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Londra, parte il terzo forum sociale europeo

Publie le giovedì 14 ottobre 2004 par Open-Publishing

Dazibao Forum Sociale


di Valentina Petrini

Il Forum sociale europeo di Londra sta per iniziare. Tra poche ore più di 50
mila persone prenderanno parte al terzo forum europeo, dopo quello di Firenze
(2002) e Parigi (2003). Dal 15 al 17 ottobre centinai di associazioni da tutta
Europa (con delegazioni anche dagli altri continenti) saranno parte attiva delle
plenarie e delle assemblee in programma. Sei assi tematici, 169 seminari e workshop.
Quella del Forum sociale europeo si conferma una fondamentale finestra di discussione
sulle principali tematiche mondiali.

E la scelta di Londra calza a pennello visto che al momento quello britannico è uno dei governi più attaccato dal popolo degli "altrimondialisti" per la sua partecipazione in prima fila al fianco degli americani nella guerra all’Iraq. Il forum di Londra, inoltre, arriva in un momento in cui ci si interroga sullo stato di salute del movimento dei movimenti: fase di discesa inarrestabile o solo momento di stallo temporaneo? Dal canto loro i protagonisti di questo evento rifiutano di considerare morto il movimento antiglobalizzazione e puntano tutto su Londra per rilanciare una piattaforma di appuntamenti comuni da mettere in pratica nei prossimi mesi.

Londra si prepara ad accogliere i pacifisti da tutto il mondo, così come si prepara alla grande manifestazione conclusiva del forum, annunciata dagli organizzatori per domenica pomeriggio, 17 ottobre. E c’è da credere che il primo ministro britannico Tony Blair, sarà sicuramente molto presente negli striscioni e nei cartelli.

I temi. Al forum si parlerà di pace, ma non solo rispetto alla questione irachena. Il futuro della Palestina, con un parterre di invitati israeliani e palestinesi, sarà un altro tema centrale, nella prima giornata. Nell’ambito delle plenarie si parte, quindi, con “Quale futuro per la Palestina”, all’interno del quale interverranno, tra gli altri, Azmi Bishara, leader di uno dei due partiti che rappresentano l’oltre un milione di elettori arabi-israeliani all’interno della Knesset, il parlamento israeliano, Yonathan Shapira, uno dei piloti israeliani che si è rifiutato di essere parte attiva di raid e attacchi a campi profughi dove ci sono sostanzialmente civili e Haider Abdel Shafi, tra i fondatori dell’Olp e già capo della delegazione palestinese negli accordi di Washington.

Dal tema della guerra a quello dei diritti fondamentali, il Forum conferma la sua attenzione per l’immigrazione. Diritto di residenza e diritto d’asilo saranno rilanciati a gran voce, dopo che già il forum di Parigi aveva fatto di questi un punto centrale della piattaforma conclusiva. Ma di diritti si parlerà anche in relazione al mondo del lavoro, cercando di cogliere i nuovi aspetti del lavoratore moderno. Precarietà e privatizzazioni, diritti sociali delle donne, rilanceranno la richiesta di un welfare sociale per tutti.

La partecipazione dei sindacati è infatti un aspetto innovativo di questo terzo forum europeo. Già in quelli scorsi la partecipazione delle realtà sindacali italiane e francesi era stata massiccia, ma mai la Tuc (Trade Union Congress) il sindacato inglese, aveva aderito ad una iniziativa del genere, restio a fare politica con gli europei.

Massiccia, per la prima volta, la rappresentanza di associazioni provenienti dall’Europa dell’est, anche se dei paesi entrati di recente nell’Unione a 25, spiccano soprattutto le presenze polacche e ungheresi.

Un‘altra novità è la folta partecipazione delle comunità musulmane. Al tema dell’incontro tra civiltà è dedicata una plenaria dal titolo “Musulmani in Europa: prospettive e cambiamenti”. La maggior parte delle iniziative si svolgerà all’Alexandra Palace, nel nord-est di Londra. Altre si terranno nella zona di Bloomsbury, nel centro della città. Oltre agli eventi tematici, saranno proiettati più di 100 film, mostre fotografiche e concerti.

Le sigle. Tante, centinaia, note e meno note. In difesa delle questioni ambientali, per la cancellazione del debito, contro la politica del Wto (non dimentichiamo che le associazioni londinesi, insieme a quelle statunitensi sono state le prime ad intuire i disastri che da li a poco sarebbero stati determinati dalle politiche neoliberiste). Su questi temi sono previsti come oratori come gli economisti Samir Amin e Walden Bello. Ma anche di Aleida Guevara, figlia del Che, Guglielmo Epifani e Gianni Rinaldini per la Cgil e la Fiom.

Dall’Italia partirà una folta delegazione di oltre mille persone: molti parteciperanno come singoli senza sigle alle spalle, gli altri portati da associazioni come l’Arci, Libera, Attac, Gruppo Abele, Pax Christi, Disobbedienti, Un ponte per..., Legambiente.

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