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Le stigmate del diverso: il criminale, lo straniero, il diverso sessuale, la don

Publie le venerdì 16 aprile 2010 par Open-Publishing
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Le stigmate del diverso: il criminale, lo straniero, il diverso sessuale, la donna, il bambino..

Fu il Lombroso stesso a fare il suo proprio museo nel 1898 a Torino, museo di psichiatria e criminologia con migliaia di reperti anatomici, manufatti e scritti di criminali ed alienati, reperti probatori, armi proprie ed improprie, strumenti scientifici, documenti e fotografie, ecc. Nel 2009 è stato aperto al pubblico. E indubbiamente ha un interesse storico.

Ma francamente non me la sentirei di aprire dei musei per ognuna delle cantonate della scienza: dal geocentrismo degli astronomi gesuiti all’uso dei ferri chirurgici infetti buoni per i cadaveri come per le partorienti, dagli accademici di Bologna che giudicarono una puttanata le onde elettromagnetiche di Marconi ai generali tedeschi che considerarono impossibile il radar, dai crani ebrei considerati più piccoli da Hitler ai fantomatici scienziati di Bagnasco che proverebbero che i gay sono pedofili, dal Viagra per le donne (che non richiedono nessuna erezione) al creazionismo che nega l’evoluzione delle specie animali.

La strada della scienza è costellata di scemenze.
Quella della politica di più. E di quelle della Chiesa non ne parliamo.

La Chiesa dà un’anima alle donne solo nel 1400 e ancora ai primi del 1900 la psicoanalisi le dava manforte ritenendo che le malattie mentali delle donne dipendessero dall’utero e che esso fosse un animaletto vagante che poteva essere fissato tossendo.
Può avere solo valore di testimonianza storica fare un museo degli orrori scientifici, utile solo a moderare certi eccessi contemporanei.

Ma gli eccessi veri e più pericolosi non nascono dalla scienza o presunta tale, ma dalla furia umana di dominare altri uomini contaminandone le vie mentali. In questo perverso scopo la scienza è stata spesso complice e rea.

Francamente non saprei che interesse trovare in chi tentò di correlare la criminalità a calli, bozze e bernoccoli del cranio. Dovremmo fare esami tattili per le ammissioni a un conservatorio? O scegliere i politici in base ad un esame autoptico?
Qui si parla di ricerche superate da più di un secolo, del più gretto materialismo, per cui l’anima doveva essere leggibile nelle deformazioni del corpo, e i reati del brigante Vitella erano prefigurati dalle sue deformazioni occipitali
Lombroso scopriva che uomini e primati avevano entrambi la fossa mediana, chiaro segno di collegamento tra umani e scimmie. Ma riteneva anche che i crani dei delinquenti fossero più piccoli del normale (Hitler lo riporterà ai crani ebrei). Se il contadino Verzeni mangiava le sue vittime, ciò dipendeva dalla sua struttura fisica. Probabilmente Lombroso avrebbe detto lo stesso degli assassini di Erba

Se per i contemporanei di Lombroso ogni delinquente era interamente responsabile, egli almeno corresse il tiro cercando una componente epilettica o un determinismo somatico. Del resto non era nemmeno facile distinguere il boia di Londra da Beethoven o da uno schizofrenico, e quando il malato si confonde col genio e col criminale, è difficile stabilire una condanna penale o un fastidio etico ex ante

I geni sono eroi o sono pazzi? B è malato o le sue enormi orecchie parlano di una perversione dittatoriale? E che tipo di bernoccolo hanno quelli che lo incensano? Il bernoccolo del plagio?
Come dobbiamo considerare Hitler, un folle con la bava alla bocca o un santo come nelle ovazioni delle sue piazza?
Le fattezze di Sgarbi celano un perverso innamorato della mamma?
E cosa pensare di Calderoli? Non è forse un gay travestito, che attacca i froci per nascondere se stesso?
E avete mai visto Cafarra? E cosa possono dire gli occhi vacui di Ghedini?
Maometto era un profeta visionario o un epilettico?
E il cardinal Bertone che sembra un bozzo cranico fatto uomo che bozzo è? Quello del pregiudizio?

Che lo volesse e no, Lombroso avvalorò il razzismo scientifico, l’eugenetica nazista e l’odio agli ebrei come popolo inferiore. Dopo Lombroso ci sono i lager. E oggi ci sono tutti quelli che considerano inferiori certi popoli per il luogo di nascita o il colore della pelle.
Ma di certo queste conseguenze efferate e bestiali non dipesero da lui che, essendo ebreo, non avrebbe potuto confortare del suo appoggio Hitler e la barbarie della xenofobia e del razzismo che oggi sembrano risorgere col voto plaudente delle masse.
Ea Lombroso fu per la pena di morte, poiché, se uno nasceva criminale, non aveva senso pulirlo né redimerlo, si doveva proprio eliminarlo.

E comunque che senso avrebbe oggi studiare:
La ruga del cretino..Perché i preti si vestono da donne..Il cuscino posteriore delle ottentotte..Dante epilettico?

Quali contrassegni craniali del crimine troverebbe oggi a Secondigliano, a Rosarno, a Corleone? E ad Arcore?

E quando sentiamo B parlare a un comizio, ritroviamo i tratti ‘mattoidi’?
I caratteri ci sono tutti: testone quadrato, orecchie ipersviluppate, nasone, mascelle forti, asimmetria del viso, sguardo buio…
Ricordiamo che l’amnesia o la megalomania sono presenti nel criminale come nel mattoide capace di galvanizzare le folle. E l’abuso di medicinali o droghe dove lo mettiamo?
Il delinquente è caratterizzato dall’assenza del senso morale (insensibilità, cinismo, apatia) e dell’imprevidenza.

Socrate era l’uomo più brutto della Terra, è stato un uomo eccezionale la cui etica sovrastava quella di tutti gli altri, da lui nacque la filosofia occidentale e il senso critico dell’uomo moderno, ma Lombroso, in base al suo aspetto fisico, lo avrebbe eliminato alla nascita.

La paura del diverso è nel nostro cervello rettile da migliaia di anni e risale al tempo in cui vivevamo in orde o branchi simili ad animali, e la natura ci aveva dato questa reazione difensiva per la protezione della specie.

Oggi non viviamo più in orde o tribù ma in un villaggio globale e, che lo vogliamo o no, siamo soggetti e oggetti di tutto quello che accade in esso, testimoni, protagonisti e bersagli.

La paura del diverso oggi non è più segno positivo e utile di un gruppo di difende la propria integrità ma indicatore di una degradazione umana e culturale, di un mancato sviluppo sociale ed etico, il segno di una menomazione del gruppo che non è riuscito a crescere, non è riuscito ad accettare una realtà globale e tenta di ergere mura attorno alla propria piccolezza, facendo della propria insufficienza una pretesa di forza.
Il muro è l’emblema più forte della xenofobia. L’Io costruisce un muro attorno a se stesso e fa del propri piccolo feudo un universo.
Il fatto che non lo sia affatto mostra, da fuori, come il tentativo sia destinato a fallimento, proprio perché è antiumano e recessivo.

La xenofobia, o paura del diverso, è la reazione del debole culturale che pretende di esorcizzare il diverso da sé per un ipotetico livellamento al proprio Io di tutto l’esistente: uomini, idee, culture, cibo, tradizioni, religioni, costumi… E’ il tentativo folle ed egocentrico di dilatare il nucleo piccolissimo dell’Io di gruppo trasformandolo da insufficiente maturazione umana a pretesa di assolutezza sugli altri, per cui sono gli altri che devono cambiare e devono subire le idee del piccolo gruppo, la sua cultura, la sua tradizione, il suo cibo, la sua religione…

L’uomo ristretto pretende di calare l’intero mondo nella propria scatola. E l’idea ha successo perché in ognuno c’è un cervello rettile.
In realtà questo è l’atteggiamento del bambino non sviluppato che riferisce tutto il mondo a sé ed è privo di alterità, di empatia, di conoscenza dell’altro in quanto altro.

Oggi si tende a identificare la xenofobia col razzismo.
Aver paura dell’altro in quanto diverso è istintivo e comprensibile. E’ xenofobia, tanto maggiore quanto più abbiamo vissuto isolati, senza contatti e scambi amicali con l’ambiente umano circostante, non abbiamo viaggiato con uno spirito aperto, ci siamo sempre appoggiati a un gruppo ristretto Questa è xenofobia, problema di ignoranza che si può superare
Anche noi, quando ci facemmo la 2a casa in un piccolo paese montano delle Alpi marittime, ci trovammo di fronte il muro della xenofobia degli abitanti. Per 10 anni lavorammo su questo con un amore portato in ogni cosa. Dopo 10 anni toccammo il significato concreto di razzismo e ce ne dovemmo andare. Porto ancora le stigmate di questa ferita.

Il razzismo è molto peggio della xenofobia, è passare dall’avversione naturale verso il diverso a cattiverie nei suoi confronti: la legge Bossi-Fini è un es. di questa cattiveria, le attese infinite e stressanti, il rifiuto a moschee o cimiteri, la lotta al kebab, la richiesta di chiudere agli stranieri i pronto soccorso, lo stop ai pasti scolastici, la ghettizzazione nelle scuole in classi differenziali, la soglia del 30%, la distruzione dei poveri alloggi di fortuna, le evacuazioni dei campi di baracche, i CPT, gli insulti umani e religiosi anche da palchi politici, le magliette irriverenti, le minacce di castrazione, fino ad arrivare ai pestaggi e agli assassini perpetrati perfino dalle forze di polizia.
E’ il cammino che porta ai pogrom e al nazismo.

Che questo percorso oggi trovi in Italia un altissimo numero di sostenitori e che la Chiesa lo affianchi con personali attacchi al diverso sessuale, alla donna, al bambino, che si presentano come altri "diversi deboli" da umiliare, avvilire, coartare.. ci fa semplicemenre agghiacciare.

E che, in questa male comune, semplici preti come don Babini non trovino di meglio che resuscitare gli "ebrei deicidi" e cardinali come Bertone equiparino gay a pedofili è altrettanto agghiacciante.

La Cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale, 3° pilastro dell’ UE, riconosce come uno degli obiettivi primari prevenire e reprimere il razzismo e la xenofobia.

La Lega ha sempre respinto con forza questi principi. La Lega è antieuropea e antiumana.

Ma anche la Chiesa ha respinto con violenza qualsiasi condanna dell’ONU a quei paesi che penalizzano, se non addirittura torturano o uccidono, sia gli omosessuali che le persone con handicap

La Chiesa, che dichiara di essere l’erede del Cristo, e che porta come suo 1° comandamento quello di amare il prossimo come se stessi, ha avuto la faccia di protestare contro l’ONU rifiutando la condanna ai paesi che impiccano i gay o seviziano gli handicappati

La Chiesa rifiuta una condanna a chi penalizza il diverso, perché sa benissimo che quella condanna ricadrebbe su di lei, in quanto ha emarginato le donne, insultato gli omosessuali ma protetto i violentatori di bambini. La Chiesa di Roma è omofoba, ginofoba, e protettrice della pedofilia
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