Home > INSIEME AGLI STUDENTI IN LOTTA PER UN’UNIVERSITÀ DI TUTTI
INSIEME AGLI STUDENTI IN LOTTA PER UN’UNIVERSITÀ DI TUTTI
Publie le lunedì 29 novembre 2010 par Open-Publishing2 commenti
La situazione universitaria in Italia presenta profili di atipicità rispetto ad altri comparti del settore pubblico che sono in grave sofferenza a causa della crisi e delle scelte di questo governo. Sono anni che l’Università vive una emorragia di risorse e di personale, un decennio di riforme ha depotenziato il sistema universitario a favore di logiche liberiste e di precarizzazione del lavoro dei ricercatori e docenti, a discapito della didattica e della ricerca. In questi anni da parte di docenti, ricercatori, precari, personale amministrativo, studenti non si è verificata una risposta unitaria. Oggi, però, alla vigilia dell’approvazione della legge di sistema sull’Università che definisce in modo totale il declino e il totale asservimento della libertà dell’Università alle logiche del capitale, gli studenti hanno deciso di riprendere la lotta.
I maggiori rischi di questa situazione già compromessa da manovre finanziarie sono:
riduzione del FFOO (Fondo di finanziamento ordinario);
proposta di misurazione economica di produttività che non tiene conto delle specificità e della complessità del sistema;
spinta alla maggiore sinergia tra pubblico e privato con incentivazione di interventi dei privati nei percorsi decisionali;
blocco del reclutamento del personale docente e di quello amministrativo;
blocco delle assunzioni dei vincitori di concorso;
riduzione degli organici con pensionamenti obbligatori;
riduzione degli investimenti per la formazione alla ricerca (dottorati, assegni di ricerca);
espulsione dei docenti a contratto e dei contrattisti precari del settore amministrativo degli atenei;
esternalizzazione di servizi istituzionali a causa del blocco dei contratti a tempo determinato e della forte riduzione dei Co.Co.Pro. e Co. Co. Co.;
precarizzazione della figura del ricercatore con l’abolizione del ricercatore a tempo indeterminato e l’adozione della figura del ricercatore a contratto (3 anni rinnovabili solo una volta) con mansioni e carichi di lavoro di gran lunga peggiori e con un peggioramento salariale, con l’asservimento definitivo del ricercatore al potentato dei professori ordinari.
Se approvata, questa legge finirà di distruggere l’università italiana, producendo:
la fine del diritto allo studio per tutti con l’istituzione di un fondo di merito unico a cui si accederà dopo concorso nazionale;
l’ulteriore crollo della qualità della docenza e della ricerca scientifica;
una maggiore gerarchizzazione e un asservimento tra fasce della docenza e della ricerca;
il rafforzamento del potere dei professori ordinari;
la maggiore gerarchizzazione tra sapere scientifico e sapere umanistico;
progressivo asservimento della ricerca ai gruppi di potere e a obiettivi del capitale;
il potenziamento del finanziamento statale alle università private, spesso confessionali o telematiche, prive di ogni tipo di controllo da parte di strutture statali di valutazione dell’operato universitario.
A questo scenario occorre rispondere con una chiara ricerca di unità nella lotta contro la riforma Gelmini che non si deve fermare alla semplice opposizione a questa legge, non si deve fermare alla rivendicazione corporativa e salariale o all’occupazione di questi giorni. Occorre cementare le esigenze delle diverse parti che non hanno una posizione di potere all’interno della struttura universitaria (studenti, precari, ricercatori a contratto) con un rilancio del sindacalismo conflittuale all’interno dell’amministrazione universitaria per raggiungere l’unico obiettivo antiautoritario possibile in una struttura come quella universitaria che coincida con la progressiva diminuzione di potere alla fascia dei professori ordinari.
ACCANTO AGLI STUDENTI IN LOTTA, PER UN RITIRO IMMEDIATO DEL DDL GELMINI!
Federazione dei Comunisti Anarchici
29 novembre 2010
Messaggi
1. INSIEME AGLI STUDENTI IN LOTTA PER UN’UNIVERSITÀ DI TUTTI, 30 novembre 2010, 17:43, di Cosimo
Forse per capirci meglio e ora di finirla di utilizzare mezzi di pubblico dominio al fine di occultare cadaveri ideologici , persino quelli che non appartengono alla tradizione anarchica italiana.
Rimarco con semplicità che il dibattito e svilito dalla mancanza di parere autorevoli di esponenti "disobbedienti" ancora presenti come liberi docenti nelle Università Italiane.
Il compito di questi personaggi vincitori di concorsi fantasma sembra essere quello di raccogliere quanti più studenti con cui non correlarsi comunque per poter nascondere ad oltranza il mito della militanza culturale .
Francamente l’unico che mi ha convinto e stato Oreste Scalzone che lontano da partigianerie di tipo familiaristico o di convivialità si e dovuto poi allontanare dall’Unical per ritornare a fare il menestrello della filosofia Italiana chissa dove.
Ritengo che aver perso un simile docente associato sia opera non della Gelmini o del Rettore dell’Unical il pluriconfermato cosentino doc La Torre osannato dai ruffiani della città, ma del fatto che durante la sua conferenza di apertura dei lavori nessun professore si e dimostrato in grado di conoscere tracce dei risultati di studi antropologici da lui esaminati.
So che è entrato in contatto con il movimento alter - global di Cosenza e qui io l’ho abbandonato come personaggio malvisto alla ricerca di gloria personale.
Abbandonare gli studi della letteratura e opera che è avvenuta piu ho meno col divampare delle partigianerie comuniste dei tempi del grande arrivo mass mediatico :il televisore.
Il proletario divenne un oggetto ad uso è consumo degli estremisti libertari e non per farla breve indisponibile per la sviluppo di una tradizione culturale che puo essere ritenuta forte.
Tutto cio è è avvenuto ripetendo ciclicamente la storia dei comunisti Italiani come Gramsci grande ammiratore del rinascimento pur considerato dai suoi compagni irriverenziale.
Ad oggi il peso e la preponderanza degli studi umanistici e pari allo 1% degli interpreti dell’Università , reperire testi di antropologia culturale e di libero dominio solo presso autori di lingua estera (e questa è un tiro mancino) come Rabbelais , Chomsky, o il francese Barthes.
Ancora una volta gli studi sociali dell’universita italiani non trovano nessuno campo materialistico applicativo.
Ripetere all’infinito come a fatto il mio amatissimo Calvino con fare duro e monotono che la tradizione culturale filologica va rispettata porta semplicemente all’allontanamento delle persone dalla considerazione ovvia che la filosofia e l’anticamere della socialità.
Mi sono piu volte rifiutato di consultare i testi di autori come Petronio che rivisita in tv dai Garinei e Giovannini attraverso i documentari sull’imperialsmo asbrurgico.
La sociologia di massa sembra scoraggiare i letterarati , mentre rinvigorisce i lottatori spartachisti.
Costruire un reportage di carattere antropologico secondo le caratterischie semiologiche impiantate alla Sorbona da Roland Barthes e opera contestuale.
C’e da dire che pubblicare un libro equivale a fare un bel regalo o al tipografo o all’editore e c’e da dire che bisogna pure pagare la Siae con circa 700 euro annuali per una singola opera.
Ad oggi trovare personale in grado di fornire strutture e strumentazione ad uso culturale è opera che mi risulta come dato di uno sforzo inutile che ho compiuto.
Rivolgersi alle autorità competenti significa venir aggrediti verbalmente come amanti dell’incuria personale come amico dei nomadi , campesinos e persino dei senzaterra delle favelas brasiliane.
Sinceramente non capisco perchè un laureato in lettere è filosofiia deve andare a cogliere ciliege , ho mangiarsi per lusso di partito cinque castagne al prezzo di un euro .
Questa è la filosofia dei miei ex compagni di partito
RC .
2. INSIEME AGLI STUDENTI IN LOTTA PER UN’UNIVERSITÀ DI TUTTI, 1 dicembre 2010, 01:20, di Nando
Per Cosimo, hai fatto un commento filosofico, superficiale... che non ci azzecca un cavolo, dai veri problemi che l’articolo mette in evidenza.