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I malumori dei bancari a «Mal di budget»
Publie le martedì 2 marzo 2010 par Open-Publishing4 commenti

Lettera non firmata - 26 febbraio 2010
Quando ho accettato questo lavoro, che da neolaureato mi pareva un sogno aver raggiunto, credevo, forse da ingenuo, che ci fosse un reale spazio per dimostrare professionalità e capacità.
Oggi mi trovo a dover ammettere che, per andare avanti e rispondere sempre presente agli innumerevoli budget, resistere al monitoraggio quotidiano, alle pressioni che diventano sempre più "violente", incidendo non solo sul piano professionale ma anche personale, non devo essere diverso da un venditore di spazzole. Con tutto il rispetto per questa categoria che almeno non deve ingannare il proprio cliente.
La banca retail in Italia, che all’interno di questa crisi si è vantata di essere la meglio attrezzata per affrontarla grazie allo spirito italico contrario alla speculazione stile USA, ha al suo interno un morbo ben più rischioso; morbo ben nascosto all’interno dei dossier titoli di clienti che di elevato hanno solo l’età o l’incompetenza finanziaria.
Prendendo ad esempio il mio istituto, si sono collocati sino all’altro giorno solo polizze, certificati di investimento e qualunque altra invenzione finanziaria che avesse come unica caratteristica inderogabile quella di staccare una maxi commissione di almeno il 10%...e subito. Molti dossier titoli di clienti che non dovrebbero contenere altro se non bot a 3 mesi, sono imbottiti di questi prodotti che, nella migliore delle ipotesi garantiscono la restituzione del capitale dopo 7/8 anni. Nella peggiore invece infliggono a tale capitale perdite da speculatori.
Ed ora si ricomincia…la crisi è finita come mi hanno comunicato nell’ultimo incontro con i "cervelli" del mio istituto.
La mia domanda allora è: cosa può fare oggi, un bancario che sta vivendo una profonda crisi di coscienza?
Non vendere ciò che la banca obbliga a vendere? Ci ho pensato e non creda che abbia scartato questa ipotesi per mero interesse personale. I bonus di cui tanto si parla sono poca cosa, le assicuro che non mi interessano e la carriera per me può anche fermarsi qui.
Il vero problema è la quotidianità, il mobbing che sarei destinato a subire in seguito a una decisione del genere nonché il totale svuotamento della mia professione con relativa influenza sul piano personale. Perché? Perché oggi un bancario non è un consulente ma un venditore: e si è mai visto un venditore che non vende?
Oggi ad esempio un cliente doveva allocare 300 mila euro circa: non sono andato oltre 20 mila euro di prodotti "della casa", il resto obbligazioni governative. Coscienza pulita, cliente soddisfatto e tranquillo, diretto superiore che non ha usato mezze parole per manifestarmi il suo disappunto: capirà che in tale modo difficilmente arriverò alla pensione con il fegato in salute!
Volevo chiudere con una battuta per sdrammatizzare ma la situazione è grave ed il malessere diffuso, non solo per i clienti. Ed i sindacati nulla fanno contro queste politiche aziendali e per difendere i propri iscritti che si trovano tra l’incudine (i clienti) ed il martello (la banca).
Messaggi
1. I malumori dei bancari a «Mal di budget», 3 marzo 2010, 01:09, di nando
Caro Mr.Bean, hai ragione, in questo momento con questo sistema capitalista ultraliberista è difficile lavorare onestamente, soprattutto il lavoro che tu svolgi. Comunque spero che continui ad essere quello che sei, cioè una brava persona perchè alla fine la giustizia e la compensazione trionfa sempre.
Spero che ti mantieni duro tu e i tuoi colleghi che si trovano nella tua stessa situazione.
1. I malumori dei bancari a «Mal di budget», 3 marzo 2010, 10:39
Innanzitutto, non generalizzerei.
Io lavoro in una banca in quel di Napoli e quindi so benissimo che la stragrande maggioranza dei circa 300.000 bancari italiani ha tuttaltre mansioni.
I cosiddetti "venditori" sono si e no il 5-7% dei bancari - ed alcune banche usano per questo compito pure personale esterno a partita Iva, i cosiddetti "consulenti finanziari" - e quindi, se qualcuno - come il collega della lettera - giustamente non se la sente di occuparsi di questo non ha che da chiedere il trasferimento ad altre mansioni, magari in un ufficio interno che non ha rapporti diretti con la clientela, ed il suo problema personale sarebbe in un attimo risolto.
Una volta chiarito questo, esiste però certamente il problema più generale delle "pressioni commerciali" sui lavoratori e la tendenza, da parte di molte banche, a scaricare "munnezza" sulla clientela.
Ed in questo il collega ha ragione da vendere nel denunciare una sostanziale assenza di intervento, con la parziale eccezione della Falcri, sindacato cui appartengo, delle organizzazioni sindacali su questa spinosa tematica.
Ma non vorrei che, da esternazioni come la sua, si potesse pensare che appunto tutti i 300.000 lavoratori del credito sia una massa di spacciatori di titoli e prodotti farlocchi ... già la gente tende naturalmente ad identificare il bancario solo con lo sportellista che incontra in agenzia e già il normale sportellista nella categoria dei bancari è una minoranza ... e, come dicevo, solo una parte minima di sportellisti è pure "venditore" ...
Che poi le banche siano al servizio del capitalismo, non c’è dubbio ... anzi, in peiodo di capitalismo solo finanziario e speculativo, SONO SPESSO IL CAPITALISMO ....
MA QUESTO VALE ANCHE PER ALTRE CATEGORIE ... FORSE CHE GLI OPERAI DELLA FIAT NON LAVORANO PER IL CAPITALISMO ?
Raf
2. I malumori dei bancari a «Mal di budget», 3 marzo 2010, 11:36
Caro Raf, più che di "venditori" parlerei di "spacciatori" !!
E’ vero che nelle banche tale ruolo è ricoperto da meno del 10% dei dipendenti, ma è altrettanto vero che la maggior parte del "lavoro sporco" è affidato ai consulenti esterni a partita IVA, che poi ,quando poi "il colpo" va male , possono essere facilmente scaricati, senza che la banca sia costretta a risarcire i clienti !!
Questi signori poi in genere non sono neppure assicurati e figurano quasi sempre come nullatenenti, per cui è impossibile rivalersi, come è successo a me, su di loro !!
Al massimo patteggiano una lieve condanna penale e si beccano l’espulsione da parte della Consob dall’albo dei promotori finanziari, ma da loro non rivedi un euro !!
La responsabilità è anche della Consob che consente l’iscrizione in detto albo anche di "cani e porci", senza richiedere forme di copertura assicurativa o depositi cauzionali a garanzia dei clienti !!
MaxVinella
3. I malumori dei bancari a «Mal di budget», 3 marzo 2010, 12:45
Il termine "spacciatori" l’avevo usato io per primo.
Ma quello che mi interessa è il cercare di sfatare l’identificazione secca che la gente fa tra banche e bancari.
Penso che, ad esempio, a nessuno verrebbe in mente di identificare "tout court" appunto gli operai della Fiat con la Fiat medesima .... o gli impiegati del Ministero delle Finanze con Tremonti ... ed invece per banche e bancari questa indentificazione "tout court" esiste, anche tra i compagni ....
Raf