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Il “saggio”Berlusconi a Obama: “Ti darò qualche consiglio”
Publie le mercoledì 5 novembre 2008 par Open-PublishingIl “saggio”Berlusconi a Obama: “Ti darò qualche consiglio”
di Michele Bono
L’America volta pagina. Barack Obama conquista la Casa Bianca e diventa il primo presidente di colore degli Stati Uniti d’America. La folla dei suoi sostenitori si catapulta in piazza a festeggiare sulla scia di un’ ottima prospettiva di cambiamento. Le borse attendono con ansia una sana boccata d’aria fresca. Mc Cain, devastato, si precipita al telefono e si congratula col vincitore. I premier di tutti gli Stati del mondo inviano messaggi di grande stima. E in Italia?
In Italia, come al solito, per non smentirsi, piovono le gaffe. Berlusconi, invasato megalomane, si dimentica di aver scodinzolato fino a qualche giorno fa per “l’eroe coraggioso” G.W. Bush ed invoca, alla notizia della fine degli scrutini americani, “un’amicizia ancora più forte” con gli States, lasciandosi andare a quella bontà pelosa che gli fa dire “sono più anziano, gli darò dei consigli”.
Appresa la dichiarazione Obama abbandona i festeggiamenti e si precipita nella sua stanza. Chiede di voler rimanere da solo in silenzio, fa un respiro profondo, trafitto dall’emozione e chiama il Re Silvio, che forte della sua grandissima esperienza lo tratta bonariamente come il figliol prodigo: ”Caro Barack, consentimi, ma non è corretto essere negro. Dovresti fare una piccola operazione, prima di tutto, e tornare bianco. Poi circondati di qualche bella gnocca, che fa sempre audience. Pamela Anderson alle pari opportunità, a mio avviso, sarebbe perfetta”.
Il giovane neo presidente ringrazia con profonda deferenza e convoca la biondona, che purtroppo, per sua sfortuna, declina l’invito: deve girare la nuova serie di Baywatch, dice, e non ha tempo da perdere. Sconsolato Obama richiama immediatamente Silvio, che con il suo famigerato ottimismo lo rincuora e corre subito ai ripari: impacchetta la prima che gli capita a tiro su un volo per Washington e gliela spedisce con raccomandata. Problema risolto.
La nuova amicizia andrebbe già a gonfie vele, se non fosse che dal congresso per la Rifondazione del Partito Fascista, una tre giorni all’insegna della rivalorizzazione della figura del Duce che si svolge a Predappio, iniziano a piovere le prime dichiarazioni scomode che mettono il Cavaliere di cattivo umore. Dopo l’exploit di Dell’Utri, che durante la lettura dei suoi diari falsi ha definito Mussolini uno statista, è toccato oggi al professor Gasparri.
Maurizione, in riferimento al nuovo presidente americano, ha detto che ora arriverà un forte aumento delle tasse, come insegna da sempre la politica dei democratici ed ha aggiunto che molto probabilmente Al Qaeda sarà contenta del risultato elettorale. Apriti cielo: l’InOpposizione ha iniziato ad abbaiare e da tutte le parti sono piovute critiche. “Certo non è stato per niente un atteggiamento da amici”, ha detto Barack, “ma il gran maestro Berlusconi mi darà nuovi consigli per comprendere meglio la difficile situazione internazionale”.
La giornata si avvia quindi ad un’amara conclusione: dopo i fuochi d’artificio iniziali sparati da Arcore, i soliti ignorantoni hanno rovinato immancabilmente il sopraffino gioco diplomatico del Cavaliere, che molto risentito, dicono voci vicino al premier, si è chiuso nel suo monacale romano con Licio Gelli ed il ministro La Russa a stendere l’intervento conclusivo della tre giorni di Predappio.
Le indiscrezioni, grazie agli immancabili giornalisti del Kgb, canaglie spione, soffiano sui microfoni di tutto il paese il titolo del discorso finale: Apologia di Fascismo. Se Mussolini è stato amico di Hitler e del Papa, Berlusconi non può esserlo di Dell’Utri e Obama? E come sempre la politica italiana fa la sua porca figura.