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L’asse Anas.Letta-Impregilo. Un rapporto privilegiato che vale miliardi
Publie le mercoledì 14 aprile 2010 par Open-Publishing1 commento
Negli Stati uniti, da sempre, un’opera edile, pubblica o privata, è connessa a condizioni precise di costi e tempi che non possono assolutamente cambiare, e la ditta che sfora sul suo contratto, o perché consegna un’opera peggiore, o perché sfora sui rigidi tempi di consegna, riceve multe da capogiro che possono portarla al fallimento. Lo sa benissimo chi in Italia ha costruito nel dopoguerra cimiteri americani.
Da noi, al contrario, la trasgressione delle condizioni pattuite è una regola ampiamente usata che fa parte del sistema di corruzione generale instaurato dai vertici dello Stato e in cui hanno pescato tutti i partiti, sistema che da una parte procura guadagni illeciti a una cricca di persone, politici e imprenditori, dall’altra porta a opere difettate, spesso pericolose per l’uso di materiali peggiori, con tempi allungati in modo smisurato per far levitare i prezzi fino a quadruplicare quelli concordati, con grave danno alle casse dello Stato.
Lo abbiamo ampiamente visto nel sistema Bertolaso, che i cittadini invece di punire hanno premiato, dando al Pdl il voto per la Provincia.
Aggiungiamoci il sistema clientelare per cui i lavori sono assegnati ad amici, profittando o di un Piano Obiettivo (voluto anche da Prodi) o di una Protezione Civile, che saltano gli obblighi di legge, le aste, le normative antimafia, la tutela dell’ambiente, i piani paesaggistici ecc. con una presunta motivazione di necessità e di urgenza. E abbiamo visto quante cose astruse fossero infilate nelle opere della Protezione Civile, pur mancando dei requisiti necessari.
Avviene così che opere pubbliche siano assegnate ad una stretta cerchia di amici con un innalzamento artificiale dei costi pubblici che sembra non preoccupare nessuno e che ha fatto salire il deficit a ben 1785 miliardi.
In questa truffa del potere rientra il triangolo Letta-Anas-Impregilo.
L’Anas è l’ente pubblico che controlla le strade italiane e ha sempre modo di pagare Impregilo di Benetton, Gavio e Ligresti. A Gavio e Ligresti è stata affidata anche la costruzione del Ponte di Messina.
Si stabiliscono dei prezzi iniziali su un progetto iniziale. Poi con atti aggiuntivi e transazioni varie si aumentano i prezzi a dismisura in corso d’opera.
L’Italia si riempie così di opere mai finite, spesso nemmeno cominciate come il Ponte di Messina, ma per cui corrono versamenti pubblici sempre e comunque crescenti. Vedi la TAV, l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, i vari inceneritori o rigassificatori, le discariche ecc. E domani ci aggiungeremo le Centrali Nucleari, per cui al Governo non interessa né quando saranno finite, né che effetti perniciosi avranno, né dove si metteranno le scorie, ma solo quanti soldi si potranno frodare alle casse pubbliche per cominciarle, anche se potrebbero risultare un’altra Salerno-Reggio Calabria.
Del resto tutto il programma Opere Pubbliche tracciato da B con un pennarello a Porta a Porta aveva lo stesso carattere di inizio d’opera con valore propagandistico, annuncio roboante per mani private su fondi pubblici, con cantieri che, dopo essere stati aperti, furono chiusi per mancanza di fondi.
Il tutto non favorisce solo B ma anche una cricca di imprenditori, che riceve moltissimo denaro pubblico per opere spesso interrotte, a volte nemmeno cominciate, o che seguono tempi biblici senza arrivare a termine, grazie all’iniquo sistema delle revisioni e aggiunte in corso d’opera, che a nulla servono se non a ottenere altri esborsi dalle casse dello Stato.
Ovviamente, sarebbe semplice chiudere questa truffa applicando una legge rigida all’americana che fissi una volta per tutte, con forti penali, tempi, consegna e qualità, ma ciò interromperebbe quel flusso di denaro pubblico che alimenta la corruzione delle imprese e poggia su di esse il potere di certa classe dirigente.
Più la legge è sorvolabile, trasgredibile, incerta e dipendente dal mero favore privato, più alcuni possono farsi una base di potere personale, facendo dipendere le concessioni dal loro arbitrio.
Là dove per avere la concessione di un’opera pubblica non è la correttezza e la qualità di lavoro che conta e non sono rapporti o requisiti stabiliti oggettivamente da legge, ma vale un rapporto di amicizia e collusione, un governo corrotto rafforza meglio il suo potere con maggior controllo individuale della cosa pubblica e dell’impresa privata.
Tutto si tiene.
Ormai non occorre più nemmeno iniziare un’opera, basta averne l’assegnazione. Oppure, se l’opera è iniziata, come la Salerno-Reggio Calabria, si può renderla interminabile e infinita, come una rendita a vita.
All’irresponsabilità di fatto dei politici, a cui un pessimo Governo, aggiunge sempre maggiori impunità, si aggiunge così una casta di costruttori di fatto irresponsabili nei tempi di consegna, nelle modalità di opera, nella qualità dell’opera stessa. Essi sono correi nella degradazione di uno Stato e si fanno puntello di quei vertici da cui hanno ricevuto poteri e ricchezze indebite.
A questo punto non si capisce cosa ancora voglia Confindustria quando chiede le fantomatiche riforme: forse un sistema ancora più illegale di appalti pubblici, o l’abolizione dei quasi inesistenti controlli dei cantieri, o l’uso ancora più spregiudicato di lavoro nero, o una sanatoria pressoché assoluta sulle devastazioni del territorio, l’inquinamento ambientale, i morti sul lavoro, o, naturalmente, l’abolizione finale dell’articolo 18 e dello statuto dei lavoratori.
Sui costi aggiuntivi si consideri che al solo Impregilo è stato aggiunto un altro miliardo e 300 milioni e un altro centinaio di milioni per i due macrolotti Gioia Tauro-Scilla e Scilla-Reggio Calabria della Salerno-Reggio Calabria e ora si permette di mostrare un’altra perizia di variante.
L’Anas paga puntualmente, eppure la Finanziaria non le dà fondi nuovi, al punto che non potrà nemmeno realizzare interventi improrogabili fortemente connessi alla sicurezza del traffico in 4 importanti regioni.
La sicurezza di tutti sulla viabilità diminuisce purché sia saziata l’avidità inesorabile di pochi. E questi pochi riasusmono nelle loro mani sempre più posti di comando.
Dietro a questi aumenti dei costi c’è un triangolo del potere, formato da Letta Anas e Impregilo, contro i poteri antagonisti di Matteoli e Tremonti, in una lotta di nomine e appalti senza esclusione di colpi.
Uno degli emergenti protetto da Letta è oggi Ciucci “che già cumula su di sé una bella sfilza di incarichi (presidente e direttore generale Anas, amministratore delegato della società Ponte sullo Stretto) e che diventa commissario straordinario per 60 giorni per “rimuovere gli ostacoli frapposti al riavvio delle attività” per il Ponte. A Impregilo viene contemporaneamente concesso un bonus di 1,3 miliardi di euro confermato a tambur battente 4 giorni dopo con una legge apposita (la numero 102). Scaduti i 60 giorni, l’11 novembre Ciucci viene di nuovo nominato commissario straordinario per il Ponte, questa volta per un lungo periodo, tre anni, con una motivazione simile alla precedente: “Per la velocizzazione delle procedure relative” alla realizzazione dell’opera. In pratica gli vengono affidati dal governo in via duratura poteri molto simili a quelli concessi a Bertolaso per la Protezione civile, con tutti i rischi e le incongruenze del caso”. (Copio da Il fatto)
Ciucci rivolta come un guanto il vertice Anas mentre infila nei posti chiave uomini di Impregilo. E gli elettori, ignari o complici, rivotano chi ha trasformato lo Stato in un territorio da depredare, mentre il debito pubblico aumenta e i servizi peggiorano.
E, tra poco, una bella legge sulle intercettazioni, passerà a oscurare gli scandali possibili, come una sanatoria sugli intrallazzi, preventiva e tacita, parallela a quella dello scudo fiscale, magari con le assenze molto opportune di quella che continuiamo a chiamare opposizione.
Così va l’Italia.
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1. L’asse Anas.Letta-Impregilo. Un rapporto privilegiato che vale miliardi , 14 aprile 2010, 16:16, di e = mc2
"E io pago!"