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I GHEDDAFONI: DUE SPAVENTAPASSERI FINITI
Publie le martedì 29 marzo 2011 par Open-Publishing1 commento
la "folla oceanica", 49 persone più 50 reporters davanti al Tribunale di Milano
Nulla ha fatto l’opposizione [?] preventivamente per fermare lo scempio e vietare al dittatore criminale assassino di calpestare il suolo italiano.
Ma il PD è fatto così. Anzi è fatto e basta.
Poco tempo passa, appunto, e tutto crolla intorno ai due gemelli incartapecoriti.
Il beduino ha mostrato quello che tutto il mondo senziente sapeva, tranne le pecore berluscones [ignoranti come sono, manco sanno se la Libia ha per capitale Beirut]: il rais è un criminale contro l’Umanità, massacra la sua gente da più di 40 anni e ora che una banda di guerrafondai come lui lo sta bombardando, non se ne vuole andare, piuttosto crepa lui [figurati!] e tutti i libici insieme.
Il suo caro amore italiano lo capisce bene, infatti nel bel mezzo del genocidio non gli telefona perché non vuole disturbarlo.
Così partono i "tradimenti", gli insulti, tu mi volevi bene e adesso mi hai girato la schiena, te la faccio pagare, no non è vero io alla riunione che decideva se ti avremmo bombato pure noi non c’ero, la mia faccia non l’ho messa, in questa cosa mi hanno tirato dentro La Muffa e DueMaroni, vedrai che saltate tutti in aria voi italiani di merda, figli di Satana, infedeli schifosi, piuttosto che andarmene mi alleo con Al Qaeda e ti faccio l’Inferno, siete come Hitler, è vero il Rais dice cose forti [forti?] però io lo capisco, nelle condizioni in cui si trova…
Ghigliottina!
Almeno la smettono di parlare una volta per tutte.
Due uomini legati da uno stesso destino: la Fine.
Esauriti, senza appello. Morti che camminano.
La tristezza di quel "colonnello" disperato, con il viso deturpato dai troppi trattamenti stiranti, la mente in nebbia fitta da chissà quali sostanze, solo, con un ombrello bianco di grandi dimensioni, su una macchinetta incrocio tra la Smart e un’Ape Piaggio, sotto la pioggia, per scenografia rovine di prebombardamenti USA e nessun altro.
Solo.
Niente più amazzoni e infermiera bonazza intorno, abbandonato, se ne sono scappate [per fortuna loro].
Poi un’altra apparizione, lui che parla a se stesso ripreso da una videocamera che mia cuginetta all’asilo ne usa una migliore, stacchi sulla "folla" inneggiante di 12 [dodici] persone che vengono inquadrate minzolinianamente ravvicinate, perché non si si accorga del deserto vero.
La Fine.
Blindato chissà dove. Come tutti i dittatori.
Niente di nuovo.
Come il suo amico italiano è esperto in comunicazione e mass media, ha usato la sua immagine per creare l’alienazione quasi completa del suo popolo.
Quasi completa.
Corrispondenze biunivoce con il premier puttaniere, che ormai le rare volte che si fa vedere in pubblico, torna a casa, vuota, solo, senza un affetto, con le orecchie che gli frullano per tutti i fischi che si prende ovunque.
Fallito.
Come per il rais spaventapasseri, pure il nostrano condottiero sceglie, nell’agonia sua, di concedersi un presunto bagno di folla.
Dopo otto anni decide di presentarsi in un’aula di tribunale, non per farsi processare, solo per propaganda, esterna.
Illuso.
La Brambillessa, detta Trota Salmonata, e la Benita Petaccia Santadeché mandano più di 600 sms per mobilitare i fans davanti al Palazzo di Giustizia, aiutate quotidianamente dalla carta igienica stampata di regime e dalle televisioni, quasi tutte, di servizio a 90°, sperano nell’evento grandioso.
Ma Berta non fila più da tempo.
Si ritrovano in 49 [quarantanove] comparse, prese chissà dove, con striscioni pre confezionati, lì vicino c’è pure un gazebo del PDL, tanto per fare scenografia, ci sono una cinquantina tra giornalisti, reporter, free lancers, fotografi.
Quando il puttaniere esce dal Tribunale, gli agenti addetti al "grandioso" servizio d’ordine, spingono, senza tanti complimenti [anzi con forza decisa, dirà la corrispondente di Rainews] tutti i giornalisti verso l’angolo dove ci sono le Comparse della Libertà, le telecamere stringono, ed ecco che pare una folla.
Il nano pazzo si concede un altro predellino, non trovano neppure un microfono da porgere, un agente della scorta gli poggia un giubbotto antiproiettile sulle spalle, lui, il premier finito, si gira ed ecco la faccia più inceronata e fondotintata che abbia mai offerto.
Orrore.
la "maschera" berlussoniniana davanti ai suoi 49 sostenitori di fronte al Palazzo Di Giustizia
Dice due cosette che non si sentono, si gira, sorride a denti storti e labbra strette e violacee: fine dello show.
Di corsa a casa, da solo, senza un affetto, senza fidanzata millantata o vera che fosse, tradito nel profondo dai suoi amici più fidati, amarissimi calici offerti da Umilio Fede Retriever e Lele Moric, tenuto in disparte dalla famiglia, descritto a dir poco impietosamente dalle sue troie, culo flaccido, pezzo di merda, è più di qua che di là, mi fa schifo, fino a quando posso lo spremo, più accuse di prostituzione minorile…
Similitudini.
E lui, in mezzo alla malattia ormai conclamata e di dominio pubblico, pagliaccio di se stesso, ripete ritornelli identici convinto che qualcuno lo ascolti ancora, non se ne vuole andare per non lasciare il Paese in mano alla sinistra [ma quale?] e a chi lo perseguita ormai da secoli e secoli.
Vicinanze comportamentali di rais e altre vergogne dittatoriali in giro per l’Europa.
Anche per lui sono pronti una macchinetta incrocio fra la Smart e un’Ape Piaggio, un grosso ombrello bianco, tanto botox, fondotinta e nient’altro.
Lucio Galluzzi
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Messaggi
1. I GHEDDAFONI: DUE SPAVENTAPASSERI FINITI, 30 marzo 2011, 23:57
che belli gli insulti razzisti al dittatore!!