Home > Il truce comma 29 e la libertà del web in Islanda

Il truce comma 29 e la libertà del web in Islanda

Publie le giovedì 29 luglio 2010 par Open-Publishing

Da sempre la nostra Costituzione e lo Statuto dei lavoratori sono i due testi di difesa dei diritti che più hanno subìto gli attacchi di una dx e di una sx similmente negatrici delle libertà umane in Italia, e oggi questi testi fondamentali di civiltà sono, per l’opera squallida delle stesse forze politiche, più in pericolo che mai, mentre la loro tutela trova pallida eco nei rappresentanti ufficiali che dovrebbero salvaguardare gli elettori da guasti di regime e pericolose regressioni antidemocratiche.
Mai come oggi la parola democrazia è stata tanto logorata, vilipesa, disprezzata, manipolato, abusata, violentata. Mai ha avuto un uso tanto spregiudicato, ipocrita e menzognero.

Mentre in Italia ogni governo ha tentato per la sua parte di mettere limiti alla libertà di espressione (vd le denunce di D’Alema a Forattini o i tentativi di Fioroni di censurare il web con l’alibi della difesa di minori o le costanti denunce ai giornalisti degli avvocati berlusconiani o le censure in RAI perpetrate dalla dx e mai frenate dalla sx), e mentre a tutt’oggi scompaiono filmati da youtube e si succedono blitz della polizia per oscurare siti web, per 18 mesi B ha fatto pressione per una legge-bavaglio che è stata criticata dall’UE come dall’ONU, come negatrice i libertà e giustizia.

Oggi, di fronte alle dure prese di posizione di Fini, si parla vagamente di ritiro della legge.

La legge conteneva anche un tetro comma 29 che colpiva i blog amatoriali equiparandoli alla stampa e chiedendo loro eventuali rettifiche entro 48 ore pena 12.000 euro di multa, 48 ore, che non bastano nemmeno per mettere su un avvocato. Insomma B vuole attaccare anche il web.

L’associazione Valigia Blu ha scritto a Fini e alla Buongiorno: “Si deve eliminare il comma 29 dell’art. 1. L’informazione in Rete è nel mondo la migliore forma di attuazione dell’immortale principio, sancito dall’art. 19 della dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo e del cittadino: ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione”.

Mentre l’Italia va paurosamente indietro, l’Islanda va avanti. E approva una legge con cui lo Stato in persona garantisce piena libertà di pubblicare sul web qualsiasi cosa, anche segreti militari, giudiziari, societari e di Stato di pubblico interesse. I blogger saranno protetti dai processi. "Sarà difesa la libertà d’espressione".

La piccola Islanda lancia una sfida di libertà all’intero mondo: a Stati di polizia e a compagnie petrolifere, al Pentagono, a grandi banche, a governi di malfattori..

Un Paese di 300.000 abitanti promette uno scudo quasi totale a chi svela segreti - segreti militari, istruttori, societari, di Stato…

Se documenti sottratti per un interesse pubblico saranno immessi in Internet da un server con base in Islanda, l’Islanda li difenderà, impedirà che si scopra chi li ha rivelati, attaccherà condanne di tribunali esteri in base a leggi contrarie alle norme islandesi.

Blogger di tutto il mondo fatevi la vostra base libera in Islanda! Vi proteggerà dalle mire assolutistiche e censorie di governi che vogliono calpestare la libertà. Se uno Stato o un privato si ritiene diffamato e ricorre davanti ad una corte straniera, la società islandese proprietaria del pc (il server) che ha immesso in Rete carte segrete non solo non potrà essere intimidita con la minaccia di quei processi dai costi esorbitanti che stanno costringendo all’autocensura molti giornalisti occidentali, ma risponderà con una contro-citazione davanti ad una corte dell’isola, dichiarandosi vittima di una minaccia alla libertà d’espressione.

L’Islanda diventa così il bunker mondiale del giornalismo investigativo, di un’informazione libera. Renderà la voce agli zittiti, ai dissidenti, ai perseguitati.

Questa legge intanto ha svegliato l’Europa sul tema della libertà di espressione, contro la massa di divieti, ingiunzioni e intimidazioni che da dieci anni la opprime.

Dunque se il Ministro Alfano persisterà a portare avanti i diktat inaccettabili di Berlusconi, gli amanti della libertà hanno un paese che può difenderli.

Chi voglia divulgare intercettazioni significative deve mandare le fotocopie del documento originale ad un sito specializzato nella divulgazione di segreti (il più seguito, Wikileaks. org, ora ha la base ufficiale in Islanda). Per posta, ad uno degli indirizzi indicati nel sito Wikileaks; oppure via Internet attraverso il software Tor, gratuito, che costruisce un gioco di carambole tra computer e rende difficilissimo identificare il mittente. Il personale di Wikileaks verificherebbe l’autenticità del documento attraverso i suoi collaboratori in Italia, e può metterlo in rete. Da qui i media italiani possono riprenderlo senza temere danno.

Quanto più la legge Alfano tenterà di nascondere i segreti della cricca di malaffare di Berlusconi, tanto più il suo progetto di bavaglio fallirà.
Al momento il gruppo di Reykjavik analizzao un filmato che un soldato americano ha inviato di nascosto a Wikileaks, girato dalla US Air Force, che mostra un elicottero USA fare strage di un gruppo di iracheni inermi scambiati per guerriglieri, e soprattutto, ammazzare intenzionalmente i primi soccorritori, clamorosamente incolpevoli.

L’organizzazione vuole rendere visibili documenti che fanno parte della verità storica. Fondata da un hacker australiano che tuttora viaggia nel mondo con le precauzioni di un ricercato, Wikileaks può avvalersi di 800-1000 collaboratori sparsi in decine di Paesi, con cui verifica le carte segrete che riceve.

E il povero Alfano? Al momento ci fa una figura di merda, come il suo padrone.

http://masadaweb.org

Masada n° 1173. Tutti gli uomini del Presidente