Home > In Libia è emergenza umanitaria
Cresce l’allarme-profughi in Libia, Paese sempre più dilaniato dai combattimenti e dagli scontri fra le forze fedeli a Muammar Gheddafi e i rivoltosi. Circa 6mila persone, in maggioranza egiziani, sono bloccati al confine con la Tunisia a causa della chiusura della frontiera di Ras el Jedir. Le autorità vogliono stabilire una sorta di filtro per evitare una "valanga umana incontrollata". Dopo l’esodo di 70-75 mila profughi, la situazione alla frontiera tra la Tunisia e la Libia sta raggiungendo "il punto di crisi", ha avvertito l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati. Intanto Muammar Gheddafi ha respinto le pressioni della comunità internazionale che gli chiede un passo indietro e ha minacciato di bombardare Al Zawiya.
A Misurata le milizie fedeli al rais hanno ucciso tre persone e catturato decine di giovani poi mostrati in tv e indicati come drogati e responsabili dei disordini. Intanto si susseguono a catena le azioni di congelamento dei beni all’estero del colonnello e degli esponenti di spicco del regime. In Italia il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha rivelato che "per il rispetto dell’embargo saranno necessarie 16 navi dislocate nel Mediterraneo e, tra queste, potrebbero esserci anche navi italiane, che potrebbero avere come base di partenza la Sicilia".
Gheddafi ha risposto con una sonora risata in diretta con la Bbc ad una domanda sull’ipotesi di un suo esilio e ha giurato che il suo popolo è pronto a morire per lui. L’ambasciatore Usa all’Onu, Susan Rice lo ha definito "delirante" e "inadatto a guidare" il suo Paese mentre per il Cremlino il rais è "un cadavere politico vivente che non ha più posto nel mondo civilizzato" e si deve dimettere. Il leader libico ha minacciato di bombardare Al Zawiya dopo il rifiuto degli abitanti di manifestare in suo favore. Almeno tre persone sono state uccise dalle milizie governative a Misurata, terza città della Libia.
Secondo i "Giovani della rivoluzione del 17 febbraio" le forze del colonnello hanno aperto il fuoco su un veicolo di civili, uccidendo due persone e ferendone una terza. Poi hanno sparato contro alcune abitazioni e hanno ucciso un’altra persona. Sessanta giovani di Misurata, tra cui diversi minorenni, sarebbero stati sequestrati e mostrati dalla tv di Stato che li ha definiti drogati e provocatori.
Si stringe sempre più la morsa sul regime libico dopo le sanzioni approvate dall’Onu e dall’Ue. Pearson, la casa editrice del Financial Times, ha congelato la quota azionaria della Libyan Investment Authority, il fondo sovrano di Tripoli che possiede il 3,27% delle azioni ordinarie. L’Austria ha deciso di congelare i beni di Gheddafi e anche la Germania ha congelato i beni di uno dei suoi figli. (AGI)
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