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La Catena di San Libero 5 giugno 2006 n. 335

Publie le domenica 4 giugno 2006 par Open-Publishing

di Riccardo Orioles

Sicilia. Eppure, il grande risultato di queste elezioni è un altro.
Nel giro di alcuni mesi, "improvvisamente" per tutti (ma non per quei
pochi che seguono dal basso e non dai palazzi la società siciliana) è
nata una generazione. Senza denari, senza ordini, senza sostanziali
aiuti dei vecchi elefantiaci partiti, è nata una rete di giovani che
ha preso nelle sue mani il timone dell’opposizione. La rete dei
comitati per Rita, quattrocento nell’Isola, migliaia di militanti
civili, la meglio gioventù della regione. E poi Addiopizzo, ed poi
ancora è la rete spontanea dei comitati al nord, il "treno per Rita".
Queste reti rimangono, possono rimanere. Sono loro il nostro primo
interlocutore, loro e le persone che le hanno formate.

Noi abbbiamo fiducia in queste persone. Vogliamo che restino unite e
che, senza turbarsi per la sconfitta, organizzino con pazienza le
vittorie nuove. L’Italia è di centrosinistra e la sconfitta è locale:
non mancheranno le occasioni, purché si resti insieme. E forse,
paradossalmente, una sconfitta amara ma battagliata sarà stata più
utile, nel tempo, di una vittoria facile e indolore. Tempra di più,
seleziona di più, aiuta di più a crescere questa giovane classe
dirigente che è sempre la nostra, ora come e più di prima.

Essa esce a testa alta da una difficile e coraggiosa campagna
elettorale, dove è stata a volte ingenua ma mai povera, e sempre con
grandissimo orgoglio e dignità. A quelli che la compongono, cui non
abbiamo fatto mancare le critiche sul momento, diciamo ora che siamo
orgogliosi di loro, che hanno servito bene la Sicilia e che con tutta
la loro inesperienza sono stati più bravi e più utili di tanti superbi
tromboni che, anzichè d’aiuto, sono stati d’impaccio.

La destra (compresa la sua componente più tecnicamente mafiosa) ha
vinto puntando sugli aspetti peggiori del popolo siciliano: lo spirito
gregario, la sottomissione, il qualunquismo, la paura. Noi abbiamo
perduto puntando sui migliori: la solidarietà, la memoria, la libertà
di giudizio, la generosità. Entrambi abbiamo avuto "ragione": la
Sicilia possiede le une e le altre cose, a volte fa raccapriccio agli
estranei, a volte desta ammirazione. E’ siciliano Borsellino, ma lo è
anche Provenzano. Un corpo con due anime. Noi stiamo con la più
onorevole, la più luminosa. Ma anche, in fondo, la più vincente.
Quante volte si sono illusi, i notabili, di averla spazzata via una
volta per tutte! Eppure, ogni volta, essa ritorna. Disordinata e
indomabile, la nuova opposizione siciliana riproverà e riproverà a
vincere, finché ci riuscirà tranquillamente. E’ questione di tempo -
anno più, anno meno - e di coerenza

Restando uniti siamo molto più forti, nel lungo periodo, di loro.
Perciò il primo dovere è: restare uniti. Il secondo è costruire.
Questo non dipende da un’elezione. Dipende da un’attitudine generale,
di classe dirigente e non di semplice protesta. Essa in Sicilia è
rinata esattamente ora. E sono questi giovani ad esserne portatori.
Ora hanno perduto, ma la prossima volta ce la faranno.

(Fra l’altro devono ancora votare i carabinieri, che hanno ancora
molte cose da dire, per ordine dei giudici, al governo Cuffaro)


Casablanca. E’ andato bene il numero zero, nella modestia dei mezzi e
dunque della diffusione. In certi posti è arrivato, in altri no. Dov’è
arrivato è stato accolto benissimo, come un amico vecchio che è
tornato. Ma il collo di bottiglia siamo noi, qui a Catania: non
abbiamo forze abbastanza per coordinare (e c’è moltissima roba da
coordinare), cerchiamo di decentrare il più possibile ma ancora,
perché la macchina sia a regime, ci vogliono-due tre mesi. Nel
frattempo puntiamo a occhi chiusi sull’organizzazione spontanea di voi
lettori: singoli militanti, ma anche gruppi già organizzati come
Libera, Addiopizzo, il Rita Express, i Comitati per Rita. A loro non
chiediamo di darci una mano, gli diciamo di essere noi senz’altro.
Casablanca non appartiene a qualcuno, è un abbozzo di rete. Usatela
come tale.

Adesso chiudiamo in fretta per andare alle riunioni di domani. A
Palermo, ad esempio, in cui avremo poco da proporre ma molto di cui
prendere nota: come dappertutto. Sappiamo che i compagni di Roma, cui
non arrivano istruzioni da più di una settimana, stanno lavorando
tranquillamente alle loro inchieste. Sappiamo che quelli del
RitaExpress stanno già discutendo anche di questo giornale, che è
anche loro. E lo stesso gli altri. Sappiamo anche che tu che hai ci
hai scritto e a cui non abbiamo ancora risposto hai capito
perfettamente la situazione, e che cominci già a tessere nella tua
città la tua piccola rete. Casablanca non è una centrale, è un
circuito. E’ un’idea ambiziosissima, ma può funzionare. Internet
funziona.

* * *
Un pezzo da una pagina, 3500 battute. Da due pagine, 7000. Una notizia
breve, 500. Questi sono i contenitori e ciascuno, in gruppo o da solo,
li può già usare. Il telefono è 095.0932490, oppure quello di uno
qualunque dei ragazzi nostri che conoscete.

* * *
L’editore di Casablanca si chiama (s’è deciso da poco) Le Siciliane.
Anche il sito, fra un mese, si chiamerà così. C’è un sacco di cose
nuove in questo titolo, ma le capite da soli. I rami, nel vecchio
albero, crescono in direzioni inaspettate. Però, coerenti. E’ bello
essere un albero che cresce e non un monumento. Che c’importa dei loro
politici? Noi siamo il mondo piccolo che cresce.


Notizie dal mondo (mpress-mpressa).
Torino. Torna uno dei massimi dirigenti Fiat, sospeso qualche tempo fa
per una storia di cocaina. Essendo un parente di Agnelli, ha ritrovato
tranquillamente il suo vecchio posto di lavoro, non proprio da mille
euri al mese.
Milano. Ucciso dallo sportello basculante un giovane romeno che
cercava di recuperare vestiti usati da un cassonetto. Già successo
altre due volte o forse tre, non s’è tenuto bene il conto.
Sicilia. Niente ponte, e invece altre indagini sui mafiosi. Il
Berlusconi locale (quello che possiede tutti i giornali e tv della
Sicilia) ha giò cominciato a organizzare manifestazioni di protesta
per l’autunno al grido di "brutti comunisti, non ci chiudete i
cantieri!". Cuffaro ("Sicily’s governor linked with Mafia", secondo mr
Popham dell’Indipendent) minaccia barricate.
Italia. Elezioni, politica, governo nuovo. Tranquilli Bertinotti e
Mastella. Agitati gli altri.
Mondo. E’ vero, i marines ammazzano donne e bambini come le Ss. Taglio
basso, commenti. Dice che ci sarà un’inchiesta. Per oggi è tutto.


Bavaglio. Da diversi mesi Sky Italia impedisce la ricezione in Italia
di Arcoiris Tv. Arcoiris, come canale satellitare indipendente, da
febbraio chiede di rientrare nel menu dei canali fruibili attraverso
piattaforma Sky. Ma Sky Italia ha fatto orecchio da mercante e non si
è attivata in alcun modo per permettere la ricezione ai decoder Sky.
Eppure c’è una legge, la 78/99, che impone all’operatore esattamente
di "consentire la fruibilità delle diverse offerte di canali con
accesso condizionato o in chiaro mediante l’utilizzo di un unico
apparato".

La legge serve a evitare il costituirsi di posizioni dominanti nel
settore, e a garantire la pluralità e la libertà nella tv digitale. Ma
è come se non ci fosse: di fatto, le antenne dissenzienti vengono
silenziate. Arcoiris non è tanto facile da imbavagliare, perché è una
delle principali internet tv (due milioni di visitatori diversi,
quest’anno, con qualcosa come 130 milioni di accessi) . Ma sul
satellitare, per volontà di Sky, di fatto è tagliata fuori. Perciò i
suoi gestori si sono rivolti al Garante per le Comunicazioni perché
venga risolta questa situazione, e perché vengano rifusi i danni che
Sky Italia, arbitrariamente, sta arrecando.

Dal sito: "Arcoiris Tv, canale tematico satellitare/ televisione via
internet basato a Modena, rappresenta un mezzo innovativo per
diffondere cultura dando voce ai cittadini. Vorrebbe diffondere
opinioni vere senza censura, senza pubblicità. I programmi sono di
informazione ed approfondimento della realtà culturale, sociale e
politica italiana ed internazionale con particolare riferimento alla
realtà sudamericana. Dal 2 febbraio scorso il canale è stato
autorizzato alla diffusione con Delibera 73/06/CONS"

Bookmark: www.arcoiris.tv


Grandi fratelli made in Italy. I controllori che hanno messo a rischio
la privacy dei cittadini e la liberta’ degli utenti sono stati
premiati anche quest’anno con i premi in negativo "Big Brother
Awards". L’unico premio positivo, intitolato a "Winston Smith", il
protagonista dell’incubo orwelliano intitolato "1984" e’ stato
assegnato all’organizzazione No1984.org, che si e’ distinta per la sua
attività di informazione e contrasto del Trusted Computing, la
tecnologia invasiva che in nome del profitto legato copyright
togliera’ agli utenti il controllo sui loro calcolatori. Nel "lato
oscuro" dei premiati, invece, troviamo Enzo Mazza, direttore della
FIMI - Federazione dell’Industria Musicale Italiana, che secondo la
giuria avrebbe contribuito all’affermazione di un modello sociale in
cui i provider internet "devono sobbarcarsi l’onere di essere gli
sceriffi della Rete, dovendo agire come censori e delatori dei loro
clienti, sobbarcandosene oltretutto i costi".

Accanto a Mazza c’e’ anche Mauro Masi, Segretario generale alla
presidenza del consiglio, premiato per aver bloccato i lavori della
commissione sul diritto d’autore, durante i quali era stata proposta
la possibilità di trasformare il reato di duplicazione abusiva in
illecito a querela, evitando l’attivazione automatica e obbligatoria
del procedimento penale anche nei casi di minima entità. Il premio per
la peggiore azienda privata e’ stato assegnato al Trusted Computing
Group, promotore dell’omonima tecnologia. "Si stanno prendendo
decisioni sul modo in cui ci rapporteremo ai computer ed alla Rete -
scrivono gli organizzatori del premio - scelte che delineeranno il
modo in cui vivremo, se come attivi cittadini o solo passivi
consumatori". [carlo gubitosa]
Info: https://bba.winstonsmith.info/


Solidarité. Il sito Bellaciao, responsabile da Roberto Ferrario,
denunciato dai Chantiers de l’Atlantique per aver dato spazio a una
vicenda sindacale (lavoratori stranieri sfruttati, non pagati e tenuti
fuori contratto). Il sindacato francese, la Cgt, denunciato insieme
coi redattori per aver parlato di "moderna schiavitù" e di "atti
mafiosi compiuti nell’impianto dei Cantieri", dei quali "la Cgt
considera responsabile il committente principale, Alsthom Marine".
"La direzione dei Cantieri ci attacca per farci perdere tempo e
denaro, questo affare può provocare la chiusura del nostro sito",
dicono i compagni di Bellaciao, che hanno costituito un Comitè per la
libertà di espressione e organizzato una sottoscrizione per far fronte
alle spese di giudizio. Bellaciao è un sito in francese, italiano e
altre lingue (riprende spesso la Catena) ed è portato avanti da un
gruppo di ragazzi italiani, francesi e di altre nazionalità a Parigi.
In questo momento è uno degli esempi migliori di solidarietà
internazionale (come si diceva una volta) sul web, e va sostenuto e
difeso. Scrivetegli e vedete cosa potete fare. [r.o.]
Bookmark: http://bellaciao.org/it oppure http://bellaciao.org/fr


Informazione 1. L’8 e 9 giugno all’Orientale" di Napoli c’è stata una
conferenza sul tema "make your media, became your media", con Bernardo
Iovene di Report e giornalisti di RAI 3, Il Manifesto e Repubblica. A
sorpresa, l’Università ha chiamato a relazionare anche i ragazzi del
sito/zine locale Bengodi e Benfoggianius (c’è da parecchi anni, fanno
controinformazione locale sia su rete che, quando possono, su carta)
che così si sono visti affiancare, almeno per un giorno, ai massimi
giornalisti e giornali. Buono.
Bookmark: www.bengodi.org, www.benfoggianius.org
Info: 347.9249564


Informazione 2. "E adesso ammazzateci tutti". Questo slogan scritto a
spray su un pezzo di tela bianca ha accompagnato i ragazzi che lo
scorso autunno hanno sfilato in silenzio per le strade di Locri. Una
sfida a viso aperto i poteri mafiosi che avevano stroncato la vita di
Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale della
Calabria, davanti ai seggi delle primarie dell’Unione. Quello slogan,
dopo essere stato trasformato dal vignettista Mauro Biani in una
illustrazione adottata dall’associazione "Libera" come icona della
mostra Mafiacartoon, e’ diventato l’oggetto di una strana forma di
"furto mediatico": il settimanale "La Riviera", che gia’ in precedenza
aveva polemizzato con i ragazzi di Locri, ha pubblicato in copertina
la vignetta di Biani dopo averne modificato lo slogan che e’ diventato
"e adesso imbarcateci tutti". Il messaggio lanciato con questa
manipolazione grafica e’ stato molto chiaro: in Calabria la lotta alla
mafia e’ strumentalizzata dai partiti di sinistra per fini elettorali,
e i giovani che scendono in piazza sono soltanto dei burattini guidati
dall’alto. "Una vignetta e’ come un editoriale - ha raccontato Biani -
e la cosa che mi ha dato fastidio e’ stato proprio l’utilizzo
strumentale del mio disegno per farmi dire cose che non penso
assolutamente. In teoria la legge sulla stampa mi darebbe il diritto
di vedere pubblicata una rettifica con le stesse dimensioni della mia
vignetta manipolata, e nella stessa collocazione. In pratica dubito
che accadra’". [carlo gubitosa]
Info: http://maurobiani.splinder.com


Informazione 3. Girodivite. Un gruppo di ragazzi con una bella storia
(partita molti anni fa al seguito dei Siciliani) Fanno un bel sito e,
ogni tanto, anche un giornale. Il numero di ora è dedicato a Rita
Borsellino e agli studenti siciliani al nord, quelli che hanno
organizzato il Rita Express. Da vedere. Per averlo basta contattare il
sito.
Bookmark: www.girodivite.it/Maggio-2006-dal-web-al-cartaceo.html


Informazione 4. Eh eh! Non ve lo dico.
(Una sorpresa da Napoli la prossima settimana).


Spot. Il Mostro sullo Stretto. Sette ottimi motivi per non costruire
il Ponte. Un libro di Antonello Mangano e Antonio Mazzeo che sviluppa
le argomentazioni scientifiche del movimento che si oppone al Ponte
sullo Stretto. I conflitti d’interesse e la fitta ragnatela di società
ed aziende coinvolte, il devastante impatto socio-ambientale, gli
interessi della mafia, i processi di militarizzazione del territorio.
Indispensabile.
Bookmark: http://www.terrelibere.it/terrediconfine/?x=completa&riga=02216


martans@libero.it wrote:

< In Sicilia dopo le primarie è stata candidata Rita Borsellino, donna
delle società civile, con un bagaglio umano e di contatto con la sua
terra enorme. E’ stata lasciata sola durante la campagna elettorale,
dove il suo staff in due mesi ha coinvolto nella stesura del programma
oltre 20mila persone con cantieri tematici e territoriali. In questo
contesto si è riaffermato il valore più nobile e autentico della
politica: cioè la gestione delle cosa pubblica con il coinvolgimento
della comunità. Il tutto in una terra in cui la mafia ha avuto vita
facile, anzi direi facilitata dal governo Berlusconi (già che dobbiamo
conviverci conviviamoci bene) e dove il governo della regione stessa
era, e (ahinoi) sarà per i prossimi anni, in mano al peggio del centro
destra.
Ora io non mi sento tanto rappresentato da dirigenti che, nonostante
il successo delle primarie (vera novità degli ultimi anni), non
cercano la partecipazione dei cittadini ma preferiscono ottenere
ministeri e non mettono al centro dei loro obiettivi i problemi
concreti, epurando dai partiti che dirigono chiunque non la pensi come
loro (i vertici della Margherita hanno espulso Leoluca Orlando perché
ha sostenuto alle primarie la Borsellino e non il candidato di
partito, tra l’altro da poco transfugo dal centro destra). Mi auguro
che la direzione e il modo di far politica dell’attuale maggioranza
cambino, per cambiare le cose in Italia e festeggiare prima e con
volti meno scavati le vittorie elettorali >


lorenzo.misuraca@hotmail.it wrote:

< Sono andato a salutare il treno Rita Express che passava alla
stazione Tiburtina di Roma. Ho portato 30 copie del cartaceo di
Girodivite dedicato a Rita Borsellino. Ho cominciato a distribuirlo
tra le ragazze e i ragazzi che aspettavano. In pochi secondi le copie
sono finite. Tutta la gente sulla banchina attorno a me leggeva
Girodivite. Io riprendevo con la mia videocamera. Due o tre ragazzi si
sono avvicinati: Giampiero di Collesano ha scritto una volta per giro,
Roberta di Palermo ha apprezzato il cartaceo e mi ha chiesto di
casablanca. Offro la mia birra a un passeggero che dalle 21 e 30 a
mezzanotte se ne già scolato 9. Il megafono annuncia l’arrivo del
treno. I ragazzi di Rita Express Roma avvertono la ciurma di
prepararsi per salire.
Ecco la luce che si avvicina. Io riprendo. La luce diventa muso e poi
scatti di ragazzi urlanti che sventolano bandiere. La batteria della
videocamera si scarica. Il treno si ferma. Confusione. Ragazzi che
corrono felici; Io corro pure. Cerco gli amici. Sulla Banchina una
troupe tv e qualche fotografo. C’è anche lo scrittore Carlo Lucarelli,
che è partito col Rita Express da Bologna. Mentre corro incontro
Antonio, ci abbracciamo. E Poi Luca, mi chiedono le copie del
cartaceo. Finite, già distribuite tutte. "Meglio così", dice Luca, che
ha un pacco di copie di Casablanca da vendere. Una copia un euro.
Speriamo che funzioni.
Dai finestrini riconosco tanti amici: Nicoletta che studia a Bologna,
Simona a Siena, altri a Roma. Siciliani che votano per tornare. e
intanto stanno insieme sulle stesso treno. Molti portano con se amici
e fidanzati senza sangue siculo. È giusto: nostra patria è il mondo
intero e questa battaglia è battaglia di tutti. È uno stringere mani
dall’alto del treno che non finisce. Gli amici mi dicono "sali". Non
posso, domani lavoro, partirò in serata. I ragazzi dell’Arci
distribuiscono bandiere della pace e del Quarto Stato. Uno striscione
recita orgoglioso: "Manco Garibaldi".
Il controllore protesta, vuole partire. I ragazzi di Rita Express
chiedono ancora un minuto, manca qualcuno. E qualcuno grida al
controllore: "Non c’è un treno che non ritardi in Italia, deve
arrivare puntuale proprio questo che è speciale?". I portelli si
chiudono. Il treno si muove. Io saluto, grido, corro sventolando il
Quarto Stato. Tra le voci distinguo: "Grazie per la birra, cumpà", il
ragazzo dell’attesa. E po grida e poi saluti. E poi io che rallento e
vedo il treno scomparire dietro la prima curva. Mezzanotte e
venticinque del 26 maggio 2006. Comunque vada, non ci perdiamo >


antonella consoli wrote:

< Una tiepida mattina
fu portata a Messina
una piramide d’Egitto
per varcare lo stretto.

Poiché il ponte già si sa
che un giorno ci sarà
ma per ora traghettare
è più lento di nuotare.

Così un grande imprenditore
ci studiò per tante ore
e alla fine fu portata
la piramide quadrata.

Or galleggia su nel mare
e si può anche visitare
la piramide d’Egitto
posta in mezzo dello stretto >


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