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NOI, DOCENTI DERUBATI E UMILIATI PER IL QUARTO ANNO
Publie le giovedì 7 luglio 2011 par Open-Publishing1 commento
BISOGNO URGENTE DI SCAPPARE DALL’ITALIA
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: PERCHÈ FIRMA TUTTO?
So che scriverle al Quirinale serve a poco.
Le risposte che si ottengono sono quelle di segretari che smistano modelli preconfezionati.
Almeno che non capiti un miracolo.
Ho scelto il mezzo della lettera aperta, perché almeno il mio dirle non resti un foglio buono per carta igenica.
Io non so lei dove viva, in quale realtà, ma da tempo mi domando chi rappresenti lei.
Non mi sento rappresentato dalla sua figura e mai ho colto tutela dei miei diritti.
Mi sento ostaggio di un governo che più sporco e ad personam di così non avevo mai visto, un’accozzaglia di prepotenti e arroganti che impongono da 18 anni le loro scelte scellerate senza confrontarsi mai con i cittadini.
Gente che ogni tanto si ricorda di legiferare, ma solo in funzione della Casta, che viene scoperta con le mani nel sacco; nella "manovra" le infilano il codicillo salva Fininvest a sua insaputa, non dicono chi lo ha pensato e proposto, poi lo ritirano.
Che vergogna e, che atto gravissimo: un’offesa al Parlamento, alla Costituzione, alle Istituzioni, a lei e alla Comunità.
I risultati degli ultimi referendum hanno sancito che è ora di finirla con i DDL che salvano il fondoschiena del presidente del Consiglio e dei suoi amici.
Ma a Berlusconi non frega nulla degli italiani, così come alla sua corte.
Non governano per la Cosa Pubblica, ma per sé stessi.
Lei ha firmato, ancora!, una manovra copiata da una bozza di legge del 2001, dello stesso Tremonti, approvata dal 2003 dal Parlamento, in vigore, ma inapplicabile.
Mi chiedo, e le chiedo, se era inapplicabile allora, e lo è stata fino ad oggi, cambiarne la data e ripresentarla dopo otto anni, facendo finta che nulla sia cambiato in Italia, nell’Europa e nel mondo dei rapporti economici, che senso ha?
Un’altra presa in giro per tutti.
Ma lei firma, avalla, tutto.
Ieri c’era il question time alla Camera, quasi deserta [non c’era alcuna fiducia da votare!]. Il ministro Rotondi era delegato a rappresentare Tremonti e rispondere.
E’ stato penoso: per rispondere non faceva altro che leggere svogliatamente, senza enfasi, fogli già scritti, come recitare una poesiola.
Quando gli è stato chiesto della situazione gravissima nella quale versa la scuola primaria e secondaria inferiore, soprattutto per il taglio all’assistenza all’handicap, agli svantaggiati e la diminuzione degli insegnati di sostegno, lui ha letteralmente letto la lezione. Ha risposto cose incomprensibili riguardanti gli istituti professionali e tecnici, il sostegno lì è addirittura aumentato, l’accoglienza e l’assistenza sono buone e tutto va bene.
Ma gli era stato chiesto altro e, come sono abituati tutti loro, ha dribblato leggendo sciocchezze.
E’ dai tempi della Moratti che il dicastero dell’Istruzione si muove sempre nello stesso modo: impone dictat, si inventa a tavolino riforme su tutto senza mai conoscere la realtà concreta e lavorativa della Scuola Pubblica.
La signora Gelmini è lì, successora della ex sindaca di Milano, non si sa per quale meritocrazia; si fa aiutare dai Consiglieri Farina e Straquadanio.
Come lei saprà, Farina detto "Betulla" è stato una spia della CIA, ha collaborato alla vergogna del rapimento di Abu Omar. Per questa ragione è stato radiato a vita dell’Ordine dei Giornalisti, condannato per il favoreggiamento del Sismi ed altro.
Su Staquadanio è meglio stendere un pietosissimo velo.
Che ci fanno Gelmini-Betulla-Straquadanio alla direzione di uno dei dicasteri più delicati per la Nazione?
Nulla: si prendono lo stipendio d’oro e attendono gli ordini di Tremonti, Brunetta e Sacconi per tagliare tutti i fondi possibili alla Scuola Pubblica, giustificandoli come "riforme epocali dettate dalla pegagogia moderna e didattica razionale".
Ma che cosa dicono?
Queste persone a scuola non ci stanno, non sanno neppure lontanamente cosa sia l’intervento didattico concreto e men che meno posso concepire una sola settimana di "lavoro vero nella classi".
Rotondi che risponde in question time, al posto di Tremonti, sulla scuola?
Non è vero che i tagli sul personale di sostegno non ci siano stati: i docenti specifici sono diventati "dotazione dell’istituzione scolastica", cioè sono a disposizione non più del minore in una classe che ha bisogno essere seguito, ma saranno adoperati di qua e di là, secondo le esigenze dettate dalla signora Gelmini, che ha capito tutto.
Il sostegno non sarà più garantito con il rapporto di 1:1 ma di 1:2, e cioè per due alunni un solo insegnante.
A guardar bene nei tagli che questi signori negano, si scopre che neppure questo è vero, ma non si può capire e verificare dai vostri uffici dorati di rappresentanza: dovreste venire e fare con noi docenti esperienze di qualche mese per cominciare a capire.
Ma non andate nelle scuole che normalmente usate per fare le feste istituzionali di inizio e fine anno scolastico che sono sempre quelle, scelte e ben preparate per mostrare che tutto è meraviglioso; recatevi a sorpresa, dove non siete attesi e non si sono solo i figli dei ricchi.
Vi accorgerete che le classi superano anche le 26 unità, che il limite degli alunni stabilito per norma, che non può superare un certo tetto se c’è inserimento di un minore certificato, non è rispettato e sempre per dictat ministeriale.
Riuscirete anche a vedere che l’insegnate di sostegno, su un tempo pieno, può dedicare due ore all’alunno in una classe, poi deve andare da un altro, l’handicap deve quindi essere gestito, lo dice la riforma che lei presidente ha firmato, dal docente di classe, che è solo: si occupa quindi di 25/26 allievi, deve portare avanti il programma, produrre per e con loro e contemporaneamente, senza alcuna specializzazione, fare l’insegnante di sostegno: didatticamente non è possibile.
I tagli hanno anche colpito l’assistenza ai bisogni primari dello svantaggiato: orario ridotto di assistenti comunali per alunno.
Meno collaboratori scolastici.
Ai ministri del virtuale non interessa come affrontiamo la situazione, sono affari nostri: noi per legge non possiamo intervenire sui bisogni primari di un alunno certificato; lo deve fare l’assistente comunale o il collaboratore scolastico.
Se nessuno dei due c’è perché così ha deciso la manovra scorsa di Tremonti [licenziare per risparmiare] l’insegnante non può affrontare il problema, perché gli è vietato lasciare la propria classe scoperta per portare l’alunno in bagno o cambiarlo perché se l’è fatta addosso o si è ferito… ma non può neppure intervenire sul minore certificato.
Che fa?
A scuola mancano i soldi per le fotocopie, per la carta igienica, per la cancelleria, i detergenti personali, i gessi, le risme di carta: compriamo tutto noi insegnanti facendoci aiutare dai genitori ai quali, vegognandoci, battiamo sempre cassa chiedendo elemosina.
Le nuove tecnologie didattiche, i computer e internet, le lavagne digitali? Ma non fateci ridere, non ci sono!
Niente soldi, capitoli economici specifici azzerati, non vengono nominati supplenti e dobbiamo noi sostituire i colleghi in congedo.
Se ci ammaliamo, il ministro Brunetta ci multa perché potenzialmente tutti siamo truffatori dello Stato.
La visita fiscale la dobbiamo attendere come agli arresti domiciliari con una sola ora d’aria, dalle 13.00 alle 14.00. Noi siano cittadini diversi dai lavoratori privati: loro non subiscono multe se si ammalano e attendono la visita del medico fiscale come sempre hanno fatto: dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00.
Loro per quattro ore al giorno, noi per undici.
Presidente, ma discriminare i cittadini in questo modo non è incostituzionale?
La Scuola Pubblica è allo sfascio totale, al fallimento; ma, di notte, come i ladri, Gelmini e soci trovano 300 milioni di euro per le scuole private, cattoliche, parificate.
Rotondi garantisce, a nome del titolare dell’Economia, che ne sono stati trovati altri, tranquillizza la Lega: saranno presto elargiti, alle scuole padane.
Signor Presidente: noi docenti pubblici siamo diventati lavoratori a cottimo ai quelli viene chiesta sempre più produzione a fronte di meno stipendio.
Da tre anni Tremonti ha congelato i nostri compensi: niente aumenti, nessun recupero o restituzione arretrati. Mediamente ci sono stati sottratti dalla busta paga 200 euro ogni mese.
Gli insegnanti di Religione invece hanno ottenuto, senza averlo peraltro mai richiesto, un aumento di 300 euro, non si è capito il perché, ma così è in questa Italia dei pazzi furiosi.
Oggi, nella manovra copia incolla che lei ha firmato, Tremonti congela ancora per un anno il nostro salario: così le annate di perdite fanno quattro.
Ancora bloccate le assunzioni e i turn over.
Reso più complesso, lungo e vergognoso il meccanismo per le certificazioni di alunni con handicap: ora ci si dovrà rivolgere a commissioni INPS e attendere che le stesse accertino e attestino una invalidità. Insomma: il minore trattato come un anziano che chiede la pensione.
Se hanno anche deciso che queste commissioni siano pure composte da ufficiali militati sanitari, allora il circo tragico è completo.
Che lei ci creda o no, Presidente, noi docenti pubblici siamo alla fame. A causa del congelamento dei nostri salari, degli arretrati non corrisposti, del non adeguamento al costo della vita… non ce la facciamo proprio, non riusciamo a far fronte a tutti i pagamenti che la vita concreta impone.
Non ci aiutano i sindacati che firmano qualsiasi accordo contro di noi senza più un’azione di lotta concreta a duratura che ci restituisca dignità e parità di trattamento economico europeo.
Guadagniamo di meno dei colleghi greci, spagnoli e portoghesi: siamo all’ultimo posto ormai.
La Scuola Pubblica italiana era esempio d’eccellenza per tutto il mondo.
Era.
L’hanno distrutta.
Ora lei che che firmato la macelleria sociale ci dica: che facciamo noi docenti pubblici?
Ci ospita al Quirinale quando abbiamo finito i soldi anche per mangiare, ci aiuta lei economicamente o ci consiglia di scappare a gambe levate da questa Italia disumana, cinica, morta e governata da cannibali?
La saluto, neppure tanto cordialmente.
Lucio Galluzzi
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Messaggi
1. NOI, DOCENTI DERUBATI E UMILIATI PER IL QUARTO ANNO, 8 luglio 2011, 10:56, di carmelo
descrizione drammaticamente vera dell’agonia della scuola pubblica italiana. e dell’agonia economico-esistenziale di noi docenti precari. sono uno di questi, di sostegno. quelli che la ministra dice di non aver toccato, impunemente falsa, sadicamente direi. uno di quelli che che salta da una scuola all’altra, quando ne ha la possibilità, e che ha modo di vedere la realtà, quella vera, non quella ipocritamente ignorata da chi ci getta fango addosso. gli insegnanti di sostegno, almeno dalle mie parti, sud italia, lavorano in condizioni spesso paradossali. sono chiamati a fare di tutto, a sostituire tutti, a dover gestire situazioni spesso ingestibili senza il benchè minimo aiuto, appoggio, senza che i loro diritti siano minimamente rispettati, e ovviamente questo non può che ricadere purtroppo sugli alunni di cui siamo chiamati ad occuparci, i cui sacrosanti diritti vengono ignorati e calpestati perchè la scuola è troppo sfiancata dal dovere tirare avanti e sopravvivere ogni giorno alla inefficienza e allo sfacelo a cui le politiche incivili e dissennate del governo la condannano. vengano a vedere come si lavora nelle scuole più problematiche, se non in quelle a rischio, dove non c’è traccia di leggi sull’integrazione, dove gli orari sono polverizzati e i docenti di sostegno sono utilizzati per tappare buchi, relegati con i loro alunni in una solitudine discriminatoria - si veda il caso recentissimo segnalato dal provveditore di bari.
e ora quello che per assurdo si paventava, ovviamente succede. i docenti di classe diventano improvvisamente di sostegno, quelli come noi che sono specializzati e il loro lavoro lo fanno con passione e competenza se ne rimangono a casa, gli alunni diversabili non oso immaginare di quale disastrosa didattica dell’integrazione si troveranno a beneficiare. e come se nn bastasse,andiamo pure ad intervenire nelle commissioni mediche, che si blocchi alla fonte il meccanismo di assegnazioni di docenti di sostegno. e perchè allora non sbarazzarsi definitivamente degli alunni diversabili? tanto le conquiste civili della legislazione sulla integrazione sono già carta straccia. ci meraviglieremmo se ci facessero tornare indietro alle classi differenziali? io no, perchè ci sono realtà scolastiche dove questa logica è ancora praticata, questa è la verità. un amaro, sconsolatissimo, incazzatissimo saluto.