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Il muro dell’indifferenza

Publie le domenica 11 giugno 2006 par Open-Publishing

Dazibao Guerre-Conflitti medio-oriente

Venerdì una nave israeliana bombarda una spiaggia di Gaza: strage di bagnanti, donne, bimbi, famigliole distrutte.

La grande stampa italiana (le edizioni cartacee: quelle su Internet invece ieri hanno dato la notizia nella loro front page)ignora in prima pagina lo sconvolgente episodio: il Corriere della Stampa pubblica un articolo a pagina 14, la Repubblica a pagina 21, la Stampa un taglio basso a pagina 9.

Viene un dubbio: si tratta di vittime di serie B? Oppure tanto disinteresse è dovuto al fatto che Hamas governa a Gaza? Perchè gli attentati dei kamikaze palestinesi balzano sempre in prima pagina mentre le stragi di innocenti palestinesi provocate dalle forze militari israeliane sono trattate con minore impatto giornalistico? Quali sono le nuove regole delle gerarchie giornalistiche di casa nostra? Forse bisogna dichiarare, come ha fatto Bush per l’uccisione di Zarqawi, "giustizia è fatta"?

La Rai ha mostrato immagini terribili, nei suoi tiggì: materia, diciamo così, giornalistica, ce n’era per riflettere su queste derive della politica "armata" che domina la questione palestinese. Ora, facciamo uno sforzo, mettiamoci nei panni dei familiari sopravvissuti di quei disgraziati che se ne stavano tranquilli in riva al mare: la loro mente sarà piena di rabbia, rancore, odio, la loro pietà verso i cari perduti per eccesso di odio altrui per qualche giorno non si trasfomerà in rassegnazione.

Già. La rassegnazione e la disperazione di chi è nato palestinese e abita in quei brandelli di terra senza risorse che Israele gli ha faticosamente concesso e dove la gente vive in condizioni miserabili (segnalo a questo proposito Le Monde: tre giorni fa ha pubblicato un lungo e drammatico reportage da Gaza, due pagine che non lasciano indifferenti). Poi ci si domanda perchè l’estremismo armato di Hamas fa proseliti...

Fosse successo a noi, come ci sentiremmo? Bene: i palestinesi non hanno nemmeno il diritto di esternare questi sentimenti, li taccerebbero subito di terrorismo.

La cronaca quotidiana dai Territori segnala eccidi di civili ammazzati "per sbaglio" da Israele, case distrutte, infrastrutture devastate, ma tutto viene archiviato sotto la voce "errori ed effetti collaterali" che nella stragrande maggioranza dei casi passano sotto silenzio.

Al massimo, si annunciano inchieste interne da parte delle autorità militari israeliane, e con ciò ci si mette in pace con la cosiddetta coscienza civile e democratica.

E’ giusto? Oppure: è inevitabile?

O ancora: dopo il Muro e le barriere che gli israeliani hanno eretto per "proteggersi" dal pericolo palestinese, tocca all’opinione occidentale di alzare a sua volta il muro (siamo in tema) dell’indifferenza?

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