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Il Partito della Sinistra Europea ad un anno da Berlino.
Publie le martedì 25 gennaio 2005 par Open-PublishingDazibao Partito della Rifondazione Comunista Parigi
Che fine hanno fatto le critiche dell’Ernesto?
di Ok. Tober
Un anno fa si trovavano a Berlino i partiti che decidevano di promuovere la costruzione
del Partito della Sinistra Europea. Tra questi in prima fila il Partito della
Rifondazione Comunista e il Partito del Socialismo Democratico (PDS) tedesco.
L’appello di Berlino diede vita ad una violentissima campagna sia interna che
pubblica da parte della componente guidata da Grassi. Le accuse toccavano sia
il metodo che il merito della scelta operata dal Partito.
Di fronte a al tono della polemiche di allora è sorprendente notare come questo tema sia ora pressoché scomparso dalla loro campagna congressuale. Nella lettera di Grassi ai sostenitori di questa componente, dove si fa una sintesi delle principali critiche alla maggioranza del partito, non si fa nessun cenno al Partito della Sinistra Europea. E’ legittimo chiedersi come mai.
Innanzitutto molte delle profezie di sventura avanzate un anno si sono rivelate totalmente infondate. Si diceva che la Sinistra Europea avrebbe creato problemi al gruppo parlamentare in Europa, che avrebbe seminato spaccature in alcuni partiti comunisti, che avrebbe indebolito la sinistra alternativa. Niente di tutto questo è avvenuto.
Il Gruppo della sinistra europea organizza tutte le forze politiche che erano già presenti al suo interno e alcune nuove vi si sono avvicinate. Lo stesso Partito della Sinistra Europea ha ampliato, pur tutte con tutte le difficoltà che vi sono a superare divisioni e conflitti, le proprie relazioni. Il Partito Comunista Francese aveva subordinato la conferma della propria partecipazione ad un referendum degli iscritti. Ora gli iscritti si sono pronunciati al 75% a favore dell’adesione all’SE. Il Partito Comunista Boemo-Moravo ha deciso di aderire come osservatore compiendo un passo avanti rispetto all’atteggiamento tenuto nel congresso di fondazione svoltosi a Roma. Altre formazioni come l’AKEL cipriota o il Blocco di Sinistra portoghese hanno dato il proprio contributo a far sì che il Partito della Sinistra Europea potesse ottenere il riconoscimento ufficiale del Parlamento europeo richiesto dalla normativa vigente.
Non tutta la sinistra comunista e alternativa ha aderito. Ma questo non per volontà delle forze costitutive del partito europeo quanto per le divisioni ideologiche e politiche esistenti ormai da decenni nella sinistra. Le forze politiche che restano fuori dall’SE lo fanno per due motivi. Alcune per ragioni legate al proprio profilo ideologico. Vi sono partiti della sinistra scandinava, ad esempio, che si considerano ormai del tutto estranee alla identità comunista e vogliono mantenere rapporti di collaborazione anche con il partito verde europeo.
Altre forze, pur partendo da collocazioni ideologiche diverse, si oppongono perchécontestano la dimensione europea come tale e non solo le politiche neoliberiste portate avanti fino ad oggi dall’Unione Europea. C’ è un evidente ripiegamento sul terreno nazionale, fino a far proprie tematiche euroscettiche proprie più di forze scioviniste (in Italia, la Lega Nord) piuttosto che di partiti che vengono da una tradizione internazionalista.
L’unico partito comunista di una qualche consistenza che abbia fatto una vera e propria campagna di disinformazione e di polemica pregiudiziale nei confronti del progetto del Partito della Sinistra Europea è stato il Partito Comunista Greco. Questo partito è uscito all’indietro dalla crisi del socialismo reale e dal crollo dell’Unione Sovietica. Si muove in una prospettiva che è grosso modo quella dello stalinismo zdanoviano del Cominform dell’inizio della guerra fredda. Ne risulta un tentativo ormai anacronistico di riproporre la ricostruzione di un movimento comunista internazionale che nemmeno i sovietici, con tutto la loro potenza materiale prima ancora che politica, erano riusciti a salvare.
Il Partito Comunista Greco è riuscito ad attivare nella propria campagna internazionale contro il Partito della Sinistra Europea solo alcuni gruppuscoli come il PC Turco, che in realtà non ha nulla a che vedere con il partito "storico" dei comunisti di quel Paese, o il Pc norvegese, gruppuscolo insignificante la cui presenza politica va poco oltre alla gestione di un sito Internet. L’unico alleato di un qualche peso che ha trovato, in questa opera di divisione della sinistra alternativa europea, è stato proprio la componente dell’Ernesto all’interno del PRC.
Oggi il Partito della Sinistra Europea rappresenta circa 7 milioni di elettori della sinistra comunista e alternativa dell’Unione Europea su un totale di circa 10 milioni. Le componenti che restano fuori sono riconducibili ad almeno tre diversi schieramenti tra loro abbastanza incompatibili. I comunisti "ortodossi" (greci e portoghesi, ma questi ultimi con una posizione molto più sfumata); i trotzkisti francesi e alcune altre tendenze di sinistra radicale, i rosso-verdi scandinavi.
Si è visto come la nascita del Partito della Sinistra Europea non abbia affatto prodotto elementi di divisione, se non quelli artificialmente introdotti dagli oppositori. Ci si può chiedere se altre forme di intesa avrebbero potuto raccogliere uno schieramento più ampio come sostenuto dall’Ernesto.
Questo è stato un tema utilizzato polemicamente dall’Ernesto che, sulla base dei conteggi di Sorini il suo esperto in materia, sosteneva che vi fossero 40 partiti da coinvolgere, e allargandosi verso l’ex Unione Sovietica si poteva arrivare a 60. In questi numeri in realtà si mettevano insieme strumentalmente partiti da 2 milioni di elettori con gruppuscoli di poche centinaia e in qualche caso di poche decine di iscritti, che non hanno nemmeno la forza sufficiente per presentarsi alle elezioni.
Assumiamo comunque i 40 o 60 partiti conteggiati da Sorini. Oltre al gruppo della sinistra nel Parlamento europeo si sono espressi altri due momenti comparabili di aggregazione della sinistra alternativa: la piattaforma elettorale per le elezioni europee del giugno scorso e il Forum della nuova sinistra europea attivo da più di dieci anni.
Interessante la vicenda della piattaforma per le elezioni europee perchési è intrecciata con la formazione del Partito della Sinistra Europea e ha visto il protagonismo di un partito che non ha aderito all’SE, il PC portoghese. La piattaforma è stata elaborata, ma bisogna dire che non ha avuto alcun impatto politico a differenza della creazione del partito europeo. Il dato più interessante ai fini del nostro discorso è che il numero dei partiti che l’hanno firmata non è superiore a quello dei sostenitori della Sinistra europea. Sono 14 partiti e quindi siamo ancora ben lontani dai 40 di Sorini.
L’Ernesto stesso ha ignorato del tutto questo documento. Lo ha fatto per due ragioni piuttosto evidenti. La prima è quella citata del numero dei partiti che l’hanno sottoscritta. L’altra riguarda l’assenza, tra i firmatari della piattaforma, del PC greco. A dimostrazione che è quest’ultimo ed essersi collocato in una posizione che lo isola dalla gran parte della sinistra alternativa e comunista europea.
Stesso discorso si può fare per il NELF, il Forum della nuova sinistra europea, a cui appartiene anche Rifondazione. Il NELF nell’ultimo anno è stato molto sponsorizzato dal PdCI di Diliberto, in funzione anti-Rifondazione. Questo Forum è quello che più si avvicina alla proposta che l’area dell’Ernesto avanza nella mozione congressuale. E’ una istanza di dibattito alla quale partecipano una ventina di partiti. In buona parte sono gli stessi della Sinistra Europea a cui si aggiungono gli scandinavi, che vi hanno svolto sempre un ruolo di primo piano.
La vicenda del NELF presenta una doppia conferma alle tesi sostenute da Rifondazione Comunista. Innanzitutto che la nascita del partito europeo non è in contraddizione con altre forme di coordinamento che restano attive. In secondo luogo che la difficoltà di unire la sinistra comunista e alternativa europea presenta si ripropone qualsiasi sia lo strumento che si utilizzi. Da parte sua l’ernesto ha sempre ignorato il NELF. Immaginiamo che anche in questo caso vi sia l’imbarazzo di dover spiegare perché il PC greco (a differenza, ancora una volta, del PC portoghese), nuova stella polare del "comunismo ortodosso", non partecipi nemmeno a questa sede di confronto della sinistra alternativa, pur poco vincolante e a cui pure partecipano altri partiti anti-europeisti.
Concludiamo facendo riferimento ad un altra profezia ampiamente diffusa dagli oppositori del Partito della Sinistra Europea, secondo cui il nuovo soggetto politico sarebbe stato necessariamente subalterno alle posizioni liberiste espresse in questi anni dalla Commissione Europea. La posizione molto netta assunta dall’SE sul trattato costituzionale europeo è una dimostrazione chiara del contrario.
L’SE è nettamente schierato a fianco delle forze politiche che si stanno impegnando per il No al trattato nei Paesi dove gli elettori sono chiamati ad esprimersi con un referendum. E’ così in Spagna ed in Francia. Si è potuto verificare come l’esistenza di un soggetto politico forte e non di un semplice coordinamento consenta di far crescere l’unità della sinistra comunista e alternativa e di intervenire nel conflitto politico europeo senza rinchiudersi nel localismo nazionalistico.