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IRAQ: LE VITTIME DI NASSIRIYA MORTE PER IL PETROLIO DELL’ENI

Publie le venerdì 13 maggio 2005 par Open-Publishing

IRAQ: LE VITTIME DI NASSIRIYA MORTE PER IL PETROLIO DELL’ENI
L’ENI e il Governo si scusino con le famiglie dei soldati italiani e degli iracheni e con il popolo italiano

Quanto sosteniamo da tempo, sempre smentiti dal Governo e dall’ENI, si è rivelato vero: le truppe italiane sono a Nassiriya per proteggere il contratto firmato dall’ENI con Saddam Hussein, per lo sfruttamento dell’omonimo campo petrolifero. Ecco perché, e per chi, sono morti i militari italiani.
Tutte le frottole sulla “operazione umanitaria” e sul “portare la democrazia” si sgonfiano come quelle sulle armi di distruzione di massa: già sei mesi prima delle guerra, mentre gli ispettori dell’Onu erano in Iraq, il Consiglio di Sicurezza discuteva, il Governo stava già studiando dove mandare le proprie truppe.

Già a suo tempo avevamo denunciato che, prima dell’arrivo dei militari, nel giugno 2003, erano volati a Nassiriya, su un aereo militare, esponenti dell’ENI, ora si apprende che questa non è una coincidenza.

Ci chiediamo se ora l’ENI assumerà la responsabilità che le compete nei confronti delle famiglie che hanno perso un congiunto per sorvegliare i suoi barili di petrolio e nei confronti dei civili iracheni rimasti vittime nella “battaglia dei ponti”.

Ci chiediamo se il Governo ammetterà di aver mentito agli italiani sugli obiettivi della presenza a Nassiriya e sul fatto che la discussione sull’invio delle truppe era una pura copertura di decisioni già prese.

Mai tanto vero si è rivelato lo slogan del movimento pacifista americano: No blood for Oil.

Oggi torniamo a chiedere con maggior forza il ritiro immediato delle truppe italiane e l’avvio di una nuova fase che sia finalizzata con atti politici, diplomatici ed economici a sostenere un processo di dialogo tra le diverse componenti irachene, che sia autonomo dalle forze occupanti e che favorisca la riconquista della sovranità e sconfigga il terrorismo.

Invitiamo tutto il popolo della pace a mettere in atto una diffusa campagna di denuncia e di boicottaggio non-violento dell’ENI, come sta facendo da tempo il movimento pacifista statunitense con le multinazionali Bechtel e Halliburton.

Un ponte per aveva denunciato il vero motivo della presenza italiana a Nassiriya all’indomani dell’attentato nel novembre 2003, lo aveva scritto sul Il Manifesto il 16 gennaio 2004 e ripetuto il 18 marzo 2004 nel convegno La ricostruzione in Iraq. Un gioco di interessi

http://www.unponteper.it/article.php?sid=1162