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L’ UNICA CHANCE

Publie le giovedì 20 gennaio 2011 par Open-Publishing

( foto - Roma, 14 Dicembre 2010, Piazza del Popolo)

Mi dispiace, perché l’unica chance di una transizione ordinata e non sanguinosa alla terza repubblica ( o quel che sarà, ehm) ce la stiamo giocando in questi mesi.

Nessuno pensi che da noi non possa succedere quel che e’ rapidamente successo in Tunisia.

Sarebbe un grave errore, e sarebbe, dato il contesto storico, una affermazione eccezionale che va contro gli ultimi secoli di storia, anche italica. Richiederebbe insomma una misura di ottimismo davvero eccezionale e prove straordinarie a sostegno.

Cosi stando le cose coloro a cui è dato il compito di riportare ad un minimo di decenza e progettualità la politica, cosi escludendo automaticamente tutti quelli che NON sono genericamente indicati come "radicali" dai media, farebbero bene a costruire un programma all’altezza delle sfide che abbiamo davanti.

Giustappunto un programma "radicale".

Cosi non è, segnatamente, e non ci resta che, nel nostro piccolo, essere testimoni nè passivi nè silenziosi ma proattivi dei nostri difficili tempi.

Il segno, più di qualunque chiacchiera, l’hanno dato i lavoratori di Mirafiori. Quando la maggioranza delle persone direttamente coinvolte nei peggioramenti sociali e normativi di quella ristrutturazione arriva al punto di mettere sul piatto il posto di lavoro, pur di non cedere all’ennesimo ricatto, vuol dire che è davvero con le spalle al muro ed ha già capito che, comunque vada, l’attuale situazione non offre alcuna ragionevole speranza di futuro per le persone normali.

Quando questo succede, ci metta secoli o millenni a succedere, l’esito storico è sempre lo stesso, sotto tutti i cieli ed in tutti i contesti.

Il trepido confronto con gli “anni di piombo” da parte dei nostri pavidi "decisori" fa capire cosa succede a non studiare né conoscere né, soprattutto, COMPRENDERE la storia.

Se la conoscessero/comprendessero avrebbero dovuto ricordarsi di uno scambio di battute famoso:

« C’est donc une révolte ?»
« Non, Sire, c’est une révolution!»

E si sarebbero dati un poco più da fare, al di fuori delle seratine del bunga bunga.

Pietro Cambi

19.1.2011

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