Home > Morire per ottenere lo stipendio arretrato ....

Morire per ottenere lo stipendio arretrato ....

Publie le venerdì 14 maggio 2010 par Open-Publishing
4 commenti

Si svenò per mancato stipendio da Asl
muore infermiera dell’ospedale San Paolo

Aveva protestato per il salario non corrisposto, togliendosi 150 millilitri di sangue al giorno. E’ morta ieri Mariarca Terracciano: aveva raccontato la sua storia a una tv privata

NAPOLI - Mariarca Terracciano, infermiera napoletana di 45 anni in forza all’ospedale San Paolo, è morta dopo tre giorni di coma. Si era tolta 150 millilitri al giorno per quattro giorni, per protesta contro il mancato pagamento degli stipendi nella Asl Napoli 1. E aveva raccontato e mostrato la sua durissima forma di protesta per le telecamere di un’emittente privata partenopea, Julie Tv.

Il documento è finito su YouTube, facendo il giro del mondo. "Sto anche facendo lo sciopero della fame", dice Mariarca, rivolta alla telecamera. "Può sembrare un atto folle, ma voglio dimostrare che stanno giocando sulla pelle e sul sangue di tutti. Vedere il sangue rende evidenti le difficoltà nostre e degli altri ammalati". Ed era del suo sangue che parlava. Mariarca, madre di due figli di 10 e 4 anni, aveva interrotto la sua protesta il 3 maggio: quel giorno il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, riuscì a sbloccare gli stipendi. Troppo tardi per la Terracciano. Ora i suoi amici la ricordano anche sul web con una pagina su Facebook: "Io ricordo la lotta di Mariarca Terracciano" :

http://www.facebook.com/pages/Io-ricordo-la-lotta-di-Mariarca-Terracciano/121464704548393?ref=search&sid=744670991.3753144726..1

Lunedì scorso è stata colta da malore mentre si trovava al lavoro, nel reparto maternità dell’ospedale San Paolo, nel popoloso quartiere di Fuorigrotta. Entrata in coma, Marianna è morta ieri. Il decesso è stato attribuito ad arresto cardiocircolatorio. Non ci sarà inchiesta, ma è stata disposta l’autopsia. La donna aveva disposto la donazione di cuore, rene e organi, che le sono stati espiantati dopo il decesso.

Per l’ematologo Bruno Zuccarelli non sono stati i prelievi forzati a provocare la tragedia: "Una donazione di sangue è di 500 millilitri. A meno che la signora non avesse condizioni cliniche già compromesse", il gesto di togliersi 150 millilitri al giorno per quattro giorni "non avrebbe dovuto avere conseguenze. Piuttosto, se stava male o se la vicenda è andata oltre i quattro giorni, bisognava bloccarla. Purtroppo la protesta della signora - prosegue Zuccarelli - è la punta di un iceberg, la spia di quale possa essere il disagio di una famiglia, magari monoreddito, che si trova a dover affrontare scadenze e pagamenti". Per i colleghi dell’infermiera, però, è stato inevitabile collegare la sua morte alla condizione di stress di cui la donna soffriva da troppi giorni.

La donna, sempre in prima linea nelle rivendicazioni della sua categoria, aveva contratto di recente un mutuo per l’acquisto di una casa: causa il ritardo nel pagamento degli stipendi, per far fronte alla rata Mariarca era stata costretta a chiedere un prestito. "Di fronte a una morte del genere dev’esserci massimo rispetto, ma per amor di verità occorre anche evitare strumentalizzazioni e collegamenti azzardati", dichiara Mario Santangelo, ex assessore alla Sanità della giunta regionale guidata da Antonio Bassolino. "Appare difficile che quei prelievi di sangue abbiano potuto causare una morte improvvisa, soprattutto perché la crisi ha colpito la signora una settimana dopo la sospensione della protesta".

Per Ciro Signoriello, vicepresidente del gruppo Pdl al consiglio comunale di Napoli, si tratta di "una brutta pagina legata ai bisogni e all’esasperazione. Sempre più spesso nella nostra città si ripetono drammi connessi a vertenze legate al mondo del lavoro". In questo dramma "non possono non essere ravvisate responsabilità quantomeno morali di quanti hanno dissipato e dilapidato immense risorse pubbliche nell’ambito della sanità". Si tratta, sottolinea Maurizio Di Mauro, direttore sanitario del San Paolo, di un dolore per tutti: "Mariarca era una di famiglia, qui siamo tutti parte di una squadra". La Asl 1, la più grande d’Italia, ha pagato con ritardo gli stipendi di aprile ai suoi diecimila dipendenti perché non c’erano più fondi a disposizione.

14 maggio 2010

Video della protesta di Mariarca al link :

http://tv.repubblica.it/edizione/napoli/non-le-pagano-lo-stipendio-infermiera-si-svena-e-muore/47101?video=&pagefrom=1

Messaggi

  • Non si puo morire cosi non è giusto ..... i
    politici mangiano sulla ns pelle e poi si comprano le case al Colosseo a
    prezzi stracciati, anzi se le fanno comprare " a loro insaputa" .... provo solo un senso di VERGOGNA!!!!! Ed una voglia di spaccare tutto !!!! Altro che la Grecia bisognerebbe fare !!!

    K.

  • Una triste notizia che crea giusta rabbia che si spera diventi coscienza di classe con cui affrontare al meglio la crisi economica dell’economia di rapina del capitalismo.
    Innanzi all’estremo lusso di pochi, la sofferenza ed il disagio dei tanti.
    Quello che ci mostravano come il più giusto dei mondi possibili, si mostra per quel che è: un vero e proprio inferno.
    Autorganizziamo lotte e vertenze, lavoriamo per creare una sinistra credibile che smascheri l’esistente e sappia proporre l’alternativa politica e sociale, una sinistra che faccia del destino della classe il suo unico riferimento possibile.

    Enrico Biso

    • I funerali dell’infermiera morta - rabbia e dolore tra i colleghi

      "Non ci sono le istituzioni né i vertici della Asl. L’hanno già dimenticata, lasciata sola".

      Rabbia e dolore si alternano al funerale di Mariarca Terracciano, l’infermiera deceduta due giorni fa a Napoli e che nei giorni della protesta dei dipendenti dell’Asl Napoli 1 per il mancato pagamento degli stipendi, aveva deciso di farsi prelevare 150 millilitri di sangue fino a che non sarebbero arrivati i soldi.

      FOTO Le esequie :

      http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/05/15/foto/foto_infermiera-4083540/1/

      Anche la figlia Martina, dieci anni, ha voluto essere presente al funerale, stretta in un abbraccio dal padre Michele Calabrese. Familiari, colleghi, amici: sono tutti ancora increduli, non riescono a spiegarsi il perchè della morte della donna. "Non ci sono le istituzioni né i vertici della Asl - ha sottolineato un collega - L’hanno già dimenticata, lasciata sola. Non hanno capito il suo gesto".

      LEGGI "La disperazione nel suo sacrificio" :

      http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/05/15/news/infermiera_disperata-4079179/