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La Tav dieci anni dopo Genova

Publie le lunedì 27 giugno 2011 par Open-Publishing
3 commenti

Non c’è niente da fare. Certi riflessi non scompaiono mai. A pochi giorni dal decennale del G8 di Genova 2001, quello in cui fu ucciso Carlo Giuliani, le forze di polizia hanno dato oggi un’altra prova della loro potenza manganellando i manifestanti della Val di Susa, attaccandoli con i lacrimogeni, cariche, getti d’acqua.

E non è un caso se l’ex capo della Digos di Genova ai tempi del controvertice, Spartaco Mortola, sia stato appenna nominato dirigente del compartimento Polfer di Torino, nonostante una condanna in secondo grado, in particolare tre anni e 8 mesi per l’irruzione alla scuola Diaz e a un anno e due mesi per l’induzione alla falsa testimonianza dell’allora questore di Genova Francesco Colucci. Mortola, del resto, era stato promosso Questore il 2 giugno scorso tra le proteste dei sindacati di polizia che chiedevano di attendere, almeno, l’esito del ricorso in Cassazione.

Ma, appunto, certi riflessi sono duri a morire. Le cariche della polizia di oggi rilegittimano quelle di ieri perché hanno lo stesso impulso. Di fronte a una protesta popolare, massiccia e pacifica che non lascia scampo, non lascia spazio alle falsificazioni – “la Tav è sicura” – e scoperchia gli affari e i profitti che si nascondono dietro l’opera, la risposta è di nuovo il manganello.

I manifestanti hanno appena detto di aver perso un round “ma non la guerra”. E dovrebbe sconfortare il fatto che siano costretti ad affrontare una “guerra” per difendere le proprie vite, il proprio territorio, il futuro dei propri figli. Una guerra dichiarata da un governo imbelle e inerme, incapace di fare alcunché, per le sue debolezze interne, ma ancora in grado di cercare coesione e compattezza caricando una manifestazione pacifica.

Ma, crediamo, lo sconforto non ci sarà. Gli abitanti della Val di Susa hanno dimostrato da anni di saper resistere e lo faranno ancora e forse li aiuterà il vento nuovo che si respira nel Paese. Resta da vedere, però, che faranno quelle forze politiche, come il Pd, che di questo vento intendono essere le depositarie ma che in Piemonte spingono per la repressione. Qui non è più tempo di facile antiberlusconismo: dopo le vittorie alle amministrative, quella sui referendum, è tempo di dire con chi si sta. Con l’acqua pubblica o privata? Con Marchionne o con gli operai? Con i No Tav o con la polizia che li manganella? Fassino, Bersani, Veltroni e compagnia cantando questa scelta devono farla, ora.

(27 giugno 2011)

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Messaggi

  • Incredibilmente, qualcuno ancora confida nel PD per dare un sostegno alle richieste che sempre piu’ si diffondono nel paese. Ancora si chiede ad una forza politica sfacciatamente liberista, perche’ noi non abbiamo la memoria corta di Bersani, collusa con la Confindustria ed il Vaticano, quello scatto in avanti di cui il paese ha disperato bisogno.I referendum sono stati promossi e vinti in sostanza da quel popolo, che chiede solo di avere una forza politica in grado di dare un taglio netto con la vecchia guardia, quella che in un ventennio ha demolito il partito comunista per dare vita ad una fotocopia del governo attuale. L’esercito invocato da Fassino resta un crimine indelebile nei confronti della sinistra antagonista, davvero stavolta nessuno potra’ piu’ chiedere di votare turandosi il naso, dopo la distruzione avviata della scuola, delle pensioni, della sanita’ dai governi del centrosx e messa poi in pratica dal regime berlusconiano, ora l’oltraggio all’ambiente per soddisfare i voraci appetiti delle cricche al potere in Europa, che in piccolo ripetono i disastri dell’imperialismo americano.Dopo le violenze di questa mattina, nessun dialogo con chi , in nome del bipolarismo percorre di fatto la stessa politica della destra reazionaria.

    • Condivido con rebeldia, nessuna fiducia al PD e tutta la sinistra istituzionale sfacciatamente ultraliberisti e collusi con Confindustria ed il Vaticano. Cosa ci aspettavamo dai vari Fassino e compagnia!? Tocca al popolo prendere coscienza della propria forza e fare pressioni sui governi...

      nando

    • Non mi pare che Cannavò, che oltretutto è di Sinistra Critica, uscita da Rifondazione proprio sul rifiuto di ogni rapporto col PD, dia alcuna fiducia al PD medesimo.

      Le sue domande e le sue esortazioni sono chiaramente retoriche.

      E’ pure vero però che, solo qualche mese fa, sarebbe stato impensabile veder schierato il PD tout court contro il nucleare ed ancora di meno per la difesa dell’acqua pubblica.

      Certo sul si alla Tav, da sempre un cavallo di battaglia del PD piemontese ( Chiamparino, Bresso, lo stesso Fassino), pensare ad una inversione di tendenza dei piddini appare ancora più improbabile.

      Ma, come dire, nulla è impossibile in una fase come questa .... e se una conversione, certo del tutto strumentale, del PD potesse essere utile a fermare la realizzazione della Tav, non è che la cosa mi farebbe schifo ...

      Ferma restando la mia totale sfiducia più generale nel Pd e nel suo gruppo dirigente.

      K.