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ILLUSIONISMO, MALATTIA LETALE DEL SINISTRISMO
Publie le giovedì 21 ottobre 2010 par Open-Publishing2 commenti
Costa, la scelta di non andare, non partecipare alla grande manifestazione indetta dalla Fiom.
Costa, a fronte della propria storia.
A fronte della coscienza di essere, da tutta la vita, non al fianco bensì parte del popolo di donne e uomini, lavoratori. Operai.
Torna alla mente un libro fotografico, curato tra gli altri – da Aris Accornero – e edito da De Donato. Conserva le immagini di una storia del lavoro in Italia.
Tra le foto, si trovano quelle degli operai nella epica occupazione-autogestione delle fabbriche, durante il Biennio Rosso.
Una delle pagine più vibranti de “I dieci giorni che sconvolsero il mondo” è la cronaca della difesa operaia delle Officine Putilov contro il sabotaggio tentato dai dirigenti della fabbrica.
Ci sono scelte, nella vita, che affondano radici in un movimento collettivo che anima la Storia.
E le scelte costano.
Ma veniamo al sodo: gli argomenti, le motivazioni che hanno sostenuto la manifestazione di sabato 16 Ottobre, erano – sono – condivisibili. Condivise.
All’interno di tali motivazioni, se ne annidano altre: alcune per niente condivisibili, clamorosamente occultate, taciute, in ultima analisi negate. Esaminiamole:
1) È tale la motivazione strumentale dei residuali monconi di partiti: Prc, Pdci, Sel e dei loro figuranti maggiori: cogliere una mobilitazione popolare per provare a mettervi un cappello.
È certa la capacità di questo popolo di discernere e distinguere. Lo ha dimostrato rispetto al ricatto di Marchionne; lo ha dimostrato rispetto al sindacalismo neo-giallo di Bonanni.
Respingere quel ricatto e il servaggio è stato possibile perché operai e Fiom hanno scelto di chiamare le cose con il loro nome.
È imprescindibile usare lo stesso metodo, per leggere quanto avvenuto nella grande piazza di ieri.
Una delle cose – certo, non la più importante, ma ugualmente significativa – è stato vedere ciò che residua di una sinistra vecchia e inutile, tentare di riguadagnare ciò che lo stesso popolo del 16 Ottobre le ha tolto.
Quello che le è stato giustamente tolto, è la possibilità di travestirsi da comunisti in piazza, in piazza prendere l’autobus per il Parlamento e – una volta arrivati, accomodarsi al desco.
Ogni tanto scendendo in piazza, fare un po’ la voce grossa, spiegando però che non si può chiedere troppo.
Il 16 ottobre di nuovo sono riapparsi piccoli apparati in cerca di fortune accomodate su scranni parlamentari; candidati a farsi portavoce degli operai, degli studenti, dei precari sperando che i senza voce dimentichino da che parte stava Diliberto quando il suo governo bombardava le città, le fabbriche e i lavoratori della Yugoslavia.
Dimenticando da che parte stava Ferrero quando il suo governo approvava leggi contro i lavoratori e il suo partito,che e’ stato anche il nostro, cacciava Turigliatto perché si opponeva, coerentemente anche in Parlamento, alla guerra. Dimenticando che tutto avveniva per volontà del presidente della Camera Bertinotti e nel silenzio dei gruppo dirigente nazionale, Vendola compreso.
Chiamiamo questo atteggiamento con la parola adatta: opportunismo.
2) Altra motivazione sottaciuta e negata, questa importantissima per capire la giornata di Domenica, è perché vi si è giunti. Chiaro, si dice: Marchionne ricatta e Bonanni vuole farci servi. Questo però è solo l’oggi. Ci sono anni di vicende del lavoro e sindacali che lo hanno determinato..Cosa e’ stata la concertazione ,sposata in primis dalla stessa GCIL,se non la strada che poi a tutta velocita’ hanno imboccato Confinfindustria, Confapi e le altre Organizzazioni padronali?
Non e’ forse vero che si sono firmati accordi a perdere in questi anni,che hanno svuotato di diritti il mondo del lavoro?Non e’ forse vero che si sono ritenuti i governi di Centro-sinistra ,governi amici e il conflitto nei luoghi di lavoro e’ finito in soffitta?
O non e’ forse vero che i sindacalisti confederali sono stati sonoramente fischiati per esempio alla Fiat di Torino ,quando hanno presentato e difeso la finanziaria del governo Prodi e hanno fatto finta di niente?
Non e’ forse vero che una certa sinistra ha ritenuto Marchionne un rappresentante del capitalismo illuminato col quale aprire un percorso?
E la solitudine di chi perdeva il lavoro ed era costretto ad azioni di lotta estreme,salire sui tetti,su una gru o minacciare di darsi fuoco,non era forse la dimostrazione della solitudine operaia?
Non sono forse questi i tratti di strada che poi hanno portato a Pomigliano?
3) Il PD non era in piazza perché il suo problema è battere Berlusconi, non certo cambiare radicalmente il sistema che lo ha prodotto. Per la semplice ragione che è lo stesso sistema che ha prodotto la classe politica italiana – PD compreso – e che per reggersi ha bisogno delle politiche di Marchionne, non del riscatto del mondo del lavoro e della società italiana. Questo mostra una volta di più quanto sia miope l’opportunismo di chi vuole far fortuna legandosi al cocchio di Bersani e quale sciagura rappresenti per il popolo del 16 Ottobre. È l’illusionismo la malattia letale del sinistrismo.
4) Bisogna definire con le parole necessarie quello che forse è rimasto più sottotraccia, in questa giornata: Dove vogliamo arrivare? Quali sono gli obiettivi? Uno degli slogan più in voga, negli ultimi anni è “noi la vostra crisi non la paghiamo”. E qui sta un nodo: certo, questa è anche la determinazione della manifestazione di Domenica scorsa. Ma, allora, chi la paga la crisi della globalizzazione capitalista? Finché noi continuiamo a dire che non la paghiamo noi, beh...è chiaro che la paghiamo noi. Fino a quando cercheremo scorciatoie compatibili con il sistema, noi continueremo a pagare la crisi al posto di Marchionne. Qualcuno obietterà che il movimento operaio deve stringere alleanze: concesso! Ma certo non può stringere alleanze con il nemico. Oggi gli alleati degli operai possono solo essere le lavoratrici e i lavoratori, i precari, gli intellettuali progressisti, i tecnici; nelle scuole, negli ospedali, nei trasporti, nei servizi. Non saranno mai alleati Marchionne, Marcegaglia, Colanninno 1 e 2, Bersani, Casini ..
É finito, con la manifestazione del 16 Ottobre, il tempo in cui ci si poteva illudere senza danno. Oggi la posta in gioco è rappresentata dai loro profitti. E dalle nostre vite.
Di Tiziano Loreti e Sergio Spina: sono stati per moltissimi anni dirigenti del PRC di Bologna, ne sono usciti recentemente
Messaggi
1. ILLUSIONISMO, MALATTIA LETALE DEL SINISTRISMO, 21 ottobre 2010, 19:43, di Enrico Biso
Mi trovo completamente in accordo con l’analisi proposta, il 16 ha un senso compiuto se non ci faremo ri-turlupinare dalle politiche della sinistra governista.
Per tornare ad essere credibili, non si possono riproporre le vecchie politiche opportuniste e le vecchie figure inservibili.
Servono altri percorsi collettivi, pratiche autorganizzate , che del comunismo e dell’anticapitalismo non ne facciano solo una bandiera da sventolare, ma il fulcro del proprio agire quotidiano.
Al fianco di chi lotta, completamente politicamente indipendenti da pd e confindustria, altrimenti della crisi pagheremo il totale conto, nessuna illusione sul governismo di "sinistra" è la solita vecchia storia riformista.
2. ILLUSIONISMO, MALATTIA LETALE DEL SINISTRISMO, 21 ottobre 2010, 20:31, di nando
Ottima l’analisi,infatti sono stati i governi di centrosinistra i migliori alleati e fidati delle organizzazioni padronali,finanziari...Questi figuri dirigenti sinistroidi hanno usato i lavoratori e i loro sostenitori solo ed esclusivamente per fare i loro interessi, contribuendo a cancellare tutti qui diritti sociali... che il movimento operaio aveva conquistato con tanti sacrifici. La classe operaia... non ha bisogno di loro, tantomeno del governissimo.