Home > Michele Santoro e la sua vita sul filo del rasoio
Michele Santoro e la sua vita sul filo del rasoio
Publie le giovedì 20 maggio 2010 par Open-Publishing
Seguo i programmi di Michele Santoro da oltre 20 anni e comprendo la sua scelta di uscire dalla Rai. Ricordo che le sue difficoltà con l’azienda e con i politici iniziano sin dalla fine degli anni 80. In quegli anni, sono stato più volte di sera a via Teulada, assieme a centinaia di persone, per manifestargli solidarietà contro i primi pruriti censori della Rai lottizzata. Santoro svolge la sua professione di giornalista in maniera eccellente e coraggiosa. Credo si possa dire la stessa cosa di Sandro Ruotolo e di altri/e suoi colleghe e colleghi che hanno fatto parte del gruppo redazionale di “Samarcanda” e di “Sciuscià”. Santoro è nel mirino da sempre. Ha pagato e sofferto per anni l’ostracismo e il mobbing all’interno della sua azienda. La sua resistenza e caparbietà, la sua difesa creativa, fatta di azioni legali e di una candidatura, strategica e strumentale, alle elezioni europee, hanno impedito che diventasse quello che molti squali speravano: un uomo annichilito costretto ad uscire di scena per sempre. Il paradosso che lui vive dal punto lavorativo è comune a molta gente che esercita il libero pensiero nei posti di lavoro. Lui è una enorme risorsa professionale ed economica per l’azienda RAI, ma lo è solo per volere del Tribunale di Roma non perché l’azienda lo abbia scelto come miglior conduttore di talk show di prima serata. E mentre il suo share di ascolti e i relativi introiti pubblicitari sono diventati nei fatti il fiore all’occhiello della stessa Rai, gli amministratori di viale Mazzini lo attaccano… LEGGI TUTTO SU:
http://www.ciardullidomenico.it