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Milano, aggressione fascista a Saverio Ferrari: Digos identifica forzanovisti
Publie le mercoledì 19 maggio 2010 par Open-Publishing1 commento
18 maggio 2010
Gli agenti della Digos di Milano hanno identificato alcuni militanti di Forza Nuova (almeno tre) ritenuti gli aggressori di Saverio Ferrari, dirigente del Prc e noto antifascista, aggredito intorno alle 17.30 di oggi nei pressi di piazza San Babila mentre si stava dirigendo al presidio di protesta organizzato da una serie di sigle politiche e sindacali contro la manifestazione del movimento neo-fascista prevista per il pomeriggio di sabato prossimo a Milano e che oggi non è stata autorizzata dalla Questura.
Dalle testimonianze raccolte tra i militanti antifascisti sembra che ad aspettarli nei pressi del palazzo del governo di corso Monforte ci fossero una ventina di militanti del movimento capeggiato da Roberto Fiore e che alcuni di questi abbiano intercettato, inseguito e preso a calci Ferrari che si incamminava da solo verso la Prefettura.
Secondo quanto è possibile apprendere le persone identificate e che presumibilmente potrebbero essere denunciate, sarebbero noti esponenti milanesi della formazione di estrema destra.
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1. Milano, aggressione fascista a Saverio Ferrari: Digos identifica forzanovisti, 19 maggio 2010, 10:31
Da tempo c’è a Milano ed in Lombardia una forsennata campagna fascista contro Saverio Ferrari, campagna che fatalmente poteva, com’è avvenuto, portare ad aggressioni fisiche.
Sono anni che i fascisti, anche quelli istituzionali interni al PdL, indicano in Ferrari un responsabile "morale" della morte del giovane missino Sergio Ramelli, che fu ucciso in una aggressione a sprangate nel 1975.
Tutto nasce dal fatto che allora Ferrari aveva responsabilità nel servizio d’ordine di Avanguardia Operaia, gruppo peraltro ultramoderato dal quale provenivano gli uccisori.
Se ben ricordo, Ferrari fu a suo tempo anche inquisito per la vicenda ma ne uscì assolto. Il gruppo gravitava sì intorno ad Avanguardia Operaia ma proveniva dal Collettivo di Medicina della Statale e risultò dai processi che in quel caso aveva agito in totale autonomia.
Inoltre se è vero che l’uccisione di Ramelli, appena diciassettenne, fu - anche se certo non premeditata come esito tragico - una delle pagine più brutte della storia della sinistra extraparlamentare milanese ... è anche vero che l’episodio avvenne nello stesso mese in cui tra fascisti e polizia erano stati uccisi in Italia ben 6 militanti della sinistra, due dei quali, Varalli e Zibecchi, nella stessa Milano.
E fu quindi in questo clima incandescente che anche all’interno di un gruppo tuttaltro che "estremista" come Avanguardia Operaia e come lo stesso Collettivo di Medicina si pensò di "dare severe lezioni ai fascisti" ....
Con le conseguenze tragiche, in quel caso, che sappiamo ....
Ma appunto Ferrari con quell’episodio non c’entrava niente e la campagna che ormai va avanti da anni contro di lui è una cosa indegna ed inaccettabile ed è senz’altro all’origine dell’aggressione subita negli scorsi giorni.
Se dovessimo fare lo stesso ragionamento, cosa dovrebbero fare oggi i compagni di Roma cui capita di incontrare continuamente per le strade della capitale personaggi come Francesca Mambro e Giusva Fioravanti, rei confessi di almeno una decina di omicidi a testa ? O a quelli della stessa Milano che frequentano a qualunque titolo il tribunale e incrociano tutti i giorni l’avvocato Braggion, cioè l’assassino di Claudio Varalli ?
Raf