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Ma che c’azzecca il Nabucco?

Publie le domenica 13 marzo 2011 par Open-Publishing
1 commento

Giornata strana quella del C Day di ieri. Devo sbrigarmi per ritirare il pass , l’accredito stampa, e mi muovo nel primo pomeriggio, senza neanche pranzare, un panino e via. Mi presento , ma non trovano le mie credenziali. Ma come sono un blogger, chiedete a Geo e a Libero, loro mi conoscono e parleranno anche bene di me. Per fortuna non ce ne è stato bisogno. Mi hanno ritrovato nell’elenco. Ma come blogger e pubblicista? Solo negli schedari della Digos sono accreditato anche come pubblicista (oltre che come estremista). Avranno preso informazioni?
Ma qualcosa non mi torna. Quelli della Sapienza non si son sentiti, ed allora vado in via dell’università.Piazzale Moro è movimentata, ma niente che possa far pensare ad un corteo autonomo, Nessun gippone, nessun borghese sospetto. Vado a via Veneto. Lascio lo scooter e giù per via Sistina. Se è vero che il mondo gira , e dopo il terremoto giapponese gira più velocemente, il corteo di qua deve passare. Mi incammino ed arrivo e il corteo lo trovo ancora a Piazza della Repubblica. Tiro fuori il mio armamentario e via a scrutar volti, bandiere e striscioni. Il dolciastro e il melenso traspira da tutti i cartelli. Inni, fratelli d’italia, mani sul cuore e capelli al vento. La costituzione icona anche di coloro che fino a ieri l’hanno massacrato nei fatti. Ipocrisia, falso moralismo, ma almeno è il nuovo cemento che spero possa cementare?!
http://youtu.be/05Vc1yNPXus
Poi i bimbi, i figli son "pezz’ e core", Le maestre , i maestri, i circoli scolastici che hanno preparato cartelloni, slogan e i bimbi che giocano, per loro è un gioco, recitano e gridano slogan a favore della loro scuola che deve essere pubblica e libera. Povere anime innocenti! Si ricorderanno che da piccoli hanno sfilato per una scuola pubblica?

Le signore si son truccate e si son fatte belle, Hanno messo il loro tajer, e con un cartello piccolino, una coccarda, (intonato al tajer), un libricino della costituzione sfilano. Ma lascia perdere! il solito decostruzionista! Almeno son scese in piazza e gridano contro il cavalier errante e magari ieri lo hanno anche votato.Meglio così o no?

Il cammino è lungo, accelero il passo; taglio e riprendo lo scooter. Risalgo via Veneto, via del Mutro torto pensando di andare a Piazzale Flaminio. Ma la strada è interrotta; il mio pass è appeso al collo, lo mostro, passo e... vaiii!!!

Piazza del Popolo è ancora semivuota, vado sul palco, ma ecco che arriva il corteo preceduta da una lunga bandiera italiana ( poi ho saputo che era lunga sessanta metri). In pochi minuti la piazza si riempie, Gli inni si sprecano e il Nabucco viene suonata da una orchestra e cantata da tutti gli astanti. Ma anche su questo dobbiamo scopiazzare la Lega? e che c’azzecca il Nabucco con il giorno della Costituzione? Potrei capire fratelli d’italia,, bella ciao, i canti della resistenza momento e sintesi della Costituzione. Ma il Nabucco! Boh!!

Sento degli slogan salire dal Pincio. I poliziotti si intruppano; li seguo. Non si ode più nulla. La questione non mi convince, quindi esco dal palco e mi incammino su per la slaita verso Villa Borghese. Ed eccoli quelli della Sapienza. Uno striscione li precede. Ed è uno striscione di denuncia "Chi oggi la difende ieri l’ha distrutta Giù le maschere!" La polizia si schiera; vi è un confrontarsi con gli organizzatori ed il corteo. Sembra un momento di stallo. Ma ecco che arriva una autoambulanza. Bisogna lasciarla passare ,, ma se passa lei passa anche il corteo giù nella piazza!. Mediazione, promesse, assicurazioni. L’autoambulancza passa , passa il corteo, che sfila ai lati della piazza. Dal palco partono le note del Nabicco ( ancora!!) gli studenti cantano l’Iternazionale, Bandiera Rossa, Bella Ciao, Il canto dei partigiani. I veri autori della Costituzione!, La gente ai lati della piazza applaude gli studenti che gridano alla scuola pubblica, all’università contro i tagli, contro il precariato. Dal Palco si canta Verdi e il Nabucco.

Il corteo non è autorizzato
http://youtu.be/87trzJfuejA.
La polizia è presa di sorpresa, no sa cosa fare. Ma si organizza. I gippponi appaiono ai lati del corteo, si passa il Tevere. Si sfila lungo il Palazzaccio. Il rsponsabile dellordine pubblico parlotta con il corteo, SI lasciano assicurazioni, si assicura dell’intenzionalità pacifica della manifestazione, ci si accorda per far arrivare il corteo fino al Circo Massimo.
Riprendo la strada di Piazza del Popolo,
Spero di ricordarmi dove ho lasciato lo scooter parcheggiato.
Che strana giornata questa doppia giornata del C Day

Messaggi

  • Mi chiamo Anna De Martini e ho dato il via a questa iniziativa dei musicisti che sta prendendo il nome di Dies irae - Resistenza musicale permanente circa un mese fa, in occasione della manifestazione del 13 febbraio.
    L’idea nasce dalla frustrazione di vivere in un paese dove ogni regola sembra trasgredibile e ogni opinione assimilabile all’opinione di senso opposto; dove, in qualsiasi campo, si stanno scardinando, assieme al senso morale (eppure rimane ben saldo un bieco moralismo), le basi della logica del pensiero e del linguaggio. Il collegamento con il passato sembra facoltativo.
    Il Dies irae è ovviamente un preciso riferimento alla necessità che vengano fatti i giusti processi e senza mezzi termini chiediamo le dimissioni del Presidente del Consiglio.
    Personalmente considero questo un momento di vera emergenza politica, sociale e culturale.
    Alla manifestazione Senonoraquando eravamo centinaia di musicisti e ci hanno trattato quasi come provocatori perché cantavamo e suonavamo senza essere "in scaletta". Alla manifestazione del 12 invece ci hanno dato spazio. Mi hanno proposto di cantare l’inno di Mameli e non ho voluto, perché lo ritengo bruttino sia nella musica che nel testo, e perché non mi piace la tendenza populistica con cui si rischia di andare avanti. Il mio interlocutore ha ribattuto: "purtroppo il Va’pensiero non si può più cantare, perché è di Bossi!"
    Ecco perché abbiamo cantato proprio il coro del Nabucco: NON è di Bossi. E’ un bellissimo brano e appartiene alla storia della musica; a questi signori che giocano in modo ignorante con i simboli bisogna contrapporre una resistenza intelligente.
    Per darvi un’idea, ecco cosa scriveva Verdi a F.M.Piave nel 1848 :
    Tu mi parli di musica!! Cosa ti passa in corpo?... Tu credi che io voglia ora occuparmi di note, di suoni?... Non c’è né ci deve essere che una musica grata alle orecchie delli Italiani del 1848: la musica del
    cannone!... Io non scriverei una nota per tutto l’oro del mondo: ne avrei un rimorso immenso consumare della carta da musica, che ...è sì buona da far cartucce.

    State tranquilli: non siamo animati da un sentimento rosa di generico e trasversale "volemosebbene". Per chi volesse informarsi lascio il link del nostro sito, accetto consigli: https://sites.google.com/site/eariseid/home
    saluti,
    Anna De Martini