il movimento ha eletto due consiglieri regionali, di cui il secondo, secondo la legge, avrebbe dovuto essere stato scelto da Favia stesso che, però, ha deciso di convocare una riunione di quaranta “delegati” che hanno votato per l’elezione di Andrea De Franceschi.
      Peccato che il neoeletto consigliere avesse ottenuto meno preferenze dell’altra candidata in lista, Sandra Poppi, per la quale la fiducia degli elettori non basterà ad ottenere un posto in consiglio regionale.

      “Ho scelto di condividere questa responsabilità con la base. – ha detto Favia – Se avessi scelto avrei fatto come tutti gli altri politici”. Un pò una scoperta dell’acqua calda considerando che in tutti i partiti dove vige un sistema democratico non plebiscitario le decisioni da sempre sono prese attraverso assemblee e organi dirigenti eletti democraticamente.
      “Per quanto riguarda le preferenze – ha poi cercato di giustificarsi il leader grillino – non è possibile compararle e farne un criterio assoluto perchè sono maturate in due collegi distinti, con un numero differente di candidati in gara e con una situazione ambientale molto diversa. Io a Bologna ad esempio ho calamitato tutte le preferenze di lista ed i candidati non hanno fatto campagna per se stessi ma tutti per il gruppo. Bellissimo no?! Abbiamo una certa etica. In altre province, legittimamente, hanno fatto un’altra scelta”.
      Chissà se, di fronte ad una situazione del genere concretizzatasi all’interno magari del PdL o del Pd, qualche grillino non avrebbe inveito contro le decisioni delle oligarchie che non tengono conto dei voti degli elettori, denunciando magari i giochi di poteri interni ai partiti stessi.

      FONTE:

      http://www.newnotizie.it/2010/04/10/grillo-alle-prese-con-la-politica-i-5-stelle-appoggiano-il-pdl/

      LINK FORUM MEETUP:

      http://www.meetup.com/MoVimento-5-Stelle-Lazio/boards/thread/8910713/0/

      FONTE FOTO:

      http://pasqualevidetta.blogspot.com/2010/04/inciucio-5-stelle.html

    • La sinistra c’è, rimane solo da dargli corpo e visibilità, come sempre. Le occasioni prossime venture non ci dicono altro che il momento è propizio per farlo questo sacrosanto partito comunista antagonista, dobbiamo rassegnarsi all’idea che non esistono al momento, e forse nella storia, altre forme di aggregazione e lotta politica anticapitaliste. Il Grillo "fenomeno" che ha saputo usare la rete per buttare acqua sporca e bambino niente sarebbe se non avessero preparato dietro le quinte gli avvenimenti di questi giorni, sarebbe rimasta una semplice impresa di e-commerce finalizzata alla vendita dei gadget. Santoro ormai è diventato la chiave che gli aprirà le porte della propaganda antiberlusconiana in chiave sostitutiva, è ben chiaro ciò che bolle in pentola. Sono convinto che ci aspetta una nuova e più aspra lotta contro la disinformazione di massa, al solito la TV rimane lo strumento ancora più potente, e nel quale si guardano bene dal lasciare falle che potrebbero minarne il ruolo al servizio del padronato confindustriale. Questa propaganda a tambur battente che si fa di questo "fenomeno" il rivoluzionario che ha creato il primo PARTITO POLITICO (altro che movimento) dal Web è l’anticamera del silenziatore definitivo di ogni voce antagonista, soprattutto di sinistra. Pur se convinto che i soggetti che operano sul territorio nelle piccole amministrazioni inciamperanno nelle loro stesse piccolo boghesi contraddizioni dobbiamo prendere atto che il livello dello scontro s’è alzato a livello nazionale... e questo è solo l’inizio, intendiamoci, a breve assisteremo ad altri exploit. Credo che un po’ di "sano egoismo" per difendere le nostre battaglie dobbiamo assolutamente rimetterlo in campo. Il capitalismo ha una bestia nera che lo tampina e combatte da 160 anni, e a ben vedere è l’unica che lo ha sempre messo in crisi, senza saremmo veramente ancora nel medioevo.
      Saluti comunisti.