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La nuova "bomba" Indagine a Milano su Berlusconi e una minorenne

Publie le mercoledì 27 ottobre 2010 par Open-Publishing
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Un nuovo incubo attraversa la strada del premier e la sopravvivenza del governo. Nel giorno in cui la maggioranza all’improvviso rallenta la corsa sul Lodo Alfano, da Milano rimbalzano voci minacciose di una nuova inchiesta in cui sarebbero coinvolte fanciulle minorenni, Lele Mora l’ex parruchiere diventato manager di talenti da spettacolo e infine lui, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Una storia di sesso e notti brave nella movida milanese arricchita di modelle e starlette giovanissime disposte a tutto per una parte in tivù, diventare famose e possibilmente ricche. Quella di ieri è una giornata che va inquadrata in due scene. Diverse e lontane. La prima è al Senato. In Commissione Affari costituzionali doveva essere il giorno della conta. Invece alle quattro meno un quarto maggioranze ed opposizioni lasciano l’aula e rinviano tutto alla prossima settimana. Il presidente Carlo Vizzini (Pdl) fissa per domani (ore 16) il termine per gli emendamenti e aggiorna la seduta a martedì. Quando non è escluso che scattino nuovi rinvii per i subemendamenti. Eppure tra venerdì, il giorno della lettera del Colle con le «forti perplessità» sul testo del Lodo, e domenica quando Fini ha calato l’aut aut sulla reiterabilità, le due parti della maggioranza hanno avuto il tempo di calibrare i testi degli emendamenti. Ieri invece nessuno ha presentato nulla. Tutto di nuovo in alto mare.

E a parte Pd, Idv e Udc che fanno quanto previsto - ritiro del testo e rinvio sine die dello scudo - tra i banchi di Fli e del pdl è scena muta, compreso il sottosegretario Casellati. Anzi, Fli e Pdl votano insieme, compatti, nell’unica votazione della giornata, quella in cui Enzo Bianco e Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd, chiedono la cancellazione del lodo. Richiesta bocciata per un voto, quello del finiano Saia. «Dobbiamo mettere a punto con calma alcune questioni con il presidente Bongiorno» dice Saia lasciando l’aula e confermando che la linea prevede di cancellare la reiterabilità dello scudo. Silenzio sul fronte del Pdl che tiene i big Quagliariello e Gasparri, i veri papà del Lodo, lontani dall’aula della Commissione. Una frenata, quindi. Eppure il conto alla rovescia per il 14 dicembre, giorno in cui la Consulta si pronuncerà sul legittimo impedimento col rischio che il premier debba tornare in aula per il processo Mills, scorre implacabile. Ufficiosamente i berluscones veicolano il messaggio che non ci sono problemi, che il Lodo resta «la priorità» e che semmai «si prende tempo in cerca della più ampia sinergia con Fli». Lo dicono gli stessi che fino a 24 ore prima giudicavano l’intervento del Quirinale e lo stop di Fini la prova «di un asse e di un accanimento politico». Leoni che diventano agnelli. In politica succede spesso.

Sotto traccia, invece, si sta muovendo altro che rinvia alla seconda scena, a Milano, procura della Repubblica. Il Fatto Quotidiano ieri mattina ha dato conto di un’inchiesta della procura meneghina, una storia a luci rosse in cui sarebbero coinvolti anche Berlusconi, Lele Mora e una giovane ragazza marocchina all’epoca dei fatti minorenne. Il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati ha subito smentito anche un po’ infastidito. In serata invece la conferma ufficiosa: l’inchiesta c’è e sarebbe assai vasta e complessa. Il titolare è il pm Antonio Sangermano già responsabile di numerose inchieste sullo sfruttamento della prostituzione. Protagonista della storia una ragazza marocchina, all’epoca dei fatti minorenne, a cui gli investigatori sarebbero arrivati sulla base di alcune intercettazioni telefoniche. La ragazza è stata rintracciata, portata in procura e qui convinta a parlare e a raccontare. I suoi verbali sono rigorosamente in cassaforte. Notti brave a base di sesso e droga e senza scrupoli. Non si tratta della denuncia di una parte bensì di un atto di indagine autonomo in cui la giovane è teste chiave. La ragazza, adesso maggiorenne, vive da tempo sotto protezione per tutelare la sua incolumità. Nel pieno dell’estate la movida milanese finì già sui giornali per l’inchiesta in cui furono coinvolti l’Hollywood e The Club, locali esclusivi frequentati da calciatori, modelle e starlette. Ai tempi dello scandalo di Casoria e di Noemi (aprile 2009) Veronica Lario, oggi ex signora Berlusconi, già accennava a figure di vergini che si offorno al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica». Poi arrivarono Patrizia d’Addario, le notti a palazzo Grazioli e le feste a villa Certosa con Berlusconi vestito di bianco, unico uomo a una tavolata di fanciulle, maschera tragica tra comparse ancora più tragiche.

http://www.unita.it/news/italia/105103/la_nuova_bomba_indagine_a_milano_su_berlusconi_e_una_minorenne

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