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Ma quale informazione abbiamo oggi in Italia?

Publie le sabato 24 luglio 2010 par Open-Publishing

Sono lieta di aver scritto su Nuovo Masada l’articolo denuncia contro l’Aulin e, dalle risposte che mi sono arrivate, sembra ce ne fosse bisogno, perché moltissime persone, come me prima, non sapevano nulla della sua nocività ed esecro una stampa davvero miserevole e servile (vd. il direttore del Corriere de Bortoli) che pubblica intere pagine sulla laurea in filosofia della Barbara Berlusconi o fa titoloni sulle battutine più o meno idiote sui nostri leader e poi trascura completamente di riportare gli scandali legati ai conflitti di interesse sui farmaceutici e non ci mette in guardia con scoop sensazionali di denuncia su farmaci che possono ammazzarci e che gli altri paesi hanno bandito mentre noi continuiamo a venderli per i conflitti di interesse di Ministri come Sacconi.

Sono lieta anche di aver pubblicizzato la splendida invenzione del bioscanner, strumento per diagnosticare il cancro, su cui sulla stampa non ho letto parola.

http://masadaweb.org/2010/07/23/masada-n%C2%B0-1171-23-7-2010-la-cricca-sgangherata/

Ma vediamo bene come anche nella battaglia per salvare l’acqua pubblica non ci sia stato nessun giornale italiano (e qui si misura tutta la loro miseria e pochezza) che si sia preso l’incarico civile di sostenere il bene dei cittadini e di difendere in modo coerente un bene essenziale.

In Inghilterra, paese dove vado quando posso perché mia figlia ha sposato un inglese, la difesa dell’ambiente, l’ecologia, la difesa dei beni comuni sta al primo posto e non c’è giorno che i quotidiani ( IThe Guardian, The Financial Times, The Independent, Evening Standard, The Sun, Daily Express, Daily Mail, Daily Mirror , Daily Telegraph, persino il piccolo Metro, free press, che trovi gratis sulla metropolitana, non mettano in prima pagina un articolo sulla difesa dell’ambiente. Si consideri che Metro che ora si sta diffondendo in tutto il mondo conta su 45 milioni di lettori. A Londra ci sono più qotidiani che in qualsiasi capitale della Terra.

In Italia il numero di copie vendute dei giornali è ferma dal dopoguerra. La diffusione dei quoidiani non è cresciuta con la diminuzione dell’analfabetismo, anzi la diffusione di copie vendute dal 75 al 65 diminuì.
Oggi in rapporto alla popolazione siano sotto i livelli d’anteguerra. L’Italia era ed è fra i paesi più arretrati in Europa per diffusione e lettura della stampa quotidiana. In Finlandia. Austria, Svezia, Inghilterra... la diffusione di quotidiani è 4 volte l’Italia.

Grande diffusione hanno avuto invece i periodi e rotocalchi di gossip che contribuiscono a rendere ancora più squallida la condizione culturale e informativa di questo paese di baluba. E è lunghissimo il periodo dominato dai fotoromanzi, letti anche dagli uomini e nelle campagne.

Per molti anni il periodico più diffuso in Italia è stato Famiglia Cristiana, col vantaggio di una catena di distribuzione privilegiata (le parrocchie) ma anche con una notevole “modernità” di contenuti rispetto alla tradizione della stampa cattolica. Ancora oggi è una delle testate di maggiore successo, con una diffusione di oltre 800.000 copie.

Sorrisi e canzoni) di Berlusconi) con oltre 1.500.000 copie è il periodico più diffuso in Italia.

Regge da più di 40 anni l’Espresso.

Oggi le edicole sembrano piene di ogni sorta di riviste e di troiai ma il numero di giornali letti non aumenta, anzi dagli anni 80 la diminuzione è stata del 15%. L’Italia è l’unico paese al mondo dove la lettura dei giornali diminuisce. Per questo giustamente Beppe Grillo ha sbeffeggiato la recente manifestazione degli addetti alla stampa contro la legge-bavaglio di Berlusconi. Qua il bavaglio la stampa se l’è messo da sempre.

Se l’Italia è un paese ignoramte, incolto, televisivo, dove la gente non sa e non legge, e di conseguenza non sa nemmeno votare aministratori validi, a maggior ragione la responsabilità del csx nel regalare la televisione a Berlusconi (vedi l’immondo D’alema e i due governi Prodi che non hanno voluto regolare il conflitto di interessi e hanno permesso la cessione servile della RAI ai diktat di Berlusconi è vergognosa).

Si noti che nemmeno con tutte le sentenze nazionali ed europee, il canale di Europa7 è riuscito ad andare in onda e oggi la Lega pretende la direzione anche di Rainews24 che dipende da Rai3, mentre due giorni su tre Berlusconi parla di chiudere l’insulsa e inerme Rai 3 stessa, pur dopo il licenziamento dalla RAI di qualunque voce critica, da Biagi a Santoro.

Il Corriere che è il primo quotidiano d’Italia per diffusione è fermo e 500.000 copie, con una popolazione di 60 milioni di abitanti. 2a Repubblica con poco più di 400.000 copie, 3a la Gazzetta dello Sport con 300.000, la Stampa con 264.000, Stadio 200.000, Tuttosport con 111.000 (i tre giornali sportivi da soli fanno 600.000 lettori e si posizionano come la cosa più letta dagli italiani), Sole 24 ore ha 176.000 lettori ed è in caduta libera con la pessima direzione di Riotta.

I famosi giornali di Berlusconi pieni di falsità, propaganda e diffamazioni, il Giornale e Libero a cui si dovrebbe aggiungere il pessimo Panorama, vendono solo 280.000 copie e sono anche fasulle in quanto spesso fasci di questi giornali sono esposti gratis in esterno e figurano come venduti.

Roma capitale, invece di avere un giornale degno di stare a livello europeo, ha un giornalucolo immondo, Il Messaggero, da piccolo buco di provincia, gestito da Caltagirone, il più grande costruttore d’Italia, la cui figlia ha sposato Casini.

In Italia abbiamo giornaletti che potremmo definire come piccolo-provinciali e sui quali è piovuto il sarcasmo durissimo di Beppe Grillo e la sua proposta a iniziativa popolare di abolire il finanziamento pubblico ai giornali che è uno dei tanti scandali d’Italia, perfettamente voluto dalla Lega per partecipare alla magiatoia comune.

E se a Roma la situazione è squallida, va anche peggio in Sicilia o Padania dove si leggono solo striminziti giornaletti locali a stretto giro di territorio o sotto controllo della mafia o di imprenditori corrotti come Ciarrapico, il re delle acque minerali e delle cliniche private che gestisce una serie di 12 giornalucoli nel Lazio per cui lo Stato gli paga 5 milioni l’anno, sempre per la serie degli sprechi di partito e di quella Roma ladrona tanto decantata in piazza ma che piace tanto alla Lega al punto che la legge di finanziamento pubblico questo scandaloso finanziamento pubblico a giornali e bollettini è nato proprio con una legge della Lega.

Insomma l’informazione in Italia la fa la televisione, di proprietà o controllata da Berlusconi e che raggiungono molte più persone di tutti i giornali di opposizione messi insieme. Il 99% degli italiani sa le cose dalla televisione.

In Inghilterra i quotidiani nazionali sono quasi sempre indipendenti dai partiti politici. In Italia o fanno interessi personalistici di capipartito o dipendono dagli interessi di mercato di gruppi imprenditoriali. Il grosso dell’informazione, la fa la televisione, dove tutto discende dagli ordini di un boss mafioso come Berlusconi e parlare di Rai e di servizio pubblico, davanti a un Masi o a um Minzolini, è una barzelletta.

In Inghilterra l’Evening Standard, principale quotidiano di Londra, vende 3 milioni e mezzo di copie. Il Messaggero di Caltagirone vende in tutto il Lazio 250.000 copie (il direttore Roberto Napoletano è stato scelto ovviamente da Caltagirone dopo il pessimo Gambescia. Napoletano è un fedelissimo dell’ex presidente giovani industriali Antonio D’Amato a cui dedica un libro.

Oggi l’unico modo per avere una informazione pluralistica o critica è internet. Di Pietro la usa ampiamente ma è davvero surreale che questo strumento sia quasi del tutto assente per far sentire la voce del PD o della sinistra estrema.

I blog hanno sostituito i giornali e chi segue qualche blog interessante smette di guardare la televisione e di essere manipolato dalla propaganda mediatica di Berlusconi (è curioso che all’emersione dei mandanti delle stragi di mafia e degli scandali della cricca, Berlusconi abbia detto che era "sotto furibondi attacchi mediatici", quando proprio lui è il mandante da 18 anni di manipolazioni mentali delle teste degli italiani. E’ difficile stimare quanti usano internet, si parla di più di 20 milioni di persone, ma non è detto che lo facciano per una informazione migliore e non per chattare o cercare siti porno. Tuttavia Berlusconi capisce benissimo il pericolo costituito dai blog come diffusori di notizie e screditanti l’informazione di regime e tenta sempre nuove leggi per censurare internet (ultima la legge-bavaglio che equipara i blog amatoriali alle testate giornalistiche).

La popolazione mondiale è di 6 miliardi di abitanti. Più di un miliardo usa internet.

In testa Cina (pur con tutta la sua censura), Stati Uniti, Giappone, Germania, Inghilterra: 36.7 milioni, Francia 34, India, Russia, Brasile: 27.7 milioni, Corea del Sud: 27.3 milioni, Canada: 21.8 milioni, Italia: 20.8 milioni. Siamo dodicesimi sotto India, Corea del sud e Brasile.

In Italia non si investe nella diffusione della rete. Il disastroso monopolio di Telecom e gli intenti di censura dei vari governi dell’ultimo ventennio ci mettono all’ultimo posto nell’Europa occidentale insieme al Portogallo per numero di utenti e agli ultimi posti compredendo anche i paesi dell’est per connessione internet (peggio di noi Grecia, Bulgaria e Romania). E con Berlusconi siamo addirittura peggiorati. La diffusione della rete è ancora molto lontana dai livelli dei paesi più evoluti e notevolmente al di sotto della media nell’Unione Europea.

Dopo le dimissioni del pessimo Scajola, da tre mesi non abbiamo nemmeno un Ministro dello Sviluppo e delle Comunicazioni, i poteri sono stati assunti ad interim da Berlusconi e vediamo che uso ne ha fatto. Il famoso programma delle tre I di Berlusconi (internet, impresa e inglese) abbiamo visto che fine abbia fatto.

Interessante la crescita delle donne in internet che ha superato il 50% e che sta crescendo in tutto il mondo.

Thomas Jefferson nel 1787. «Se fossi costretto a scegliere fra un governo senza giornali, o giornali senza un governo, non esiterei a preferire la seconda scelta».

Honoré Balzac: «Se la stampa non ci fosse, bisognerebbe soprattutto non inventarla. Il giornalismo è un inferno, un abisso d’iniquità, di menzogne, di tradimenti, che non possiamo attraversare, e dal quale non possiamo uscire puliti».

Nuovo Masada n° 1172. Ma che iinformzione abbiamo in Italia?

http://masadaweb.org