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Mario Corsi condannato sbotta "dalla dittatura del proletariato a due froci"

Publie le mercoledì 14 aprile 2010 par Open-Publishing

Condannato per aver dato del gay ad un ex calciatore della Juventus durante una trasmissione radiofonica. Lo speaker Mario Corsi, conosciuto come Marione, durante una puntata di "Te la do io Tokio" in onda su Radio Centro Suono il 27 febbraio del 2007 fece intendere che l´ex difensore bianco nero avesse una relazione omosessuale con il giornalista Alessandro Cecchi Paone. Per questo il noto conduttore romanista dovrà pagare 600 euro di multa, le spese del giudizio e risarcire la parte lesa successivamente in sede civile. «Siamo soddisfatti della sentenza che ha stabilito come la condotta dell´imputato abbia leso l´onore e la reputazione di Sergio Brio, che allora fu costretto a giustificarsi davanti alla moglie e alla squadra di calcio, ora bisognerà attendere se la difesa di Corsi farà ricorso in appello», racconta l´avvocato Gianluca Arrighi che rappresenta il calciatore con Alessandra Parrini.

La sentenza di primo grado è stata emessa l´otto febbraio ma è stata depositata soltanto l´altro ieri. Nella motivazione emessa dal giudice monocratico Angela Tursi della X sezione penale del Tribunale di Roma si spiega che durante una puntata dello show «in seguito ad un´interruzione pubblicitaria del programma, dedicato all´approfondimento sportivo in tema di calcio, si sollecitava l´attenzione del pubblico degli ascoltatori su una circostanza non collegata ai soliti temi, chiedendo un applauso per una presunta "love story" tra la parte lesa, Sergio Brio e il giornalista Alessandro Cecchi Paone». E ancora si legge nella sentenza: «L´imputato proseguiva esprimendo il suo disappunto con i suoi collaboratori in studio, per aver cambiato l´argomento di conversazione, ed in particolare pronunciando le seguenti parole "vabbè ragazzi ma siamo passati dalle dittatura del proletariato a due froci?"».

Il giudice afferma che è «una circostanza da ritenersi in se stessa per nulla palesemente inverosimile e neppure percepibile chiaramente come grottesca e caricaturale ma piuttosto al contrario, ben determinata e potenzialmente suscettibile di essere intesa come veridica così ledendo l´onore e il decoro della persona offesa». Inoltre il calciatore «appellato in quel modo viene gratuitamente esposto al ludibrio della sua immagine pubblica in assenza peraltro di ogni minima traccia di quell´interesse sociale che deve altresì connotare l´esercizio del diritto di satira».

http://www.gaynews.it/view.php?ID=84476