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di Doriana Goracci
Una segnalazione di un amico giornalista sui rapporti fra
giornalisti e esercito.
Il calendario 2006 delle nostre forze armate ha 12 volti televisivi come testimonial.
Guardate al link
Guardare chi sono può essere istruttivo e inquietante.
Pensate che l’iniziativa è stata presentata nell’ambito di un programma in cui si chiedeva un impegno per sostenere le spese militari.
Il "Calendesercito2006" è articolato su una prefazione a cura del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Filiberto Cecchi, e su 12 tavole che riportano le fotografie e le testimonianze di giornalisti professionisti, corrispondenti delle reti televisive nazionali.
I 12 volti noti sono quelli di Franco Di Mare, Toni Capuozzo, Letizia Leviti, Gabriella Simoni, Fabio Chiucconi, Francesco Cito, Ennio Remondino, Anna Migotto, Luca del Re, Carmen Lasorella, Mauro Maurizi e Giovanna Botteri.
Completano l’opera, altrettante immagini di donne ed uomini in servizio nell’Esercito.
Il calendario infatti si ispira agli uomini e alle donne dell’Esercito,soldati del terzo millennio, dotati di molte capacità, prima fra tuttequella di riuscire a coniugare valori, ideali e tradizioni che affondano le radici nell’umanesimo rinascimentale, con materiali e mezzi frutto
della tecnologia di ultima generazione.
Sono proprio i giornalisti che con i loro reportage hanno fatto
conoscere all’opinione pubblica la grande complessità e il dinamismo dei soldati dell’Esercito dell’ultimo scorcio di secolo, mettendo in evidenza il trinomio "valori-uomo-tecnologia" ed individuando il vero protagonista dell’azione: l’uomo, del quale va riconosciuta la entralità.
"Agli operatori della comunicazione - dice il Generale Cecchi - "va il ringraziamento dell’Esercito per aver compreso e fatto comprendere l’incessante opera della Forza Armata e la sua evoluzione verso livelli di efficienza, modernità e credibilità che fanno onore a tutto il Paese, valorizzando l’importantissimo compito svolto dai nostri Soldati a difesa della Patria e a salvaguardia della pace e della democrazia nel mondo".
Le fotografie sono tutte opera del maestro Pino Settanni, che da diversi anni dirige la fotografia delle edizioni del Calendesercito.
Messaggi
1. > L’INFORMAZIONE CHE NON C’E’....o rischia di non esserci sotto le stellette, 17 dicembre 2005, 16:50
Che dire? Che spesso non c’è fine al peggio.
Ovviamente ciascuno è libero di fare le scelte che meglio ritiene, scelta che io non averi fatto.
E questa non era una iniziativa di sostegno a una campagna solidaristica, ehhhh no! Proprio no. Discutiamo di embedded eppoi andiamo su un calendario "armato"? Ricordo solo, così, per memoria, don Milani e il suo pensiero sui cappellani militari.
Buone feste di pace a tutti
Marcello Zinola
giornalista Il Secolo XIX
Associazione Ligure dei Giornalisti
1. L’informazione che ci resta, 21 dicembre 2008, 16:27, di Mario
E’ una cosa emblematica dello stato dell’informazione, quando poi si parla di guerre. Mi colpisce molto la presenza di remondino, perché ogni tanto mi è capitato di leggerlo sul manifesto e non mi è mai sembrato un guerrafondaio. Del resto, oggi come oggi sono poschissimi i giornalisti che riescono a (o accettano di) andare a fare gli inviati di guerra in maniera autonoma, accollandosi tutti i rischi della professione, come la Sgrena in Iraq. Oggi prevale (anche su richiesta degli eserciti) la figura dell’embedded, e quando inizi a frequentare qualcuno, magari alla fine diventi pure amico.
Mario
mariobadino.noblogs.org