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Il calcio: lo sport piu’ truccato al mondo

Publie le lunedì 19 luglio 2010 par Open-Publishing

di Dora Quaranta - 17 luglio 2010
Roma. Le squadre di calcio sono da sempre controllate dalle mafie che gestiscono il calcio scommesse, condizionano le partite, riciclano soldi. Parole di don Luigi Ciotti pronunciate ieri in occasione della presentazione a Roma del dossier di Libera “Le mafie nel pallone – storie di criminalità e corruzione nel gioco più truccato al mondo. Potenza calcio: il caso limite”.

Ammontano a più di 30 i clan malavitosi coinvolti nell’affare calcio che emergono dalle principali inchieste della magistratura: solo per fare alcuni nomi basti pensare ai Lo Piccolo, ai Casalesi, ai Mallardo, ai Misso, ai Pesce ed ai Santapaola. Le mafie così si assicurano anche visibilità e presidio del territorio e, stando alle dichiarazioni dei collaboratori, utilizzano il calcio giovanile per attingere nuova manovalanza.
Un business illegale che non lascerebbe immune nessuna regione italiana, a partire dalla Lombardia al Lazio – dice il dossier – fino alla Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia, dove il radicamento sarebbe profondo.
E’ emblematico il caso del Potenza Calcio. In seguito a due anni di indagini il 23 novembre 2009 viene arrestato il patron della società, Giuseppe Postiglione per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Il procuratore Francesco Basentini accusa Postiglione di aver scommesso forti somme su ben sette partite di Prima Divisione del campionato del 2008-2009 e su una di serie B del 20 aprile 2008, Ravenna-Lecce. Solo da quest’ultima, dice il magistrato, Postiglione avrebbe ricavato 86 mila euro.
Don Ciotti ha ricordato che Libera già tre anni fa ha denunciato l’entrata della mafia nei piccoli club della piana di Gioia Tauro e che i pentiti da tempo ormai “dichiarano che i presidenti dei club hanno offerto loro posti di lavoro”.