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Il 1° partito d’Italia è il PDA, partito dell’astensione

Publie le giovedì 1 aprile 2010 par Open-Publishing
3 commenti

Il primo partito d’Italia è il PDA, partito dell’astensione, cioè di quelli che non riescono più a tollerare né il Pd né il Pdl, e conta il 36% degli elettori.

Ad essi si devono aggiungere quelli che hanno dato scheda bianca o nulla, voti persi di cui il Vicinale è sempre restio a comunicare i numeri ma che nella sola Campania riguarda ben l’8,4% dei votanti e nessuno ci venga a dire che di questi voti mancati è responsabile Beppe Grillo!

A questo punto possiamo dire con certezza che per la maggioranza degli italiani il bipolarismo è una esperienza fallita che per loro potrebbe anche essere morta e sepolta con la scomparsa dalla scena di tutti i vecchi partiti esistenti, nessuno dei quali può da solo fare alcunché di buono per l’Italia e che tutti insieme a forza di collusioni, tradimenti del bene comune e corruzione, hanno fatto la rovina di questo paese.

Che proprio il bipolarismo sia difeso da Bersani è paradossale, visto che dal bipolarismo il Pd è stato massacrato e i fatti mostrano che senza di esso B sarebbe perduto.
Il suo ci pare l’accanimento del morente.

Sarebbe curioso sentire in tv qualche dibattito tra rappresentanti del PDA e vecchi rappresentanti di queste vecchie parrocchie fatiscenti e antidemocratiche.

Queste elezioni hanno segnato la più bassa affluenza alle urne registrata nella storia repubblicana. Dare la colpa a Grillo e ostinarsi a non capire che le colpe dei partiti sono ben maggiori e croniche, è demenziale e impedisce di fare un’autocritica ben più profonda che sarebbe doverosa come lo è la medicina per una malattia mortale, e implicherebbe il salto di parecchie teste, ree di avere dissolto progressivamente il proprio elettorato con strategie che definire masochiste o imbelli sarebbe poco.

Non si può vivere di sciocchezze illusorie e rinnegare la propria storia e il proprio compito e poi pretendere che anche gi altri seguano questa via storta, continuando sulla teoria del ‘meno peggio’.

Quando gli italiani non liberi di pensare ma ‘appartenenti’ a qualche partito si saranno levati dagli occhi fedi cieche, fanatismi ottusi, pregiudizi radicati e il vizio di credere che una appartenenza debba essere difesa oltre ogni logica, impedendo alla mente di vedere l’evidenza della storia e dei fatti, sarà troppo tardi.

Se siamo arrivati a questo punto di degradazione morale è anche colpa di chi ha nutrito una fede irrazionale e bislacca, ostinandosi a non capire gli eventi.

C’è un momento nella vita in cui bisogna crescere ed emanciparsi dai padri putativi prendendo le distanze dai loro errori o si resta bamboccioni politici in eterno.

Incolpare Grillo poi.. è talmente cretino! quando sono almeno 20 anni che i vertici della sx vivono in un mondo a parte, dimenticano radici e tradizioni, rinnegano i bisogni popolari e pensano solo ai loro autorefenziali bottini.

Del resto gran parte degli italiani conoscono Grillo solo per nome o nemmeno quello.

I numeri dell’astensionismo vanno ben oltre quello che può aver fatto la costante denuncia di Grillo dei partiti ufficiali, denuncia che stava nei fatti, nelle cose, a meno che uno non si costringesse ad essere muto, cieco, sordo e un po’ tonto.

Ma la Campania l’avete vista o no? E la Calabria ne sapete qualcosa o no? E del conflitto di interessi e dello scudo fiscale ne avete sentito parlare? O forse vi sono sfuggiti anche i tradimenti al precariato, ai diritti delle donne, ai migranti, la crisi, gli attacchi ai diritti del lavoro, la corrosione di democrazia, la rappresentanza non più democratica, la mancata difesa della Costituzione? Quante cose vi sono sfuggite in nome della difesa di una appartenenza? E ora che il cattivo seme porta mezzo paese a non votare, ne date la colpa a Grillo?!

Masada 114. Poli al palo

http://masadaweb.org

Messaggi

  • In questo contesto il punto di "degradazione morale" era andare a votare.
    Grillo è parte del problema, non la soluzione.

  • è il "parito della lotta sociale" che latita... tutti a sinistra stanno a menarsela sul da farsi... o su come questo o quel micropartito sia più di sinistra dell’altro... MA PENSASSIMO AD ORGANIZZARE LOTTE PIUTTOSTO. E basta anche con "le analisi", il "mea culpa" e via dicendo... tante fabbriche presidiate, tanti luoghi occupati dai lavoratori, tante scuole in lotta contro la riforma brunetta-tremonti, una mltitudine in lotta contro la privatizz dell’acqua, migranti in lotta contro l’espulsione, comitati di lotta contro gli sfratti, comunità intere in lotta contro la TAV o l’ampiamento di basi militari... e presto toccherà al nucleare e via dicendo... ed invece di occuparci di trovare il modo per trasformare tutto questo in un grande blocco di lotta sociale... in tanti continuano a ragionare e meditare sui flussi elettorali. Un terzo non ha votto. Bene. MA QUESTO NON SERVE A NULLA SE NON SI TRADUCE IN LOTTA E PARTECIAPZIONE DIRETTA. Poi, ci mancherebbe, ognuno faccia come crede.