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Il taglio delle tasse? Una presa in giro!!!

Publie le venerdì 7 gennaio 2005 par Open-Publishing
4 commenti

Dazibao Governi Partito della Rifondazione Comunista Parigi


di Giancarlo Pacchioni

Il governo taglia le tasse? Tu quanto risparmierai?
Controllalo tu stesso in base al tuo reddito:

Se hai un reddito annuo inferiore ai dodicimila euro, con o senza figli a carico, per te non cambierà assolutamente nulla, ossia appartieni al 43% degli italiani che non risparmierà nulla.

Se hai un reddito annuo pari a venticinquemila euro e se con famiglia a carico, risparmierai 1 euro al giorno.

Se guadagni quarantamila euro (il 93% degli italiani ha un reddito inferiore a questa cifra), risparmierai (udite, udite bene) ben due euro al giorno (roba da leccarsi i baffi!!!).

Ma forse tu guadagni centomila euro annui? Ossia non appartieni al 99% degli italiani?
In tal caso risparmierai duemilatrecento euro!!!

In pratica questo taglio delle tasse è una vera presa in giro! Un regalo ai ricchi, un beffa ai poveri (e non solo ai poveri!!!).

A questo dobbiamo aggiungere che nel 2004 le tasse sono aumentate di quasi un punto percentuale, dobbiamo anche aggiungere che l’ultima finanziaria comporterà anche un aumento delle tassazioni locali.
Consideriamo pure che le famiglie hanno visto diminuire fortemente il loro potere di acquisto a causa dell’aumento dei prezzi (spesso raddoppiati), purtroppo dobbiamo considerare anche che non c’è stato un adeguamento delle retribuzioni all’inflazione reale (ridateci la scala mobile!!!!).

A questo quadro poco gratificante possiamo aggiungere anche che lo stato ha deciso di non combattere l’evasione fiscale....

Questo governo oltre a contribuire alla crisi economica che sta attraversando l’Italia (definita da quei comunisti di Confindustria: crisi senza precedenti), ha anche la grave responsabilità di aver prodotto un incremento della povertà.

Credo sia giunto il momento di costruire l’alternativa di governo a Berlusconi!!!!!

Messaggi

  • che disastro, ho mia moglie e tre figli a carico e mi redito e poco più di 10,000 . si per l’italiano e cosi come sarà per lo straniero. Non ci resta che pregare.

  • La prima busta paga dopo i ’tagli’ fiscali del nuovo anno

    Viaggio tra i dipendenti del Tesoro nel giorno dello stipendio

    La delusione degli statali

    "Basta con le prese in giro"

    di LUISA GRION

    ROMA - Quando va bene sono 47 euro al mese in più, quando va male 1,29. Alla sede centrale del ministero dell’Economia di via XX Settembre, Roma - per eccellenza il "cuore" degli statali - sono arrivate le prime buste paga del nuovo fisco modello Berlusconi. Le aspettavano con una certa curiosità - dicono - anche perché, visto che il contratto è scaduto da più di un anno, a qualche soldo in più "non si può sputare sopra".

    Quindi i conti di chi ci guadagna e chi ci perde sono presto fatti. Angelo C., 45 anni, moglie a carico e senza figli - per esempio - è uno di quelli che ha "vinto" di più. Nella sua busta paga di funzionario di livello medio-alto ieri mattina ha trovato 1550 euro al posto dei soliti 1503. Detto così - ammette - "non sembra male". Ma di quei soldi atterrati sul cedolino, non si fida. "Aspetto il conguaglio di fine anno. Non so perché, ma penso che alla fine così come sono arrivati, spariranno". Non ne farà niente. "Consumarli? Non basteranno nemmeno a coprire in minima parte gli aumenti di spese subiti in questi ultimi mesi. Sia chiaro, non mi lamento. So che tanta gente sta peggio di me. Però non mi piace essere preso in giro".

    I conti li ha fatti anche Alessia F., 35 anni, un figlio di 7 e un marito che lavora e guadagna più o meno come lei: 1206 euro al mese. Da ieri 1230. Ventiquattro euro in più che, precisa, "dureranno molto poco". "A marzo - spiega - sul mio cedolino ricompariranno le addizionali regionali e comunali. Nei nostri stipendi di gennaio, non ci sono. Se ho fatto bene i conti finirò per perderci 40 centesimi al mese. Più o meno". Allora è arrabbiata? "Molto, ma mica per questo! Al taglio delle tasse non ho mai creduto, non mi aspettavo niente e non ho avuto niente. Ma intanto, il prossimo anno, con la storia della Moratti, non so se mio figlio farà o no il tempo pieno e se lo farà non so se dovrò pagare e quanto. E io come faccio? Dove lo metto? Dico solo una cosa: i miei genitori erano entrambi statali. Ci hanno cresciuto e hanno comperato la casa. Quarant’anni dopo io e mio marito dobbiamo tenere il libretto della spesa per non andare in rosso a fine mese. Un secondo figlio? E come si fa!"

    Roberto F. al ministero fa il commesso, ha un figlio, fiscalmente a carico per il 50 per cento. La moglie lavora all’Enel e "per fortuna guadagna più di me". "Non faccio straordinari perché devo star dietro al ragazzo, gli orari di mia moglie diventano sempre più pesanti. Guadagno 1050 euro al mese, stamattina ne ho trovati 5 in più. E chiaro che continuerò a tagliare i consumi. Quest’anno niente, nemmeno ai saldi".

    A Giuseppe D. dovrebbe andare decisamente meglio: funzionario single, guadagna 1405 euro. Da ieri 1440. Il vantaggio fiscale è di 35 euro al mese netti. "Cosa vuole che me ne faccia. Ho quarant’anni e divido casa con due amici perché gli affitti sono carissimi. Altro che riforma fiscale, avrei preferito una politica seria sulla casa. A Roma la situazione è disastrosa".

    Il record del mini-taglio però spetta decisamente a Fabrizio. Poco più di trent’anni, moglie insegnante, figlia piccola. Funzionario di prima nomina: 1270 euro al mese. Con la riforma fiscale ha guadagnato 1,29 euro al mese . "Spacco ogni euro in quattro, ma va tutto bene, basta non ammalarsi. Perché le spese sanitarie sono un lusso. A Berlusconi dico: tieniti questa miseria e dacci quello che ci spetta: il rinnovo del contratto. Ormai è una questione di dignità".

    Ma c’è qualcuno, almeno qualcuno in tutto il palazzo che è contento della "sorpresa" in busta paga? "Certo - dice Fabrizio- i ragazzetti sui trent’anni che stanno ancora con mamma e papà. Che ne sanno loro. Dicono: venti euro? meglio che niente".

    (28 gennaio 2005) REPUBBLICA ON LINE

    • La norma applica così le disposizioni della Finanziaria

      Previsto un gettito aggiuntivo di 1,1 miliardi di euro

      Fisco, rincarano i bolli

      Pubblicato il decreto

      ROMA - Scattano da oggi gli annunciati rincari di bolli e concessioni governative. Il decreto legge è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. La norma applica così le disposizioni della Finanziaria secondo le quali dai bolli nel 2005 deve arrivare un gettito aggiuntivo di 1,1 miliardi di euro. I rincari interessano soprattutto la compravendita di case.

      L’importo delle imposte di registro, ipotecaria e catastale stabilito da misura fissa passa da 129,11 a 168,00 euro. Più caro anche il porto d’armi, la licenza di caccia e di pesca. L’elenco degli aumenti è lungo oltre dieci pagine e interessa bolli e certificati di versi tipi, dalla registrazione dei marchi di impresa alla concessione per l’installazione di impianti per le tv locali, dalla bollatura dei libri ai rinnovi di ipoteca.
      Le disposizioni - spiega il decreto - hanno l’obiettivo "di assicurare la massima semplificazione, alleviando l’onere dei contribuenti che assolvono i loro obblighi tributari".

      Dal primo giugno 2005, infine, scompare la vecchia marca da bollo tipo francobollo, e la tassa di concessione governativa e l’imposta di bollo saranno pagate con modalità telematiche.

      (1 febbraio 2005) DA REPUBBLICA ON LINE

    • da "repubblica on line" 7.02.05

      Dopo la busta paga di gennaio, indagine Confesercenti-Swg

      Il 52% boccia senza appello la riforma, il 31% soddisfatto

      Sondaggio sul taglio delle tasse
      "Gli italiani sono rimasti delusi"

      ROMA - Gli italiani non credono alla riforma fiscale di Berlusconi: il 52% la boccia senza appello, contro un 31% che invece l’accoglie positivamente. E’ quanto emerge da un’indagine condotta da Confesercenti-SWG.

      "L’indagine - ha dichiarato il presidente della Confesercenti Marco Venturi - è stata realizzata dopo l’arrivo delle buste paga di gennaio ed ha fatto emergere una evidente delusione dei lavoratori italiani, consapevoli che pochi spiccioli in più non cambiano loro la vita e soprattutto non risolvono i loro problemi né quelli di un’economia al palo".

      Il giudizio più positivo lo danno i giovanissimi (46,60%) molti dei quali non lavorano e quindi non hanno subito delusioni, mentre nella fascia successiva, 25/34 anni, il 52% ha bocciato drasticamente la riforma. Per la stragrande maggioranza (56%) sarebbe stato meglio destinare i sei miliardi di euro della riforma allo sviluppo dell’economia e dei posti di lavoro (33%), ad aumentare le pensioni (14%) o a migliorare i servizi sociali (9%). Degli altri, il 18% avrebbe concentrato i tagli fiscali sui reddito medio-bassi.

      Sono i giovani, uno su due, quelli più convinti della necessità di destinare le risorse allo sviluppo, mentre quelli delle fasce successive avrebbero gradito una maggiore attenzione alle pensioni.

      "E’ evidente - afferma ancora Venturi - la necessità di ripensare una politica economica basata su automatismi fiscali nella convinzione che qualche euro in più nelle tasche degli italiani possa portare alla crescita del Paese. L’assenza di una puntuale analisi dei problemi della nostra economia, le carenze infrastrutturali e produttive del nostro Paese, l’arretratezza economica del nostro Mezzogiorno, il pesante ritardo in tema di ricerca e innovazione, in una parola la carenza di competitività dell’Italia, è giudicata come necessità prioritaria della maggioranza degli italiani".

      "Noi - conclude il presidente della Confesercenti - stiamo ancora aspettando il pur leggero ed insufficiente disegno di legge sulla competitività, con la convinzione che con sei miliardi si potevano creare sviluppo e molti nuovi posti di lavoro".

      ( 7 febbraio 2005 )