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Negri tradisce ancora e chiama la sicurezza
Publie le venerdì 5 novembre 2004 par Open-Publishing9 commenti
15 giorni dopo festeggiamo ancora la fine del negrismo tranquillo
di Les invisibles
PARIGI. Lunedì 18 ottobre 2004, al Collège International de Philosophie, sede
provvisoria della neutralizzazione
intellettualista parigina, è iniziato il seminario
annuale di Toni Negri.
Si può dire che è iniziato bene, dato che il conferenziere ha dovuto suonare
la ritirata dopo una trentina di minuti, non senza aver svelato quasi tutti i
lati della sua opportuna schizofrenia.
L’inizio del seminario è stato occupato da un
incidente di microfono, che in assenza di tecnico il
conferenziere è restato incapace di mettere in
funzione. E’ stato allora proposto, piuttosto che una
noiosa lezione, di procedere ad una sessione di
discussione libera. Sentendo una specie di
incomprensibile animosità nella sala, il conferenziere
ha lanciato allora quasi una sfida dicendo che
preferiva questo alla filosofia, e di gran lunga.
Gli è stato chiesto, quindi - riguardo all’intervista
rilasciata a Giorgio Bocca in cui affermava che aveva
solo due tipi di amici: gli operai e gli imprenditori
se non vedesse differenze etiche tra queste due
classi di esseri. A ciò ha risposto che la
riconversione degli operai licenziati in piccoli
imprenditori familiari a seguito della
ristrutturazione capitalista degli anni 80 nel
Nord-Est ha costituito "una vittoria"; chiunque
conosca il deserto che è diventata, nel frattempo,
questa regione d’Italia misura l’infamia della tesi.
Altre domande riguardo alla sua famosa "teoria della
dissociazione" e all’aspetto fondatore di questa
teoria per la sua attuale dottrina delle "moltitudini"
hanno dovuto purtroppo restare senza risposta: un
addetto alla sicurezza chiamato alla riscossa aveva
già preso il posto del professore e lanciava invano
degli appelli alla calma. Gioa, insulti, disinvolture,
arroganze, crisi d’isteria e di paranoia di tutti i
tipi scoppiavano ai quattro angoli dell’assemblea.
Il colmo è stato raggiunto quando il conferenziere,
chiaramente toccato dall’insulto di "dissociato", ha
voluto lanciare una sedia su uno dei rompiscatole
installati al centro della sala e poi picchiarlo. Per
il teorico delle "moltitudini", tutto è finito con
l’evacuazione precipitata. In quanto ai fighi venuti a
ripassare la novlingua socialdemocratica, sono
ritornati a casa delusi. Il dibattito è continuato lo
stesso, fuori, per strada, in assenza della gang
negrista.
Bisogna ammettere che nel bel bezzo del nulla di
quest’epoca e al di là dell’irriducibile molteplicità
delle posizioni presenti, è sorta un’intensità
propriamente politica: per un momento ci sono stati
solo due partiti, e la loro lotta.
Tradotto da Antonio di Bellaciao
Messaggi
1. > Negri tradisce ancora e chiama la sicurezza, 5 novembre 2004, 15:05
Tutto questo appare assolutamente demenziale.
E soprattutto sembra un regolamento di conti tra vecchie glorie, in cui entrambi i partiti ( il termine, decisamente fuori luogo, e’ degli stessi "invisibles" ) hanno gia’ fatto in anni lontani danni inenarrabili.
Perlomeno l’ articolo di Hernida, pur usando toni da Komintern, cercava di entrare nel merito delle attuali teorie "imperiali" di Negri, peraltro comuni a pezzi significativi se non egemoni nel movimento italiano antiglobalizzazione.
Qui siamo alla vecchia, trita e ritrita, diatriba sulla "dissociazione" degli anni ottanta.
Stupisce poi che il Collettivo Bellaciao faccia proprie certe posizioni.
Non perche’ non siano in se’ legittime ma che certo poco di adattano ad un sito di "dibattito" che per forza di cosa deve essere un po’ "ecumenico".
Invece ponendo certi articoli nelle features e non semplicemente nel newswire, il Collettivo finisce fatalmente per farle proprie, al di la’ delle firme "formali".
Del resto, avevo gia’ qualche dubbio che Hernida avesse postato direttamente sul sito il suo articolo, peraltro non nuovissimo, quindi il Collettivo aveva gia’ oggettivamente fatto propria, pubblicandolo nelle features, una posizione decisamente "di parte" e assai poco "ecumenica".
Non so precisamente chi siano "Les Invisibles" anche se non e’ difficilissimo immaginarlo.
Comunque, anche in questo caso e con toni decisamente ancora meno accettabili, il Collettivo finisce per fare propria una posizione con la quale non ho intenzione alcuna di confondermi.
Pertanto, senza ovviamente nulla di personale, ho deciso di interrompere ogni collaborazione al sito "Bellaciao".
Ed ovviamente diffido il Collettivo stesso a pubblicare nelle features - come spesso avvenuto in passato -mie elaborazioni prelevate da altri luoghi del web, sia a firma Keoma sia a firma Dario Mariani.
Saluti comunisti.
Dario Mariani ( Keoma)
1. > Negri tradisce ancora e chiama la sicurezza, 5 novembre 2004, 16:05
Hehehe Dario spedisce i carabinieri se quelli di Bellaciao pubblicano le sue "elaborazioni"...
2. > Negri tradisce ancora e chiama la sicurezza, 5 novembre 2004, 16:51
Nessun carabiniere, ma serieta’ nei rapporti politici, magari si’.
Ciao, Osvaldo.
3. > Negri tradisce ancora e chiama la sicurezza, 5 novembre 2004, 17:25
E’ ovvio che la "diffida" e’ tutta politica.
E’ altrettanto ovvio che i carabinieri non c’entrano.
Non credo francamente che in questo commento ( a proposito, e’ anonimo, perche’ non e’ stato "depurato" ? ) il Collettivo c’entri nulla.
Comunque non mi meraviglierei troppo se qualche altro buontempone anonimo passasse direttamente all’ epiteto "infame".
Comprendete perche’ certi giudizi senza appello mi mettono i brividi ?
Di nuovo.
Dario.
4. > Negri tradisce ancora e chiama la sicurezza, 5 novembre 2004, 17:36
La risposta, del visitatore, anche se un po’ provocatrice (spedire i carabinieri) riflette senza dubbi il malessere leggendo il commento di Dario.
Questo scritto riflette esattamente quello che abbiamo cercato di fare, cioè di "rompere" il "pensiero unico" che accompagna l’analisi di Negri...
Sembrerebbe, e Dario in una certa maniera conferma, che in queste idee c’e’ una forma di "autoritarismo ideologico" dove ogni sorta di critica se non e’ ammessa e possibile se e’ relegata in secondo o terzo piano...insomma se c’e’ una critica non bisogna vederla...
L’uso continuo, da parte di Dario, ai riferimenti "sovietici" denota, piuttosto che una critica, un fascino latente verso il "socialismo reale"
Tutto e’ "visto" sotto quest’angolo, e nel concreto quello che Dario condanna e’ esattamente quello che propone.
Un’informazione a "senso unico", una mistificazione della realita’, (le idee di Negri egemoniche nel movimento altermondialista???), un’ignoranza stupefante della realita’ francese e in particolare parigina, in compenso un’arroganza a condannare e giudicare, senza parlare di come finisce la sua email...
Effettivamente, Lui, che s’irrita sui toni di Hermida, (che sono anche per noi dei toni un po’ vecchi, che ricordano le vecchie analisi ma che hanno il gran pregio di affrontare senza falsi problemi delle tesi del Negri) parla con dei toni da questurino, ( vi diffido...)
Ora sulla maniera di gestire un sito, secondo noi ognuno gestisce il sito come vuole e si assume le sue responsabilità, ed ognuno e’ libero di sentirsi bene dove vuole...il fatto di annunciare che finisce "la sua collaborazione”, di gia’ c’e’ da domandarci quando ci ha comunicato la sua desiderio di collaborare? Manifestamente il Dario pecca di pretenziose, LUI, “collabora” soltanto se tutte le informazioni sono di suo gusto... c’e’ veramente a domandarci di chi parla quando usa il termine "ecumenico".
Dunque secondo LUI i siti in generale aprono il dibattito se pubblicano "SOLTANTO" un certo tipo di informazioni il resto se no si mette in pattumiera o si mette dove non si vede...
Bizzarra maniera di dare dei "consigli" di democrazia.
Parlavamo di "ignoranza stupefante" e’ che noi viviamo a Parigi e senza pretensione, forse viviamo delle situazioni ben differenti, il fatto di pubblicare un articolo su quello che e’ successo all’università’ e sopratutto informare della violenza e dell’uso della "polizia privata" da parte di Negri per organizzare la discussione...sic ci parso abbastanza grave da dare il massimo risalto.
Non capiamo perché bisognerebbe nasconderlo, a meno che... é proprio la maniera, la visione di cosa, in modo non tanto celato, ci propone il Negri, passando indirettamente per Dario, di come immagina "un nuovo mondo", francamente le discussioni con i commissari politici e con i soldati che ci mettono il fucile dietro la schiena...per farci capire che siamo TOTALMENTE liberi di discutere...ci fanno ricordare delle bruttissime immagini.
L’articolo in questione e’ una traduzione dal francese di un comunicato degli INVISIBILI e quindi "giocare" facendo "vagare" l’idea che siamo gli autori, ci sembra quanto meno spiritosa, il fatto di averlo pubblicato in prima pagina ci sembra abbastanza chiaro che non "nasconde" niente...più chiaro di cosi non possiamo fare...lo abbiamo pubblicato perché siamo d’accordo con il fatto che dobbiamo informare al massimo di cosa succede qui a 1000 chilometri di distanza dall’Italia, dove il Negri non a più bisogni di nascondersi, ma mostra la sua vera “natura” ...
Da quando abbiamo mai visto una cosa simile, discutere in una sala universitaria con degli studenti sotto protezione (aggressiva...) degli agenti della sicurezza, senza parlare del gesto di Negri di cercare di fracassare una sedia sulla testa di uno studente, probabilmente e’ una nuova forma del concetto della “moltitudine”?
Quello di zittire una voce discordante con la violenza fisica protetta da dei gorilla e una visione politica che contrasta l’Impero?
Per tutti quelli che credono che la democrazia e’ creare dei momenti dove ci si può confrontare anche toccando i temi i più delicati e che possono far male, (senza dubbio come il problema del concetto della "dissociazione" dove qui a Parigi e’ ancora scottante, parlando di ignoranza di Dario...ricordiamo il problema di Cesare Battisti, e dei rifugiati politici, che comunque "esistono" ancora e che si ricordano PERFETTAMENTE dei danni enormi che i ripentiti e i dissociati hanno causato...) proponiamo di "provare" a continuare a seguirci con i nostri "alti e basi" sopportando i nostri ENORMI difetti di militanti emigrati che cercano di gestire un triplo sito in tre differenti lingue, cercando con i limiti del NON PROFESSIONALISMO che abbiamo, di informare il massimo di gente e cercando NELLA PRATICA di creare uno spazio di confronto internazionale.
Salutiamo tutti e sopratutti i due milioni di visitatori e i 15.000 quotidiani (IP, indirizzi elettronici unici) che ci hanno dato e ci danno la loro fiducia fino ad oggi e ogni giorno.
Hasta la Vittoria ! El pueblo unido jamas será vencido !
Il Collettivo Bellaciao
5. > Negri tradisce ancora e chiama la sicurezza, 5 novembre 2004, 23:49
Non voglio assolutamente atteggiarmi ad un patetico vittimismo, ma intanto non posso non rilevare che un mio breve ulteriore commento, postato intorno alle 17 in risposta al buontempone che citava i carabinieri, e’ misteriosamente scomparso.
Al di la’ di questo, voglio precisare il fatto che non imputavo affatto l’ articolo degli "invisibili" al Collettivo redazionale in senso stretto, bensi’ posso facilmente immaginare provenisse - e il commento del Collettivo in qualche modo lo conferma - da elementi di quella comunita’ di "combattenti e reduci" italiani che risiede a Parigi, per molti dei quali il tempo sembra essersi fermato ai primi anni ottanta del secolo scorso.
Personalmente considero storicamente l’ influenza del "negrismo" tremendamente nefasta per le sorti del movimento rivoluzionario italiano. Pero’ faccio partire questa influenza nefasta non ai tempi della "dissociazione" bensi’ all’ agire di Potere Operaio, perlomeno da quando scopri’ la necessita’ del "partito", e quindi piu’ di un decennio prima della predetta "dissociazione".
Personalmente e negli organismi politici in cui milito, non ho mai fatto mancare la doverosa solidarieta’, anche materiale, a compagni come Battisti e Persichetti e nemmeno a compagni da me ideologicamente lontanissimi come Giuseppe Maj. Questo pero’ non mi impedisce di considerare che se Negri ha fatto danni irreparabili, anche la comunita’ di "combattenti e reduci" di cui parlavo prima non ha certo scherzato in questo senso ne’ mi sembra che, in un quarto di secolo, vi siano state particolari e significative autocritiche su quei lontani avvenimenti.
Del resto, se so sicuramente poco, vivendo a Roma, della situazione parigina, non mi e’ difficile immaginare, proprio per quell’ insistere un po’ freudiano sulla "categoria del tradimento", che molti degli "invisibles" fossero - a differenza del sottoscritto -ex adepti e correligionari del Professore padovano, dal quale da un certo momento in poi si sono sentiti appunto " traditi".
Voglio ulteriormente precisare di non aver mai parlato di egemonia del "negrismo" nel movimento altemondialista globale. Ho parlato invece di "forte influenza se non egemonia" nel movimento antiglobalizzazione italico. Cosa innegabile - e qui siete voi che, vivendo in Francia, sapete poco dell’ Italia - pensando ai Disobbedienti e ai giovani del Prc che hanno eletto Negri a loro "vate" ma anche alla forte influenza delle teorie di Negri in ambienti sindacali, autorganizzati e persino, come la Fiom, confederali.
Non mi sembra poi che l’ avvenimento in cui si parla nell’ articolo ( la contestazione a Negri, le sediate, i gorilla ecc.) fosse particolarmente meritevole di una informazione tempestiva per gli stessi "invisibles", se hanno aspettato quasi venti giorni per pubblicare l’ articolo stesso!
E’ vero che non ho mai manifestato per iscritto ( serviva la carta bollata ? ) l’ intenzione di collaborare a Bellaciao. E’ anche vero pero’ che prima con miei articoli da voi "rubati" - in senso buono -in altri luoghi
del web, poi con articoli da me direttamente inviativi con varie firme (Dario, Keoma, Centro Documentazione e Lotta, nonche’ Falcri e Collettivo Antagonista Primavalle, cioe’ gli organismi sindacali e territoriali in cui svolgo militanza) ed anche con pezzi non miei ( l’ ultimo e’ quello dell’ amico Luciano Ligabue su D.Rad, anch’ esso postato dal sottoscritto ), mi e’ capitato spesso di essere ospitato nelle features e quindi di essere bene accetto dal Collettivo redazionale.
Ma tutto questo ha per me senso in luoghi di dibattito, magari pure caotico e confusionario come Indymedia o alcune liste di movimento, ma comunque in qualche modo "ecumenico".
Se invece Bellaciao e’ un sito dove possono essere lanciati - nelle features! - scomuniche ed anatemi di questo tipo, se e’ un luogo dove si debbono consumare le faide fuori tempo tra gli ex "combattenti e reduci" dei decenni scorsi ( e decisamente l’ articolo di Hermida, pur di vecchissimo stampo, e’ roba da educande rispetto ai toni degli "invisibles"), certamente Bellaciao e’ un sito dove non ho piu’ alcun interesse a collaborare.
E non per amore di Toni Negri, ma per una personale scelta di metodo ed in definitiva, di liberta’.
Sperando nella "non censura", Dario.
6. > Negri tradisce ancora e chiama la sicurezza, 8 novembre 2004, 17:30
CHE FINE HA FATTO IL COMMENTO N°8, DA IERI ANNUNCIATO TRE LE NEWS MA MAI APPARSO IN QUESTA PAGINA ?
IN GENERALE VI STIMO MA SU STA CAZZO DI STORIA DI NEGRI E DEGLI INVISIBILI STATE FACENDO UNA FIGURA DAVVERO MESCHINA.
OSVALDO
2. > Negri tradisce ancora e chiama la sicurezza, 6 novembre 2004, 22:22
Ma dove campate, sulla luna? Mi sembra un dibattito tra "combattenti e reduci"
Non vi siete accorti che intorno a voi è tutto cambiato?
Sveglia!!!!
Vivete in una realtà che sta solo nella vostra testa. Godetevi la vita, che è anche troppo breve.
Schizofrenici!
1. > Negri tradisce ancora e chiama la sicurezza, 7 novembre 2004, 17:22
Infatti quello che dice l’ ultimo commento e’ precisamente quello che penso io.
Semplicemente, essendo anche un po’ anzianotto, ho elaborato in modo piu’ largo il concetto.
Ma la sostanza e’ quella.
Negri in vita sua ha fatto cazzate allucinanti - qualcuna in comune con alcuni dei suoi contestatori parigini - ma oggi, con posizioni sicuramente molto discutibili, ha un influenza notevole su settori del movimento italiano, come ad esempio quelli che oggettivamente hanno messo in piedi le lotte del precariato, culminate nella manifestazione di ieri a Roma con annesse "riappropriazioni".
Qualcun altro, invece, certo anche a causa della condizione non simpatica di "esiliato", ha l’ orologio fermo a oltre venti anni fa.
DARIO