Home > L’Aquila: non passeranno !

Il terreno, la cricca, lo ha preparato sapientemente. Va via alla fine di gennaio, dopo aver sperperato ed intascato il danaro pubblico nella fase della prima emergenza. Senza regole. Senza leggi. E senza aver risolto i nostri problemi.
Lasciandoli qui, a gravare tutti sulle nostre spalle. Pura operazione di immagine e di propaganda di governo.
Va via lasciando 220 milioni di debiti: alberghi da pagare ed autonome sistemazioni, per coloro che si sono arrangiati da soli.
Ed inizia il balletto: i soldi ci sono a giorni alterni. Un giorno si dice che ci sono, il giorno dopo si smentisce. Di fatto non ci sono. E le amministrazioni non possono muoversi. Il malcontento cresce per via dell’immobilismo dovuto alla mancanza di fondi. Intanto la cittadinanza attiva inizia a farsi sentire fuori dalle nostre mura, varcando i limiti imposti dalla gestione militare ed autoritaria della protezione civile. L’Italia comincia a capire lo scempio e la menzogna perpetrati sulla nostra terra. Gli Aquilani iniziano a rialzare il capo. Iniziano a respirare. Ed a chiedere chiarezza.
Ma poi, il coup de theatre: il presidente del consiglio ieri annuncia che tornerà a salvarci, con la protezione civile. E butta lì cifre bugiarde e truccate come lui. Parla di 13 miliardi di euro disponibili subito. Quando nessuna legge e nessun decreto li ha mai stanziati. Ma gli ingenui creduloni grideranno al miracolo. Anche qui in città, ne sono certa. Mentre la banda distruggerà il futuro dei loro figli. Gettando le basi per la più grande speculazione immobiliare della storia d’Italia. E Bertolaso, l’indagato Bertolaso, aveva aperto la strada qualche giorno fa:"quando c’è un ostacolo che non si sa come risolvere, ci si inventa delle regole, che dovrebbero risolvere, ma purtroppo non è così". Regole, cioè, leggi. Che non piacciono all’amico di Anemone. E’ abituato a non usarle.Parla di interventi concreti fatti dalle persone. Il resto non conta. Le leggi dello stato italiano sono per lui e la sua cricca solo un intralcio.
Ma ora qualcosa è cambiata: i cittadini responsabili sono cresciuti e si sono uniti. E si sono organizzati.
Ci opporremo con tutte le nostre forze. E L’Italia per bene deve stare con noi. Anche se è estate. Anche se si va in vacanza.
Ci opporremo con tutti i mezzi. Primo quello della legalità. E contro le menzogne di un uomo, e della sua banda, che qui NON PASSERANNO.
La lotta sarà ancora più dura e difficile, ché i mezzi di persuasione occulta, atti a mistificare la realtà, ed a trarre beneficio in termini di consensi e di clientela, sono macchine da guerra. E i metodi forti, quelli che usano cordoni di polizia e manganelli,li conosciamo fin troppo bene. Ma noi siamo pronti a tutto. Rivolta, se necessario. E barricate.
Miss Kappa
A volte ritornano ....
Il governo riprende in mano la gestione della ricostruzione de L’Aquila dopo il terremoto. Cialente: «no a nuova occupazione»
Ricostruzione, Protezione Civile torna a L’Aquila. Berlusconi: «istituzioni locali incapaci»
La Protezione Civile potrebbe tornare presto nel capoluogo distrutto dal sisma e occuparsi della ricostruzione. Lo ha annunciato ieri il premier Silvio Berlusconi, spiegando che la decisione è arrivata dopo aver discusso con Gianni Letta: «riprendiamo nelle nostre mani la fase 2, quella della ricostruzione dopo l’emergenza. Ci sono ancora 13 miliardi di euro da spendere per la ricostruzione», una fase che «le istituzioni locali non hanno saputo gestire».
Ma il sindaco Cialente protesta: «L’Aquila non è Kabul, si adombra una nuova occupazione».
Il primo cittadino non accetta l’idea che la Protezione Civile torni in città per prendere in mano la ricostruzione: «è un fatto gravissimo, che pone al Paese una questione democratica, morale e di trasparenza. Dopo sette mesi nei quali siamo stati abbandonati carichi di debiti, senza un centesimo, senza le abitazioni promesse per migliaia di aquilani e senza norme certe, ora che, dopo aver preso le manganellate, siamo riusciti finalmente ad avere almeno parte dei finanziamenti, si adombra una vera e propria occupazione. Ma L’Aquila non è Kabul. La ricostruzione la vogliono e la devono fare gli aquilani, tutti, che, mai come oggi, si riconoscono nelle istituzioni locali».
Intanto il commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi, ha chiesto al governo di essere affiancato da altri due vicecommissari: il numero salirebbe così a tre, visto che l’unico vicecommissario è il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente.
All’incontro di ieri tra Chiodi, il premier Silvio Berlusconi, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, l’abruzzese Gianni Letta, si è aggiunto il capo della protezione civile, Guido Bertolaso a riprova che qualcosa sta per cambiare e il dipartimento sta per prendere in mano le redini.
«Si sta ragionando», ha spiegato lo stesso Bertolaso, «per capire se la squadra dell’Aquila può essere rinforzata, aiutata ad uscire da questi momenti di difficoltà, convinta o messa nelle condizioni di fare quelle cose concrete che tutti gli aquilani si aspettano. Credo che gli aquilani - ha aggiunto Bertolaso - non vogliano polemiche, chiacchiere, ma vogliono fatti concreti, interventi, decisioni e assunzioni di responsabilità»
Quel che al momento sembra certo è che sono in dirittura d’arrivo 220 milioni di euro che ancora mancano per coprire i 350 milioni di debiti contratti nel periodo dell’emergenza dalla Protezione civile con albergatori, imprese e cittadini, questi ultimi in riferimento all’autonoma sistemazione.
Chiodi ha riferito che Berlusconi, Tremonti e Letta lo hanno rassicurato sulla chiusura di questa partita e sui fondi per la ricostruzione.
Intanto il Comune sta procedendo con gli avvisi pubblici verso la ricostruzione delle prime 6 aree del centro storico, ma si è in ritardo: «ci sono voluti 3 mesi e mezzo per avere le linee guida per la ricostruzione», ha protestato Cialente.
«Inoltre - ha proseguito - ancora non sappiamo se per la ricostruzione si potrà contare su un contributo o su un indennizzo e questo fattore blocca la ricostruzione pesante».
Cialente ha inoltre giudicato prioritario lo stanziamento di fondi per il rifacimento della rete elettrica, dell’acqua e del gas nel centro storico.
«Ci sono molte abitazioni agibili - ha spiegato - che non possono però essere utilizzate perché non hanno i sottoservizi e la gente resta a spasso».
Sono circa 200, invece, le attività commerciali nel centro storico che potranno riaprire grazie alla nuova delibera comunale che prevede la dichiarazione di agibilità parziale.
Se per il momento sono 21 le imprese commerciali attive in centro, altre 75 potranno riaprire a breve, secondo uno studio coordinato dall’architetto, Angelo Patrizio, per conto del Comune su 17 isolati, nella prospettiva di raddoppiare il numero nel giro di pochi mesi.
«Da oltre un anno - ha spiegato Renato Borghi vicedirettore aggiunto della Confcommercio nazionale - stiamo cercando di trovare una soluzione per le imprese che hanno perso la propria attività a causa del terremoto. Fallita la possibilità di ricollocare centinaia di negozi in un unico grande centro commerciale nell’area industriale di Bazzano - ha concluso - abbiamo contribuito a perseguire la strada della riapertura in centro».
29/07/10
PASSATI ODG DI LOLLI E DI STANISLAO
Il Governo accoglie l’Ordine del Giorno dei deputati Augusto Di Stanislao (Idv) e Giovanni Lolli (Pd) a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma.
Di Stanislao, ha impegnato il Governo a prevedere, anche con provvedimenti di urgenza, ulteriori risorse economiche indispensabili per avviare la vera ricostruzione e consentire alle amministrazioni locali di far fronte ai debiti nel frattempo accumulati, accompagnandole con interventi finalizzati a snellire le procedure burocratiche al fine di aumentare le capacità di spesa dei fondi disponibili e a valutare l’opportunità di una completa equiparazione delle disposizioni per gli adempimenti tributari e contributivi.
Lolli ha chiesto invece semplicemente «che il trattamento riservato ai cittadini aquilani colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 sia lo stesso riservato ai cittadini colpiti dal terremoto del 97 in Umbria e nelle Marche che hanno restituito le tasse sospese dopo 12 anni, in 120 rate e nella misura del 40% del dovuto».
29/07/10
http://www.primadanoi.it/modules/articolo/article.php?storyid=38