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Il MINCULPOP incombe

Publie le venerdì 28 maggio 2010 par Open-Publishing

Qui non c’è solo una legge bavaglio contro l’editoria e un piano di ostacolo e oscuramento di indagini a personaggi eccellenti. Siamo in presenza di un progetto molto articolato di fascistizzazione dello Stato che supera quello dello stesso Mussolini, di cui non a caso Libero regala ben 6 discorsi e che Berlusconi non si perita di citare come “grande dittatore” davanti alla platea allibita dell’OCSE.

Si intende arrivare ad uno Stato in cui per entrare in qualsiasi posto pubblico si deve giurare fedeltà non alla Costituzione e alla repubblica italiana, ma a un dittatorello di turno, e dove la libertà di critica sarà sostituita dall’obbligo alla venerazione e dall’apologia dei potenti, e il titolo di merito per una promozione sarà la piaggeria più smaccata verso gli stessi, come attesta quel Provveditore dell’Emilia Romagna che vieta qualunque critica al regime.

Insomma presto il fascicolo elettorale di Bondi celebrativo di Berlusconi diventerà libro di testo, così come nel fascismo la vita di Mussolini veniva studiata con reverenza dagli scolari, così come la Moratti tentò di introdurre il veto a Darwin e il creazionismo nelle scuole e lei ed altri provarono a emendare i libri di testo non solo dal Risorgimento ma anche dalla Resistenza, in un revisionismo a senso unico che riabilitava il ventennio. E, in luogo dell’apologia di fascismo come reato, avremo come reato la critica al potere o l’informazione sui delitti dei potenti.

Ci provò già il missino Garagnani a Bologna a istituire il telefono spia su cui gli studenti dovevano denunciare i loro professori che criticassero il governo. Ci riprova ora questo turpe provveditore emiliano Marcello Limina.

Il Minculpop incombe. E il Pd dorme, come, il suo sogno di coma, mentre Napolitano non ci dà la minima garanzia che questa deriva totalitaria possa essere in qualche modo fermata.