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L’importanza di urlare contro il silenzio. (Pastori sardi picchiati dalla polizi

Publie le mercoledì 29 dicembre 2010 par Open-Publishing
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Ieri mattina 200 pastori sardi del MPS (Movimento Pastori Sardi) giunti a Civitavecchia per manifestare a Roma per i loro diritti alla dignità sono stati prima bloccati preventivamente al porto e poi manganellati e picchiati senza motivo dalla polizia giunta in assetto antisommossa. La motivazione della Questura al sequestro de-facto operato dalle forze dell’ordine è stata “Manifestazione non autorizzata”.

I pastori erano giunti a Civitavecchia, viaggiando la notte in barca, loro malgrado per denunciare l’enorme spreco di soldi e risorse da parte di burocrazie inette; spreco che si riversa sui pastori, che vedono il prodotto del loro lavoro pagato pochissimo o addirittura distrutto, e sui consumatori finali vittime inconsapevoli della speculazione del mercato.

Il volantino che avrebbero voluto consegnare agli automobilisti romani parla infatti molto chiaramente:

“Attorno ai pastori e agricoltori si e sviluppata una burocrazia parassitaria che tutto consuma e niente produce, divorando montagne di soldi pubblici spesi solo per alimentare il loro famelico mantenimento. Una burocrazia mostruosa che a niente serve e niente produce. Tutto in nome di pastori e agricoltori che sono stati presentati all’opinione pubblica come costosi assistiti.

I pastori e gli agricoltori sono le vere vittime di una politica ignava e cialtrona che tutto fa all’infuori di creare sviluppo.

Per questo oggi siamo qui a manifestare nostro malgrado creando purtroppo disagio a persone che non hanno niente contro di noi e nessuna colpa della nostra drammatica situazione.”

I pastori, bloccati al Porto di Civitavecchia, sono stati malmenati e manganellati dalla polizia che ha messo a tacere la loro protesta partita quando si sono accorti che non avrebbero potuto esercitare un loro diritto costituzionale: manifestare.

Tra l’altro il sequestro preventivo attuato dalle forze dell’ordine non viola soltanto un articolo della Costituzione, come taluni hanno sostenuto, ma diversi:

Viola l’Art. 13 nei passaggi “La libertà personale è inviolabile.” [...] “È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà”.
Viola l’Art. 16 nei passaggi “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale” [...] “Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche”.
Viola l’Art. 17 “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi”.
Inoltre la scusa portata avanti dalla Questura sulla “manifestazione non autorizzata” non trova giustificazione proprio nell’art. 17 che ricorda “Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica“. Ecco, se la Q. ha mandato decine e decine di agenti al Porto a bloccare i manifestanti deduco che era a conoscenza della manifestazione. Quali sarebbero quindi i motivi comprovati di sicurezza o di incolumità pubblica?

La verità è che la politica, utilizzando la Q. e le forze di polizia, ha voluto mettere a tacere una protesta giusta e doverosa che avrebbe portato alla luce l’ingiusta condizione di pastori e consumatori rispetto all’industria del latte e dei prodotti della terra. La verità è che, come con gli studenti, nei palazzi si decide di reprimere anziché ascoltare, si preferisce intimorire, minacciare anziché dialogare.

E’ importante, quindi, non rimanere in silenzio. E’ importante perché questi metodi, ahimè fascisti, non siano perpetuati di nuovo. Rimanere in silenzio, servilmente e rispettosamente nei confronti dei potenti, vorrebbe dire accettare questi metodi. Chi tace acconsente, si dice. Il compito di noi tutti è invece denunciare questi metodi repressivi che vengono adottati solo nelle peggiori dittature. In Cina, in Tibet, in alcune zone della Turchia, in Iran vengono represse manifestazioni e proteste con la scusa dell’autorizzazione.

Nella nostra democratica Italia questo non può essere accettato e, ci tengo a sottolinearlo, non può passare in osservato. Per il nostro futuro.

L’importanza di urlare contro il silenzio.

Articolo dal blog di Ettore Trozzi, licenza CC By-NC-SA http://iesperanto.eu

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