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Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità
Publie le domenica 25 luglio 2010 par Open-Publishing15 commenti
Uno scandalo tutto italiano è dato dai finanziamenti pubblici ai giornali (Beppe Grillo ne chiese l’abolizione con una legge a iniziativa popolare, cassata per aver raccolto 550.000 sulle tre proposte insieme, mentre dovevano essere su ognuna separatamente o per essere stata la richiesta presentata nell’anno anteriore la scadenza di una Camera o nei 6 mesi dopo la convocazione dei comizi per elezioni successive (?).
La legge sul finanziamento ai giornali fu espressamente voluta dalla Lega, la stessa che nelle piazze finge di gridare contro Roma ladrona, ma che, per non perdere mangiatoie, si è opposto anche all’abolizione di enti inutili come le Province, la quale da sola avrebbe significato il risparmio di ben 17 MLD sui 25 della manovra di Tremonti, evitando i micidiali tagli inferti alla scuola, alla sanità e alle forze di polizia con grave danno per tutto il paese.
Naturalmente anche in tempo di crisi, nella manovra fiscale, si è evitato con cura di eliminare lo sperpero di denaro pubblico di 200 milioni di € l’anno regalato all’editoria e rubati dalle nostre tasche.
In nessun paese del mondo si finanziano i giornali, al contrario lo Stato offre loro importanti fette del mercato pubblicitario. Da noi Berlusconi, in quanto maggiore concessionario televisivo, ha preteso che il grosso della pubblicità forse riversato sulla televisione, voce che costituisce una fondamentale ricchezza di Mediaset. Così, mentre in Europa la televisione può assorbire al massimo il 30% del totale e il 70% è diviso tra stampa e radio.
Sempre per favorire le casse di Berlusconi, una Rai in deficit è stata obbligata dallo stesso a rifiutare l’offerta di Sky di distribuire sul satellite i programmi di Raisat (e cioè, Extra, Premium, YoYo, Smash e Gambero Rosso) e che offriva alla Rai ben 475 milioni di € per 7 anni, per i prodotti di Raicinema e per i proventi pubblicitari ricavati dalla Rai sulla piattaforma di Sky.
475 milioni di € è una cifra enorme (quasi il doppio del capitale sociale della RAI che è di 242 milioni 500 mila €), 5 volte superiore al buco pubblicitario stimato dal direttore Mauro Masi. Ma anche la Rai deve fare gli interessi di Berlusconi, il capo del partito-azienda e il cda RAI è in maggioranza formato da persone di Berlusconi, messe lì per fare gli interessi di Mediaset e non di RAI. Masi, rinunciando all’offerta Sky, che non è sua concorrente sul mercato, perderebbe anche i 100 milioni di share sul satellite, per favorire Mediaset che è invece la sua concorrente e farà di tutto per ammazzarla.
Bisognerebbe a questo punto che le associazioni consumatori ricorressero al TAR per interruzione di pubblico servizio, dato che la legge impone alla RAI programmi disponibili su tutte le piattaforme distributive.
Si tenga conto che grazie all’obbrobrio del canone, la Rai ha un tetto pubblicitario del 5% mentre Mediaset ha un tetto del 15 %.
Mediaset ricava dalla pubblicità il triplo della Rai, oltre a ciò è spesso Mediaset che fornisce gli spot anche alla RAI. Così Mediaset ricava dalla pubblicità il triplo della RAI. Anche sul canone alla fine ci guadagna Berlusconi con la sua azienda.
Feltri ha lanciato l’ipocrita campagna per l’abolizione del Canone Rai al grido di “Perché pagare per Santoro?”. Si dovrebbe rispondergli: “E perché pagare per Minzolini?”, ma la risposta vera che Lega e Feltri stanno bene attenti a non dare è: “Si paga il canone per assicurare gli incassi alle reti televisive del presidente del consiglio”.
Mediaset dipende dalla pubblicità che le procura 1,9 miliardi di € su un giro di affari di 2,5 miliardi.
La RAI, che ha un fatturato di 2,7 MLD, prende 1 MLD e 600 milioni dal canone e solo 900 milioni dalla pubblicità.
In Italia le tv si accaparrano il grosso, lasciando solo gli spiccioli ai giornali, In tal modo i nostri giornali incassano la metà dei concorrenti stranieri, l’altra metà è risarcita tramite le nostre tasse. Anche qui noi paghiamo più tasse per permettere a Berlusconi di fare più incassi. Basterebbe fissare anche in Italia il tetto massimo di pubblicità in tv. Ma anche qui la condotta dell’attuale opposizione è stata squallida, permettendo tutto il peggio e anzi agevolando Berlusconi in ogni modo possibile. Ovviamente, se i giornali godessero di più introiti pubblicitari non avrebbero bisogno di finanziamenti statali e avremmo una tv più snella e non oberata da masse gigantesche di spot, che creano classi di consumatori e non di elettori.
Comunque, grazie a questi finanziamenti leghisti, sopravvivono giornali che in qualunque paese dovrebbero sparire o essere rifondati per legge, come Il Riformista e Libero. Il Riformista si appoggia a un partito “Le ragioni del sosicalismo’ che non esiste più. Libero si basa addirittura sul Partito Monarchico, ugualmente inesistente.
Al di fuori di queste vantaggiose spartizioni politiche e imprenditoriali di fondi pubblici, non si capisce perché lo Stato italiano dovrebbe finanziare l’editoria privata, tanto più che il grosso dei contributi all’editoria va ai grandi gruppi editoriali e, invece di favorire la concorrenza, non fa alimentare un oligopolio.
I contributi sono spesso assurdi, dati ad inutili giornali di partito che nessuno legge (provate a chiedere in edicola se solo sanno cosa sono ’Il Socialista Lab’ e ’Il Campanile Nuovo’, che insieme hanno avuto nel 2008 oltre un milione e mezzo di €) o improbabili testate come ’Zainet Lab’, ’Motocross’ e ’Il Mucchio Selvaggio’ (!?) che hanno ricevuto un milione e mezzo di €. Persino il quotidiano ’Sportsman - Cavalli e Corse’ solo nel 2008 ha avuto contributi pubblici per 2 milioni e 530.000 €. C’è poi la galassia di quotidiani e periodici clericali.
Con questa furbesca leggina leghista, i soli quotidiani di partito, che sono lobbyes e non organi di informazione, ci rubano 30 milioni di € l’anno.
Ma ciò non basta: nel computo dei fondi da regalare ai giornali, si froda persino la legge, con contributi che la sforano ampiamente anche del doppio. Un giornale a caso, Europa, ex quotidiano della Margherita e ora del PD, calcolando il contributo di legge sul 40% dei costi fissi e il n° della tiratura, dovrebbe ricevere 1,7 milioni di €, invece ne ha avuti 3.599.00. Ed è così per tutti, allo stesso modo dei rimborsi elettorali che sono gonfiati o dell’8 per mille che calcolato una tantum. La Lega parla tanto degli sprechi del Sud, ma qui non apre bocca. E persino la sua difesa della caccia allargati anche ai migratori e sforando i tempi dovuti e la sua richieste di un porto d’armi per tutti o del porto d’armi ai sedicenni nasconde un interesse a fondi pubblici, con una Federcaccia in rosso per almeno un milione di € malgrado riceva contributi pubblici per 1,8 milioni.
Oltre ai 200 milioni di contributi diretti per l’editoria si aggiungono i contributi indiretti che sono enormi: tariffe postali e telefoniche agevolate (Mondadori, Sole 24 ore e RCS da sole, nel 2005 hanno avuto più di 50 milioni di contributi indiretti), contributi alle emittenti telefoniche e televisive.
Visto il livello bassissimo di informazione e verità italiana e il suo condizionamento a interessi forti, politici o di mercato, non si può prendere come alibi il sostegno a chi favorisce la concorrenza, il pluralismo, e la diffusione dei fatti e quindi il processo democratico.
In Italia, con l’appoggio implicito o esplicito della cosiddetta opposizione, si è ottenuto il risultato di asservire un intero paese agli interessi finanziari e di potere di un solo individuo, o di una sola cricca che in quell’individuo si identifica, calpestando ogni interesse generale.
Il caso Mediaset-RAI è illuminante. Ma, dietro, non ci sono solo soldi che girano e affari a senso unico che corrono. C’è anche, per nostra sciagura, l’assassinio di diritti fondamentali, quali quelli di una giusta e pluralistica informazione, di una libera espressione del proprio giudizio, di una auspicabile concorrenza di mercato, della priorità che gli interessi generali di una Nazione prevalgano su quelli particolari di singoli e corrotti affaristi, del diritto sacrosanto di un paese ad essere rispettato nella sua formazione culturale, nella sua crescita morale, nel suo aprirsi a ideali e valori sempre più limpidi e universali, che non siano quelli turpi di un magnate del mercato che antepone il proprio interesse e potere a quelli di u nintero paese.
Messaggi
1. Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità , 25 luglio 2010, 10:53, di IO
Non sono d’accordo con la struttura generale dell’articolo. Se è vero che le storture e alcune vere e proprie truffe (ben raccontate qui) vanno eliminate, non sono d’accordo con il fatto che i finanziamenti ai giornali in toto andrebbero eliminati.
La battaglia dell’ultra liberista Grillo, secondo il quale deve essere il mercato a decidere, va bene per lui. Per chi si ritiene anche solo lontanamente già solo di sinistra tale discorso non dovrebbe valere.
Inoltre se il risultato editoriale fosse buono non ci vedrei nulla di male. Il finanziamento ed altre agevolazioni all’editoria potrebbero mantenere una pluralità dell’informazione e arginare lo strapotere dei grandi e ricchi gruppi di potere.
Poi non capisco perchè si dice che il canone Rai è un obbrobrio???
Viva il canone Rai invece. Certo rientramo sempre nello stesso discorso del libero mercato e della mano invisibile tanto cara a persone di Destra come Grillo, Travaglio e altri.
Oggi come oggi molto del palinsesto lo decidono le pubblicità (Pubblimedia essenzialmente, che di chi è?). Mentre per me una Tv di qualità non dovrebbe essere legate alle leggi del mercato. E’ normale che anche in questo caso le storture venutesi a creare sono da eliminare però io preferisco una Tv pubblica libera dalle pubblicità. Se il palinsesto di Rai 3 (alle opposizioni) somiglia molto a quello di RAI 1 di qualche anno fa però... è perchè anche l’opposizione ha preferito eliminare le voci critiche (o al massimo dargli qualche rimasuglio- Luttazzi, Corrado Guzzanti, Paolo Rossi, Dario Fo, Gianni Minà e così via; fateci caso è tutta satira o cmq varietà "impegnato").
1. Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità , 25 luglio 2010, 11:51
Beh, con quella legge campa pure "Il Manifesto" e credo che se questo giornale non uscisse più sarebbe un danno serio per tutta la sinistra.
E "Zai-net" ed il "Mucchio Selvaggio" sono serissimi ed apprezzabili periodici giovanili, il primo specifico sulle problematiche studentesche, il secondo sulla musica progressive-rock, pure questi comunque riconducibili ad un discorso di cultura alternativa e di sinistra ... e sarebbe un grave danno se sparissero ...
Si, le ricette non sono quelle iperliberiste di Grillo .... e comunque le firme per i referendum non si raccolgono così ... i quesiti vanno depositati, devono essere dichiarati ammissibili, le firme si raccolgono in un certo periodo ecc. ecc.
Poi certo, ci sono le truffe vere e proprie, a partire dal "Campanile" di Mastella al "Giornale d’Italia" che non esce più da tempo ma, chissà perchè, continua a ricevere i contributi ... per non parlare della miriade di periodici falsi che prendono i contributi solo perchè garantiscecon la sua firma il Sig. Sgarbi ....
Ma la soluzione è un’altra .... non si può buttare il bambino con l’acqua sporca solo perchè qualche comico demagogo le spara grosse ....
Quanto alla Tv, nella situazione data è senz’altro giusto non pagare il canone ....
Ma, in assoluto, meglio il canone che una tv pubblica schiava della pubblicità .....
Così come era meglio l’Ici sulla prima casa rispetto ai Comuni che si finanziano con gli auto-velox taroccati o peggio ancora, investendo in "titoli tossici", come hanno fatto sia il centrodestra della Moratti a Milano che il centrosinistra di Veltroni a Roma ....
K.
2. Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità , 25 luglio 2010, 13:58, di viviana
Dunque qualcuno arriva a credere che, se in nessun paese del mondo la stampa riceve finanziamenti da parte dello Stato, sono i vari paesi del mondo a sbagliare e ache anzi l’esempio dell’italia dovrebbe essere imitato "per non far morire la libera stampa!?? Assurdo! Sarebbe come dire che stampa alternativa o di sinistra può vivere solo se sovvenzionata! Altro assurdo, smentito peraltro dai fatti. La stessa presenza di un quotidiano come Il fatto che rifiuta i fnanziamenti pubblici e se la cava benissimo lo stesso è chiara prova che se un giornale, per vivere, deve abbarbicarsi ai finanziamenti pubblici, merita solo di sparire.
Non mi sembra poi sia stato capito affatto il rapporto che c’è tra le leggi sulla pubblicità volute da Berlusconi, premiando Mediaset, e le ristrettezze della stessa col tetto pubblicitario alla stampa che ne limita le risorse.
Davvero sono sbalordita! Come sono rimasta sbalordita a sentire che esiste qualcuno che elogia il canone televisivo, nelle condizioni di spreco selvaggio di denaro pubblico e di lottizzazione politica oggi addirrittura centralizzata da un solo partito di regime) esistenti in RAI.
Comunque sia, il canone televisivo italiano è il più basso dì’Europa,: Svizera : 311 €; Austria :260; Norvegia : 241; Finlandia : 224; Germania : 215; Svezia : 191; Irlanda : 160; Inghilterra : 148; Francia : 116; Italia: 107.
Qualcuno dimentica che una televisione è anche un’azienda e che dovrebbe produrre anche prodotti da vendere ad altre reti e guadagnare anche con quelli.
In Gran Bretagna, la BBC, che propone 8 canali tv interattivi, 10 network radiofonici, più di 50 emittenti TV e radio locali, viene finanziata ogni anno esclusivamente attraverso il canone pari a 176 euro. Particolarmente severe risultano, poi, le sanzioni per chi viene scoperto moroso o evasore della tassa sulla Beeb (come viene soprannominata dai Britannici la BBC) che arrivano anche alla custodia cautelare.
Ma c’è chi il canone lo ha abolito: Paesi Bassi, Portogallo, Ungheria e Spagna.
Eppure queste tv vivono bene lo stesso.
Publitalia è la concessionaria esclusiva di pubblicità del Gruppo Mediaset in Italia,
raccoglie 3 miliardi di euro di introiti pubblicitari da più di 1.100 clienti su un totale di circa 5 miliardi di euro del mercato pubblicitario televisivo. La quota di mercato è pari a circa il 60% per il settore televisivo e al 36% del totale mercato pubblicitario su tutti i media nazionali; in pratica più della raccolta proveniente da tutta la carta stampata italiana.
La sua quota di raccolta pubblicitaria rispetto al totale mercato nazionale è eccessiva da qualsiasi punto di vista la si guardi.
E’ anche in contrasto con la Direttiva Europea Televisione senza frontiere.
Gentiloni provò a fare una legge che fisasse un tetto del 45% sulla raccolta pubblicitaria per ogni operatore televisivo. Ma l’Autorità garante della concorrenza e del mercato si oppose e poi il Governo di csx cadde, ddl non se ne face di nulla e la posizione di Berlusconi restò predominante. Anzi l’Europa stabilì che il veto alle posizioni dominanti valeva solo per le grandi aziende ma non per il mercato pubblicitario televisivo, come se questo non fosse parificabile a una grande azienda.
Non sapevo cosa fosse Zei.net e me ne scuso. Sono lieta di sapere che Zai-net è una rivista mensile scritta dagli studenti per gli studenti che ne sono allo stesso tempo redattori e lettori. Viene ricevuto da 40.677 classi delle scuole superiori ed è senza dubbio il più grande laboratorio di scrittura giornalistica dedicato ai giovani, attualmente operante in Italia. distribuita in oltre 180.000 copie al mese in 1.354 istituti di istruzione secondaria.
Mucchio selvaggio è una rivista di musica e arte. Se la Meloni ha chiesto e ottenuto fondi per il FUAN o Ordine nuovo o casa Pound, non vedo perché una rivista degli studenti italiani non debba essere sostenuta, ma a quel punto dovrebbe essere sostenuta indipendentemente dal fatto cheli si etichetti o no di sinistra.
Sul perché i 3 quesiti di Grillo siano stati rifiutati non è mai stata fatta chiarezza e persistono ancora molte ambiguità, del resto Grillo non è mai stato esplicito in proposito. Radio Radicale fece una sua inchiesta approfondita con un dossier di Alessandro Massari. La risposta potrebbe essere che, essendo valide solo le firme raccolte nei 3 mesi precedenti il deposito, fermo restando che il semestre dalla convocazione dei comizi scade il 6 agosto e presupponendo il deposito delle firme il 7 agosto (il primo giorno utile), sarebbero valide solo le firme raccolte dal 6 maggio in poi.
Essendo stata la legge sempre poco chiara, non psso dare giudizi su Grillo per eventuali errori. E’ del resto visibile che quando ha fatto comodo, la legge è stata interpretata o variata secondo l’interesse pralente, si vedano le contestazioni alle liste di Formigoni o Polverini, o Formigoni eletto governatore per la quarta violta o Errani eletto per la terza volta, contro la legge vieta un terzo mandato consecutivo.
Certo è anche che era la prima volta che qualcuno, Grillo, proponeva delle leggi a iniziativa popolare e che questo fatto, qualunque ne fosse l’oggetto, avrebbe costituito un pericoloso precedente in un paese i cui partiti, tutti i partiti, non hanno alcun interesse a forme di democrazia diretta o partecipata e arrivano a negare anche i risultati dei referendum.
Saluti
viviana
3. Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità , 25 luglio 2010, 14:39
Di leggi di iniziativa popolare credo, in vita mia, di averne firmate a centinaia.
Ricordo quella per la messa fuorilegge del Msi nel 1975/76 ... arrivò alle 700mila firme .... mai nessuno che la ponesse in discussione in Parlamento.
Ed anche recentemente, nell’ambito del Comune di Roma, ne ho firmate almeno tre proposte dalla Rete Romana di Mutuo Soccorso ... spariti i radicali, che si erano impegnati nel presentarle, dal consiglio comunale, certamente stanno marcendo in qualche cassetto.
Quindi, Grillo non s’è inventato niente di nuovo ... ed anche se avesse rispettato le regole formali ( cosa che demagogicamente ha ritenuto di bypassare) il destino parlamentare di quelle proposte non sarebbe cambiato di una virgola.
Ripeto, la soluzione non sono le ricette liberiste, la soluzione è combattere le truffe quando palesemente avvengono ....
Il Fatto è certamente un discorso a parte .... tanto di cappello .... ma gli auguro sinceramente di resistere nel tempo .... magari di resistere anche ad un auspicabile dopo - Berluskoni quando la comprensibile euforia giustizialista di oggi sarà scemata ..... non sarà facile.
Il Manifesto, grazie anche a quella legge sull’editoria, esce dal lontanissimo 1971 ..... auguro al Fatto, che ormai compro quasi tutti i giorni proprio a scapito del Manifesto , di resistere per lunghissimi 39 anni ....
K.
4. Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità , 25 luglio 2010, 16:41, di IO
Se devo essere sincero non sono un lettore appassionato de Il Manifesto a causa della sua attuale (non solo l’ultimissima) linea editoriale.
Non mi piace nemmeno Il Fatto. CI scrivono troppe persone un tempo vicine agli Agnelli. Senza contare ad esempio un recente editoriale a firma di Travaglio in cui si metteva in guardia dal linciaggio nei confronti di Di Pietro, tacendo però il voto favorevole al federalismo demaniale.
Per ultimo Il Fatto ha, come tutti i giornali, dei finanziatori. C’è chi li palesa e chi no. Lo stesso discorso vale per i mass media stranieri (in particolare anglosassoni). Ad un finanziatore bisogna rendere conto...
In conclusione ripeto è la ricetta ultra-liberista del "Ci Pensa il Mercato" che non mi piace ne mi convince e che è tipica di personaggi di Destra come Grillo e Travaglio.
Se dovessimo affidare il palinsesto Rai al mercato non sono molto sicuro che sarebbe migliore dell’attuale.
5. Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità , 25 luglio 2010, 16:46, di viviana
E’ vero. Di leggi a iniziativa popolare ce ne sono state tante. Biosgna vedere come è avvenuta la raccolta delle firme e certo non mi pare di ricordarne nessuna che abbia attirato tanta gente sulle piazze d’Italia, a meno che non si parli di richieste di refrendum, come è avvenuto conto la privatizzazione dell’acqua.
Mi pare fiori di senso difendere i finanziamenti ai giornali, che, ripeto, esistono solo in Italia, per l’opportunismo di difendere Liberazione o Il manifesto o un mensile di musica giovanile. Se si segue la linea del vantaggio personale, nessuna riforma sarà mai difendibile.
Che si possa negare che un giornale sopravviva senza finanziamenti pubblici, lo prova l’esistenza de Il fatto quotidiano, e lo provano l’esistenza di una stampa non finanziata con denaro pubblico in tutti i paesi del mondo.
Circa il fatto di Padellaro, che sopravvive benissimo da 10 mesi,..
L’editore ha rinunciato ai fondi del finanziamento pubblico per l’editoria e di sovvenzionarsi soltanto con i proventi della pubblicità e delle vendite e dimostra che un giornale può vivere anche senza sussidi di Stato.
Analogamente, le liste 5 stelle di Beppe Grillo hanno rinunciato ai rimborsi di Stato, che valgono 1,7 milioni di euro. Esse erano state presentate in 5 Regioni su 13, raggiungendo il 6% in Emilia, e il 3,66 % in Piemonte.
Vedo che l’astio contro ’l’lultralibersita’ (?) Grillo prosegue, ma preferisco uno che almeno cerca di fare qualcosa per aprire l’Italia a forme di democrazia diretta e per combattere il dominio dei mercati e delle multinazionali, fustigando tutti i partiti indifferentemente, a chi si è venduto a compromissioni di governo che hanno portato al crollo di due governi di csx, senza conseguimenti più democratici per i cittadini.
Il Fatto quotidiano è edito dalla Editoriale Il Fatto S.p.A., società per azioni priva di un azionista di riferimento. Secondo lo statuto societario il 70% delle quote è degli azionisti imprenditori, ognuno dei quali non può possedere più del 16% del capitale sociale che nel settembre 2009 ammontava a 600.000 €. Il restante 30% delle azioni è detenuto dagli azionisti operatori (giornalisti) i quali, grazie alle norme statutarie, sono determinanti per qualsiasi decisione rilevante riguardante il giornale. Lo statuto infatti prevede una maggioranza qualificata del 70% più uno per decisioni riguardanti la linea editoriale e la nomina del direttore.
Privo di un azionista di maggioranza, Il fatto si pone come voce indipendente nel panorama giornalistico italiano, puntando a dare notizie e a trattare i temi che gli altri media trascurano.
Il fatto ha una tiratura di 150.000 copie, numero notevole di fronte alle 50.000 copie vendute in media dall’Unità o alla 110.000 copie di Libero diretto da Feltri, che prende 3 milioni e 370.000 di € l’anno, e nei soli 7 anni 2003-2009 ha usufruito di 40 milioni di fondi pubblici, o alle 70.000 copie de Il giornale, per non parlare dei 7,8 milioni a Libero o dei 6 milioni di Avvenire
..
Il Manifesto, che è da citare anche per la sua autentica forama cooperativa aveva nel 70 una tiratura di 70.000 copie.
Nel 2006 (dopo 35 anni di pubblicazione) si aggrava la sua crisi economica e il giornale rischia di chiudere il giornale. Chiede aiuto economico ai lettori e fa pagare 5 euro l’edizione del giovedì. Così raccoglie 1.700.000€.
Loredana Bertè gli regala 20.000 €.
Ma nel 2008 è di nuovo in crisi.
Attualmente vende 20.000 copie e manca totalmente in molte regioni italiane o nei comuni piccoli.
Prende dallo Stato 4.441.529 euro.
..
Liberazione nasce come settimanale nel 1971. Nel 2006 riceve 3.718.489 euro di contributi pubblici. Pur non avendo rappresentanti in parlamento nella XVI Legislatura, ottiene questa somma grazie a un articolo inserito nel Decreto Bersani.
Vende forse 6.000 copie. Non ho i dati più recenti. E’ presente in pochissime edicole del paese.
..
Tornando alle televisioni con o senza canone, se non si fanno confronti col peso dei patiti, con la massa di operatori del carrozzone pubblico e con la mole della pubblicità, rischiamo confornti impropri.
In Spagna Zapatero ha fatto due manovre correttive della tv pubblica combattendo contro un’opposizione durissima Nella seconda ha ridotto drasticamente la pubblicità nella tv di Stato», i canali della Tve aun massimo di dieci minuti di copertura pubblicitaria ogni ora, un limite che verrà già ridotto a 9 minuti nel 2010ì, annunciando una ulteriore «drastica riduzione».
In Spagna non esiste un canone televisivo e le emittenti pubbliche sono finanziate dalla pubblicità e dallo Stato. Le tv spagnole, in particolar modo quelle private, abusano della pubblicità tanto da essere più volte richiamate dall’UE.
Nella prima riforma tv, Zapatero promette appena eletto di aprire il mercato a nuovi soggetti. Il suo obiettivo è di sgominare la politicizzazione di RTVE, accusata di essere sempre filogovernativa.
La nuova legge del 2006 la finanzia con contributi di Stato al 50%, per il 40% con la pubblicità, il 10% con vendita programmi all’estero.
Il cda dura 8 membri eletti in parti uguali tra Camera, Senato, sindacati e Consiglio audiovisivo ed elegge con maggioranza di 2/3 il direttore generale. La RTVE è diventata una fondazione.
viviana
6. Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità , 25 luglio 2010, 19:53, di viviana
Vi copio l’ultimo pezzo del blog di Grillo, sarei anche stufa di sentirlo chiamare ’l’ultraliberista’ da gente che non conosce il significato di quello che dice! C’è gente che tutto quello che nongli coincide come una fotocopia lo chiama ’ultraliberismo’. Tanta presunzione e supponenza sono intollerabili. La puzza al naso farà scoppiare la testa che c’è sopra, supposto che ci sia ancora una testa e non un rimbombo di slogan e parole ormai senza senso
.
Il Supercapitalismo è un tirannosauro in libertà incontrollata. La sua gabbia si è spalancata in modo definitivo con il crollo del Muro di Berlino il 9 novembre 1989. Da allora non ha più limiti, è diventato bulimico, divora quel che resta delle socialdemocrazie senza sosta. E cresce, cresce anno dopo anno. Il World Trade Organization (WTO) è nato nel 1995, sette anni dopo. Vi aderisce il 97% delle nazioni mondiali, ha l’obiettivo di abolire ogni barriera tariffaria al commercio internazionale per tutto : beni commerciali, servizi, proprietà intellettuali. La produzione si è delocalizzata ovunque nel mondo dove il costo del lavoro è più basso perché mancano controlli sulla sicurezza, diritti sindacali, tutela per l’ambiente. E spesso gli stessi diritti minimi con l’arruolamento sotto le bandiere del profitto di schiere di bambini schiavi.
Le multinazionali hanno incassato i guadagni del Supercapitalismo, hanno protetto il loro TRex attraverso i media che ne hanno decantato, e ne decantano le virtù, e demonizzato i no-global. Il mercato e la democrazia si sono fusi, come se l’uomo fosse, egli stesso, diventato un prodotto in scadenza. Le conquiste di generazioni di persone per ottenere uno Stato sociale (che altro può essere uno Stato se non sociale?) sono state cancellate, e quelle che rimangono ancora sono trasformate senza sosta in disservizi per la gloria del TRex come è avvenuto per l’acqua pubblica: "Gli acquedotti non funzionano? Diamoli ai privati!". Meno Stato, più Mercato.
Si può controllare un TRex affamato? Il suo stomaco è il pianeta. I derivati, i futures, gli swap hanno potuto infettare per quasi un ventennio le banche mondiali nell’indifferenza degli organi di controllo degli Stati e delle organizzazioni internazionali. Un nuovo 1929 che è iniziato, ma non è ancora finito. Gli Stati sono diventati mercanti, fabbricanti di illusioni ottiche, specialisti del debito. Decine di Stati sono già falliti, altri seguiranno. Per il momento, per tranquillizzare il TRex, si fabbrica nuovo debito che si aggiunge al debito. Un controsenso.
L’Italia nel suo piccolo non si sottrae al banchetto. Le immagini di Gianni Agnelli e Luciano Lama sembrano fotomontaggi. Marchionne e Rinaldini sono due rette parallele, non potranno mai incontrarsi. Marchionne ricatta il Governo, e può farlo, legittimamente, il TRex è alle sue spalle per proteggerlo. La Serbia e la delocalizzazione a 400 euro al mese per operaio lo aspettano. Il Supercapitalismo è un eccesso, morirà di sé stesso e sarà sostituito da un altro eccesso uguale e contrario. Questo, come è ovvio, se non moriremo prima noi.
viviana
7. Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità , 25 luglio 2010, 21:13, di Nando
Cara Viviana, sono d’accordo sul tuo ultimo commento, sul supercapitalismo che ormai non lo frena più nessuno, soprattutto dopo le cadute del muro di Berlino e questo ti dovrebbe già far riflettere quel’è la vera "ricetta"... Un comunismo libertario che non c’è mai stato in nessuna parte del mondo, nè a Cuba, nè in Russia... Anche per queste dittature rosse il capitalismo ci ha guadagnato.
Ti invio questo indirizzo della Fdca e un documento sempre della Federazione Anarchici Comunisti per conoscenza:
http://www.fdca.it/ - Alternativa Libertaria.
Vampiri. Quelli veri. Quelli insaziabili di profitti, di lauti guadagni, di finanziamenti pubblici. Quelli che dopo aver spremuto sangue, sudore e lacrime dai lavoratori e dalle lavoratrici, li gettano per strada come inutili fardelli. Marchionne si nutre di uno stipendio da 5 milioni di euro, Bernabè di 4 milioni. Il primo, dopo avere chiuso la FIAT a Termini Imerese, ha inaugurato la strategia di sfondamento alla FIAT di Pomigliano: addio a norme e diritti conquistati con decenni di lotte sindacali e sociali e licenziamenti per i lavoratori che non ci stanno (vedi Melfi). Il secondo butta fuori dalla Telecom 3.700 lavoratori. In entrambi i casi, questi campioni della borghesia buona, tanto cari al centrosinistra, scaricano sui lavoratori i costi di ristrutturazioni e scalate finanziarie sospinte dalla crisi; eppure queste imprese proprio in piena crisi, grazie ai sostegni di banche e governi, continuano a realizzare sontuosi profitti e dividendi per i propri azionisti (Telecom quasi 2 miliardi nel 2009). Eccola qui la strategia del vampiro. Ecco il salto di qualità dell’offensiva padronale: usare la crisi come arma di ricatto sociale e usare oggi - come ieri in passato altri governi e lo Stato tutto - l’esecutivo Berlusconi come strumento di sfondamento politico per delegificare sui diritti nel mondo del lavoro.
Il conto a chi guadagna poco più di mille euro al mese e a precari supersfruttati da 700 euro.
Questa offensiva richiede una risposta di pari radicalità. Di fronte ai ricatti ed ai licenziamenti non c’è nulla da negoziare: occorre battersi per il ritiro dei licenziamenti alla Telecom, per la disapplicazione dell’accordo a Pomigliano. La strada del negoziato a partire dai programmi padronali ha condotto milioni di lavoratori in un vicolo cieco. E’ il momento di mettere in campo la propria forza di lavoratori e lavoratrici per un livello di scontro qualitativamente nuovo, di fronte ad un padronato che si permette di farsi beffa dei lavoratori della Telecom annunciando i licenziamenti nello stesso giorno della sciopero aziendale. I padroni capiscono solo il linguaggio del conflitto, tanto più in tempo di crisi.
La vicenda INNSE prima e la vicenda Alcoa poi, dimostrano che solo il conflitto organizzato e frontale porta a risultati: paga solo la lotta che non si fa imbrigliare da regole formali di un gioco truccato, che sfida la "legge" della proprietà, che non arretra di fronte alle minacce e alle intimidazioni dello Stato.
Se l’accordo di Pomigliano verrà generalizzato, occorrerà rispondere con una generalizzazione della lotta Fiat, come segnale indicatore per centinaia di vertenze in corso nella difesa del lavoro, per combattere i licenziamenti con la riappropriazione ed autogestione del lavoro nelle aziende che licenziano. Il coraggio dimostrato da quel 40% di NO operaio a Pomigliano, rivela non solo un dissenso sindacale ma un potenziale di ribellione sociale che prosegue con gli scioperi in corso in tutte le fabbriche FIAT.
A cui occorre dare sostegno e sbocco con mobilitazioni sindacali diffuse, dal basso, ricostruendo alla base la capacità di lotta e di rivendicazione.
Per la partecipazione alle lotte, per la democrazia diretta.
Per il lavoro, per il salario, per i diritti e le libertà sindacali.
Un saluto, Nando.
8. Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità , 26 luglio 2010, 07:13, di viviana
Grazie Nando,
il commento non è mio ma di quel Beppe Grillo che qualcuno chiama ’ultraliberista’, con un uso abritrario delle parole.
..
Per togliermi qualche sassolino dalle scarpe, aggiungerei anche una mail appena ricevuta da un italiano che ora vive in India su un argomento come quello di Israele su cui non mi permetto perrsonalmente di dire nulla, perché sbaglierei comunque (a proposito quando sbaglio e qualcuno mi corregge come sulle proposte popolari di legge o sulle due riviste citate a sproposito di cui in verità non sapevo nulla, ringrazio, prendo nota e mi correggo. Sono fallibile e ignorante ma non stupida. E’ per questo che esiste il confronto: per imparare).
Vorrei dire due parole sulla Palestina. Se posso, parteggio istintivamente per la Palestina contro Israele perché il confronto è lacerante, ma non ce la faccio ad essere manichea, e su questo blog ho letto troppe prese di posizione estremiste e assolutistiche che rifiutano di vedere certe realtà e la mail che vi copio mi sembra invece che ne parli, per questo la copio.
Cara Viviana,
che si debbano sempre sentire stronzate su Israele e i Palestinesi e’ una vergogna !!
Da 20anni vado spesso in Israele per lavoro e li’ ho conosciuto pure molti palestinesi che vivono tranquillamente in Israele, lavorano, vanno al mare, in discoteca ecc....e maledicono Hamas e Olp !!
Il vero nemico dei palestinesi sono Hamas e OLP, i loro "dirigenti" !! I palestinesi sono nella stessa situazione come gli italiani, OSTAGGIO dI una feccia mafiosa criminale e ladrona e non hanno la forza e i mezzi per reagire anche perche’ verrebbero massacrati senza sensi di colpa dietro!!
2 anni fa Hamas e Olp si sono massacrati per alcuni mesi a centinaia prendendo in mezzo donne e bambini e nessuno ha detto beo !! nessuno cazzo !! Si sono massacrati per i soldi dei finanziamenti internazionali (di cui il primo donatore e’ proprio Israele !!) altroche’ navi di riso !! Fanculo !!!
Ai palestinesi e’ proibito intraprendere qualsiasi attivita’ commerciale se non 3 pecore e un orto del cazzo !! Ragazzine palestinesi torturate perche’ vestono jeans .....torturate !!! OGGI !!
avete forse dimenticato quando non c’era il muro che ogni giorno ragazzine imbottite di tritolo COSTRETTE a farsi esplodere sui school-bus israeliani ?? Costringevano i padri a mandare le figlie !! STI PEZZI DI MERDA MAFIOSI DI HAMAS E OLP !!
E I FINANZIAMENTI INTERNAZIONALI REINVESTITI NEGLI USA (ARAFAT ERA SOCIO IN UN PROGETTO MEGAMILARDARIO (IN USD) NEGLI USA E AVEVA INVESTIMENTI IN OGNI DOVE....., palazzi a St. Germain de Pres a Parigi !
HAMAS E OLP NON VOGLIONO UNO STATO PALESTINESE SE NO IL LANCIO DI KASSAM PER DUE ANNI SU ISRAELE DIVENTA UN’AZIONE DI GUERRA fra stati E NON DI POLIZIA !! RICORDATE LA SCENEGGIATA DEI SUOI FUNERALI ?? MOGLIE E OLP E HAMAS A LITIGARSI IL BOTTINO EREDITA’ ??
La striscia di Gaza era un polo industriale, il piu’ grande del mediterraneo, si produceva di tutto, dalla tecnologia all’abbigliamento al foodprocessing, con miliardi di euro di macchinari e infrastrutture !! Gli israeliani se ne sono andati da un giorno all’altro lasciando tutto li’ !!! Hamas ha fatto distruggere tutto !! Gli operai e i tecnici erano quasi tutti palestinesi, avrebbero potuto continuare la produzione .....invece no, Hamas vuole i palestinesi alla fame ..se no gli aiuti col cazzo che arrivano !!
PERFINO IL RISO SCADUTO HAMAS VENDE IN AFRICA AL MERCATO NERO !!
Israele avrebbe lavoro per tutti i 3milioni di palestinesi, e’ un paese leader in ogni settore, dall’irrigazione a goccia ecc..(i cinesi sono 10anni che provano a copiarli ma non ci riescono !!), alla tecnologia spaziale e medicale, per non parlare dell’agricoltura settore cruciale per il futuro del mondo !!!
ANDATE IN ISRAELE IN VACANZA, paese piu’ libero e sicuro del mondo, INVECE DI ANDARE A SHARM EL SHEIK UNA SETTIMANA E TORNARE CHE AVETE CAPITO TUTTO DELL’ISLAM !
Ciao Viviana auguri ... scusa il maiuscolo...solo uno sfogo !!
Juan Miranda
9. Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità , 26 luglio 2010, 20:02, di Nando
Ciao Viviana, avevo capito che il commento era di Beppe Grillo. Sono stato io non chiaro.
Volevo sapere continui ancora ad essere sostenitore di Beppe Grillo che è sostenitore del mercato?!? Tu come pensi di risolvere questo fatto?!? Io per questo ti ho mandato quel documento della Fdca.
Un caro saluto, Nando.
10. Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità , 27 luglio 2010, 05:54, di viviana
Non vedo il documento. E non vedo come Grillo sostenga il mercato. Non vedo nemmeno come bellaciao combatta il mercato. Non vedo come la sinistra estrema faccia qualcosa contro il mercato. Come no global, la lotta alle multinazionali e al neoliberismo sono il primo primo obiettivo. So che le operazioni intraprese dal mondo no global hanno avuto pochi risultati eclatanti, ma ho visto tanta gente che ci ha provato, con la denuncia dei misfatti delle multinazionali, le efferatezze delle guerre di predazione, la raccolta di dati infamanti sulle multinazionali, il boicottaggio di certi prodotti, l’organizzazione di difese nei campi di lavoro contro gli abusi dei padroni, il volontariato.. ma soprattutto la diffusione di un nuovo modo di pensare, politico, sociale, relativo a un cambiamento profondo nel modo di vivere, nei consumi nelle scelte in nome di un’umanità più consapevole, di un’autorealizzazione più umana, secondo una visione universale, rispettosa dei diritti dell’uomo, delle diversità culturali, dell’autonomia dei popoli, dell’economia sostenibile, della salevzza del clima e del pianeta.
Beppe Grillo ha tutte le sue imperfezioni, ma è un uomo che ha messo i suoi guadagni e la sua passione a servizio di un’idea e in essa si fa aiutare dai migliori esperti in circolazione, premi Nobel, persone di grande valore, io non ne vedo molti che si spendano in proprio così. è un uomo che si batte per un’Italia migliore e non ne vedo tanti in giro. L’Italia ha un enorme bisogno di persone che si mettano in gioco con tutte se stesse, davvero non ce ne sono molte. Mi riiempie di rabbia che non capiate nemmeno l’importanza mediatica di un blog che è riuscito a stare ai primi posti tra i blog del mondo e non riusciate a imparare almeno qualcosa sulla froza della comunicazione.
Bellaciao è un bellissimo blog e sono fierra di scriveci. ma intorno allo stesso livello di diffusione di Grillo c’è davvero poco e anche bellaciao si fa cliccare da un numero troppo ristretto di utenti e anche nei commenti vedo sempre la stessa decina di persone.
Se avete idee migliori di Grillo, diffondetele, se avete proposte o soluzioni o informazioni, diffondetele, usando, com eio faccio, i blog pià conosciuti e letti, come è appunto quello di Beppe Grillo.
Io sono una persona sola e neanche straordinaria, ma il mio piccolissimo blog parte da una base minima di 1200 lettori al giorno, soni rportata da due giornali di Padova, compaio spesos sulla stampa, faccio parte anche di un altro blo, sono molto linkata. Nel mjo piccolo e con tutti i miei errori e la mia ignoranza, spendo moltissimo tempo e energie nel fare meglio che posso. E diffondo l’informazione come posso, riportando spesso gli articoli di bellaciao e segnalandolo ogni volta che posso. ma io credo che si possa fare di più e meglio. Credo che i dirigenti dei vari partitini di sx possano fare di più e meglio. E credo che ci sia di meglio da fare che queste continue disquisizoni contro Grillo, che francamente mi costringono a una difesa che non amo e mi sembrano pure perdite di tempo.
Sono ancora piena di amarezza per la scarsità di impegno di Diliberto, per la perfetta fusione con la casta che mostrò Bertinotti appena fu eletto, per il costante disgregarsi in sette sempre più piccole della sx estrema, per la faziosità solispstica e obsoleta di certi suoi rappresentanti, per l’ossessiva ripetizione di slogan senza che ad essi si accompagni nulla di fatto.
Credo che l’intervsita a Bertinotti seduto su un trono in cui difendeva la casta resti una delle pagine più vergognose della sinistra italiana. Di Sansonetti e della sua vacuità non voglio nemmeno parlare, lo ritengo un cretino. Ferrero è una eccellente persona, di alta moralità, anche se è un credente e addirittura un pastore nella sua comunità valdese, cosa che qualcuno di voi vivrà come una colpa, per me va benissimo, ma sul piano della visibilità non esiste. Non sa muoversi sul piano mediatico e la sua presenza in tv è vicina allo zero. Vedo l’afflato estetico, messianico e anche propositivo di Vendola, che presenta indubbiamente una visione di sx molto alternativo e che per molti punti combacia col pensiero no global, ma continuo a nutrire una certa diffidenza contro questo personaggio indubbiamente anche troppo mediatico, come se la sua fascinazione foss ein modo dievrso simile a quella di Berlusconi.
Ed è certo che lo zoccolo duro e marcio del PD gli farà solo ostruzionismo, ed, essendo esso seguito dallo zoccolo duro dei suoi vecchi elettori incapaci di critrica, la vedo dura che in un conflitto contro l’onnipotente D’Alema e il berlusconismo fallimentare del Pd, Vendola possa avere delle chance.
Davvero ho sperato molto non in Prodi ma nella sx dentro il governo di Prodi, ma i risultati sono stati molto delundenti e non hanno eguagliato quelli con cui il 10% della Lega riesce a influire su Berlusconi e alla fine è stata proprio la sx estrema a portare a fallimento l’unica possibilità in 60 anni di una sx che fa qualcosa al governo. Dopo di che : il buio!
La sx estrema è sparita dalla scena mediatica e politica e sta sui blog ad attaccare Grillo ad attacarsi tra di loro! Insensato!
Gli errori che hanno messo la sinistra fuori dall’arco parlamentare mi pesano molto. Ora attaccare Di Pietro (che è di dx) o Travaglio (che è di dx) o Grillo che è la cosa più no global che trovo sul web a livello di dibattito e di utenze, mi pare molto sciocco. L’ho detto più volte. Io non sono la fan di nessuno. Pubblico le mie cose sul blog di Grllo solo perché mi dnano una platea di lettori giornalieri di 30.000 persone e spesso posto cose che interessano me ma sono OT.
Grillo è un comico e un esibizionista, fa aprte del mondo dello spettacolo, ma spesso presenta materiale di dibattito interessante e no global, non di tipo mercantile come qualcuno continua a sostenere. Magari questo materiale di dibattito comparisse su altri blog con la stessa diffusione da parte di persone di sx. Ho cercato di partecipare con i commenti ad aprileonline che dovrebbe essere un blog on line di SEL, ho sperato in quella sx arcobaleno che avete voluto mandare a picco in ogni modo preferendo le vostre divisioni microcellulari, ma sono stata insultata troppe volte da presunti esponenti della sx, sempre rigorosamente anonimi (posso ricordare che io mi firmo sempre con nome e cognome veri e devo sempre rispondere ad attacchi di persone che si firmano con nich o non si firmano affatto? e non è una cosa che gioca bene sul piano dell’onestà intellettuale)
Saluti e grazie di permettermi confronti e correzioni. bellaciao mi è molto utile. Sono qui per imparare. Ma imparare vuol dire crescere, non cristallizzarsi in posizioni fisse nel tempo
viviana
11. Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità , 27 luglio 2010, 18:06, di IO
Cara Viviana, a me di Beppe Grillo non me ne frega molto.
Io non condivido l’analisi secondo la quale l’editoria deve essere regolata da leggi di mercato per la quale se vende (in rapporto a domanda offerta) bene, altrimenti chiude.
A questo punto perchè l’editoria non dovrebbe avere finanziamenti pubblici e il teatro si?? e il cinema?? ed anche i Musei.
Se attirano visitatori e spettatori bene, altrimenti chiudono.
Ora, in generale, non sono d’accordo con questa impostazione e non lo sono maggiormente per quanto concerne la cultura (nella quale rientra anche l’editoria) che dovrebbe stare totalmente fuori (almeno quella) dalle logiche di mercato.
Poi scusa ma chi si appella all’economia di mercato è un liberista??? E chi ci si appella in un tale momento di crisi e soprattutto in rapporto alla cultura (che dovrebbe essere patrimonio comune senza scopo di lucro) è ancora più liberista.
Poi certo tutti i guasti e gli imbrogli vanno eliminati del tutto. Ripeto sono contrario alla visione di base e se mi permetti chiamo liberista chi si affida al mercato (Travaglio è di destra per sua stessa ammissione e Grillo... diciamo che non ha una linea univoca).
IO
12. Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità , 27 luglio 2010, 19:51
A me "Il Fatto" piace.
Come controinformazione è imbattibile e non solo sui temi classici "giustizialisti" ma anche sulle questioni del lavoro e dell’economia.
Ma esiste appunto solo da 10 mesi.
"Il Manifesto" da circa quaranta anni.
E i primi anni "Il Manifesto" non solo non riceveva finanziamenti pubblici ma rifiutava per principio anche la pubblicità.
Voglio vederlo "Il Fatto" non tra quarant’anni ma solo fra dieci.
E comunque il problema non è questo , che la cultura ( e l’editoria ne fa parte a pieno titolo) riceva contributi statali è un segno di civiltà.
Altra storia sono le truffe di Mastella e di Sgarbi, lì è roba da codice penale.
K.
2. Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità , 28 luglio 2010, 20:19, di 4
in questi giorni il comico borghese grillo dichiara che vuole soldi per le spese effettuate in campagna elettorale alla faccia dell abolizione al finanziamento dei giornali che ovviamente non condivido perche ci sono giornali seri che scomparirebbero .
1. Ma perché solo in Italia si finanziano i giornali? Lo scandalo della pubblicità , 29 luglio 2010, 17:48, di viviana
L’anonimo diffamatore che non ha la faccia di firmarsi nemmeno con un nick si vergogni!
E’ stato scritto che Grillo ha accettato soldi pubblici, ma è falso, Grillo non ha preso o accettato soldi da nessuno. Sono le solite voci diffamatorie della destra. Credere a queste porcherie allinea chi lo fa alla destra peggiore che usa diffamazione e falsità come metodo di disinformazione.
Da
http://www.beppegrillo.it/2010/07/sbatti_il_falso_in_prima_pagina.html
Il Giornale di oggi ha titolato in prima pagina: "Anche Grillo chiede soldi allo Stato" riferendosi ai contributi elettorali. E’ falso. I miei legali stanno valutando querela e danni civili e io qualche calcetto nel culo a Feltri.
“Continua la campagna stampa di discredito nei confronti del Movimento 5 Stelle. Ci sembra di poterne dedurre che si stiano avvicinando le elezioni politiche. I giornali tentano di diffondere illazioni da quattro soldi, raccogliendo qua e là voci e confezionando articoli che prima di tutto infangano la loro professione. A volte ci si mettono anche le agenzie di stampa. Perdiamo così un po’ di tempo a smentire tutti: lo abbiamo fatto in un’intervista a è-tv, ma non è bastato. Il Quotidiano Nazionale (Carlino, Il Giorno, La Nazione) ha insistito, salvo poi dover pubblicare la smentita. Ora, in prima pagina, ci riprova Il Giornale. Non possiamo permettere che la scarsa professionalità di qualcuno ricopra di fango l’impegno di tanti volontari, lo sforzo di tanti attivisti, il lavoro dei nostri consiglieri in tanti Comuni e nei consigli regionali. In prima pagina Beppe, i quotidiani italiani avrebbero dovuto titolare: il Movimento 5 stelle unica forza politica a rifiutare la refurtiva elettorale ed a tagliarsi i grassi stipendi della politica. Ma allora non saremmo 72esimi nella classifica internazionale come libertà d’informazione.”
Giovanni Favia consigliere regionale MoVimento 5 Stelle Emilia Romagna .
Viviana