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La Catena di San Libero 9 aprile 2006 n. 328

Publie le giovedì 6 aprile 2006 par Open-Publishing

riccardo orioles


PROMEMORIA

La nostra è una Città in cui si lavora:
a comandare, è il popolo e la Legge.
Ciascuno di noi tutti ha dei diritti,
quand’è insieme con altri, e quando è solo;
ciascuno di noi tutti ha dei doveri.

Nella Città non c’è uomo nè donna,
miscredente o fedele, bianco o nero.
I cittadini sono uguali. Tutti
vivano nella loro dignità,
nè miseri, nè troppo ricchi: a ognuno
fraterna dia il suo aiuto la Città.

Chi pensa, chi produce, chi lavora,
ognuno dia una mano alla Città:
lei vuole che nessun rimanga fuori
per la pigrizia o per la povertà.

È una la Città, ma il cittadino
è diverso un dall’altro, al suo paese,
nel suo nord, nel suo sud, nel suo dialetto:
la Città non ci vuole fatti a schiera.

Legge di dei non è legge civile:
qui, ciascuno rispetti il dio d’altrui.
I boschi, l’aria libera, i poeti,
i maestri che insegnano, il sapere
sono il nostro tesoro: la Città
per tutti loro è vita e libertà.

Non barbari, ma uomini civili
noi rispettiamo ogni altra città.
Ma chi fugge dai barbari, qui trovi
casa fraterna, asilo e carità:
guai a chi lo scaccia! Offende tutti noi.

Non sia guerra fra umani, uomini!, mai.
Ragionate piuttosto: noi vogliamo
essere i primi a ragionare, e andiamo
nel mondo in amicizia e libertà.

Nei giorni duri, abbiamo una bandiera
che ci ricorda: siamo una Città.


L’ubriaco torna a casa aggrappandosi ai lampioni. Essi purtroppo non
lo reggono e lo lasciano spietatamente scivolare giù. Lui, rialzandosi
a fatica: "Coglione! - sbraita al lampione - Communista! Mostro,
pubblico ministero, maggistrato!".

* * *

Sul numero speciale di Panorama (senza la scritta "Panorama")
distribuito in questi giorni in milioni di copie in tutte le case
mancano due cose importanti: i communisti che mangiano i bambini
(forse una dimenticanza) e la parola "mafia" (sicuramente non una
dimenticanza). Stampato a grossi caratteri, senza firme negli
articoli, con bandiere, sorrisi, banconote e ministri sorridenti
dappertutto. Non manca il saggio ideologico sul "B. Pensiero".

(Un mafioso, per la verità, non ha resistito alla tentazione di
scriverci qualcosa di persona. E’ a pagina 134: basta con le
intercettazioni telefoniche, dice, "se continua questa tendenza presto
le nostre telefonate si concluderanno col saluto Arrivederci
maresciallo". Questo, dallo stile, sembrerebbe proprio Dell’Utri)

* * *
Vanna Marchi senza audio (bocca rotonda, gesti, piccola prepotenza,
suasione) è esattamente identica a chi?

* * *

Società. Triplicato il patrimonio di tutti gli italiani che fanno il
presidente del ponsiglio. Meno bene per tutti gli altri.

* * *
"La sinistra vuole rendere uguali il figlio del professionista e il
figlio dell’operaio".

* * *

"Questa magistratura è il cancro del paese".


Anziani. Escusi dai rilevamenti Auditel gli spettatori sopra i 64
anni: spendono poco e non perciò contano. Più di cento discorsi.


Centocinquantotto soldati italiani colpiti da tumore per le munizioni
all’uranio impoverito usate nella spedizione dei Balcani. Ventotto ne
sono morti. Il ministero della Difesa, dopo averlo negato per anni, lo
ammette oggi. Qual è la pena, in tempo di guerra, per coloro che
tradiscono i propri soldati?


"Se perdiamo, ce ne andiamo via dalla destra. Non è detto che non ci
mettiamo con la sinistra, se ci piglia". Questo è Maroni. Ricorda
Paolo Villaggio nell’Armata Brancaleone, il truculento tedesco con lo
spadone che a un certo punto si mette a balbettare davanti a Gassmann
che l’ha sconfitto e disarmato.


Luxuria. "Non ce l’ho con Berlusconi, anche lui si mette i tacchi e si trucca"


Quanto può valere una e-mail? Questa, non lo so. Ma il record è di
quella spedita, il 7 aprile 2005, da un anonimo funzionario onesto
della Banca Popolare di Lodi (la banca leghista) grazie alla quale i
magistrati hanno aperto le indagini sul colossale giro di intrallazzi
(Fiorani& C.) che ha portato al sequestro - finora - di 327.596.459
euri, circa 650 miliardi di lire. Capisci perché ce l’hanno con
internet? Fa troppa luce.


Palermo. Comincia il processo per Mauro De Mauro, ucciso perché aveva
scoperto l’accordo fra mafia e fascisti per fare un golpe e ammazzare
comunisti e magistrati. Era l’autunno del ’70, quando l’hanno
ammazzato: la giustizia è andata lenta, perché nessuno l’ha aiutata.
Ma alla fine eccola qui. "E’ con orgoglio ed emozione ma anche con
amarezza e malinconia che a più di trentacinque anni dalla sera di
quel 16 settembre 1970 siamo qui per aprire un’istruzione
dibattimentale, chiedere le prove e accertare la verità sul delitto"
ha detto il magistrato, Antonino Ingroia (uno di quelli più odiati da
Cosa Nostra e dal signor B.). E’ lenta, la giustizia, ma arriva, prima
o poi.


Mie cazzate. L’articolo "di Sgarbi" su MicroMega in realtà era un
articolo "su" Sgarbi, messo insieme con abili collages da Marco
Travaglio. Mi sono lasciato ingannare dalla pubblicità. Me ne scuso
con Travaglio, con Flores, con d’Arcais. (A segnalarmi il mio errore,
fino a ieri sera, siete stati in sei: non si può dire che i lettori
della Catena siano indulgenti. Il record comunque è quello di tre anni
fa, quando arrivarono diverse - documentatissime - lettere per
protestare contro una *virgola* in più che avevo messo in una
citazione latina).


Bavaglio, Una bibliotecaria dell’Università di Palermo, Francesca
Patanè, ha segnalato su un sito un’indagine a carico di due professori
 Salvatore Tudisca Antonio Bacarella, preside e ordinario della
facoltà di Agraria - indagati a Firenze per associazione a delinquere
e abuso di ufficio (più precisamente per aver "pilotato concorsi per
l’assegnazione di incarichi di insegnamento universitario". Ai due
baroni infedeli, l’Università - Magnifico in testa - non ha niente da
dire. Alla dipendente fedele (alla dignità dell’ateneo) invece
licenziamento immediato per "comportamenti che pur non costituendo
illeciti di rilevanza penale, sono di gravità tale da non consentire
la prosecuzione neppure provvisoria del rapporto di lavoro".
Bookmark: www.ateneopalermitano.it


Ponte. Una commissione parlamentare d’inchiesta sul Ponte di Messina:
la proposta, lanciata Antonio Mazzeo di Terrelibere, è stata ripresa
da Rifondazione e Verdi. L’idea sarebbe di far luce sulla complessa
vicenda che si è sviluppata negli ultimi anni e soprattutto negli
ultimi mesi attorno a un Ponte che, pur non essendoci, ha già ingoiato
risorse e mobilitato interessi anche "strani".
La magistratura è già intervenuta due volte, sia per possibili
infiltrazioni mafiose, sia per attività irregolari di funzionari del
governo. L’Europa, a sua volta, ha aperto procedure di infrazione per
come state portate avanti la progettazione e la valutazione d’impatto
ambientale. Di materia per una Commissione d’inchiesta non ne manca,
soprattutto alla luce dell’inspiegabile contratto con l’Impregilo,
stipulato dalla società Stretto di Messina a due settimane dal voto.
C’è aria di peculazione finanziaria basata sulle "penali" da pagare al
General Contractor nel caso che il Ponte non si faccia.


Ah, la copertina censurata del Mucchio (quella che il distributore
Parrini non ha distribuito per paura)! Con lo storico personaggio del
"catzillo" (fumetto molto famoso negli anni 80) che l’autore
Gianfranco Grieco ha rifatto a immagine e somiglianza del signor B.,
sarebbe stata la giusta risposta di un popolo "coglione" ma non
rincoglionito.
(Mucchio Selvaggio, il Frigidaire del Duemila, Rock & Libertà)
Bookmark: Bookmark: www.ilmucchio.it


Un’ora di antimafia a scuola. La lotta alla mafia non è solo lotta
"contro" la mafia, ma lotta anche "per" un domani migliore. Coloro che
sono caduti per essa non sono solo vittime per la mafia, ma anche
seminatori e apostoli di un altroavvenire avvenire. Dobbiamo
insegnarlo ai nostri ragazzi; non solo, ma anche imparare da loro.
L’ora di antimafia sarebbe il contenitore in cui i "vecchi" versano
conoscenze e memoria e i giovani speranze e idee, in uno scambio
infinito.

("C’erano due amici di Palermo che si chiamavano uno Giovanni e
l’altro Paolo. Essi decisero di combattere contro quelli che rubavano
l’acqua alla Sicilia e facevano stare male i siciliani. Così
diventarono giudici e fecero grandi cose. Alla fine però li
ammazzarono. Alla fine però la gente fece un albero per ricordarsi di
loro e forse prima o poi farli tornare").


ninoq@hotmail.com wrote:
< Sono stato alla manifestazione di Libera a Torino, migliaia di
persone sotto la pioggia a ricordare i nomi delle vittime della mafia.
Qualcuno ha detto che le gocce di pioggia sono lacrime di un dio che
ama gli uomini >


Giancarlo Roncato wrote:
< L’atteggiamento sempre più scomposto del sig. S.B. ci deve mettere
sull’avviso che l’uomo non accetterà di perdere le elezioni (in gioco
ci devono essere cose imprescrittibili che non conosciamo) e che
sembra disposto a tutto pur di non riconoscere una sconfitta >


esperito@libero.it wrote:
< Un ricco e avaro mago aveva molte pecore; poiché esse sapevano che
il mago aveva una certa predilezione per la carne di agnello, spesso,
nel tentativo di sfuggirgli, si perdevano o si ferivano. Il mago, che
non voleva costruire un recinto nè assumere dei pastori, pensò che la
cosa migliore da fare fosse quella di ipnotizzare le sue pecore
facendo loro credere che la macellazione non era affatto dolorosa, ma,
anzi, piacevole. Le indusse a credere che le amava sopra ogni altra
cosa e che tutte le sue azioni erano per il loro bene; esse non erano
in realtà pecore, bensì leoni, aquile o uomini. Da quel momento in poi
il gregge non temette più il mago, ma attese con gratitudine la
macellazione >


alessandro.paganini@cheapnet.it wrote:
< Sono andato a fare la spesa con l’autobus, e i sacchetti in mano.
Come le massaie. Due sacchettoni, su un autobus strapieno, andatura a
singhiozzo per traffico cronico, cercando di tenersi, di non
schiacciare i pomodori, di non sbriciolare i biscotti, sudando come
una bestia e non potendosi né sbottonare il giubbotto, né grattare la
spalla. Come le massaie. Grazie anche per questo, alle mamme di questo
millennio balordo >


Franco Gialdinelli wrote (lettera aperta a Carlo Azeglio Ciampi) wrote:
< Caro Presidente,
Siamo un gruppo di amici di Enzo Baldoni. Da anni ci frequentiamo
quotidianamente via internet grazie alle mailing list da lui fondate.
Le chiediamo un riconoscimento per il nostro amico Enzo, scomparso in
Iraq dove, senza armi, era andato a cercare di capire le ragioni di
una guerra, e ad aiutare, per quel che poteva, chi aveva bisogno, al
di là della fede politica o religiosa. Questo gli è costato la vita.
Per lui adesso vorremmo sì una medaglia, ma di cristallo: una medaglia
simbolica alla chiarezza e alla serenità. La chiarezza che Enzo amava
cercare durante i suoi viaggi, e la serenità che ha saputo insegnare a
chi ha avuto il privilegio di essergli amico. La chiarezza per noi di
capire infine cosa è realmente successo in quei giorni dell’agosto
2004, e la serenità che in parte ci restituirebbe il riavere ciò che
resta del nostro amico di nuovo qui vicino. Senza cerimonie e clamori,
come Enzo e la sua famiglia ci hanno insegnato. Con profondo rispetto,
gli amici di Enzo >

Per aderire: EnzoB-owner@yahoogroups.com


Beppe Sini (Centro di ricerca per la pace di Viterbo) wrote:
< Per favore, non stiamo a parlare delle pagliacciate con cui il primo
ministro tenta di distrarre l’attenzione da ciò che conta e ridurre
tutto a suburra. Parliamo invece di ciò che conta. Decidiamo se siamo
dalla parte della mafia o dalla parte di chi la combatte. Decidiamo se
siamo dalla parte degli sfruttatori o degli sfruttati. Decidiamo se
preferiamo la guerra di tutti contro tutti o lo stato di diritto.
Decidiamo se siamo dalla parte dei razzisti e dei golpisti o della
Costituzione repubblicana scaturita dalla lotta antifascista.
Decidiamo se della natura pensiamo che sia uno scrigno da forzare e
saccheggiare o una casa comune e un sistema vivente di cui siamo noi
stessi parte. Decidiamo infine se deve proseguire il regime del
patriarcato che nega piena dignità a metà del genere umano.
A chi mi chiede per chi voto, rispondo: per la coalizione di
centrosinistra che si oppone alla coalizione berlusconiana; e per il
solo, semplice fatto che si oppone alla coalizione berlusconiana.
Perché solo con la sconfitta di questa si potrà difendere la
Costituzione, la legalità, la democrazia nel nostro paese >


AntonellaConsoli wrote :

< Noi che guardiamo le cose
sicuri di sopravvivere
e il mare che scintilla
ogni scintilla un uomo >


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