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IL PROTOCOLLO DI INTESA SUL S.MARIA DELLA PIETA’ E’ INACCETTABILE!!
Publie le mercoledì 14 marzo 2007 par Open-PublishingCOMUNICATO STAMPA
IL PROTOCOLLO DI INTESA RAPPRESENTA UNA SPARTIZIONE DEL COMPRENSORIO DEL S.MARIA DELLA PIETA’.
LE AMMINISTRAZIONI DI CENTROSINISTRA VOGLIONO PORTARE A COMPIMENTO L’OPERA INIZIATA DA STORACE?
18 padiglioni alla ASL RME, più della metà dell’ex manicomio diventerà una cittadella sanitaria. Questa la sostanza del Protocollo di Intesa che si sta firmando in questi giorni.
E’ ciò che insieme ad associazioni e cittadini abbiamo combattuto per anni, il progetto Storace che offende la memoria del manicomio, concentra strutture sanitarie in un’area territoriale affollata di poli ospedalieri, risponde a logiche economiciste e spartitorie che non hanno nulla a che fare con la qualita’ della vita e con i bisogni delle cittadine e dei cittadini.
Questa ipotesi confligge con tutte le dichiarazioni e gli atti espressi fino ad oggi (evidentemente solo in chiave elettoralistica) dalle maggioranze che governano Municipio, Comune e Regione.
Gli 8 padiglioni destinati all’Università, collocati sul fondo del Comprensorio, non hanno alcun senso progettuale. Il Rettore Guarini ha già indicato almeno 6 facoltà che dovrebbero trovare spazi in questi padiglioni.
Ciò vuol dire che non vi sarà alcuna proposta didattica organica ma uno spezzatino di funzioni senza ragione, nulla di funzionale ed utile agli studenti che continueranno a vivere la propria vita universitaria da precari e da pendolari.
L’unica spiegazione possibile ad un progetto così insensato è che, come diciamo da anni, la collocazione universitaria serva da "cavallo di Troia" per rimettere in discussione la scelta di non edificare l’area esterna al S.Maria della Pietà, scelta faticosamente conquistata nel 2003.
Infine, il senso di questa impostazione è uno schiaffo a tutte le proposte fatte in 11 anni da decine da associazioni così come non si raccoglie neanche in minima parte l’indicazione della Delibera di Iniziativa Popolare firmata da 9.000 cittadini romani. Nessun polo culturale significativo e nessun investimento serio da parte del Comune che si limiterebbe all’acquisizione dei 4 padiglioni del Municipio e, forse, al Padiglione 31.
La definizione di un tavolo partecipato, all’interno del Protocollo, risulta una beffa artificiosa, visto che la destinazione di tutti i padiglioni viene stabilita dal Protocollo stesso (su cosa si dovrebbe partecipare?).
La cosa peggiore è il metodo antidemocratico e truffaldino con cui si è costruito il percorso verso il Protocollo di Intesa. In particolare, l’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Roma ha inscenato una pantomima fingendo di voler concordare una proposta di Protocollo con le associazioni e, in particolare, con l’Associazione Ex Lavanderia.
Dopo un lavoro di mesi che aveva portato ad una bozza di Protocollo che, pur con molti aspetti discutibili, almeno lasciava aperti spazi di partecipazione e di discussione, l’ultima bozza è tornata indietro su tutto ciò che di significativo era stato conquistato, rivelando le intenzioni reali che passano come un rullo compressore su qualsiasi apertura fatta alle proposte delle associazioni.
In dirittura di arrivo, si sta tentando di aggiustare il tiro con qualche "concessione" di linguaggio, per poter spacciare questo Protocollo come frutto di una discussione che non c’è.
VA DETTO CON CHIAREZZA CHE L’ASSOCIAZIONE EX LAVANDERIA E’ STATA DA SEMPRE DISPONIBILE A COMPROMESSI DIGNITOSI CON UN SENSO DI RESPONSABILITA’ CHE DOVREBBE CARATTERIZZARE PER PRIME LE ISTITUZIONI LOCALI.
INVECE, SONO PROPRIO I RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI A RIFIUTARE, DI FATTO, QUALSIASI CONFRONTO SERIO E A PROCEDERE SENZA ALCUN RISPETTO DELLE REGOLE DEMOCRATICHE E DEL BUON SENSO, PROMUOVENDO LO SCONTRO FRONTALE CON MEZZI CHE VANNO BEN OLTRE QUALSIASI CORRETTEZZA E TRASPARENZA, IN FUNZIONE ESCLUSIVAMENTE DELLO SCAMBIO DI FAVORI TRA POTERI ECONOMICI E POLITICI.
L’Associazione Ex Lavanderia ribadisce che la prevalenza di presenza sanitaria, l’assenza di un polo culturale pubblico, la presenza di un’ipotesi universitaria non concordata, altro non è che l’ipotesi che abbiamo combattuto ai tempi di Storace e che combatteremo ancora, fino a che avremo fiato con chiunque se ne faccia promotore.
L’unica possibilità alternativa è azzerare questa discussione ed aprire, subito, un confronto pubblico e trasparente, iniziando a mettere in pratica gli indirizzi del Consiglio Comunale contenuti nella mozione del 7 febbraio 2005 ovvero:
– la legalizzazione dell’esperienza dell’associazione Ex Lavanderia al Padiglione 31
– La definizione di un progetto di riduzione significativa della presenza sanitaria, senza strutture ospedaliere, psichiatriche, residenziali ed amministrative (ASL), riducendola alla sola presenza delle strutture ambulatoriali (4 padiglioni)
– Il ripristino degli Ostelli della Gioventù
– La definizione chiara di un progetto di Polo Culturale con risorse e progettazione partecipata
– l’impegno vincolante al riutilizzo di tutte risorse tratte dall’intera operazione ai progetti di Salute Mentale
– la tutela del Parco a partire dalla sua immediata e completa pedonalizzazione
– la rinuncia definitiva a qualsiasi ipotesi di edificazione esterna
Invitiamo le forze politiche fino ad oggi sensibili alla vertenza ad esprimersi pubblicamente e sul piano istituzionale contro il Protocollo di Intesa.
Invitiamo le associazioni ed i cittadini a contestare lo scempio e la spartizione del S.Maria della Pietà anche a partire dalla partecipazione al Corteo in preparazione per il 31 marzo.
Ex Lavanderia - S.Maria della Pietà - Roma Nord