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Il cinico Marchionne

Publie le venerdì 23 luglio 2010 par Open-Publishing
3 commenti

E per fortuna che Napolitano nominò Marchionne Cavaliere del lavoro! Si vede che un titolo di Cavaliere ai peggiori non lo nega nessuno!

Il grande amministratore del gruppo Fiat, l’abile gestore del patrimonio degli augusti rampolli Lapo ed Elkan, si è inventato un sistema davvero mirabolante per fare affari, un sistema che puzza di truffa e di cinismo sfrontato:

impianta stabilimenti o ristruttura fabbriche già esistenti nei paesi dell’est o preda della crisi con governi incapaci o corrotti come quello italiano, promettendo investimenti e occupazione, si fa dare cospicui contributi governativi per tanto lavoro e sviluppo, chiede in cambio l’appiattimento dei diritti del lavoro e lo stato di similschiavitù degli operai, mette un paese contro l’altro, un mondo del lavoro contro un altro, addirittura uno stabilimento dello stesso paese contro un altro, poi, ottenuto quello che voleva, scappa col malloppo e chiude tutto, ricominciando la stessa manfrina da un’altra parte.

Naturalmente, a quel punto, la colpa è dei sindacati, o degli operai che non si sono asserviti abbastanza.

Così, per giustificare la chiusura di Pomigliano, incolpa i lavoratori italiani di assenteismo e di pratica sindacale impropria, nicchia sul risultato del referendum, dichiara che i sindacati sono inaffidabili, ma è una manfrina, visto che i giochi li ha tutti fatti prima, adduce i punti di qualità degli operai polacchi, e mette Mirafiori contro Pomigliano e sindacato contro sindacato (qui la connivenza di UIL e CISl gli fa il gioco facile), addirittura non gli basta avere dalla sua la sconcia e cinica Confindustria della Marcegaglia, ma riduce a succubi anche Bersani e lo stesso PD, cieco o incapace di capire i giochetti furbastri del tipo.

Poi, però il gioco va avanti, non sono premiati nemmeno i famosi operai polacchi e la Fiat si trasferisce in Serbia. 400 milioni arriveranno dalla Banca europea degli investimenti, 250 dal governo serbo. Se i 400 milioni glieli desse B, Termini Imerese resterebbe aperta. E avanti così, la giostra continua. Anzi, il furto avanza.

http://masadaweb.org

Messaggi

  • Se la fiat si vuole trasferire si trasferisse. Per prima cosa però dovrebbe restituire tutto quello che ha avuto dallo stato italiano che è abbastanza per comprarci 5 volte la fiat( ma non le macchine)compresi quelli avuti quando gli Agnelli piangevano piangevano miseria e poi portavano all’estero i soldi avuti dal governo( cioè noi)come dimostra la causa di Margherita Agnelli che solo di parte sua vuole 1 miliardo di euro portati in Australia( figurati tutti gli altri). Poi si vuole trasferire? Non siamo certo obbligati a comprare fiat, però quando non venderanno più i due milioni di auto a cui sono abituati in Italia e falliscono( perchè in Europa non se la compra nessuno)non piangessero davanti alle telecamere( ed alle camere). Intanto coi soldi ripresi dagli Agnelli ci rifacciamo un’industria nazionale fatta solo in Italia Mi pare semplice no? michele

    • Marchionne in azione anche alla Sevel di Atessa (Chieti)

      ATESSA. Ha destato scalpore la vicenda delle lettere di richiamo che la Sevel, azienda del gruppo Fiat che produce i veicoli commerciali, ha indirizzato ai lavoratori ritenutti troppo assenteisti. La notizia fornita dalla Fiom-Cgil e diffusa dal Centro è finita anche all’attenzione delle segreterie sindacali nazionali.

      Nei prossimi giorni sarà tra gli argomenti in discussione al tavolo nazionale sulla sicurezza e la salute del gruppo Fiat. Dopo il caso Pomigliano, la vicenda Sevel è diventata scottante. La fabbrica di Atessa è finita nel mirino della Fiom per una serie di lettere con cui si contestano agli operai le ripetute assenze per malattia. Troppi certificati medici nel primo semestre 2010, a detta della Sevel, che si riserva di «valutare e decidere sulla prosecuzione del rapporto di lavoro».

      «Una minaccia bella e buona di licenziamento», insorge la Fiom. Per il sindacato delle tute blu della Cgil «siamo di fronte a "un effetto Pomigliano d’Arco", con la Fiat che va a caccia di assenteisti veri o presunti anche in Val di Sangro». Una ventina i casi finora a conoscenza dell’organizzazione, ma potrebbero essere assai di più. La vicenda ha assunto una valenza nazionale dopo la denuncia del segretario provinciale della Fiom, Marco Di Rocco, il quale ha portato il problema all’attenzione di Maurizio Marcelli, coordinatore dell’ufficio salute, ambiente e sicurezza del sindacato. A questo punto è nato anche un piccolo giallo. Marcelli, infatti, ha posto la questione alla Fiat, ma il gruppo torinese avrebbe risposto di non esserne a conoscenza, secondo quanto riferito da Di Rocco.

      La polemica è diventata così ancor più rovente. «La Sevel deve ritirare le lettere di richiamo e sostituirle con altrettante missive di scuse ai lavoratori», afferma Di Rocco. Oggi, intanto, la Fiom ha indetto alla Sevel uno sciopero di 4 ore - le ultime di ogni turno - per protestare contro la mancata erogazione del premio di risultato (Pdr) e i licenziamenti di Melfi e Mirafiori. Per gli stessi motivi sciopera anche l’Usb (Unione sindacale di base), il cui delegato di fabbrica
      Fabio Cocco parla di «repressione messa in atto dalla Fiat». «I lavoratori della Sevel, nonostante l’astensione dal lavoro di venerdì scorso, non hanno ancora avuto certezze dalla direzione aziendale sulla erogazione del premio di risultato 2009. La Fiat, mentre distribuisce milioni di utili agli azionisti e aumenta del 40% gli stipendi dei dirigenti, fa pagare due volte la crisi ai dipendenti: infatti il reddito 2009 a causa della cassa integrazione è sceso del 30% e a oggi vogliono dare nemmeno il premio di 600 euro», afferma la Fiom. Il sindacato rivendica la corresponsione immediata di un Pdr non inferiore all’anno scorso (600-800 euro) a tutti i dipendenti, anche a quelli in Cig, il ritiro dei licenziamenti di Melfi e Mirafiori, l’apertura di un negoziato sulle prospettive industriali e occupazionali del gruppo.

      23 Luglio 2010

      Alberto Savelli

      http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2010/07/23/news/il-caso-sevel-sul-tavolo-nazionale-2192008

  • Siamo stufi e stanchi di veder piangere lacrime di coccodrillo da parte dei dirigenti Fiat, se ne vadano dall’Italia una buona volta, hanno fatto troppi danni e rubato tanto dalle tasche degli italiani... C’è un limite a tutto!!