Home > La Federazione della Sinistra va a congresso - Chi se ne è accorto?
La Federazione della Sinistra va a congresso - Chi se ne è accorto?
Publie le giovedì 15 luglio 2010 par Open-Publishing4 commenti
La Federazione della Sinistra può a buon diritto essere definita uno spettro, ma le sue somiglianze con le audaci parole che aprono il Manifesto del partito comunista finiscono purtroppo qui.
Eravamo stati fin troppo facili profeti, un anno fa, nel dire che si sarebbe trattato di un percorso privo di qualsiasi reale contenuto politico, un assemblaggio di gruppi dirigenti impauriti e, soprattutto, che la scelta di costituire la Fds avrebbe gettato Rifondazione in un dibattito estenuato, risucchiando tutte le poche energie rimaste nel gestire gli equilibrismi del processo “unitario”.
Anche il supremo argomento elettorale si è dimostrato come minimo debole: se le europee 2009 erano state un insuccesso, col mancato raggiungimento del quorum, le regionali della scorsa primavera hanno visto un ulteriore calo percentuale e il sorpasso di Sinistra e Libertà: il progredire del processo unitario, a quanto pare, non ha poi tutta questa resa elettorale e questa capacità attrattiva.
Il motivo è facile da capire per chiunque abbia seguito anche solo da lontano le vicende della Fds: la Federazione non esiste se non come (precario) cartello elettorale. Non ha prodotto una sola idea, una sola proposta, un solo serio intervento comune. Nel migliore dei casi, qualche dibattito e qualche festa.
Tutto il poco dibattito della Fds è condizionato dagli equilibri interni ed è stato fin dall’inizio una specie di grottesca pantomima: se Grassi accelera, Ferrero frena, se il Pdci fa un mezzo passo a sinistra, Patta ne fa uno e mezzo a destra, pesi e contrappesi sempre dettati dalla necessità di non sbilanciare la barca, mai rivolti ai processi reali, al conflitto reale e alle sue dinamiche.
Le cosiddette “discriminanti politiche” non sono altro che il risultato dei soliti minimi comuni denominatori: no al Pd nel governo nazionale (per ora, tanto non costa nulla dirlo visto che governa Berlusconi), sì nei governi locali, avanti con la “coalizione democratica” (attendiamo ancora di capire in cosa si differenzia dalle precedenti incarnazioni del centrosinistra).
Sono le classiche formulazioni che permettono di mantenere un simulacro di unità mentre poi ciascuno fa quello che meglio crede.
È tutto un diluvio di “offensive unitarie”, di “tensioni unitarie” e di “costruzioni unitarie” che all’atto pratico si risolvono nel fatto che ogni corrente promuove la “sua” versione della famosa “unità”, ossia la ricerca di alleati che possano aiutarla a egemonizzare la Federazione, soprattutto in vista degli appuntamenti elettorali. Pienamente inserito in questa dinamica è il percorso per l’unità dei comunisti. Inutile dire che tutta questa unità produce soprattutto divisioni, amare recriminazioni e una sequela di sgambetti reciproci. Ultimo esempio l’appello particolarmente insulso intitolato “La sinistra torni a giocare un ruolo importante nella politica italiana”, con un arco di firmatari che comprendono pezzi della maggioranza del Prc (Essere comunisti, Vinci), pezzi di “Sinistra europea” (a volte ritornano…), massimi dirigenti del Pdci e di Socialismo 2000, un pezzo non troppo “vendoliano” di Sinistra e Libertà (Gianni, Deiana), un pezzo non troppo “piddino” del Manifesto (Parlato): insomma, una coalizione unitaria la cui composizione lascia presumere che il principale scopo di tale fronte unito sia quello di pensionare Ferrero e di passata anche i suoi attuali alleati più fedeli ex mozione 2 (Rocchi, Rinaldi).
C’è qualcosa di veramente meschino nel ritenere che tutto questo agitarsi all’interno di un acquario sempre più stagnante possa essere definito “fare battaglia politica”, magari addirittura da comunisti!
Sempre più imbarazzante è poi il quadro dei rapporti sindacali della Fds, organicamente legata a una componente Cgil come Lavoro Società, che ormai sempre più viene spinta dalla logica dello scontro interno alla confederazione a schierarsi come guardia pretoriana della maggioranza di Epifani. Se questo era già grave nel congresso della Cgil, diventa intollerabile in una situazione nella quale la Fiom è accerchiata da ogni parte per la sua opposizione al piano Marchionne per Pomigliano e i vertici Cgil nazionali si siedono sulla sponda del fiume ad aspettare che passi il cadavere.
Tale è il quadro della Federazione della sinistra che dovrebbe aprire a breve il percorso del suo congresso di fondazione. Poiché scriviamo a lavori ancora aperti, non sappiamo quali saranno le proposte finali del documento politico e dello statuto proposti. Tuttavia la direzione di marcia è già stata chiaramente indicata nei dibattiti fin qui svolti: le tracce di tesi politiche in circolazione costituiscono un irredimibile guazzabuglio tra richiami berlingueriani e persino occhettiani, sogni riformisti fuori tempo massimo (il governo democratico dei processi economici, il mondo multipolare di pace che cerca la soluzione politica dei conflitti…), una spruzzatina di “socialismo del secolo XXI”, parola che ha il duplice vantaggio di essere alla moda e di non significare nulla di concreto e preciso, su questo poco attraente scenario, ogni componente lotterà per piantare la sua bandierina, ossia appiccicare quelle due o tre frasette che permettano di rendere “riconoscibile” la loro presenza. Dato il quadro dei rapporti interni sopra descritti, è facile pronosticare il dibattito negli organismi preposti a varare le tesi non potrà che aggiungere confusione a confusione.
Riguardo le regole, le cose sono un po’ più lineari (sulla carta): si propone che la Federazione diventi titolare di tutte le scelte elettorali e istituzionali: liste, alleanze, candidature, gruppi unificati, gestione delle risorse economiche derivanti dal finanziamento pubblico e dai versamenti degli eletti.
In altre parole, la Fds avrà in mano… le chiavi della cassa! Questo aprirà nuove dinamiche centrifughe e distruttive, poiché i pochi soldi che entreranno saranno in mano a organismi ancora meno controllabili di quanto non fossero quelli di partito (parliamo qui dell’esperienza del Prc) e le dinamiche di gestione personale, di cordate e cordatine da costituirsi ad hoc per la conquista di questa o quella postazione istituzionale assumeranno un carattere ancora più velenoso e spoliticizzato di quanto già non sia oggi.
Sullo sfondo rimane la beffa finale: tutti i protagonisti sanno benissimo che questo congresso, che viene presentato come necessario, risolutivo, importante inversione di tendenza e via di seguito, in realtà nasce già morto. Il minuto dopo la chiusura del congresso, si aprirà l’ennesimo “processo unitario” con il tentativo di creare una nuova aggregazione con Sinistra e Libertà, o con componenti della stessa, con l’obiettivo minimo di costituire liste comuni per le prossime elezioni.
È quindi nostro preciso dovere indicare con la massima chiarezza una prospettiva diversa, non prenderemo e non ci prenderemo in giro andando a emendare le virgole, sarebbe, fatte salve le proporzioni, come accontentarsi di aver salvato un pellicano dalla marea nera della Louisiana, mentre l’intero ecosistema viene distrutto. Proporremo quindi un orientamento alternativo sull’insieme dei temi scottanti e urgenti del conflitto e della crisi, nonché sui fantomatici “processi unitari” nei quali il gruppo dirigente del Prc, Ferrero in testa, ha grave responsabilità di avere impantanato quelle speranze suscitate dalla svolta di Chianciano.
Scritto da Claudio Bellotti ( falcemartello).
Messaggi
1. La Federazione della Sinistra va a congresso - Chi se ne è accorto? , 16 luglio 2010, 00:30, di Nando
Ha ragione Claudio Bellotti, la svolta di Chianciano è poco definirla delusione... A me sembra che lo facciano apposta, per non creare un partito comunista, anticapitalista, libertario dal basso e dalla base, che sia una vera alternativa all’attuale sistema politico ed economico.
nando
1. La Federazione della Sinistra va a congresso - Chi se ne è accorto? , 23 luglio 2010, 01:06, di Devid
Il partito unico, io sottolineo che ho 22 anni ma sono cresciuto col mito di mio padre del PCI e lo rimpiango e lo rivorrei, non sarebbe riproponibile a mio avviso oggi come oggi. Si discute tutti sulla bontà o meno della Federazione, ma ci rendiamo conto che ci diamo contro più tra noi comunisti a volte, con dispute interne che interessano solo noi, che contro le destre e chi calpesta i diritti della gente, e siamo solo all’interno di una Federazione, immaginiamo se ci fondessimo in un unico soggetto, quanto dureremmo a patto che ci riuscissimo!? Il PCI inoltre, quello vero, secondo me è esistito solo nel periodo prima e dopo della guerra. Quello successivo era solo BERLINGUER, altrimenti quando lui è morto, il PCI non si sarebbe sciolto e non ci avrebbe restituito gente come Bersani, Veltroni, D’Alema, Fassino, Ochetto, Bossi e Ferrara (ex comunisti) e compani che odiano i comunisti e fanno di tutto x estrometterli e che sono le facce del male dell’attuale sinistra! Tutti i comunisti hanno nostalgia del PCI e del suo modo di agire, ma bisogna essere capaci di leggere le situazioni e la storia politica, infatti fino ad ora ogni qual volta i comunisti si sono posti la questione dell’unione come fusione in un unico partito, si sono invece ulteriormente divisi, mentre quando x la prima volta si sono posti il problema dell’unione come Federazione mantendo i vari partiti, hanno resistito a 2 sconfitte quali le europee e le regionali. Per riformare un PCI ci vorrebbero persone come Berlinguer ma non uno, mille (come era con Togliatti dove però nel partito c’erano ache miti della resistenza come Paietta, Ingrao, Nilde Iotti ecc...) e anche il contesto sociale e politico, a tutt’ora non esiste nessun ingrediente che garantirebbe lunga vita ad un nuovo PCI anche se tutti lo vorremmo! Se guardiamo il partito comunista francese, attualmente alle ultime elezioni si è presentato con 5 candidati diversi, arrivando ai minimi storici e i francesi hanno nel DNA l’animo della rivoluzione francese quindi sono secoli avanti a noi, il partito comunista greco non ha alle spalle la storia del PCI italiano con mille partitucoli e siglette derivanti dalla sua fine; la Germania invece che ha dato vita alla LINKE, ha un simbolo semplice con la scritta DIE LINKE, ma è un unico partito nato dall’aggregazione iniziale come federazione e poi lo scioglimento in un unico soggetto, ma erano solo due entità come IL LINKSPARTEI E LA WASG (quest’ultima identica a Lavoro e solidarietà), noi nella federazione sola, siamo in 4 e ancora sono fuori mille sigle comuniste. Noi abbiamo avuto una nostra storia che ha visto il nostro PCI come il + grande partito comunista a livello di iscritti di Europa e del mondo, e quando un partito così grande con tante anime tenute prima insieme da grandi ideali del dopo guerra e poi dal grande Berlinguer, si viene a sciogliere, produce infinite schegge comuniste che riunire se non ci sono gli uomini e gli ingredienti adatti è impossibile. Io credo che molti comunisti, anche in questo spazio, si fa questo errore, fanno critica, il che come nella vita deve a mio avviso essere un ingrediente necessario a migliorarsi, ma non deve essere eccessiva e diventare masochistica autodistruzione. Con questa estremissima autocritica, si sono formati partitini come sinistra critica, partito comunista dei lavoratori, che danno + contro i compagni della Federazione che contro il Governo. Ma attivamente cosa portano all’elettorato che rappresentano: NIENTE!
2. La Federazione della Sinistra va a congresso - Chi se ne è accorto? , 23 luglio 2010, 18:41
Bah, insomma .... anche senza tenere conto del grande astensionismo elettorale di sinistra e dei gonzi che ritennero, da sinistra, di dare il "voto utile" a Veltroni .... nel 2008 sarebbero bastati i voti presi dal Pcl e da Sinistra Critica per garantire a Rifondazione una rappresentanza elettorale di una decina di deputati e qualche senatore ...
Per cui evitiamo di sottovalutare ...
Del resto ricordo che Ferrando ( che pure in generale non stimo) fu costretto ad andarsene solo perchè aveva dichiarato una sacrosanta solidarietà alla resistenza irakena ... e che Turigliatto, che poi fonderà Sinistra Critica, fu allontanato dal Prc per aver giustamente votato contro i finanziamenti alla guerra afgana.
Per cui, come dire, chi è causa del suo mal pianga se stesso ... e Rifondazione, con l’appoggio al governo Prodi, ha fatto di tutto per suicidarsi e provocare scissioni al suo interno ...
Lasciamo poi perdere Berlinguer .... capisco che, rispetto agli gnomi politicanti di oggi, possa adesso apparire un gigante ....
Ma i guai della sinistra italiana nascono proprio con Berlinguer .... il compromesso storico, la teoria dei sacrifici, l’appoggio alla ristrutturazione industriale, il sostegno acritico al nucleare, la storia dell’ "ombrello protettivo della Nato", il contrapporsi violento ed autoritario al movimento giovanile del 1977 ... tutte cose che hanno interrotto, anche violentemente, le speranze partite dal 1968/69, speranze che che avevano portato alla massima espansione della sinistra a metà degli anni settanta ....
E poi i D’Alema, i Veltroni, i Fassino, gli Occhetto li aveva allevati lui ....
Radisol
3. La Federazione della Sinistra va a congresso - Chi se ne è accorto? , 23 luglio 2010, 18:46
Dice Devid :
".... Ma attivamente cosa portano all’elettorato che rappresentano: NIENTE!"
Invece Rifondazione, nel periodo che era al governo e nelle giunte dei principali comuni e regioni, ai propri elettori ha portato molto .....
Radisol