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Grillo, la ragione e i paradossi.

Publie le giovedì 30 settembre 2010 par Open-Publishing
9 commenti

Il movimento del comico genovese ha acquisito una forza innegabile a partire dal raduno di Cesena. Nel programma ci sono spunti importanti ma non è una strategia anticapitalista

Salvatore Cannavò
da Ilfattoquotidiano.it

Beppe Grillo ha di fatto aperto la campagna elettorale del suo movimento in vista di possibili elezioni politiche. Lo ha fatto con una manifestazione-evento dall’indubbia forza e efficacia. Anche se molte testimonianze ci dicono che lo spazio occupato per il Woodstock di Cesena non può contenere più di 15-20 mila persone stiamo parlando di una iniziativa riuscita, importante, mobilitante.

Del resto, mobilitante Grillo lo è dalla nascita, con la sua capacità istrionica di suscitare emozioni e indicare soluzioni, a volte davvero innovative e radicali, e con l’istinto vitale di chi ha capito la marcescenza della politica italiana. Intervista da Santoro nella campagna elettorale del 2008 pronosticò sicuro: “Chiunque vinca non dura più di due anni”. I fatti gli danno ragione perché dei fatti Grillo dà una valutazione sostanziale, di fondo, senza basarsi sul chiacchiericcio quotidiano della politica italiana fatto di impressionismo, di coazione a ripetere, di moventi all’agire dettati sempre e solo dal tornaconto personale. C’è una crisi di sistema in cui la crisi economica si traduce in crisi politica e istituzionale e il movimento grillino si pone problemi di strategia: come gestire l’ambiente nei prossimi dieci-venti anni, come riformare in radice gli assetti istituzionali, come dare ascolto e voce a istanze che salgono dal basso della società. Insomma, un movimento radicale – rivoluzionario abbiamo sentito a Cesena – con cui si dovranno fare i conti.

Allo stesso tempo ci sembra però che la proposta politica, gli strumenti proposti e l’offerta all’elettorato scontino ancora alcune contraddizioni e alcuni paradossi.

Il primo riguarda il metodo di lavoro scelto, Internet. La Rete è uno strumento formidabile di scambi e di relazioni ma consegnarle per intero una pratica di democrazia non è convincente. Scegliere i candidati online e così procedere anche per il programma non solo si presta a rischi evidenti di taroccamento ma priva una comunità, un gruppo politico, un movimento di una forma di democrazia di base. Il confronto diretto, anche lo scontro, la discussione reale di temi e progetti non può che avvenire “de visu” in un rapporto che non lascia statiche le istanze di partenza ma permette una loro modifica in corso d’opera. Ovviamente, cercando forme innovative che non lascino spazio solo a coloro in grado di urlare di più o parlare meglio, di rappresentare tutti e così via. Ma il confronto non può che essere diretto perché la democrazia migliore è quella diretta. In Internet è mediata.

Un secondo problema riguarda il progetto politico. Non c’è dubbio che il sentimento del momento sia ben rappresentato da quell’operaio della Fincantieri intervenuto a Annozero – e riproposto dal sito di Beppe Grillo – che urla “Basta! E’ ora di finirla!” ai politici presenti in studio. “Que se vayan todos” hanno gridato i movimenti in Argentina quando la crisi ha fatto precipitare il paese nel 2001 e una classe dirigente è stata spazzata via. Questo umore Grillo lo rappresenta benissimo. Così come molto bene esplicita alcuni elementi di programma, ad esempio in materia di energia, di trasporti, di informazione. Riesce cioè a rappresentare istanze evolute presenti nella società e nei movimenti che lo hanno reso il simbolo più votato in Val di Susa alle recenti elezioni regionali. Ma l’insieme del programma a noi sembra ancora molto eclettico, un misto di innovazioni utili – il limite ai due mandati elettorali, gli stipendi dei parlamentari e l’abolizione della loro pensione, l’uso del referendum propositivo, la proprietà intellettuale, il sussidio di disoccupazione, il tetto agli stipendi dei manager o l’abolizione delle scatole cinesi – con un piano di riforma liberale e liberista dell’economia. Ci riferiamo alla generica proposta di ridurre il debito pubblico “tagliando di costi dello Stato” senza specificare quali; l’abolizione del valore legale del titolo di studio che, in realtà, incentiva gli istituti privati più prestigiosi – un conto è laurearsi alla Bocconi, un conto alll’Università del Sannio; l’idea di far possedere i canali televisivi o i giornali a soggetti privati solo nella misura del 10% con azionariato pubblico che in genere favorisce il potere dei manager; l’abolizione delle province o il taglio di fondi a testate giornalistiche. Po ci sono invece rivendicazioni socialmente importanti come l’abolizione della Legge Biagi, il sussidio di disoccupazione garantito (ma chi lo paga?), il blocco della Tav o del Ponte sullo Stretto, gli incentivi alla sanità e alla scuola pubblica, l’abolizione della legge Gelmini. Qual è l’equilibrio? Si pensa a “riformare il capitalismo” o a un programma di più radicale cambiamento? Se ti candidi fuori dai poli – né con il centrodestra né con il centrosinistra – come è giusto per chi voglia cambiare questo Paese, occorre un progetto di “governo” della società più compiuto. E scelte più nette. Con Marchionne o con gli operai? Per il ritiro delle truppe italiane in guerra o per la guerra umanitaria? Per ridurre il debito e favorire la ripresa tassando le grandi fortune o “riducendo i costi”? Per la cittadinanza ai migranti e il diritto di soggiorno oppure le quote di ingresso? Si potrebbe continuare.

Infine, un paradosso. Perché un movimento così “anti-istituzionale” – antipolitico infatti non è corretto – si dà come unico scopo quello di entrare nelle istituzioni, di stare in Parlamento, nei consigli comunali e regionali? E’ davvero solo quella l’unica forma di politica? E non rischia di creare nuovo personale politico scollegato dalla società perché, magari, collegato solo alla Rete?

Messaggi

  • Cannavò nei confronti di grillo mi sembra che sia anche troppo accomodante...
    grillo è un sansepolcrista (amico di massimo fini e della "Nuova Destra") e dev’esser smascherato... ha persino dichiarato che vuole la marcia su Roma!
    Sarà anche "istrionico", ma da parte mia farò di tutto perchè si schianti contro la sua Oltretorrente!
    Guido Picelli avrebbe detto: occhio alle brutte stonature, duran più del bel acuto!

  • Condivido con Salvatore Cannavò sulle contradizioni di Grillo e giuste sono le domande che gli ha posto.

    • Anche secondo me è fin troppo buono Cannavò con Grillo.

      Ad Annozero ha elogiato la prima Lega (tranne la questione padana), ha detto di volere gli stati uniti d’Italia, sul suo blog palesa il suo razzismo in diverse occasioni, sarebbe favorevole ad un governo istituzionale con a capo Montezemolo, rimpiange Profumo, ha detto che la Fiat è fuori dal mercato quindi deve chiudere.... e tanto altro ancora.

      Dice cose di Destra punto e basta. Poi nel suo blog mette anche cose di sinistra, di centro, di nordista, di alternativista, di forcaiolista, un pò di tutto per poter accattivarsi solitamente borghesi privi di cultura che spesso si lanciano (anche su qst blog) in slogan nazisti (dovuti solo all’ignoranza si intende)

    • Cannavò scrive su IL FATTO, e ha un blog, il giornale di riferimento di Grillo, sostenuto da Travaglio. Il problema è che quelle possono sembrare domande sono veline. Di ragioni ne ha ben poche, le battaglie per la pulizia istituzionale e ambientale non le ha certo inventate lui, i paradossi invece sono l’ossatura di questa commedia degli equivoci. Grillo è più a destra della destra, le sue derive pro Fini, Montezemolo, Marchionne, Profumo sono più che note.
      La storia del "basta è ora di finirla" poi è l’ultima trovata: si è occupato degli operai solo da morti, una specie della TV del dolore, quella furbata di averne evidenziato uno vivo e incazzato proprio in concomitanza del concertone e di Annozero, da dove ha estrapolato il minuto di rabbia... era una puntata prevista due mesi prima (23 Annozero, 25/26 Woodstock), questo la dice lunga sul come si muove. Molto sospetto, a dir poco.
      Spara sui sindacati in genere, non tenendo conto delle lotte dei sindacati di base, soprattutto della FIOM e COBAS facendone un minestrone con la triade e l’UGL, che come sappiamo siede dove siede grazie alle tessere false, è favorevole all’innalzamento dell’età pensionabile, non s’è mai pronunciato su una drastica riduzione dell’orario di lavoro.
      Sicuramente Grillo sta dalla parte di Marchionne, e ce ne sarebbero di domande da fargli... ma nel suo schivarle supera il maestro Berlusconi, è nemico giurato del contraddittorio.
      E’ che cerca spazio nei movimenti, soprattutto antagonisti di sinistra e spera di accattivarsi qualche simpatia rifondarola... s’è giocato il tutto per tutto attaccando più il PD che il resto dell’arco istituzionale, a destra c’è ma non può esserci chiaramente... insomma, un gran casino, ed è sacrosanto prenderne le distanze.
      Ora c’ha anche il partito, un giornale, e probabilmente una rete, presumo RAI3, sennò non si spiega la pubblicità che gli ha fatto nell’occasione, ma ci sono altri elementi, e l’uscita di Santoro a Annozero è strana assai, scimmiottando il vaffa***** di conio grillino il segnale è abbastanza forte.
      Saluti comunisti.

    • Il punto sul quale, credo sia giusto soffermarsi, è che il successo parziale di Grillo, ci indica la continua ricerca di alternative possibili, da parte di settori che avvertono la mancanza di alternative politiche e che a "torto" si fan ingannare dal Grillo.
      Senza intenti settari, Cannavò elenca gli aspetti positivi e quelli negativi del Grillismo e chiarisce che non di anticapitalismo si tratta.
      Il fenomeno M5S è un contenitore di molte posizioni, alcune di queste anche condivisibili almeno in parte, altre completamente delineanti politiche succubi dell’attuale sistema economico.
      Sulla No TAV ad esempio, il Grillo è riuscito ad avvicinarsi alle istanze della popolazione, su molte altre però, si dimostra succube dei poteri forti, del tecnicismo, dell’interclassismo.
      Il punto sul quale varrebbe la pena di soffermarci però, è che ancora non esiste un percorso credibile di sinistra comunista ed anticapitalista, una sinistra dei lavoratori e delle lotte, e quindi il Grillo ha gioco facile ad occupare spazi che in tutta evidenza non sono suoi.
      Dovremo affrontare un percorso di classe ed innovativo nelle forme le più democratiche possibili, per rispondere ad "un fenomeno" che rischia di ricalcare storie che poi si sono tramutate in ben altro di quel che potevano apparire all’inizio.
      diventa quindi necessario per evitare che giuste istanze vengano rappresentate da intoccabili ed infallibili guru, offrire un qualcosa che sia veramente diverso.
      Politicamente indipendente dal PD confindustriale, antagonista alle varie destre pdl-fli.lega, e soprattutto non ammalato di istituzionalismo poltronista.
      Le cui politiche vengano fatte per difendere chi non vuol pagare i costi della crisi di sistema economico capitalista, per poter uscire a sinistra e rivendicare che le nostre vite valgono molto di più di qualsiasi profitto.
      Su questo versante Grillo è altra cosa, ed è anche abbastanza semplice capirlo, rimane però il punto, che se oggi riceve attenzioni da parte di non pochi compagni e compagne, è perchè purtroppo ampi settori politici della sinistra fan politiche governiste lontane dai bisogni della classe.
      Chi ancor oggi sostiene politiche da stampella verso il PD, ha la gravissima colpa di non capir l’aria che tira nel mondo del lavoro, nella scuola, nei territori, nei servizi ecc ecc , e apre spazi conquistabili dal Grillismo , serve un’altro percorso, un’altra politica,un’altra sinistra.
      Lontana da Guru e burocrazie, carriere e funzionari di partito, in cui la partecipazione e l’autorganizzazione segnalino il "nuovo che avanza" e allora si che i Grillo non saranno più possibile riferimento.
      Costruire l’unità della sinistra di classe per tornare ad essere credibili ed offrire quel che oggi ancora non c’è.

      Enrico Biso

    • Condivido tutto, tranne una cosa: il parziale successo di Grillo a parer mio è dovuto a improvvide disattenzioni e sottovalutazioni... un partito simile (non è movimento, sia chiaro) non nasce a caso come non nacque Forza Italia. Apparentemente sembrano lontani anni luce, ma a studiarne bene il percorso se ne ha una visione più chiara. Io credo che ricomposizione e unione di una sinistra di classe non debbano rinunciare alla forma partito (obsoleto?). Il movimentismo è critico già in sé, abbiamo esperienza della loro fragilità alle prime dissidenze su scelte politiche che prima o poi si scontrano.
      Una sinistra di classe vive in virtù della lotta di classe, l’eterna guerra quotidiana è stata più spesso perduta grazie alla "necessità" di infilarci tutti dentro... per scelte militari si sacrificano scelte sociali e viceversa una volta al governo, o almeno dotati di un certo peso necessario a influenzare governi e cittadini.
      Vogliamo l’acqua pulita senza l’acqua e politici puliti senza politica?
      Oggi Grillo contrariamente a quanto sembri è un po’ in crisi, giocatasi una parte del PD e Vendole per la smania apparente di scavalcarli a sinistra non gli resta che affiliarsi nel movimentismo, d’altronde son tutti ladri, né destra né sinistra, è anticomunista per definizione, dove potrebbe trovare miglior terreno se non nei movimenti di base? Ma i movimenti possono essere tali senza antagonismo? Ci sarà una differenza tra un vaffa a Schifani e un 16 ottobre? In galera Schifani,cambieranno condizione e futuro dei lavoratori e i subordinati di questa società in disgregazione?

    • Non è il partito ad essere obsoleto, obsoleto è invece un partito di sinistra che si fa votare per fare una cosa e poi invece ne fa un’altra.
      Obsoleta è la forma partito che ha bisogno di burocrati e di carriere politiche.
      lontano da movimenti e lotte, incapace di essere sponda dei conflitti.
      In cui i congressi siano vinti con cammellaggi od offrendo porchetta per tutti.
      Obsoleto è l’aver bisogno di dirigenti-mitizzati, percorsi pre-costituiti, l’esser succubi di logiche di trattativa.
      No, non mi spaventa la forma partito, mi spaventano invece i partiti di plastica, e se il pdl lo è, le alternative dell’oggi non sono da meno.
      E’ su questo Grillo propone la rete, che invece può esser di supporto, ma non di sostituzione.
      Ben fa, Cannavò a chiarire che il confronto è vero solo se "dal vivo", nessun computer può dare organizzazione e partecipazione, la rete può esser di solo supporto, un aiuto a superar il muro della disinformazione, ma non la risposta organizzativa possibile.
      La lotta di classe è anticapitalista, Grillo è un fenomeno dei tempi odierni, in cui si cerca in tutti i modi possibili di sostituire il "carne ed ossa" con la plastica, operazione molto difficile da fare quando la crisi economica sostituisce di fatto le favole dell’unica economia possibile, l’economia di mercato.
      La realtà di ogni giorno, è in grado di smontarle pezzo per pezzo le favole, e la cosa per quel che mi riguarda, è parecchio positiva, l’importante parefrasando i compagni della Rete dei Comunisti, è che si smetta di marciare sul posto.
      Così facendo, è risaputo , che non si va da nessuna parte.
      Un caro saluto Francisco, a pugno chiuso, s’intende.

      Enrico Biso

    • Un saluto anche a te compagno... obsoleto con ? è proprio quello che intendevo, partito sì ma lottatore, e soprattutto a 360°... occhi spalancati, basta dormire!
      Saluti comunisti.