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La tempesta si avvicina

Publie le lunedì 26 aprile 2010 par Open-Publishing

Riporto da Liberazione il sunto di un articolo di Francesco Gesualdi, analista italiano dei no global, considera la crisi economica, sociale e ambientale di fronte all’obiettivo di una società più giusta capace di garantire il benvivere a tutti, nel rispetto dei limiti del pianeta.

“E’ ormai certo che per ripristinare l’equilibrio ambientale bisogna regolare produzione e consumi, ma finché il motore dell’economia rimane il mercato, l’arresto della crescita può comportare seri contraccolpi sociali. Non a caso fra gli oppositori della riduzione troviamo anche il sindacato e i partiti di sx, preoccupati per i posti di lavoro e il buon funzionamento dell’economia pubblica. Segno che questione ambientale e questione sociale sono due temi indissolubili.

Alex Langer diceva: «La conversione ecologica potrà affermarsi solo se apparirà socialmente desiderabile». L’unico modo per convincere è dimostrare che è possibile coniugare sobrietà con piena occupazione e sicurezze per tutti.

Occorrono proposte di riorganizzazione economica e strategie di attuazione
Ma esse richiedono un capovolgimento culturale nel nostro modo di concepire il rapporto con la natura, i diritti, il lavoro, la tecnologia, il mercato, la comunità, il benessere. Richiedono una revisione profonda del nostro modo di organizzare il tempo, le città, la produzione, la soddisfazione dei bisogni, i rapporti sociali, l’economia privata e l’economia pubblica. Il ripensamento dell’intera architettura economica e sociale.

Non bastano politici o economisti.
Abbiamo già visto i danni che hanno fatto.

Occorre un’altra visione del mondo, una prospettiva del benvivere inteso come soddisfazione di tutte le dimensioni umane, nella complessità dei bisogni, dei limiti del pianeta e dei diritti delle generazioni che verranno.

La delega agli economisti è pericolosa, perché finora è stata l’antitesi della democrazia. La democrazia esiste quando le decisioni portanti sono prese da tutti. Ma niente influenza la nostra vita più dell’economia e niente è posto fuori dal nostro controllo più dell’economia, segno che il potere non appartiene al popolo, ma ai mercanti e al potere finanziario.

Occorre che tutti quanti tiriamo fuori una nuova idea di società e tracciamo un percorso per farla avanzare. E’ un compito che richiede solo la chiarezza politica che si acquisisce con la discussione e il confronto. Ma c’è chi ha già sperimentato su piccola scala e la sua esperienza può servire.

Il 1° punto è il sistema organizzativo: stabilire come attivare un processo di elaborazione diffuso capace di giungere a una sintesi condivisa:
fare piccoli gruppi di studio, aggregazioni di poche persone che individuano i nodi, li affrontano, ipotizzano soluzioni applicabili a piccola, media e grande scala. Ci piacerebbe che ne sorgessero centinaia, addirittura migliaia, trasversali e diffusi su tutto il territorio, piccoli gruppi che si prendono il tempo che serve, per ritrovarsi due o tre volte al mese e discutere una traccia condivisa a livello nazionale, una sorta di sciame che lo stesso mese si concentra sullo stesso tema. Il tutto dotandosi di strumenti informatici per mettere le conclusioni dell’uno a confronto con quelle degli altri affinché emergano assonanze, differenze, divergenze. E più avanti realizzare degli incontri regionali, addirittura nazionali, per dirimere i punti più controversi, formulare una piattaforma comune e mettere a punto delle strategie di transizione.

Scrivete a gruppidistudio qdr cnms.it ,
dite il comune e la provincia.
A partire da questo censimento, ricontatteremo ogni persona per valutare la possibilità di formazione dei gruppi e stabilire, tutti insieme, come proseguire il cammino. Partecipiamo dal basso.

..

Commento mio (Viviana Vivarelli)

Il pericolo ventilato di una nuova crisi della Borsa, anche peggiore di questa, che ha messo in ginocchio tutto il mondo, ha una valenza terribile e improduttiva. Persistono, infatti, tutte le incontrollate irregolarità speculative che rendono prossime altre bolle finanziarie e altre crisi economiche, che un mondo di poveri già stroncato dalla miseria e della disoccupazione non povrebbero proprio sopportare, pena l’estinzione di parte dell’umanità o flussi di migranti incontrollabili e devastanti.

Se tutti i ministri delle Finanze si accordassero per regolare finalmente la Borsa e normalizzare i flussi di investimento speculativo, si inizierebbe, forse, una svolta significativa dell’economia reale. Invece nessuno si muove, e l’UE resta dominata dal forte cinismo di un sistema bancario irresponsabile, senza traccia di autoemendamento .

Le grandi Banche hanno approfittato della crisi per ricevere forti regalie pubbliche, dunque sulla miseria dei poveri c’è chi ci ha pesantemente guadagnato, così non vediamo alcuna traccia di correzione delle pericolose storture finanziarie che hanno danneggiato il mondo.

Non solo tutto resta dominato da un mercato artificiale altamente speculativo, ma le perversioni del sistema restano come una bomba atomica innescata con tutta la sua pericolosità intatta. Tutto sommato per quasi tutte le Banche la crisi è stata una ulteriore opportunità di guadagno
E la ripresa della dx in Europa è un segnale allarmante che si andrà sempre peggio.

Ultimi, per provvedimenti economici, sociali, finanziari e bancari, l’Italia è a ruota della Grecia in un fallimento prossimo annunciato, di cui né i ministri del Pdl né i somari ministri leghisti sembrano occuparsi, mentre l’opposizione farfuglia parole senza senso e addirittura promette aiuti e tavoli di condivisione.

Marciamo verso la morte nel buio più totale parlando di niente, mentre le iene fanno piccoli mercati e si preoccupano solo di piccoli e grandi poteri locali, ignari della tempesta che si avvicina..

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MASADA 1128 Uno stato di pre-dittatura